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Isabel Ducrot. La Bella Terra
Inaugurazione mostra 16 giugno.
Apertura al pubblico 17 giugno - 27 agosto.
Venerdì 16 giugno, ore 17, Palazzo Ciampoli.
Apertura al pubblico 17 giugno - 27 agosto.
Personale di Isabella Ducrot, artista e scrittrice italiana riconosciuta a livello internazionale. Le sue opere raccontano, in maniera poetica, delicata e potente allo stesso tempo, i temi del viaggio, del mito e del paesaggio, con una visione che sottolinea l’amore per la bellezza della vita e la naturale esistenza delle cose. L’esposizione è un progetto del MAXXI e Taobuk Festival SeeSicily, realizzato in collaborazione con il Parco Archeologico Naxos Taormina diretto da Gabriella Tigano, main sponsor DSA Group Holding. Partecipano all’inaugurazione Antonella Ferrara presidente e direttore artistico del festival, Gabriella Tigano direttrice Parco Archeologico Naxos Taormina, Alessandro Giuli presidente MAXXI, Bartolomeo Pietromarchi, direttore MAXXI Arte Monia Trombetta, curatore MAXXI.
Le Gran Bleu
Inaugurazione mostra Velasco Vitali
Giovedì 15 giugno, ore 18, ex chiesa del Carmine.
Le Grand Bleu, in collaborazione con Aditus, è un viaggio di esplorazione nelle profondità del reale, dalle quali riemergono visioni dilatate come da un immaginario onirico, elementi simbolo del confronto fra culture e civiltà. La mostra si propone come un focus sul disegno che passa in rassegna i soggetti più cari all’artista: le mongolfiere, il branco, i paesaggi. Velasco è l’autore del visual della XIII edizione di Taobuk: un pallone aerostatico con i colori della vita che si libra nell’aria. In dialogo con il curatore della mostra e critico d’arte Luca Beatrice.
Fuori Cornice
Giuseppe Penone. Il respiro del mondo
Domenica 18 giugno, ore 12, Palazzo dei Duchi di Santo Stefano.
Una storia di natura e umanità quella di Giuseppe Penone che, lasciando la sua impronta sugli alberi e lavorando sulle pietre di fiume o sulla vita intima delle foglie, ha dato un nuovo senso all’idea di scultura. Il pittore, esponente dell’arte povera, scultore e fotografo, sarà protagonista di Fuori Cornice, il format di arte contemporanea ideato da Taobuk SeeSicily, in dialogo con Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera.
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Il numero 1017 di Girodivite di mercoledì 7 giugno 2023: "U rispettu è misuratu, cu lu porta l’avi purtatu" (Il rispetto è misurato, chi lo porta lo ha ricambiato).
In questo numero:
** 5° Concorso Fotografico "Un luogo per ZeroBook 2023" ** , di Redazione Zerobook - 7 giugno 2023
Aperte le iscrizioni alla Quinta Edizione del Contest Fotografico organizzato da Girodivite con la collaborazione della Casa Editrice ZeroBook.
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https://www.girodivite.it/Concorso-Fotografico-Un-luogo-per,34338.html
** Gli affari di Leonardo con l’Algeria ** , di Antonio Mazzeo - 7 giugno 2023
Algeri è uno dei maggiori partner commerciali e militari della Russia nel continente africano, ma l’Italia non smette di farci affari multimilionari...
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https://www.girodivite.it/Gli-affari-di-Leonardo-con-l.html
** Area Medica dell’INPS, servono più risorse ** , di Redazione Lavoro
7 giugno 2023
I recenti sviluppi della trattativa per la riorganizzazione dei CML dicono che avevamo visto giusto nell’individuare le criticità ma abbiamo seri dubbi sulle risposte proposte dall’Istituto.
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https://www.girodivite.it/Area-Medica-dell-INPS-servono-piu.html
** Barbara Deming e la Ragnatela di Comiso ** , di Redazione - 7 giugno 2023
Le femministe nel movimento nonviolento. Due esempi da non dimenticare: Barbara Deming e la Ragnatela di Comiso. Un articolo di Chiara Tammaro (Centro per la pace di Forlì)
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https://www.girodivite.it/Barbara-Deming-e-la-Ragnatela-di.html
** Clima e salute ** , di Amref Italia - 7 giugno 2023
Amref con i governi africani e OMS lanciano un’iniziativa regionale per affrontare le sfide in Africa
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https://www.girodivite.it/Clima-e-salute.html
** Abbandono scolastico e diseguaglianze ** , di ActionAid - 7 giugno 2023
A sei mesi dalla pubblicazione delle Linee guida per l’orientamento a cura del Ministero dell’Istruzione e del Merito rimangono numerose criticità. L’Italia fatica a contrastare disuguaglianze e povertà educativa.
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https://www.girodivite.it/Abbandono-scolastico-e.html
** Ragusa Ibla, ricordando Camilleri ** , di Piero Buscemi - 7 giugno 2023
Passeggiata culturale sotto la guida esperta e accattivante di Roberto Sammito, tra chiese e palazzi di tardo barocco e un pizzico di nostalgia
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https://www.girodivite.it/Ragusa-Ibla-ricordando-Camilleri.html
** Homo Faber e civiltà, di Carlo Ruta ** , di Redazione - 7 giugno 2023
Il paradigma di "Homo Faber e civiltà" di Carlo Ruta e il punto di vista epistemologico. Un contributo di Giuseppe Varnier.
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https://www.girodivite.it/Homo-Faber-e-civilta-di-Carlo-Ruta.html
** L’Italia a fumetti ** , di Ferdinando Leonzio - 7 giugno 2023
È una esperienza culturale imprescindibile nella storia personale di ciascuno di noi. Stiamo parlando dei fumetti. Il saggio di Ferdinando Leonzio, che qui pubblichiamo, rievoca alcuni elementi della "storia" di questo medium.
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https://www.girodivite.it/L-Italia-a-fumetti.html
** L’Espresso cambia padrone ** , di Adriano Todaro - 7 giugno 2023
I fumetti trascinano – I politici italiani non usano Linkedin – Canale gratuito Cnn – Il NYT spiega – Condannato marito senatrice romena no vax
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https://www.girodivite.it/L-Espresso-cambia-padrone.html
** S&G n. 218 ** , di Franco Novembrini - 7 giugno 2023
Verde fogna
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https://www.girodivite.it/S-G-n-218.html
** Achille Patroclo e gli altri ** , di Sergej - 6 giugno 2023
Gli dèi alle sei : l’Iliade all’ora dell’aperitivo / Giovanni Nucci. - Firenze/Milano : Giunti/Bompiani, 2023. - 253 p., [11] : br. ; 21 cm. - (Bompiani overlook). - ISBN 978-88-301-0991-9.
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** Two Years of Turmoil: Myanmar’s Fog of War ** , di Emanuele G. - 5 giugno 2023
Three trends that offer a fuller and more accurate picture of the state of the country’s civil war.
By Naw Theresa
May 29, 2023
Two Years of Turmoil: Myanmar’s Fog of War
Editor’s Note: This is the third article in a three-part series about Myanmar’s escalating political crisis. The first part offered an overview of the conflict, and the state of the humanitarian emergency and economic crisis affecting post-coup Myanmar, while the second part analyzed the overall conflict and the status of the two sides. This installment explores ignored undercurrents that provide a fuller picture of the civil war.
Courtesy of The Diplomat [website https://thediplomat.com]
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https://www.girodivite.it/Two-Years-of-Turmoil-Myanmar-s-Fog.html
** Gemellaggio Rete Nazionale Istituti Alberghieri - I.I.S. A. Moncada (Lentini) e I.I.S. Enriques (Castelfiorentino) ** , di Giuseppe Castiglia - 5 giugno 2023
Con la visita a Castelfiorentino di 18 studenti e 2 docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Moncada, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Enriques”, si conclude il gemellaggio che ha coinvolto i due istituti della rete Re.Na.I.A. - Rete Nazionale Istituti Alberghieri.
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https://www.girodivite.it/Gemellaggio-Rete-Nazionale.html
** Light lunch offerto dall’istituto A.Moncada di Lentini per la Festa della Repubblica ** , di Giuseppe Castiglia - 5 giugno 2023
L’Istituto d’Istruzione Superiore “Alfio Moncada”, è stato fra i protagonisti dei festeggiamenti organizzati in occasione del 77° anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana.
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https://www.girodivite.it/Light-lunch-offerto-dall-istituto.html
** Ciao Lentini Ciao Festival - Cesare Basile in concerto “Solo per chitarra acustica ed effetti” ** , di Giuseppe Castiglia - 5 giugno 2023
Quarto evento in programma: Domenica 11 Giugno ore 20:30 – Cesare Basile in concerto “Solo per chitarra acustica ed effetti”: CESARE BASILE: è senz’altro uno dei più autorevoli e innovativi autori italiani degli ultimi decenni, vincitore per ben due volte della Targa Tenco, il riconoscimento italiano più prestigioso ed ambito per la nuova musica d’autore e cantautorale.
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https://www.girodivite.it/Ciao-Lentini-Ciao-Festival-Cesare.html
** Docente coordinatrice e "maestra unica" ** , di Lucio Garofalo - 5 giugno 2023
Rivestire il ruolo in qualità di docente coordinatrice (o coordinatore) non vuol dire essere "superiore" gerarchicamente. Forse talune colleghe possono essere affette da quella sorta di "complesso" che io chiamo della "maestra unica" di antica memoria. Ma la "maestra chioccia" venne abolita nel 1991, in virtù della riforma firmata dall’allora ministro Sergio Mattarella (!), che istituì i "moduli didattici" (ossia una pluralità di docenti contitolari su due o più classi), che a loro volta sono (...)
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https://www.girodivite.it/Docente-coordinatrice-e-maestra.html
** Catania Cinestudio 2023: Il programma di giugno ** , di Redazione - 4 giugno 2023
Il programma di giugno 2023:
Giovedì 1 Palombella rossa, di Nanni Moretti; Italia 1989; 1h e 30 min.; ore 21.00 (ingresso gratuito)
Venerdì 2 La cospirazione del Cairo, di Tarik Saleh; Svezia 2022; 2h e 6 min.; ore 21.00
Sabato 3 Il piacere è tutto mio, di Sophie Hyde; Gran Bretagna 2022; 1h e 37 min., ore 20:40 – 22:40
Domenica 4 Omicidio nel West End, di Tom George; USA 2022, 1h e 38 min.; ore 20.40 – 22.40
Lunedì 5 Franco Battiato – La voce del padrone, di Marco Spagnoli; Italia 2022, 1h e 30 (...)
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https://www.girodivite.it/Catania-Cinestudio-2023-Il.html
** Maternità ** , di Alberto Giovanni Biuso - 4 giugno 2023
A partire da un sito
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https://www.girodivite.it/Maternita,34361.html
** Gaetano Porcasi, “pittore antimafia”, al Liceo Cottini ** , di francoplat - 3 giugno 2023
Proveniente dall’istituto “Enzo Ferrari” di Susa (TO), la mostra è stata inaugurata il 29 maggio
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https://www.girodivite.it/Gaetano-Porcasi-pittore-antimafia.html
** Lentini - Lo streaming video - 77° anniversario - 2 Giugno 1946 / 2023
Festa della Repubblica Italiana ** , di Giuseppe Castiglia - 3 giugno
2023
PROGRAMMA 77 °ANNIFERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA REPUBBLICA SIRACUSA - AUGUSTA - LENTINI
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https://www.girodivite.it/anniversario-2-Giugno-1946-2023.html
** Il foglio dei Siciliani, 2 giugno 2023 ** , di Riccardo Orioles - 3 giugno 2023
La repubblica di Palermo
U na volta c’erano parecchie cose che ti davano diritto a una bella scarica di legnate se eri giovane e avevi l’aria sbarazzina, ma fra queste non c’era la complicità con Falcone. A Palermo invece, il 23 maggio 2023 (segnati la data, la chiedono agli esami), gli studenti sono stati picchiati perché volevano mettere un fiore a Falcone. “Concorso esterno in associazione antimafiosa”.
Da quel giorno la repubblica, che già prima non stava tanto bene, è diventata ufficialmente (...)
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https://www.girodivite.it/Il-foglio-dei-Siciliani-2-giugno.html
** Risonanze sonore ** , di Alessandra Calanchi - 3 giugno 2023
Parliamo di: Percorsi educativi per la professione musicale / di Mario Corsi e Massimo Russo; e di: Il paesaggio sonoro come teatro educativo: Ecologia, etica, estetica / di Enrico Strobino e Maurizio Vitali.
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https://www.girodivite.it/Risonanze-sonore.html
** Roma, 8 giugno 2023: Io c’ero, i comunisti romani si raccontano ** , di Redazione - 3 giugno 2023
Io c’ero. Dal Luglio ‘60 al crollo del Muro: i comunisti romani si raccontano
Giovedì 8 giugno a Roma, alla Biblioteca Tullio Mauro in Via Tiburtina 113, alle ore 18:00, la presentazione del libro di Pino Santarelli, edito da Bordeaux. Ne discutono con l’autore Luciana Castellina, Massimo D’Alema, Augusto Illuminati, Alberto Olivetti. Modera: Vanessa Roghi.
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https://www.girodivite.it/Roma-8-giugno-2023-Io-c-ero-i.html
** La pace a rischio in Kosovo ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Un intervento di IRI.AD Archivio Disarmo di Roma.
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https://www.girodivite.it/La-pace-a-rischio-in-Kosovo.html
** Dichiarazione di solidarietà internazionale con la comunità zapatista messicana Moisés Gandhi ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Ai popoli del Messico e del mondo,
Alle persone, alle comunità e ai popoli che difendono la Vita.
A coloro che sentono l’urgenza di agire di fronte a un sud-est messicano in fiamme.
Oggi, in questo momento, il Messico è giunto a un limite, un limite che sembra sempre lontano finché un proiettile esploso dall’alto non fa detonare la rabbia dal basso. Il compagno zapatista Jorge
López Santiz è in bilico tra la vita e la morte a causa di un attacco paramilitare dell’Organización Regional de (...)
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https://www.girodivite.it/Dichiarazione-di-solidarieta.html
** “Il progetto ponte sullo Stretto non supera le criticità” ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Dossier-ponte, Lipu Kyoto Club WWF: “il progetto non supera le criticità”. Un articolo di Toni Casano (Pressenza).
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https://www.girodivite.it/Il-progetto-ponte-sullo-Stretto.html
** Rapporto di Amnesty International sui Paesi Bassi: “Sorveglianza illegale nei confronti dei manifestanti pacifici” ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Nei Paesi Bassi, la sorveglianza illegale nei confronti dei manifestanti pacifici sta mettendo in pericolo il diritto alla riservatezza e sta avendo un effetto raggelante sul diritto di protesta.
È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International pubblicando il rapporto “Poteri incontrollati: i controlli d’identità e la raccolta dei dati nei confronti dei manifestanti pacifici”, secondo il quale la supervisione e i controlli sui metodi di sorveglianza delle forze di polizia non rispettano le (...)
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https://www.girodivite.it/Rapporto-di-Amnesty-International.html
** Il Parlamento europeo approva il Regolamento per la produzione di munizioni: una gravissima violazione della natura e delle regole dell’UE ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Un intervento della Rete Italiana Pace e Disarmo.
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https://www.girodivite.it/Il-Parlamento-europeo-approva-il.html
** Due giugno ** , di Luigi Boggio - 2 giugno 2023
Sugli armamenti, come si può ben notare, regna la serenità degli affari non la serenità che potrebbe portare una Pace vera.
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https://www.girodivite.it/Due-giugno.html
** Eirenefest 2023, tre giorni di condivisione e ispirazione ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Eirenefest, Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, si è concluso a Roma domenica 28 maggio 2023. Un articolo di Anna Polo (Pressenza)
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https://www.girodivite.it/Eirenefest-2023-tre-giorni-di.html
** Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane ha raggiunto il 119% ** , di Redazione - 2 giugno 2023
Il nuovo Rapporto Antigone conferma nuovamente lo stato di degrado del nostro sistema di detenzione, che non rispetta le direttive della Cedu e nemmeno l’art. 27 della Costituzione. Un articolo di Michela Fantozzi (Micromega)
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https://www.girodivite.it/Il-tasso-di-sovraffollamento-delle.html
** Parte il disegno di legge sul Made in Italy ** , di Redazione - 1 giugno 2023
Nasce il liceo che promuove le eccellenze italiche. L’avvio del nuovo ciclo scolastico è previsto per l’anno 2024/2025. Con l’obiettivo di migliorare le filiere strategiche nazionali nasce il fondo sovrano italiano, con una dotazione iniziale di 1 miliardo.
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https://www.girodivite.it/Parte-il-disegno-di-legge-sul-Made.html
** Messina. Parata degli Studenti con Lupetto Vittorio al Villaggio dei Leoni dell’Esercito ** , di Antonio Mazzeo - 1 giugno 2023
L’apoteosi della cultura della “difesa”, tanto di moda di questi tempi in tutta Italia soprattutto tra le università e le scuole di ogni ordine e grado, ma anche nelle storiche piazze delle città d’arte...
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https://www.girodivite.it/Messina-Parata-degli-Studenti-con.html
** Le correlazioni pericolose ** , di Alessandra Calanchi - 1 giugno 2023
Io spero di aver capito male. Io spero che qualcuno mi dica che nel mio paese non vige più lo jus sanguinis, che c’è posto per tutti, per chi ha figli e chi non ne ha, per chi arriva da lontano, per chi non sceglie il made in Italy.
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** Post/teca maggio 2023 ** , di Sergej - 1 giugno 2023
Il numero 05.2023 di Post/teca
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1. Si partecipa con un massimo di 3 fotografie digitali, a colori e/o in bianco e nero, con il lato lungo minimo 1920 pixel , 300 dpi in formato tiff e una copia in formato jpg 75 dpi
2. Le foto devono essere inoltrate via email a: concorso@girodivite.it entro il 31 ottobre 2023 (eventuali proroghe saranno rese note sulla pagina del concorso e sui media del settore);
3. I nomi dei file devono essere così composti: Nome Cognome – Titolo.tif e Titolo.jpg;
4. La email deve contenere in allegato la lettera di manleva interamente compilata e firmata.
LETTERA DI MANLEVA
Le foto devono riprodurre luoghi riscoperti, sia di natura culturale, quali siti archeologici, che di natura prettamente architettonica, come ruderi di antiche case rurali, antichi opifici ecc. Quindi luoghi di interesse abbandonati all’incuria e all’oblio, che meriterebbero di essere rivalutati e posti all’attenzione del pubblico. Lo scopo del premio è quello di raccogliere immagini di questi luoghi dimenticati e di segnalarli alle amministrazioni locali, invitandole al loro recupero.
La quota di partecipazione è fissata a 20 euro, quale contributo da versare con bonifico utilizzando il codice Iban IT76B0306982590100000002962, indicando Nome e Cognome e nome del premio “Un luogo per ZeroBook 2023”. Copia del versamento dovrà essere allegata alla email contenente le opere a concorso e la lettera di manleva.
1° Classificato: Pubblicazione libro fotografico, in formato cartaceo, a cura della casa editrice ZeroBook, con regolare contratto di edizione e numero di ISBN, promozione e diffusione;
2° Classificato: Pubblicazione libro fotografico, in formato ebook, a cura della casa editrice ZeroBook, con regolare contratto di edizione, promozione e diffusione;
3° Classificato: un Libro fotografico, pubblicato dalla casa editrice ZeroBook, selezionato tra le pubblicazioni del catalogo della casa editrice.
Verrà rilasciato l’Attestato di Partecipazione personalizzato ai 5 finalisti.
NOTA BENE: Il 1° e il 2° Premio prevedono l’obbligo della firma del contratto di edizione entro 6 mesi dalla data della proclamazione dei vincitori. Allo scadere del termine, il premio sarà ritenuto "non assegnato".
La Giuria selezionerà 5 finalisti, che saranno avvertiti via email. La classifica finale sarà decretata durante la Cerimonia di Premiazione la cui data e il luogo saranno comunicati successivamente.
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Algeri è uno dei maggiori partner commerciali e militari della Russia nel continente africano, ma l’Italia non smette di farci affari multimilionari. Dopo gli accordi strategici sottoscritti nel settore energetico dall’ENI con l’azienda di stato SONATRACH, è il complesso militare-industriale a bussare alle porte del governo della Repubblica Democratica Popolare di Algeria per sviluppare la produzione e le commesse nel settore bellico.
Il 25 maggio si è conclusa la visita istituzionale in Algeria del Segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti, generale Luciano Portolano e di una delegazione dei vertici aziendali di Leonardo SpA guidata da Pasquale Di Bartolomeo (chief commercial officer del gruppo).
Nella capitale nordafricana la delegazione italiana ha incontrato il segretario del ministero della Difesa, maggior generale Mohamed Salah Benbicha. Prima di lasciare Algeri, il generale Portolano e il dottor Di Bartolomeo si sono recati presso il sito industriale di Aïn Arnat, nella provincia di Sétif (Algeria nord-orientale), sede della joint venture creata nel marzo 2019 da Leonardo ed EPIC/EDIA (Establissement Public de Caractère Industriel/Establissement de Developement des Industries Aeronautiques), azienda a capitale pubblico che opera in campo industriale-aeronautico militare.
“Il Segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti ha sottolineato come, anche in questo caso, la sinergia tra il Ministero della Difesa e l’industria italiana rappresenti un esempio dell’efficienza del Sistema Difesa del Paese”, riporta lo Stato Maggiore della difesa. “L’occasione ha consentito di imprimere un ulteriore impulso affinché vengano finalizzate tutte le condizioni necessarie a rendere concretamente operativa la joint venture industriale italo-algerina e passare alla fase industriale di assemblaggio elicotteri”.
“In particolare sono state create le contingenze per accelerare i tempi per la firma degli accordi accessori e dell’ordine dei primi sette elicotteri AW139 dei 70 totali (di cui 53 per il mercato algerino)”, aggiunge la Difesa. “La controparte algerina ha confermato lo stato di avanzamento della negoziazione e che lo stesso Ministero della Difesa algerino ha già allocato le risorse finanziarie per garantire la sostenibilità industriale nei prossimi anni”.
Luciano Portolano aveva incontrato l’omologo algerino Mohamed Salah Benbicha in occasione del 12° Comitato bilaterale Italia-Algeria tenutosi ad Algeri il 2 marzo 2020. Obiettivo centrale del vertice, il rafforzamento della partnership e delle relazioni industriali-militari bilaterali, a partire, ovviamente, del rilancio dell’accordo Leonardo-EPIC/EDIA per la produzione di elicotteri da guerra, dopo il “rallentamento” per la pandemia da Covid 19.
Lo stabilimento di Aïn Arnat è di proprietà per il 51% del Ministero della Difesa algerino e per il restante 49% dell’holding italiana. Secondo l’accordo del 2019, Leonardo seguirà l’assemblaggio, la vendita e la fornitura di assistenza per vari modelli di elicottero AgustaWestland, principalmente per i requisiti nazionali algerini (velivoli leggeri e medi da trasporto, evacuazione medica, sorveglianza e controllo). Una quota della produzione sarà destinata all’export nel mercato africano e mediorientale; la joint venture fornirà ai clienti anche servizi post-vendita come riparazione e revisione, addestramento e sviluppo di capacità tecnologiche nel campo della produzione di materiali aeronautici.
Il gruppo Leonardo (già Finmeccanica) ha ottenuto in Algeria altre importanti commesse nel settore militare-sicuritario. Nel gennaio 2008 le controllate SELEX Sistemi Integrati ed Elsag Datamat firmarono un contratto del valore di 230 milioni di euro con la Gendarmeria Nazionale per la fornitura di apparati e sistemi per la sorveglianza, il controllo e la sicurezza, supportati da una rete di comunicazione per l’integrazione delle differenti tecnologie. Nello specifico furono consegnati una struttura flessibile C4I (Comando, Controllo, Comunicazione, Computer ed Intelligence), con centri operativi multipli a livello regionale ed intermedio, postazioni di comando mobili, nonché 250 centri di controllo locale da dislocare sull’intero territorio algerino.
SELEX Sistemi Integrati in qualità di prime contractor curò la logistica, l’addestramento dei tecnici algerini e l’assistenza post-vendita; SELEX Communications fornì il sistema di comunicazioni mobili TETRA, oltre alle connessioni radio HF, satellitari ed a microonde. Elsag Datamat si incaricò invece della fornitura delle applicazioni software per il funzionamento dei sistemi di sorveglianza.
Il 15 luglio 2010, in occasione della visita ufficiale in Algeria dell’allora ministro degli Esteri Franco Frattini, fu annunciata una commessa di 30 elicotteri AgustaWestland del valore di 460 milioni per “rinnovare” la flotta delle forze armate algerine. In verità, secondo il sito specialistico sudafricano Defenceweb, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016 il gruppo italiano ha fornito alle forze armate, di polizia e alla gendarmeria algerine una settantina di elicotteri di differente tipologia, per un importo complessivo di 1 miliardo e 300 milioni di dollari (8 velivoli AW101, 24 AW109, 8 AW119 Koala per l’addestramento dei piloti, 20 AW139 e 10 Super Lynx).
Leonardo ha consegnato pure una partita di cannoni OTO Melara 127/64 LW (Lightweight) per armare le nuove fregate della classe Meko A200 della Marina militare algerina, realizzate in Germania a partire del 2016 dal gruppo ThyssenKrupp Marine Systems. Le fregate Meko A200 dispongono pure di siluri antisommergibile MU90 realizzati dal raggruppamento europeo “Eurotorp”. partecipato al 50% da WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei S.p.A., società di Leonardo con sede a Livorno.
L’articolo di Mazzeo è stato pubblicato su Africa Express l’1 giugno 2023, e sul blog di Antonio Mazzeo.
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L’Amministrazione evidenzia l’aumento del lavoro e delle competenze, tuttavia dichiara che non è possibile aumentare il numero delle Unità Operative Complesse che rimane fermo a 97 totali richiamando la delibera 150/2018 di adozione del nuovo modello organizzativo dell’Area Medico Legale. Tale modello, elaborato a seguito dell’allargamento della platea degli utenti delle funzioni medico legali, non più rappresentata dai soli lavoratori ma da tutti i cittadini, si basa su parametri relativi ai carichi di lavoro e alla popolazione residente. Dal 2020 ad oggi però molte situazioni sono cambiate, le necessità dei cittadini sono aumentate ed è necessario adeguare le risposte dell’Istituto.
Con le modifiche apportate dalla delibera 91/2020 l’Area medico legale dell’Istituto consta di 97 UOC, 52 UOS territoriali e 31 UOS funzionali (di cui 17 per il presidio regionale del contenzioso giudiziario medico legale e 14 UOSF centrali). Non è accettabile che il numero non si possa aumentare mentre aumentano le competenze (passaggi dal MEF, competenze operative dal primo giugno 2023) e la complessità delle prestazioni. 97 non bastano più. Appare anche necessario dare autonomia funzionale ai responsabili regionali per il coordinamento delle attività e dell’organizzazione dei vari centri sul territorio.
Per quanto riguarda le Unità Operative Semplici, la riorganizzazione prevede l’istituzione di 20 UOS Funzionali di previdenza medico-legale pubblica da collocare nei capoluoghi di regione (19) e presso il Coordinamento Generale Medico Legale (1) e ulteriori 12 UOS Funzionali dedicate al contenzioso, da collocare nelle regioni con maggior carico di ricorsi. Inoltre, una nuova UOSF
nel Coordinamento Centrale “Rapporti istituzionali esterni, Studi e ricerca”; verrà infine ripristinata la UOS Territoriale presso l’agenzia di Sulmona, in considerazione delle caratteristiche del territorio.
Non basta. Pare che, come al solito, si voglia lavorare al risparmio. A nostro avviso si dovrebbero prevedere almeno altre 7 UOSF per la previdenza medico-legale pubblica ed almeno altrettante UOSF per il contenzioso regionale in aumento ovunque.
La proposta dell’Amministrazione nulla prevede in merito alla reinternalizzazione dell’attività di medicina del lavoro rivolta al personale dipendente ai sensi del D. Lgs.81/2008 (medico competente), che in molte sedi è ancora affidata all’esterno con spreco di risorse.
L’ipotesi di Riorganizzazione sembra prevedere la riduzione delle risorse pro-capite del Fondo dell’Area Medica per la retribuzione di risultato, dal momento che aumentano di 32 unità le UOST/UOSF ma non le risorse del Fondo. Visto il trasferimento per legge di competenze dal MEF all’Inps è necessario integrare le risorse del Fondo, come avvenne per il trasferimento all’Istituto delle competenze medico-legali per l’Invalidità Civile.
Alla trattativa presso l’ARAN per il rinnovo del CCNL si prevede un aumento medio degli stipendi del 3,78%, rispetto al quale non ci sono margini di manovra per mancanza di risorse stanziate dal Governo. Ci sono invece margini per la sezione specifica dedicata all’Area Medica, che prevede istituti normativi specifici per i medici dell’ex comparto EPNE e per i quali chiediamo adeguati aumenti.
Si ribadisce la necessità che l’Istituto rafforzi i CML anche con un adeguamento della dotazione organica dei Funzionari Sanitari (infermieri), tramite apposito concorso, e del personale amministrativo tramite adeguata assegnazione di risorse con particolare riguardo alle recenti assunzioni. Ruoli di coordinamento potrebbero essere riconosciuti ad entrambe le figure professionali, evitando commistioni tra i ruoli e le funzioni.
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Quando pensiamo alla guerra risulta spesso automatico pensare agli uomini: capi di governo, ministri della difesa, generali e soldati. E quando parliamo di nonviolenza? Il primo personaggio a cui pensiamo è sicuramente Gandhi, poi Aldo Capitini e Martin Luther King. Ancora una volta nessuna donna. Ma anche le donne e il femminismo hanno avuto un ruolo importante nel movimento nonviolento, come del resto lo hanno sempre avuto quando si tratta di voler cambiare in meglio la società.
Barbara Deming, autrice e attivista nata nel 1917 a New York, fu una delle prime ad unire la lotta per i diritti delle donne alla promozione dell’approccio nonviolento. Grazie al suo lavoro di giornalista ha viaggiato molto, vedendo coi suoi occhi la guerra, esplorando varie parti del mondo, aprendo sempre più la sua mente. Proprio così è entrata in contatto con il pensiero di Gandhi e dopo aver scoperto un po’ per caso il movimento nonviolento, è stata capace di apprezzarne fin da subito l’importanza. Poi ha partecipato a vari corsi di formazione del Peacemaker Training Program, durante i quali ha conosciuto varie persone appartenenti al movimento nonviolento con cui ha collaborato molte volte in occasione di marce, proteste e altro ancora.
L’esempio di Barbara Deming, oltre a dimostrare l’importanza dei corsi di formazione e il loro impatto sulle persone che li frequentano, è anche un grande esempio di intersezione fra due cause che possono sembrare indipendenti fra di loro, ma non lo sono affatto, come del resto tutte le cause che riguardano l’ottenimento di un mutamento sociale. Lei si è battuta in particolare per unire femminismo e movimento nonviolento, ma a queste si intersecano da sempre tante altre lotte, ad esempio quelle per i diritti civili delle minoranze o quelle per l’ambiente.
Infatti, Barbara Deming si è mossa non solo per il movimento nonviolento di cui ha iniziato a far parte, ma anche per i diritti delle donne e altre cause ancora. Andando controcorrente, quando la maggior parte degli attivisti pacifisti si concentrava solo sulla propria lotta e ancora non era arrivata l’ondata del femminismo intersezionale, lei si schierò già attivamente per i diritti civili dei neri nel 1963 e per questo fu anche arrestata. Nonostante ciò, non rinunciò mai a raccontare la storia delle persone segregate, senza farla diventare sua e rimanendo sempre consapevole del suo privilegio.
Ha scritto molti articoli per Liberation, rivista di cui diventerà la prima direttrice donna, e libri. Ha testimoniato guerre e ingiustizie, ha descritto il suo percorso interiore senza paura di mostrarsi vulnerabile, raccontando anche la paura provata in carcere e in Vietnam, la difficoltà di mantenere un approccio nonviolento in certe circostanze e di come riuscire a farlo, però, sia la cosa migliore. Ha quindi saputo integrare il discorso nonviolento a quello femminista, e non solo, in tutti i suoi scritti e in tutte le sue azioni.
Se Barbara Deming è stata fondamentale nel movimento nonviolento in America, spingendo verso una lotta più inclusiva, in Italia c’è stato un gruppo femminista che ha segnato la storia del movimento italiano per il disarmo. Si tratta delle femministe lesbiche che hanno costituito un campo chiamato “La Ragnatela” per manifestare contro l’installazione della più potente base missilistica d’Europa a Comiso, vicino a Ragusa, negli anni Ottanta.
Erano gli anni della corsa al riarmo atomico, la NATO aveva approvato l’installazione di circa 572 missili a medio raggio nella base di Comiso in funzione antisovietica. Questa decisione lasciò sconcertate molte persone, in particolare gli abitanti della città siciliana e così iniziarono manifestazioni e sit-in. Anche se, in realtà, molti nella presenza di una base militare NATO ci vedevano un guadagno, per cui una fetta consistente dei cittadini rimase impassibile. Alle prime proteste partecipò anche questo grande gruppo di femministe, che però notarono il linguaggio particolarmente violento degli slogan; dettaglio che assieme al contatto con le attiviste del Berkshire, in Inghilterra, dove erano state portate avanti proteste simili, spinsero le femministe siciliane ad unire le forze proprio con le inglesi e organizzare un campo pacifista, “La Ragnatela”.
In realtà, la collaborazione fra donne e persone provenienti da varie parti del mondo non era una novità. Infatti a Comiso era già stato organizzato l’8 marzo internazionale nel 1982. Però questa volta si trattava di un’esperienza ancora più potente: donne con diversi background, abitudini e tradizioni, non solo erano unite dai loro ideali e dalla causa che appoggiavano, ma anche dalla forza di volontà e dai sacrifici che erano disposte a fare per poterli difendere. Comprarono un pezzo di terra a un prezzo simbolico e vissero là accampate per moltissimo tempo; le ultime a lasciare il campo lo fecero nel 1984.
Uno dei ruoli fondamentali delle attiviste inglesi e italiane fu quello di motivare la popolazione. Mobilitarono i cittadini, rendendoli più coscienti della situazione. Un atto essenziale in questo senso fu un’azione coordinata Comiso-Greenham Common, campo pacifista inglese, nel dicembre 1982: in entrambi i luoghi, a un solo giorno di distanza, le pacifiste di Comiso bloccarono l’ingresso dell’aeroporto militare Magliocco, intrecciando fili di lana colorati, e le inglesi fecero altrettanto, circondarono la base NATO nel Berkshire, tessendo una ragnatela con fili di lana e attaccandoci sopra oggetti di vita quotidiana. Dopodiché, nel 1984 l’80% dei siciliani che votarono al referendum autogestito (5 milioni di schede) si espressero chiaramente contro l’installazione dei missili. La Ragnatela aveva fatto la differenza.
Questi sono solo due esempi di come le donne e il femminismo abbiano contribuito imprescindibilmente all’interno del movimento nonviolento. Il primo ci insegna che non si deve mai smettere di imparare e informarci, ci spinge ad aprire la nostra mente, a essere consapevoli dei nostri privilegi e a difendere i diritti di qualsiasi persona discriminata. L’altro, invece, ci dimostra la forza, simbolica e non, della nonviolenza, soprattutto quando ad agire è un gruppo unito e convinto dei valori per cui combattere. Infine, entrambi sicuramente sono la dimostrazione che tutti i movimenti il cui obiettivo è migliorare la società sono più efficaci se agiscono insieme: non esiste pace senza uguaglianza, non esiste femminismo senza diritti civili per tutti e a oggi si può affermare con assoluta certezza che non esiste niente di tutto ciò senza lotta all’emergenza climatica.
Fonti
Sheehan, Radici del femminismo nonviolento rivoluzionario di Barbara Deming, Centro
Studi Sereno Regis, 2021
Ruscica, C’era una volta la ragnatela. Esperienze lesbiche e femministe a Comiso: http://storieinmovimento.org/wp-content/uploads/2017/08/Zap21_18-Interventi2.pdf
Università Ca’ Foscari Venezia, Deportate, esuli, profughe. Rivista telematica di studi sulla memoria femminile, n. 46, Luglio 2021:
https://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/dipartimenti/DSLCC/documenti/DEP/numeri/ n46/DEP_46_unicofile.pdf
L’articolo di Chiara Tammaro è stato diffuso da Pressenza.
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In occasione della Settantaseiesima Assemblea Mondiale della Salute conclusasi il 30 Maggio a Ginevra, i governi africani rappresentati dai Ministri della Salute, in collaborazione con l’Ufficio Regionale per l’Africa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Amref Health Africa, hanno lanciato un’iniziativa regionale per affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute in Africa.
Come ricordato da Githinji Gitahi, CEO di Amref Health Africa "Non sono molti i governi africani che hanno prestato attenzione al crescente pericolo del cambiamento climatico per la salute: meno del 20% dei Paesi ha menzionato la salute nei propri interventi. Questo nonostante il fatto che l’impatto negativo del riscaldamento globale sulla salute delle persone e dei loro sistemi sanitari sia già presente e non potrà che peggiorare. Attraverso questa proposta" prosegue Gitahi "intendiamo collaborare con i governi e sostenerli nel comprendere l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute attraverso l’evidenza, in modo da poter informare i contributi nazionali e la pianificazione nazionale per proteggere meglio i sistemi sanitari dalle minacce dei cambiamenti climatici".
Oltre a promuovere il coordinamento multisettoriale, l’iniziativa mira a rafforzare la voce della salute e del benessere in Africa alla Conferenza delle Parti (COP) e in altri forum globali sull’azione e la negoziazione in materia di clima.
"Le conseguenze del cambiamento climatico hanno un effetto diretto sulla nostra salute e sul nostro benessere, e la nostra regione subisce alcuni degli impatti peggiori. L’iniziativa lanciata oggi pone una solida base per la costituzione di sistemi sanitari resilienti che possano continuare a fornire servizi essenziali anche quando affrontano la devastazione di inondazioni, siccità, degrado ambientale, epidemie di malattie e altri impatti del cambiamento climatico", ha dichiarato Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa.
In linea con gli impegni della COP26 in materia di salute, l’iniziativa sosterrà gli Stati membri nel raggiungimento dei loro obiettivi, avviando e rafforzando il quadro giuridico-legale, istituzionale e operativo per affrontare la complessità delle sfide sanitarie legate al clima.
Il dialogo si inserisce in un contesto di crescenti emergenze legate al clima, con oltre 100 emergenze sanitarie che si verificano ogni anno nella regione africana.
Dei 2.121 eventi di salute pubblica registrati nella regione tra il 2001 e il 2021, il 56% era legato al clima. I disastri naturali sono in aumento e rappresentano il 70% di tutti i disastri verificatisi tra il 2017 e il 2021, con conseguenze devastanti. Di recente, il ciclone Freddy nell’Africa meridionale ha ucciso almeno 676 persone e ne ha sfollate migliaia in Malawi, il suo epicentro.
I ministri della Salute hanno espresso il loro impegno a lavorare insieme all’OMS Africa e ad Amref per rafforzare e far progredire la collaborazione e il coordinamento multisettoriale per migliorare l’attuazione delle misure di mitigazione e adattamento volte a ridurre i rischi sanitari legati al clima.
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I bassi livelli di apprendimento e gli abbandoni precoci della scuola contribuiscono alla trasmissione delle disuguaglianze tra generazioni e alla loro cristallizzazione geografica. L’orientamento rivolto agli studenti di ogni ordine scolastico ha un ruolo importante nel rafforzare o indebolire questi fenomeni: da un lato perché influisce sulla durata e sull’indirizzo di studi scelto - due fattori che a loro volta maggiormente determinano le diseguaglianze educative - dall’altro perché scelte non appropriate aumentano la probabilità di dispersione scolastica.
“Oggi noi ragazzi non veniamo aiutati nel creare una prospettiva progettuale sul nostro futuro, conosco molte persone che dopo la scuola non sanno che fare poiché non vengono aiutate nell’orientarsi su un lavoro o studio futuro” afferma Valentina, 19 anni, studentessa dell’Istituto Tecnico Commerciale Insolera di Siracusa.
Una parte della dispersione scolastica è inoltre dovuta alla scelta errata della scuola secondaria di secondo grado e al fatto che in questa scelta influiscono maggiormente fattori relativi alla condizione socioeconomica della famiglia e alle sue aspettative piuttosto che le motivazioni e le effettive capacità del giovane.
“La scelta della scuola nasce sempre da un’influenza del territorio e dal background culturale. Se si proviene da un territorio che permette di poter sfruttare le risorse presenti e la famiglia ha una visione ampia il ragazzo riuscirà a fare una scelta più consapevole e meno vincolata rispetto al background culturale. In altri casi purtroppo questo non accade e quindi necessariamente si viene influenzati dalle scelte del gruppo dei pari piuttosto che dalle scelte familiari che derivano anche da necessità economiche” commenta Lucia Boscia, educatrice per ActionAid nei programmi di orientamento a Palermo.
Un questionario somministrato da ActionAid nel corso di quest’anno scolastico ai docenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado di Palermo, Siracusa e Reggio Calabria ha fatto emergere alcune criticità del sistema di orientamento: le poche azioni effettivamente attivate; la scarsa informazione sulle scuole che si possono scegliere; la carenza nel dialogo con le famiglie; la poca collaborazione e co-progettazione fra i soggetti che a livello locale insieme al mondo della scuola sono coinvolti nel percorso di orientamento. A questo si aggiunge la mancanza di enti e figure esperte e l’insufficienza delle risorse a disposizione.
Le linee guida per l’orientamento
Lo scorso dicembre il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato, a otto anni dalle precedenti, le nuove Linee guida per l’orientamento accompagnate, nella Legge di bilancio 2023, da uno stanziamento di 150 milioni di euro per il “Fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica”. Di orientamento si parla anche nel Pnrr, nelle indicazioni operative relative all’“Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” con uno stanziamento pari a 1,5 miliardi di euro.
“Nonostante l’intento di includere l’orientamento nel Pnrr sia un elemento positivo, la semplice emanazione di nuove Linee guida unita ai due stanziamenti economici non rappresenta una riforma vera e propria. La politica promossa dal Ministero dell’istruzione e del Merito è debole e rimane ancora troppo legata a una logica meritocratica e non diretta a eliminare le disuguaglianze e gli ostacoli che impediscono ai giovani di accedere a percorsi che valorizzino le loro competenze e aspirazioni. Inoltre, la gestazione della “riforma” sull’orientamento è avvenuta internamente al Ministero, senza minimamente coinvolgere il mondo della scuola né altri attori, pubblici e privati, attivi nel settore” dichiara Maria Sole Piccioli, Responsabile area education per ActionAid Italia.
Le nuove Linee guida ignorano il rapporto con gli altri attori dell’orientamento, come il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Regioni, i Centri per l’impiego e per la formazione professionale regionale. Inoltre, è problematico anche il ruolo attribuito alla figura dei tutor scolastici, scelti fra il personale che come prima responsabilità dovrebbe avere la didattica, introdotti solo nella scuola secondaria di secondo grado e con una formazione prevista minima. Infine, rimane ancora debole la fase di monitoraggio e di valutazione, necessaria per rispondere agli obiettivi di prevenzione e contrasto della dispersione e dell’abbandono scolastico.
L’intervento di ActionAid
Con un media nazionale del 12,7%, l’Italia è il terzo Paese in Europa per abbandoni scolastici, preceduta solamente da Romania (15,3%) e Spagna (13,3%). L’abbandono del percorso formativo secondario si collega anche con il fenomeno dei Neet: nel 2022 in Italia il 20,8% dei giovani tra i 15 e i 35 anni si trova in questa condizione (il 10,1% ha tra i 15 e i 19 anni). In questo contesto ActionAid, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado delle città di Palermo, Reggio Calabria e Siracusa, è attiva con il progetto “OP-ed. Orientamento e Partecipazione per l’educazione” finanziato dall’Unione Buddhista Italiana. L’intervento ha l’obiettivo di rafforzare le competenze e la consapevolezza nella scelta del percorso di studi degli studenti e definire linee di azione da implementare nei singoli contesti coinvolgendo docenti e altri attori del territorio.
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Non sapremo mai se certe località del ragusano avrebbero ottenuto la stessa enfasi e curiosità da parte dei turisti, non solo d’oltre Stretto ma anche degli stessi isolani, se non fosse stata lanciata la serie televisiva del Commissario Montalbano, sceneggiata dal compianto Andrea Camilleri.
Non lo sapremo con certezza, ma di sicuro molti siciliani sarebbero costretti ad ammettere che cittadine come Modica, Scicli, Ispica, Ragusa, Donnalucata non hanno rappresentato le mete principali delle proprie gite fuori porta, prima della messa in onda della prima puntata della serie in quel lontano 6 maggio 1999.
Ventiquattro anni che hanno deviato l’attenzione verso queste località, sviluppando un turismo multietnico in continua espansione, nonostante la scomparsa di Andrea Camilleri e, di conseguenza, l’interruzione delle vicende narrate negli episodi della serie televisiva.
In questi ultimi anni, un percorso dedicato prevede proprio delle visite organizzate per recarsi nei luoghi visti e rivisti nelle repliche che periodicamente ci riportano tra quei palazzi, chiese, lungomari, risplendenti di luce dorata che il sole dipinge su quella pietra di Ragusa, utilizzata per restituire splendore e prestigio a questi luoghi distrutti dal terremoto del 1693.
Un evento sismico catastrofico, forse uno dei più potenti registrati in Italia insieme a quello del 1169 nel catanese e quello più noto del 1908 di Messina. Una distruzione che, quasi progettata da un mistico disegno artistico, ha sollecitato i più grandi artisti del tempo incaricati della ricostruzione. Architetti, ingegneri, mastri, decoratori e stuccatori, tra tutti Rosario Gagliardi, l’inventore della facciata-torre siciliana, che eliminò il campanile dalle chiese inglobandolo nella parte più alta della facciata, ritenuto più a rischio crolli in caso di terremoto.
Motivi sufficienti per farsi catturare e cedere alla tentazione dell’invito lanciato da Roberto Sammito, guida turistica sciclitana che qui è di casa. Attraverso il suo portale internet Visit Vigata, è possibile prenotare una visita guidata nelle località, set naturali cinematografici che spingono la mente al ricordo dei Fratelli Taviani con il loro "Kaos" del 1984 o a Luigi Zampa con il suo "Gente di rispetto" del 1975 tratto da un romanzo di Giuseppe Fava, per citare qualche titolo.
Ci siamo accodati alla passeggiata culturale organizzata per la mattina del 3 giugno a Ragusa Ibla, insieme a una ventina di compagni di gita provenienti da diverse località siciliane e italiane. Appuntamento al Giardino Ibleo, indicazioni preliminari e dettagliate sulle tappe del percorso e poi lentamente ci siamo spostati verso le principali attrazioni che con perizia e, soprattutto chiarezza, Roberto Sammito ci ha descritto utilizzando citazioni storiche arricchite di aneddoti folcloristici che hanno reso la visita affascinante e inusuale.
Il Giardino Ibleo con la visita della Chiesa di San Giacomo, il Portale di San Giorgio che conquista il visitatore con le sue raffigurazioni scolpite nella pietra e risalente al XII secolo, il Corso XXV Aprile con i suoi locali tra un palazzo e una piazza ospitante una chiesa, la Chiesa di San Giuseppe, poi di nuovo su verso il Duomo di San Giorgio con la sua tipica e unica Cupola, di successiva fattura rispetto alla chiesa che mette a contatto il tardo barocco di Gagliardi con il neoclassicismo di inizio 1800. Queste alcune delle attrazioni di questo itinerario.
Oltre due ore di immersione in una delle località più ammirate al mondo, dal 2002 inserita nel Patrimonio Unesco, tra ricostruzioni scenografiche e battute recitate a memoria, mentre il sole adombrato da qualche nuvola di passaggio, ci ha unito alla storia e alle tradizioni facendole nostre, lasciandoci un’illusione vicinissima alla realtà che tanti segreti tra queste pietre di tardo barocco sono ancora da svelare.
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L’«inventore» della filosofia della storia, Hegel, faceva iniziare la sua narrazione fondativa dalla Cina e dall’India, due civiltà «letterate». E questo continuò a lungo. Semplicemente, ancora non si aveva, in quell’epoca, consapevolezza alcuna delle abissali profondità cronologiche che precedono l’esistenza della condizione umana moderna, e di fronte a cui meno di diecimila, lunghi anni di storia propriamente detta impallidiscono: milioni di anni nel processo di ominazione, circa duecentomila anni dalla dispersione dall’Africa di homo sapiens, decine e decine di migliaia di anni di preistoria e poi protostoria, in cui si preparavano le prime e primitive testimonianze strumentali e simboliche che illustrano l’ascesa dei nostri antenati. Si pensi che tra la probabile acquisizione di un linguaggio di tipo moderno e la storia propriamente detta passano probabilmente più di centomila anni almeno. Questi abissi di tempo, difficili da immaginare, pure non furono certamente vuoti, tutt’altro. In essi almeno si prepararono e svilupparono le condizioni materiali, e la cultura materiale, che avrebbero permesso, alla fine di una complessa vicenda non teleologica, lo stabilirsi delle prime civiltà, ed infine l’avvento della scrittura. Il possesso dei mezzi materiali, progressivo e dalle lontanissime basi di partenza, va pensato in questo quadro aperto alla natura dell’uomo e alla sua complessa materialità.
Cercare di capire le interazioni umane col mondo che presiedettero a questo processo è quindi tuttora oggetto di tentativi tanto doverosi quanto sempre di nuovo all’inizio, e sempre confrontati con sfide assai complesse. Nel suo ultimo libro, che propone, ambiziosamente ma non a torto, tutto un nuovo paradigma, Carlo Ruta rintraccia efficacemente soprattutto quei processi di trasformazione, di civilizzazione, di apertura di rotte (soprattutto di mare, ma non solo), e di innovazione tecnologica, dagli episodi cruciali sparsi nei secoli e nei millenni, che hanno condotto gli uomini direttamente nostri antenati dalla più antica preistoria, attraverso la cosiddetta protostoria, sino all’alba della storia propriamente detta – con la finale invenzione della parola scritta al servizio della comprensione di tutte le altre invenzioni precedenti, e di quelle future. Un elemento concettualmente assai interessante della trattazione è nel fatto che l’Autore, con una sorta di «logica combinatoria», parte dagli elementi primi a disposizione di ogni civiltà (il legno, il fuoco, i vari metalli, «l’elemento acqueo», la pietra, ecc.), per vedere come essi entrino in relazioni possibili, e poi variamente realizzate, e come alcune di queste traccino percorsi per così dire a priori, e ricchi di significato e concretizzazione.
Ecco dove, secondo me, l’effettiva novità del paradigma può ravvisarsi. V’è, in effetti, molto di proficuamente hegeliano, e forse di bachelardiano – e in breve di positivamente filosofico – in tali procedure «combinatorie», che illuminano bene ciò che vi è di fisicamente, organicamente necessario, e ciò che vi è di contingente, ed anche storico, nelle interazioni tra l’uomo e i materiali che popolano il mondo umano, e che costituiscono per così dire la dotazione preliminare, ed universale, di ogni possibile processo di civilizzazione, per quanto elementare (ed anche la geografia ha qui enorme importanza) – sino ad arrivare a vere e proprie tecnologie relativamente avanzate, su cui pure l’Autore si sofferma. Ne scaturisce un panorama variegato e complesso,che partendo dalle generalità, ed avendole, come si è detto, sempre ben presenti, infine si concentra su una serie di concreti problemi ed eventi: la transizione tra Paleolitico e Neolitico, col ruolo complesso ed ancora imponente del legno; la persistente importanza della pietra per la cerealicoltura; l’affinamento progressivo sin dalla Grecità, ed anche prima, degli strumenti in metallo lavorato; la «sintesi» per così dire «ingegneristica» romana, che elide la teoresi ma realizza una poderosa cultura dei macchinari; i trasporti di terra in connessione con la tecnologia bellica.
Ma lo sguardo dell’analisi è a tutto campo. Ruta analizza anche gli analoghi sviluppi della Cina Han, dove l’altissimo sviluppo della siderurgia condusse ad un «macchinismo» per nulla inferiore a quelli alessandrino e romano. Lo homo faber è tutti gli uomini, e le civiltà umane offrono risposte diverse o simili, a problemi o eterni o contingenti, secondo le loro dotazioni universali di partenza, ma anche secondo le contingenze geografiche e materiali entro cui si trovano ad operare. Il sismografo inventato per la prima volta in Cina costituisce un bell’esempio di questa diversificazione a partire anche da condizioni in qualche modo a priori. La diversificazione in ultima analisi conduce sempre a postulare e descrivere diversi sistemi influenti di credenze e differenti schemi concettuali, sorti dalle diverse sfide che la natura pose e pone, ad es., alla Cina e ai popoli mediterranei – rispettivamente più legati, almeno all’inizio, alla terra e al mare. Le esigenze e le tappe principali di progresso, pur diversamente scalate ed accentuate, restano però comuni, in quanto, alla base, panantropiche; si legga per esempio: “[…] qualcosa di analogo accadeva nell’Eurasia mediterranea, con cronologie e dialettiche tra mare e terra differenti e perfino rovesciate ma con il persistere dei canovacci relazionali e con esiti ancora originali e paradigmatici. Anche in Occidente il legno costituiva la materia tecnologica più utilizzabile, in contesti operativi e di vita che forse con un qualche anticipo consentivano ai gruppi umani di mobilitarsi, con imbarcazioni e tecniche in sviluppo, lungo le rotte marine” (pp. 57-58). Il legno, alleato coi metalli, crea ovunque una rivoluzione ancor più profonda di quella del Neolitico.
Nei capitoli successivi si tratta: dell’inizio del vero «governo del mare» – della distesa ampia e salina – attraverso scoperte e premesse inizialmente acquisite tra il Calcolitico e l’età del Bronzo; del successivo trionfo della metallurgia (prima rame indurito, poi bronzo), necessitata a sua volta anche dai progressi dell’industria lignea e litica, che premevano ancora per progressi ulteriori; la susseguente crescita, anche per gli inevitabili e così dedotti scompensi socio-economici susseguenti, degli strumenti tecnologici bellici, fino al Ferro; la sopravvivenza della pietra, ora squadrata e ingegnerizzata, e dell’argilla; verso l’epoca del Rame, il consolidarsi della scoperta della scrittura, che traghetta fuori della preistoria ed è spia di un maturato bisogno sociale – e mostra inoltre, nella sua materialità quasi «liquida», impreviste consonanze strutturali e concettuali, più che coi metalli, con lo stesso legno ingegnerizzato.
Questo nuovo paradigma, applicato a tutta un’ampia gamma di casi epocali, vede dunque lo snodarsi delle vicende umane protostoriche e preistoriche, soprattutto, alla luce di un quasi necessitato giuoco dialettico tra geografia e condizioni primarie, istinti ed impulsi umani fondamentali, e soprattutto materiali e mezzi via via a disposizione – come si è detto all’inizio – che così vengono come «ritratti» con inusuale vivezza. Questo aspetto mi pare fondamentale e particolarmente prezioso per capire chi è homo faber, cioè chi siamo noi, in fondo, ancora oggi. L’analisi, tutta interna alle condizioni materiali, è però capace di notevoli aperture a dimensioni più «mentali», come si è indicato (vedi per es, pp. 89 e ss., e quanto si è notato sulla scrittura). La domanda è sempre, per ogni tipologia materiale-strutturale: «quali modelli e quali risorse razionali si liberavano attraverso quei processi costruttivi e quelle modalità di lavoro?» (p. 97). Di qui, oltre che inferenze alle sovrastrutture di pensiero (ad es. l’arte religiosa e funeraria) si rilevano anche «sincronismi», così inevitabili, tra civiltà diverse, diversamente situate nello spazio e sfasate nel tempo.
Chi scrive non è uno storico, tantomeno uno storico della civilizzazione materiale. Può giudicare solo dello stile di analisi in astratto, e della prospettiva epistemologica. Entrambe appaiono nuove ed avanzate, con risvolti filosofici che sono, come si è detto, ampi ed estremamente suggestivi. L’acqua, la pietra, il legno, il metallo, la terra hanno plasmato il nostro mondo attraverso di noi. È una vicenda in apparenza decentrata rispetto al soggetto umano, ma ricca di implicazioni per esso anche ai più alti livelli di attività intellettuale, che Carlo Ruta ha bene cominciato a raccontare.
Giuseppe Varnier è epistemologo, Università di Siena.
Homo faber e civiltà : Tecnologie, manualità e conquista del mare tra protostoria e storia / di Carlo Ruta. - Ragusa : Edizioni Di Storia e studi sociali, 2023. - 146 p. : br. - ISBN 978-88-9916-859-9
La vicenda tecnologica, materiale quindi e razionale, che si colloca agli «esordi» e nelle prime fasi della storia umana, da ogni prospettiva territoriale e temporale, presenta allo studio, oltre che dati e punti fermi identificabili, grumi profondi in cui il buio, malgrado i travagli e i progressi della ricerca sul campo, rischia di rimanere l’elemento più caratterizzante. Con questo ragionamento storico, che impone strumenti metodologici mirati, pensati anche ad hoc, l’indagine viene portata proprio in quelle zone d’ombra con l’obiettivo di definire un quadro di relazioni, sulla scorta di dati materiali, fatti deducibili e altri elementi. Si seguono in particolare delle piste, alla scoperta delle interazioni e delle connessioni causali, spesso sfuggenti, che in quegli estesi orizzonti cronologici, concettualizzati in buona misura come protostoria, corrono tra le tensioni tecnologiche e ingegneristiche, i profili e i ruoli dei materiali lavorati, il quadro mutevole dei bisogni e, infine, i sostrati della razionalità.
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Il collezionismo ha radici molto antiche, ma in questa sede ci limitiamo solamente a individuarne la natura.
Esso sostanzialmente consiste nel conservare, ordinare, ammirare oggetti che per l’appassionato hanno un valore particolare, soprattutto perché – ciò è ormai assodato – ciò gli dà un piacere sensoriale ed è un ottimo ansiolitico, in quanto procura all’interessato momenti di autentico relax e lo mette al riparo, come sosteneva lo stesso Freud, dai momenti di angoscia.
Il collezionismo può riguardare molti oggetti: bambole, libri, cartoline illustrate, album di figurine: di animali, di fiori, di calciatori; e ancora francobolli, monete, orologi, accendini, schede telefoniche, soldatini in miniatura, statuine per il presepe e chi piú ne ha piú ne metta.
Quello che qui vogliamo esaminare è il collezionismo italiano di fumetti, i popolari medium che si esprimono con un mix di immagini e di testi, inseriti nelle vignette all’interno di nuvolette [1], spesso accompagnate da onomatopee [2], o in didascalie; e che ormai godono di una larga e qualificata diffusione, eguagliata forse solo dalla filatelia.
A tal proposito ci pare opportuno dare uno sguardo panoramico all’oggetto di tale collezionismo, alle sue articolazioni, alla sua produzione, in una parola al suo mondo.
Occorre anche preliminarmente distinguere il collezionista da altri due tipi di acquirenti; e cioé, da un lato, dal semplice lettore, che può essere „usa e getta“ o magari uno che conserva ciò che acquista per altri motivi: per poterli rileggere un giorno, per passarli ad amici o parenti, ecc. Dall’altro, è opportuno precisare che il vero collezionista non vive la sua passione come una mania, una patologia che lo porta a spendere senza limiti, per soddisfare la sua insaziabile passione, la bramosia di possedere l’oggetto o che sacrifica ad essa tuti gli spazi disponibili nella sua casa. Il collezionista, inoltre, trova il suo piacere quasi sensuale, non tanto nel leggere il suo fumetto, quanto nel possederlo, nel sentirlo come cosa ormai sua.
***
I fumetti, nati nei giornali USA nel 1895 come forma d’arte autonoma [3], apparvero per la prima volta in Italia il 27 dicembre 1908, con l’uscita del primo numero del Corriere dei piccoli, settimanale appositamente ideato per i bambini, avente il formato cosiddetto giornale.
Ciò finirà col collocare, nel sentire comune e per molti anni, ogni fumetto in un complesso di pubblicazioni considerate essenzialmente per giovanissimi e forse per questo dette giornaletti.
Depurata dei „diseducativi“ balloons (nuvolette) contenenti le parole dei personaggi, ogni vignetta era commentata da didascalie in rima [4].
Negli anni trenta apparvero altre testate, con ottimi fumetti specialmente di importazione americana, quali Topolino (1932), L’Avventuroso (1934), L’Audace (1934), Intrepido (1935), Il Vittorioso (1937) e tanti altri.
Nel 1938 il regime fascista proibí la pubblicazione di materiale americano, ma il provvedimento censorio spinse comunque a incrementare e a migliorare la qualità dei prodotti italiani [5].
Nello stesso anno nacque un personaggio destinato a grande popolarità e a una lunga vita come Dick Fulmine [6] di Vincenzo Baggioli e Carlo Cossio.
Caduto il nazifascismo e finita la seconda guerra mondiale, nel nuovo clima della ritrovata libertà la vita culturale italiana fu contrassegnata da una grande quantità di iniziative nella letteratura, nella stampa, nel cinema...
Anche il fumetto partecipò a questa festa di libertà con numerose iniziative. Ritornarono anche i piú famosi personaggi avventurosi americani, come Flah Gordon, Mandrake il mago, L’Uomo Mascherato, Cino e Franco, ristampati dall’editore Nerbini di Firenze in albi [7] completi,
nel formato detto all’italiana e con un’autentica esplosione di colori delle splendide copertine di Giove Toppi.
Ma il fumetto „made in Italy“, non fu da meno, anche grazie all’uso dei giornalai di esporre gli albi all’esterno delle edicole, per attirare i lettori con le bellissime copertine, su cui perciò si riversava l’impegno artistico dei disegnatori nostrani. Ed ecco apparire Gim Toro, Texas Bill, Kansas Kid, Ragar, Tony Falco, Mistero, Zambo, Mirko, Tanks, gli Albi dell’Intrepido e molti altri...
Ma, sul finire degli anni Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta un’ondata di ipocrita perbenismo borghese bigotto si abbatté sui fumetti, considerati strumenti di corruzione per la gioventú e conduttori di una sub-cultura, atta solo a distogliere dalla cultura vera, quella „sana“ ed edificante.
La vittima piú illustre dell’ondata censoria e autocensoria [8] che ne seguí fu la tarzanide di Gian Giacomo Dalmasso ed Enzo Magni, Pantera Bionda, che dal succinto costume iniziale, idoneo per chi opera in un’intricata giungla, fu costretta, a poco a poco, a indossare un’improbabile gonna del tutto inadatta al suo ambiente.
Nello stesso periodo era nata una miriade di albi a striscia, detti anche tascabili, pare perché questo piccolo formato consentiva ai giovani lettori di meglio nasconderli – nelle tasche appunto – per sottrarli all’arcigna sorveglianza dei piú retrogradi insegnanti digiuni di psicologia [9].
Anche questi dovettero affrettarsi a ben ricoprire le loro eroine, mentre i piú formidabili pistoleri non riuscivano piú a piazzare un colpo mortale, ma si limitavano a colpire di striscio o a ferire in modo non mortale i terribili delinquenti che giornalmente incontravano sulla loro via. Nei casi peggiori si limitavano a stordirli con un pugno.
Ciò comunque non impedí che si affermassero soggettisti e disegnatori di grande spessore, come Gian Luigi Bonelli, Aurelio Galleppini, Andrea Lavezzolo, esseGesse, Antonio Canale, Tristano Torelli, Luigi Grecchi, Augusto Pedrazza e l’originale Benito Jacovitti.
Il primo albo a strisce in Italia fu la pregiata collana de Gli albi di Topolino, edita da Mondadori nel 1948. Tra le testate a strisce piú famose che seguirono, ricordiamo Il Piccolo Sceriffo (1948), di Tristano Torelli e Camillo Zuffi [10]; Tex (1948), di Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini [11],
destinato ad diventare il fumetto piú longevo d’Italia; Forza John (1949) di Luigi Grecchi ed Erio Nicolò, inizialmente allegato in omaggio all’Intrepido dell’editrice Universo; Sciuscià (1949) di Tristano Torelli e Ferdinando Tacconi, ambientato nel periodo della Resistenza; Tony Boy (1949) di Leonello Martini e Francesco Pescador, caratterizzato dalle strisce verticali; il tarzanide Akim (1950), capace di parlare con gli animali, di Roberto Renzi e Augusto Pedrazza; Capitan Miki (1951) della esseGesse (Pietro Sartoris-Dario Guzzon-Giovanni Sinchetto), un grandissimo successo editoriale; Il grande Blek (1954), un altro popolare eroe creato dalla esseGesse; Il piccolo Ranger (1958) di Andrea Lavezzolo (autore anche del celebre Gim Toro e dell’innovativo Kinowa) e molti altri.
Grande diffusione ebbero alcune collane di albi a formato verticale, prima fra tutte la prestgiosa collana degli Albi d’oro (1946) della Mondadori, che alternava personaggi della Disney a storie autoctone, fra cui il personaggio western creato da Guido Martina e Raffaele Paparella, Pecos Bill; da segnalare anche Mani in alto! (1949) di Rinaldo Dami e Aurelio Galleppini e due emancipate eroine [12]: Jane Calamity (1948) di Lina Buffolente e Miss Diavolo (1949) di Dalmasso e Tacconi.
Grande e duraturo successo ebbe anche Topolino, specialmente dopo il passaggio, nel 1949, dal formato giornale al formato libretto, adottato da numerose altre testate di fumetti, in prevaleza comici, come Cucciolo, Tiramolla, Geppo, Nonna Abelarda, Soldino, Bongo, Pepito, Provolino, Volpetto, Pipo, Pugacioff, Silvestro, Tom e Jerry, Bunny e tantissimi altri, anche avventurosi, come gli Albi del Falco, che pubblicavano i celeberrimi Batman e Superman e altri supereroi.
Nonostante la grande fioritura di intraprendenti editori, di validissimi prodotti, nonostante l’emergere di ottimi soggettisti e di grandi disegnatori, nonostante il vasto favore del pubblico, il fumetto italiano, per tutti gli anni ’50, ed oltre, continuò ad essere oggetto di un feroce ostracismo da parte della cultura „ufficiale“, sostenuta, purtroppo da scuola e famiglia.
Esso veniva considerato un prodotto di basso livello, con trame scadenti, disegni approssimativi, linguaggio appena accennato, spesso sopraffatto dalle onomatopee, buono solo a disabituare alla lettura, ritardando la capacità di organizzare il discorso e quindi il pensiero.
Letterati, educatori, pedagogisti e politici, in una coi bigotti di varia scuola, consideravano allora il fumetto come una malattia capace di deturpare letteratura e pittura. Spesso esso era considerato anche moralmente inaccettabile, sia perché – a loro dire – suscitava negli adolescenti morbose pulsioni, sia perché li spingeva, attraverso l’inevitabile processo di identificazione coi protagonisti, alla logica della violenza.
Infine – e fu questa l’accusa di maggior diffusione e durata – era considerata una lettura per adolescenti [13] e per imbecilli.
Sarà nel corso degli anni ’60 che le cose cominceranno a cambiare per la nona arte [14]: a sdoganare il fumetto dall’angolo buio della sotto-cultura in cui ipocriti perbenisti e pruriginosi moralisti l’avevano confinato, contribuirà soprattutto la „discesa in campo“ di alcuni autorevoli intellettuali, alcuni dei quali vogliamo qui rapidamente ricordare.
Umberto Eco (1932-2016), semiologo, filosofo, scrittore, docente universitario [15], con numerosi interventi in riviste e in libri, di cui il piú famoso è Apocalittici e integrati (1964) ed anche lettore e collezionista di fumetti. Sua la frase “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese”.
Egli si occupò del fumetto come medium della cultura di massa, studiandolo nella sua struttura narrativa, nel suo linguaggio, nella sua ideologia, e come strumento di propaganda.
Oreste Del Buono (1923-2003), scrittore, giornalista, sceneggiatore, studioso della “cultura popolare”, in vari scritti [16] sostenne la validità artistica dei fumetti. Fu curatore della prima Enciclopedia del fumetto e fu tra i fondatori della prima rivista di fumetti Linus (1965), che diresse dal 1972 al 1981.
Elio Vittorini (1908-1966), scrittore [17] e critico letterario, fu il primo intellettuale italiano a sostenere, anche nella rivista da lui fondata, Il Politecnico, che il fumetto merita dignità letteraria. Fra l’altro egli ne individuò la principale caratteristica strutturale: mentre la già conosciuta singola vignetta (disegno + battuta), è in sé completa ed esprime un pensiero compiuto, la strip (striscia) dei fumetti, cioè la sequenza di piú vignette, dà il senso della successione temporale. Il che ne fa un efficace racconto per immagini.
Carlo Della Corte (1930-2000), scrittore, giornalista e saggista, è autore de I fumetti, primo libro italiano dedicato al mondo dei fumetti, uscito nel 1961 [18] e di numerosi e validi interventi sullo stesso tema, pubblicati su vari giornali: indimenticabili quelli pubblicati sulla rivista Eureka.
Un importante riconoscimento gli fu dato con l’assegnazione del Nettuno di bronzo 1992 da parte della prestigiosa associazione di appassionati ANAF per aver pubblicato, primo autore italiano, un’opera sui fumetti, aprendo la via alla loro valorizzazione culturale e al collezionismo, continuando con coerenza la sua prestigiosa opera, espressa con linguaggio accattivante e talvolta affettuosamente ironico.
Gaetano Strazzulla (1930-2014) studioso e critico fumettistico, originario di Pachino (SR), è curatore della fondamentale antologia Enciclopedia dei fumetti, uscita inizialmente in fascicoli settimanali, caratterizzata dalla presenza in essa delle prime cronologie e da alcune storie, classiche o inedite, dei piú famosi character (personaggi) del fumetto americano. Di Strazzulla è anche il saggio critico-storico illustrato I fumetti (1970).
Grazie a questi e ad altri pionieri che ne prepararono il terreno, nel febbraio 1965 ebbe luogo il Salone Internazionale dei Comics di Bordighera.
La rivista Linus (aprile 1965), prima rivista in Italia dedicata ai fumetti, si occupò sia dei fumetti comico-intellettuali, primi fra tutti i Peanuts di Schulz, senza però trascurare il fumetto avventuroso americano; non mancò, inoltre, di valorizzare ottimi autori italiani, come Guido Crepax, creatore di Valentina, dando cosí inizio al cosiddetto “fumetto d’autore”.
Oltre ai fumetti veri e propri, Linus pubblicò un gran numero di articoli di storia e di critica del fumetto, dando con ciò un apporto determinante per attirare l’interesse degli ambienti culturali, prima riottosi e diffidenti, se non ostili, nei confronti della nuova arte, nata dall’intelligente connubio di figure e testi. Si cominciarono cosí a studiare gli aspetti politici, psicologici, pedagogici del fumetto e le sue potenzialità di applicazione in ogni campo, compresi lo scolastico e il pubblicitario.
Il successo conseguito da Linus aprí la strada a diverse altre riviste, come Comic Art (1965), diretta da Rinaldo Traini, autorevole storico del fumetto; Sgt. Kirk (1967), diretta dal critico di fumetti Claudio Bertieri; Eureka (1967), diretta dal grande sceneggiatore Luciano Secchi; Il Mago (1972), diretta dall’editore Mario Spagnol; Corto Maltese (1982), diretta dalla giornalista Fulvia Serra; Orient Express (1982), diretta dallo scrittore, sceneggiatore e critico fumettistico Luigi Bernardi e tante altre.
Nel tempo si ebbe un fiorire di eccellenti soggettisti, disegnatori, autori completi, storici, critici del fumetto, come – citiamo lacunosamente a memoria – Dino Battaglia, Giancarlo Berardi, Sergio Bonelli, Bonvi (Franco Bonvicini), Mauro Boselli, Luciano Bottaro, Gianni Brunoro, Max Bunker (Luciano Secchi), Guido Buzzelli, Moreno Burattini, Giovan Battista Carpi, Alfredo Castelli. Carlo Chendi, Fabio Civitelli, Giulio Cesare Cuccolini, Gino D’Antonio, Vittorio Giardino, Lino Landolfi, Cinzia Leone, Guglielmo Letteri, Magnus (Roberto Raviola), Milo Manara, Guido Martina, Attilio Micheluzzi, Ivo Milazzo, Claudio Nizzi, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Giorgio Rebuffi, Franco Saudelli, Romano Scarpa, Tiziano Sclavi, Paolo Eleuteri Serpieri, Silver (Guido Silvestri), Luciano Tamagnini, Giovanni Ticci, Sergio Toppi, Claudio Villa, Silvia Ziche, ecc. ecc.
Questo massiccio impegno culturale, dalle svariate implicazioni artistiche, politiche, storiche, sociali, psicologiche e del costume, diede vita a un fumetto cosiddetto “per adulti”.
Fra le opere piú innovative vogliamo qui ricordare: Alan Ford di Magnus e Bunker; La rivolta dei racchi di Guido Buzzelli; Una ballata del mare salato di Hugo Pratt; Ken Parker di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo; Sturmtruppen di Bonvi; Storia del West di Gino D’Antonio; Il gioco di Milo Manara; L’inferno di Topolino di Guido Martina; Zanardi di Andrea Pazienza; La Bionda di Franco Saudelli; Dylan Dog di Tiziano Sclavi; Druuna di Paolo Eleuteri Serpieri, Lupo Alberto di Silver; Martin Mystere di Alfredo Castelli.
Una piccola “rivoluzione culturale” nel mondo del fumetto fu provocata dall’apparizione in edicola, nel 1963, delle edizioni Fratelli Spada, che riportarono nel mercato italiano i piú famosi character del fumetto americano: Mandrake, L’Uomo Mascherato, creati dal grande soggettista Lee Falk, Gordon, Agente segreto X 9, Rip Kirby, opere dell’insuperato Alex Raymond, Cino e Franco di Lyman Young, Valiant, il capolavoro del maestro Harold Foster, Bat Star, nome dato al Brick Bradford, creato da William Ritt (testi) e Clarence Gray (disegni).
Le storie americane “originali” furono rafforzate numericamente anche da una buona produzione italiana e tutte le testate dalle ottime copertine di Mario Caria.
Ma la vera novità dei fumetti Spada si trovava nelle loro 2a e 3a di copertina. Anziché essere occupate, come in passato, da racconti “a tutto testo” a puntate, che nessuno leggeva, o da piccoli concorsi a premio, esse erano destinate alla posta coi lettori, “Parliamone insieme”, incentrata sul mondo dei comics.
Si venne cosí a sapere che nella loro “patria” (gli USA) essi potevano essere pubblicati in daily strip (strisce giornaliere), in sunday pages (tavole domenicali) o in comic book (albi a fumetti).
Si scoprí che per ogni storia a fumetti c’era un soggettista (autore della trama) che poteva non coincidere con lo sceneggiatore, un disegnatore (autore dei disegni), che poteva non coincidere col copertinista, il quale, fra l’altro, garantiva unità al disegno del personaggio protagonista.
I lettori piú esperti cominciarono a conoscere gli autori e a riconoscerne lo stile, a ricostruire cronologie, a conoscersi tra loro, a pubblicare annunci per vendere, comprare, scambiare albi a fumetti, grazie alla stessa rubrica, poi intitolata “Scambievolmente”, a cercare fumetti nei vecchi ripostigli e nelle antiche cassapanche.
Emersero prestigiosi collezionisti come Glauco Nanni, Franco Grillo, Camillo Conti, Rinaldo Traini, Francesco Rum, Corrado Alessi. Spuntarono i grandi mercanti, antesignani dei negozi specializzati, le associazioni, il culto delle cronologie da completare, le ricerche personali; nacquero le fanzine [19] e le prozine [20].
E quando una collezione era troppo rara o incompleta, o troppo costosa, o poco conosciuta, spuntarono le ristampe amatoriali, accuratissime, in quanto opera di editori essi stessi appassionati ed esperti. Le ristampe potevano essere filologiche o anastatiche.
Quelle filologiche tendevano a presentare al pubblico le cronologie integrali di character creati dai maestri del fumetto, in genere americano, di cui ci limitiamo a citare Gordon di Alex Raymond, Tarzan di Burne Hogarth, Valiant di Harold Foster, Steve Canyon di Milton Caniff, Dick Tracy di Chester Gould.
Le ristampe anastatiche, che riguardavano giornali e personaggi italiani, riproducevano in modo inalterato, cioè identico all’originale, le pubblicazioni del passato, ormai introvabili o costosissime. Esse emanavano l’odore di un mitico passato, del buon tempo antico, per molti dell’infanzia e dell’adolescenza che mai piú ritorneranno.
Da questo festoso magma di iniziative nacque e si formò un nuovo tipo di lettore, piú attento, piú smaliziato, piú esigente. Ma anche piú informato e piú consapevole del legame che lega il fumetto, come tutti gli altri mezzi di espressione e di comunicazione, con la società che ci circonda e che continuamente si evolve.
Un’ulteriore innovazione fu prodotta dall’apparizione (1962), nelle edicole, di Diabolik, fumetto ideato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, che rovesciava i canoni moralistici dei fumetti precedenti, assegnando il ruolo di protagonista a un criminale. Successivamente apparvero Kriminal (1964) e Satanik (1964), creati dal geniale duo Bunker e Magnus [21].
Il successo dei primi “fumetti neri” ne fece arricchire il panorama editoriale con Demoniak (1965), Sadik (1965), Infernal (1965), Zakimort (1965), Samantha (1966), Masokis (1966), Killing (1966), ecc. ecc.
Questi “antieroi” erano in genere accomunati da alcune caratteristiche: erano criminali ingegnosi e spregiudicati, ladri, giustizieri o vendicatori che in passato avevano quasi sempre subito un torto; durante il “lavoro” essi indossavano un caratteristico costume, in genere una calzamaglia [22]; i giornali che li pubblicavano avevano tutti il formato libretto; le loro vittime erano in genere personaggi senza scrupoli; i protagonisti venivano ricercati da onesti e caparbi servitori della legge di pari intelligenza; nel loro nome era spesso presente la lettera “K”, quasi per dare al protagonista un alcunché di esotico; infine questi killer protagonisti avevano sempre un partner del sesso opposto di grande fascino. Il che consentiva di inserire nel racconto qualche scena sexy, che il pubblico, stufo di tanti ipocriti divieti, sembrava non disdegnare affatto, o comunque molto meno dei pudibondi detrattori, preparando cosí il terreno all’emergere di un nuovo genere.
E, infatti, quando, negli anni ’70, l’affollato universo dei “fumetti neri” finí per saturare il mercato, essi scomparvero, ad eccezione di Diabolik e passarono il testimone al nuovo genere, cioè al “fumetto sexy” [23].
Che si sia trattato di un’anticipazione delle lotte femministe in Italia, come sembrerebbe testimoniare il fatto che le protagoniste, sulla scia della fascinosa e libertina Satanik di Magnus e Bunker e dell’emancipata Valentina di Crepax, sono sempre donne, del tutto libere e disinibite; oppure che sia stato semplicemente questione di intuito e di operazione commerciale, certo è che le pur numerose testate del settore, sempre pubblicate nel formato libretto, trovarono una buona accoglienza nel pubblico, probabilmente per le scene erotiche sempre piú allusive e per le frequenti incursioni nell’horror. Eccone alcuni titoli: Messalina (1966), ambientata nell’antica Roma; Isabella (1966), Jolanda de Almaviva (1970), fumetti erotico-avventurosi, ambientati nel XVII secolo; Lucrezia (1969), ispirata a Lucrezia Borgia; Vartàn (1969), western erotico; Sukia (1978), di genere nero-erotico, come Cimiteria (1977), una morta riportata in vita da un mago; le “diaboliche” Lucifera (1971) e Belzeba (1977); le vampire Jacula (1969), Zora la vampira (1972) e Yra (1980); la licantropa Ulula (1981); la nazista Hessa (1970); la sensuale tarzanide Jungla (1968).
Ben diverso dal “fumetto sexy” ci sembra il “fumetto porno”, in cui tutto era esplicitamente “senza veli” e le trame esclusivamente funzionali alle scene. Anch’esso, per qualche anno, trovò il suo pubblico.
Negli anni ’70, mentre l’interesse per i fumetti neri, sexy e porno comincia a scemare, il mercato dei comics è dominato essenzialmente da due case editrici: la Bonelli e la Corno.
Per la Bonelli continua e si consolida il successo delle sue colonne portanti:
Tex Willer, l’intramontabile creatura di Gian Luigi Bonelli e di Aurelio Galleppini, che mantiene il favore del pubblico, fatto di generazioni diverse di lettori, anche grazie all’innesto di nuovi validissimi talenti come, solo per citarne alcuni, gli sceneggiatori Claudio Nizzi e Mauro Boselli, i disegnatori Fabio Civitelli e Fernando Fusco, il copertinista Claudio Villa;
Zagor, l’originale tarzanide uscito dalla penna di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e dal pennello di Gallieno Ferri;
Comandante Mark, creato dal collaudato trio della esseGesse [24];
Mister No, ancora di Guido Nolitta, prestigioso soggettista, editore e critico del fumetto italiano.
Nello stesso periodo, notevole è la produzione dell’Editoriale Corno, che mentre continua a pubblicare l’apprezzata rivista Eureka, affiancata per poco tempo dalle consorelle Smack e Tommy, e i neri Kriminal e Satanik, cui nel 1969 si era aggiunto Alan Ford, nel 1970 immette nel mercato italiano i supereroi della editrice americana Marvel, creati soprattutto dall’inesauribile fantasia del geniale fumettista Stan Lee, come i notissimi L’Uomo Ragno e I Fantastici Quattro, ai quali seguiranno molti altri [25].
Il successo dei supereroi pubblicati dalla Corno fu notevole, ma non superò il decennio.
A ravvivare il fumetto italiano ci pensarono due nuovi personaggi della Bonelli, i quali seppero conciliare la loro natura di fumetto popolare, come testimoniano la loro durata e il successo di vendite, con la loro vocazione di fumetto d’autore, come ci dice a chiare lettere l’alta qualità artistica delle storie e dei disegni:
Martin Mystere, detto “il detective dell’impossibile” (1982), creato dal colto ed esperto Alfredo Castelli e Dylan Dog, detto “l’indagatore dell’incubo”, ideato dal giornalista-scrittore Tiziano Sclavi.
Ma anche alcuni fumetti di avventura, di ottima qualità, riuscirono a imporsi a un buon numero di lettori italiani, sempre piú smaliziati ed esigenti: Nick Raider (1988), di Claudio Nizzi, edito dalla Bonelli, Balboa (1989) di Sauro Pennacchioli, edito dalla Play press e Lazarus Ledd (1993) di Ade Capone, pubblicato dalla Star Comics.
I supereroi avranno un nuovo impulso in Italia per merito della Play Press che rilancerà gli eroi dell’universo fumettistico della DC Comics, in particolare Superman e Batman; e della Star Comics, che riporterà sul mercato italiano quelli della editrice Marvel [26].
Alla stessa Star Comics e alla Granata Press si deve principalmente la diffusione in Italia dei nipponici Manga per adulti, che rapidamente conquistarono una consistente platea di affezionati lettori.
Il fumetto italiano, vera e propria “letteratura disegnata” [27], assediata da televisione, computer, videogiochi, ha ormai alle spalle un lunga storia, in cui ha avuto momenti di espansione e momenti di crisi, dai quali comunque ha sempre saputo risollevarsi, sfornando di continuo idee e iniziative, grazie alla bravura di tanti suoi protagonisti, al punto che oggi può ben considerarsi, in questo campo, per qualità, quantità e diffusione, al secondo posto nel mondo, dopo quello U.S.A.
Ad assicurargli questa solidità, a mio avviso, sono stati e sono:
La possibilità di poter contare su un numero elevato di talentuosi artisti: soggettisti, sceneggiatori, disegnatori, copertinisti, giornalisti specializzati, storici e critici del fumetto [28].
La presenza massiccia e radicata in Italia dei personaggi Disney, cui sono legati migliaia di preparatissimi lettori, grandi e piccini.
La serietà imprenditoriale della editrice Bonelli [29], sempre attenta alla qualità della sua produzione che ci ha dato un gran numero di collane e di personaggi, fra i quali TEX, piú volte ristampato e tradotto in varie lingue e ormai entrato nella leggenda.
L’attività di editori appassionati e competenti che hanno dato contributi eccezionali all’arricchimento dell’universo fumettistico italiano pubblicando testate, italiane ed estere, di grande spessore e di grande successo di pubblico, come Gim Toro, Kinowa, (Editoriale Dardo), Tarzan (Editrice Cenisio), Akim (Edizioni Tomasina), l’Intrepido e Il Monello (Editrice Universo), Dago (Aurea Editoriale), Il Piccolo Sceriffo (ed.Torelli), ecc.
Le associazioni di appassionati, che si sono succedute nel tempo, sparse per tutto il territorio nazionale, che sempre hanno fiancheggiato la nona arte. Fra le molte, sia esistite in passato che tuttora in attività, ne citiamo alcune a caso: Club Amici di Topolino, Associazione Amici del Vittorioso, Gruppo Amici del Fumetto, Club dei Supereroi, Comic Art Club, TEX Willer Fan’s Club, Dylandogofili – Collezionisti Dylan Dog dal 2003, Diabolik Club, Associazione Culturale Nipoti di Martin Mystere, Associazione Lo Scarabocchiatore, Associazione La Nona Arte, Gli Amici del Fumetto…
Fra le associazioni una posizione di grande rilievo occupa l’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Immagine) fondata nel 1992, con sede a Reggio Emilia [30]. Suo fiore all’occhiello è la prestigiosa rivista Fumetto, ritenuta fra le piú autorevoli del settore in Europa, diretta dallo storico e critico del fumetto prof. Gianni Brunoro. L’ANAFI cura la pubblicazione di albi e volumi a fumetti, molto apprezzati per le impeccabili cronologie, ma realizza anche ristampe anastatiche; promuove incontri con gli autori e organizza un’ottima mostra-mercato che si tiene a Reggio Emilia due volte l’anno, a maggio e a dicembre [31].
Le mostre, sia espositive, di uno o piú artisti, sia mostre-mercato, nate dallo sforzo congiunto di organizzatori, editori, mercanti, artisti, appassionati. Vere gioie per gli occhi, esse hanno contribuito notevolmente a tenere desto l’interesse per i fumetti, in ogni parte d’Italia. Qui ne ricordiamo solo alcune: Lucca Comics & Games (Lucca), Mostra Mercato del Fumetto – ANAFI (Bologna), Torino Fumetto (Torino), Alecomics (Alessandria), Comicon Bergamo (Bergamo), Riminicomix (Rimini), Romics (Roma), Etna Comics (Catania), Palermo Comic Convention (Palermo), Trapani Comix & Games (Trapani).
Cari amici lettori, ho pensato a lungo come concludere questo nostro rapido viaggio nel mondo delle “nuvole parlanti”. Alla fine mi è sembrato appropriato rivolgervi un invito a esplorare, per conto vostro, le sue mille sfaccettature, consapevole del fatto che esso può soddisfare tante curiosità, suscitare tante sorprese, porre molti interrogativi a chi gli si avvicina. Soprattutto può assicurare un piccolo spazio di serenità a chi deve vedersela ogni giorno con le asperità della vita reale.
Ferdinando Leonzio
I copyright dei fumetti qui riprodotti appartengono ai legittimi proprietari. Essi sono stati pubblicati, a corredo dell’articolo, per fini esclusivamente culturali.
Il prof. Ferdinando Leonzio, autore dell’articolo di cui sopra, ha anche pubblicato il volume Sei parole sui fumetti, con prefazione del noto critico fumettistico prof. Gianni Brunoro, edito da ZeroBook nel 2018.
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I FUMETTI TRASCINANO – I lettori di fumetti, in Italia, nel 2022, sono stati 10 milioni e 200 mila. In confronto all’anno precedente c’è stata una crescita del 17,2%. Sono dati appresi al Salone del Libro di Torino. I lettori di fumetti sono persone, soprattutto, fra i 15 e i 74 anni. Sono lettori di romanzi e saggistica nell’84% dei casi, di ebook nel 47%, ascoltatori di podcast nel 40%, di audiolibri nel 19%. In termini economici, il mercato vale 107,87 milioni di euro di vendite a prezzo di copertina, in crescita dell’8,6% sull’anno precedente e del 199,8% sul 2019. Fra i generi più venduti il 58,1% sono manga, il 28,4% graphic novel e comic strip, il 13,5% titoli per bambini e ragazzi. In termini assoluti, i manga valgono 62 milioni e 642mila di euro (+7,6% sul 2021), graphic novel e comic strip 30 milioni e 617mila (+3,8% sul 2021), bambini e ragazzi 14 milioni e 611mila (+26%). Oggi un libro su dieci venduto nelle librerie fisiche e online e nei supermercati è un fumetto. A quanto sembra, il fumetto è uno dei fattori che più ha rivitalizzato il panorama editoriale italiano negli ultimi anni, con effetti benefici su tutta la filiera.
CANALE GRATUITO CNN – In Italia, così come in diversi paesi europei debutta Cnn Fast , canale Tv gratuito dell’emittente all news del gruppo Warner Bros, Discovery. L’obiettivo sono i giovani a cui proporranno brevi video di cronaca, affari, intrattenimento, sport, ambiente. Cnn Fast dal 24 maggio è presente su LG Channel e in giugno su Samsung TV Plus.
I POLITICI NON USANO LINKEDIN – Uno studio ha dimostrato che i nostri politici sono presenti sulla piattaforma LinkedIn, ma non la usano. Infatti, solo in 78 (13% del totale) utilizzano LinkedIn in maniera continuativa: di questi 55 deputati (15%sul totale) e 23 senatori (11% del totale). In più, i politici con più follower non corrispondono totalmente a quelli più attivi. È Antonio De Poli (Noi Moderati) a essere il primo della classifica con 574 post all’attivo. Dopo di lui Erica Mazzetti (FI) che ha pubblicato 293 contenuti e Luigi Marattin (A-IV) con 218 pubblicazioni sul suo profilo. In settima posizione, c’è Enrico Letta (PD) con 114 post pubblicati, seguito da Francesca La Marca (PD) con 111 pubblicazioni.
L’ESPRESSO: ARRIVA LA LOGISTICA – Domenico Iervolino il vulcanico proprietario dell’ Espresso ed ex fondatore dell’Università telematica Pegaso, nonché proprietario della Salernitana calcio, si sta accorgendo che non è semplice essere editore. Prima ha cambiato il direttore solo dopo poco tempo dal suo insediamento e ora si sta liberando di metà delle azioni. Infatti, il 49 per cento dell’ Espresso è stato venduto a Donato Ammaturo il quale non c’entra nulla con la stampa (come del resto nulla c’entrava anche Iervolino). Infatti, Ammaturo è titolare del gruppo Ludoil che si occupa di vendita, logistica e distribuzione di prodotti petroliferi, di logistica infrastrutturale e delle energie rinnovabili. Attraverso la società Alga si occupa anche di organizzare convegni, sfilate, promozioni, concerti e mostre. Fra una cosa e l’altra, Iervolino incassa 6 milioni di euro. Una volta L’Espresso era gestito da Caracciolo e Scalfari. Ora dalla logistica. Sino al 31 maggio 2024 il settimanale sarà di proprietà di Iervolino. Poi sarà di Ammaturo.
IL NYT SPIEGA AI LETTORI GLI ARTICOLI – Dal 4 giugno il New York Times fornirà ai lettori come quel determinato articolo è stato realizzato. La dicitura che si trova all’inizio degli articoli e che riporta il luogo dove si è svolto il fatto (Washington, Roma ecc.) sarà modificata. Secondo Edmund Lee del New York Times , « le persone non sanno cosa significano quelle informazioni. Quando vedono Washington o Londra in maiuscolo all’inizio di una storia, potrebbero capire che la storia si è svolta a Washington o Londra, ma non che il giornalista era fisicamente presente in quei luoghi ». Il NYT interverrà su quella dicitura e fornirà maggiori informazioni così da migliorare il rapporto con il lettore che venendo a conoscenza del processo di realizzazione di un reportage tenderebbe a fidarsi di più. Al momento la novità riguarda soltanto gli articoli online e sono ancora in corso sperimentazioni per trovare la giusta formulazione da adottare.
CONDANNATO MARITO SENATRICE ROMENA – Nel dicembre 2021, la giornalista del TG1 , Lucia Goracci, era stata sequestrata dal marito della senatrice rumena di estrema destra no vax Diana Iovanovici Șoșoacă. La senatrice aveva negato i morti di Covid e l’esistenza della pandemia. Mentre Goracci continuava il suo lavoro e a fare domande sul fatto che la Romania era uno dei Paesi con il minor tasso di vaccinati e alto numero dei contagi, la senatrice aveva chiuso la porta a chiave e chiamato la polizia accusando la giornalista italiana e la sua troupe di aver « fatto irruzione nell’ufficio ». Goracci era riuscita a scappare dalla stanza e chiedere aiuto alla polizia. Aveva dichiarato di essere stata « presa a pugni » dal marito della senatrice. Il marito della senatrice dovrà pagare allo Stato rumeno 3600 euro o in alternativa scontare 180 giorni di carcere. La pena è per aver aggredito un poliziotto, intervenuto in difesa di Goracci.
AI LETTORI – Come ogni anno, con il sopraggiungere dell’estate, sospendo la mia collaborazione con girodivite . Ci risentiamo dopo l’estate con l’augurio che possiate passare un periodo sereno. E con la raccomandazione di non smettere di acquistare e leggere il quotidiano, qualunque esso sia. È l’unico modo per comprendere le notizie.
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Dall’8 giugno e fino al 23, a Ortigia (Siracusa) in via Roma 30 - da Spazio30 Ortigia - collettiva di Bertrand/ Lasagna/Mirabile
Una collettiva di pittura , che spazia dal figurativo all’astrazione, il titolo prende spunto da una citazione del libro di Francesco Antonio Lepore (la bestemmia del silenzio), a proposito di un libro di Milan Kundera (la vita è altrove) dove si parla di silenzio assordante ”solo il vero poeta sa che cosa sia l’immenso desiderio di non essere poeta, il desiderio di abbandonare la casa degli specchi, in cui regna un silenzio assordante”
In expo:
Bertrand / Lasagna / Mrabile
Spazio 30, Via Roma 30, Siracusa. Dall’8 Giugno 2012
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A Niscemi la Carovana antimafie e No MUOS
La Carovana contro tutte le mafie alza il tiro contro il dilagante processo di militarizzazione del Mezzogiorno. Lunedì 4 giugno, Niscemi ospiterà la tappa chiave siciliana dell’evento internazionale promosso da Arci, Libera e Avviso Pubblico con la collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, Banca Etica, Ligue de L’Enseignement e Ucca. L’appuntamento è per le ore 17 per un giro di conoscenza della “Sughereta”, la riserva naturale in contrada Ulmo sono in corso i devastanti lavori di realizzazione di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa. Alle 18, proprio di fronte ai cantieri i quella che nelle logiche dei Signori di Morte darà l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo, Comitati No MUOS, giornalisti, ricercatori ed esponenti del volontariato denunceranno in diretta streaming la rilevanza criminale e criminogena dello strumento militare. Poi, alle 20, tutti in piazza per un happening di parole, suoni e immagini per ribadire il No al MUOS e per un Mediterraneo di pace, con un legame ideale con la straordinaria stagione di manifestazioni, 30 anni fa, contro i missili nucleari Cruise di Comiso.
Saranno in tanti a giungere a Niscemi per testimoniare la centralità della lotta contro le disumanizzanti tecnologie di guerra che Usa e Nato puntano a installare in Sicilia (oltre al MUOS, gli aerei senza pilota Global Hawk e Predator). Da Paolo Beni (presidente nazionale Arci) ad Alessandro Cobianchi (responsabile nazionale Carovane antimafie), da Luigi Ciotti (presidente Libera) a Giovanni Di Martino (vicepresidente di Avviso Pubblico) e Antonio Riolo (segreteria regionale Cgil). E i giornalisti Nino Amadore, Oliviero Beha, Attilio Bolzoni e Riccardo Orioles con i musicisti Toti Poeta e Cisco dei Modena City Ramblers. Ma saranno soprattutto le ragazze e i ragazzi dei Comitati No MUOS sorti in Sicilia ad animare l’evento e raccontare la loro voglia di vivere liberi dall’orrore delle guerre e dalle micidiali microonde elettromagnetiche. “Il 4 giugno, così come è stato lo scorso 4 aprile a Comiso e il 19 maggio a Vittoria, ricorderemo attivamente il sacrificio di Pio la Torre e Rosario Di Salvo, vittime del connubio mafia-militarizzazione”, spiega Irene C. del Movimento No MUOS di Niscemi. “Dalla realizzazione della base nucleare di Comiso all’espansione dello scalo di Sigonella, l’infiltrazione nei lavori delle grandi organizzazioni criminali è stata una costante. Ciò sta avvenendo nella più totale impunità pure per i lavori di realizzazione del sistema satellitare di Niscemi”. Le basi in cemento armato su cui stanno per essere montate le maxiantenne del MUOS portano la firma della Calcestruzzi Piazza Srl, un’azienda locale che a fine 2011 è stata esclusa dall’albo dei fornitori di fiducia dell’amministrazione provinciale di Caltanissetta e del Comune di Niscemi. I provvedimenti sono stati decisi dopo che la Prefettura, il 7 novembre, aveva reso noto che a seguito delle verifiche disposte dalle normative in materia di certificazione antimafia erano “emersi elementi tali da non potere escludere la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società”. Secondo quando evidenziato dal sen. Giuseppe Lumia (Pd), il titolare de facto, Vincenzo Piazza, apparirebbe infatti “fortemente legato al noto esponente mafioso del clan Giugno-Arcerito, Giancarlo Giugno, attualmente libero a Niscemi”. Ciononostante, le forze armate italiane e statunitensi non hanno ritenuto di dover intervenire per revocare il subappalto alla Calcestruzzi Piazza. L’1 aprile 2012, i titolari dell’azienda hanno deciso di rispondere ai presunti “detrattori”. Con un colpo ad effetto, hanno annunciato la chiusura dell’azienda e il licenziamento degli otto dipendenti con contratto a tempo indeterminato. “Dobbiamo interrompere il rapporto di lavoro a causa dei gravi problemi economici che attraversa l’azienda per la mancanza di commesse”, ha spiegato uno dei titolari. I responsabili? “Alcuni giornalisti e i soliti professionisti antimafia che infangano il nostro buon nome”. Lunedì 7 maggio, mentre a Niscemi erano ancora aperte le urne per il rinnovo del consiglio comunale, uno dei Piazza ha minacciato in piazza di darsi fuoco con la benzina. Al centro delle invettive, sempre gli stessi cronisti “calunniatori” e gli “invidiosi” per la commessa militare.
Da quando No MUOS significa No Mafia, il clima in città è tornato a farsi pesante. E la Carovana assume il compito di portare solidarietà a tutti quei giovani che sognano ancora una Niscemi libera dalle basi di guerra e dalla criminalità.
Antonio Mazzeo
CG
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Catania: i film di Giugno all’Arena Argentina
http://www.cinestudio.eu/arena-argentina-programma-giugno/
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“Non si svolgerà la parata militare del 2 giugno Roma. La parata militare del 2 giugno, quest’anno, non si svolgerà. Lo ha comunicato il ministro della difesa Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far si che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali.” 11 maggio 1976
Via: http://3nding.tumblr.com/
Vedi online: 3nding.tumblr.com
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Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa del circolo Città Futura PRC – FdS sulla questione della mancata restituzione agli utenti Sidra del canone « fognature e depurazione ». Maria Merlini, segretaria del circolo, ha brevemente ripreso le varie tappe della vicenda: questo canone – riscosso dalla Sidra dal 2006 al 2008, raddoppiando le bollette – è stato dichiarato illegittimo dalla sentenza n.335/2008 della Corte Costituzionale nel caso di abitazioni la cui rete fognaria non sia collegata ad un depuratore, cioè – per quanto riguarda Catania – per l’80% degli utenti. Già all’indomani della sentenza il circolo Città Futura, che fin dall’inizio aveva denunciato l’iniquità della riscossione di questo canone, si era subito attivato per permettere ai cittadini di chiedere alla Sidra il rimborso delle somme riscosse illegittimamente, consegnando moltissime richieste formali di rimborso agli uffici della società. Un provvedimento normativo del 2009 ha imposto la restituzione del canone entro il 2013, previa autorizzazione degli ATO. Ma nonostante l’ATO competente abbia deliberato già nel 2010 la restituzione del canone, quantificandone l’ammontare complessivo in quasi 2 milioni e mezzo di euro, la Sidra non ha ancora restituito nulla agli utenti, nascondendosi dietro un ipotetico conflitto di attribuzione tra l’ATO, la Sidra ed il Comune di Catania, che della Sidra è unico azionista. Per questa ragione il circolo Città Futura nei giorni scorsi ha incontrato il Prefetto di Catania, che ha dichiarato che si attiverà immediatamente contattando i tre soggetti interessati, affinchè venga fatta chiarezza sulla vicenda e vengano finalmente restituite ai cittadini le somme illegittimamente loro imposte. A conclusione della conferenza stampa, Luca Cangemi – del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra – ha denunciato come l’atteggiamento della Sidra sia ancor più inaccettabile in un contesto di grave crisi economica ed occupazionale, in cui la restituzione di queste somme indebitamente riscosse potrebbe dare un pur piccolo sollievo ai cittadini, già alle prese con l’aumento di altre tasse e servizi come la TARSU e l’IMU, annunciando che in mancanza di una rapida soluzione della vicenda il circolo Città Futura organizzerà un’azione legale degli utenti per pretendere dalla Sidra quanto dovuto.
http://circolocittafutura.blogspot.it/2012/05/sidra-la-vertenza-continua.html
Vedi online: http://circolocittafutura.blogspot....
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giovedì 31 maggio, dalle ore 19,30, al circolo città futura, via Gargano 37 Catania inaugurazione della mostra, a cura del collettivo LGBTQ IbrideVoci, ORGOGLIOSE R/ESISTENZE: 18 anni di movimento gay/lesbo/trans/queer a Catania videoproiezione "Orgogliosa Resistenza: volti e corpi del Pride", foto di Alberta Dionisi AperiCena... una serata di incontro e socialità con bar e buffet a volontà a prezzi anticrisi
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ATTACCO AL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO E DISTRUZIONE DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA
Seminario di approfondimento
martedì 29 maggio ore 19 via Gargano 37
Coordina:
Luca Cangemi (segretario circolo PRC Olga Benario)
Intervengono:
Giuliana Barbarino (collettivo Gatti Fisici);
Nunzio Famoso (già preside Facoltà di Lingue);
Felice Rappazzo (docente Università di Catania);
Chiara Rizzica (coordinamento precari della ricerca)
Circolo Olga Benario
Rifondazione Comunista – FdS
Via Gargano, 37 Catania
Fb: PRC Catania Olga Benario - circolo.olgabenario@libero.it
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la Feltrinelli Libri e Musica
Giovedi’ 24 Maggio
alle ore 18
presso il bistrot de la Feltrinelli Libri e Musica
di via Etnea 285 a Catania
PAOLO MONDANI
e
ARMANDO SORRENTINO
presentano
CHI HA UCCISO
PIO LA TORRE?
Omicidio di mafia o politico?
La verità sulla morte
del più importante dirigente comunista assassinato in Italia
CASTELVECCHI
intervengono
ADRIANA LAUDANI
e
PINELLA LEOCATA
inoltre ha assicurato la sua presenza
il Procuratore della Repubblica di Catania
GIOVANNI SALVI
Pio La Torre viene ucciso il 30 aprile 1982. Indagini farraginose e un lunghissimo processo indicheranno come movente dell’omicidio la proposta di legge sulla confisca dei patrimoni mafiosi, di cui era stato il più deciso sostenitore. Esecutore: Cosa Nostra. Un movente tranquillizzante. Un mandante rimasto nell’ombra. In realtà, con la morte di La Torre si compie un ciclo di grandi omicidi politici iniziati con l’uccisione, nel 1978, di Aldo Moro e proseguito, nel 1980, con la soppressione di Piersanti Mattarella, presidente democristiano della Regione Sicilia. Uomini che volevano un’Italia libera dal peso della mafia politica e dall’influenza delle superpotenze. Dalle carte dei servizi segreti risulta che La Torre viene pedinato fino a una settimana prima della morte. Nel 1976, la sua relazione di minoranza alla Commissione parlamentare Antimafia passerà alla storia come il primo atto di accusa contro la Dc di Lima, Gioia, Ciancimino e la mafia finanziaria. Nel 1980, in Parlamento non teme di “spiegare” l’omicidio Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. È La Torre a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio. Raccoglie e riceve documenti riservati, appunta tutto in una grande agenda: di questo non si troverà nulla. Nei mesi che precedono il suo assassinio, La Torre torna in Sicilia a guidare il Pci fuori dalle secche del consociativismo, nel tormentato tentativo di ridare smalto a un partito spento. Trent’anni dopo l’omicidio, l’esperienza complessa e straordinaria di La Torre spiega molto delle sorti attuali della sinistra e della democrazia nel nostro Paese. E, per la prima volta, si cerca di leggere in controluce un delitto colmo di episodi per troppo tempo tenuti all’oscuro.
Paolo Mondani è giornalista d’inchiesta. Nel 1997 ha collaborato agli Speciali di Raidue. Sempre per la Rai ha lavorato come inviato per Circus, Raggio Verde, Sciuscià, ed Emergenza Guerra. Nel 2003 è stato coautore di Report insieme a Milena Gabanelli. Nel 2006 è stato a fianco di Michele Santoro in AnnoZero. Dal 2007 è di nuovo firma di punta di Report su Raitre. Tra le suo pubblicazioni «Soldi di famiglia» (Rizzoli).
Armando Sorrentino è avvocato. E’ stato il legale della parte civile Pci-Pds nel processo per l’uccisione di Pio La Torre e di Rosario Salvo. Ha rappresentato la parte civile nei processi per la Strage di Capaci e nel «Borsellino ter». Inizia l’attività negli uffici legali della Cgil, a lungo militante e dirigente locale del Pci-Prs, oggi è impegnato nell’Anpi e con l’Associazione dei Giuristi Democratici.
Grazie e a ritrovarci
Sonia Patanìa
Sonia Patanìa
Responsabile Comunicazione e Eventi
La Feltrinelli Libri e Musica
via Etnea 285, Catania
eventi.catania@lafeltrinelli.it
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Comunicato stampa
19 maggio 2012 – Italia Scuola Morvillo-Falcone
Un sabato mattina di primavera: attentato in istituto professionale di Brindisi - Una morta, un’altra in pericolo di vita, altre ferite e feriti.
Un tentativo di strage …
Una strage di giovani che andavano a imparare in un istituto professionale di tecnica, di moda.
Un istituto frequentato prevalentemente da giovani donne.
Altissimo è il valore simbolico della scelta del luogo, una scuola dove le giovani vanno ad apprendere conoscenze e costruire saperi per lavorare e costruirsi una vita libera e migliore. Significa tante cose la scelta del luogo, basta volerli vedere tutti questi significati, come li ha visti chi ha preparato l’attentato.
Qualunque sia la matrice, qualsiasi possa essere la valenza politica sia di attacco alle istituzioni, o terrorismo di vario stampo, una cosa è certa, che la conta delle morti violente di giovani donne subisce un aumento repentino nel panorama miserevole dei femminicidi quasi quotidiani in ogni parte d’Italia. Che la violenza spietata e disumana, singola o collettiva che sia, si manifesta ancora una volta.
Comunque la si voglia chiamare, questa è la cronaca della arretratezza di un paese che si annovera fra le potenze economiche mondiali, e che si ammanta di una democrazia di cui le donne non possono usufruire né in casa né fuori casa.
Quante sono le morti violente delle donne ogni anno? Nel 2012 in aumento progressivo e, nell’insieme, ogni anno centinaia, una strage che è solo la punta dell’iceberg della violenza maschile. Violenza a cui si aggiunge questa che crea lutto, dolore e terrore in tutto il paese. Paura che entra nelle coscienze perché abbatte uno degli ultimi luoghi, la scuola, considerati generalmente sicuri. Bisogna fermare questa violenza singola e collettiva.
Bisogna porre argine in ogni modo alla strage, prima, durante e dopo qualsiasi indagine o summit.
Non è più tempo di parole e di opinioni, è tempo di scelte, rimedi e di coscienza civile.
Un intero anno abbiamo passato con l’UDI, in tante e tante in tutta Italia con la Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, da 25 novembre 2008 al 25 novembre 2009. Su, su dalla Sicilia alla Lombardia.
Fino all’ONU, a New York siamo andate. E ancora siamo qui a fare la conta delle morte e ferite, senza una legge, senza un allarme, senza prevenzione, senza contrasto, senza nessun tentativo di modificare seriamente la cultura della violenza individuandone le radici storiche e politiche.
In poche parole senza alcun intervento adeguato di chi ci rappresenta, amministra ed emana leggi.
Le nostre istituzioni dovrebbero condividere con noi il nostro perenne lutto, e devono riconoscere la nostra grande generosità di donne che sempre collaborano e sopportano nella speranza di una pace meritata. Devono riconoscere l’ingiustizia della condizione di terrore quotidiano in cui siamo costrette a vivere, e devono trovare sempre i colpevoli e garantire una pena certa, devono adoperarsi a promulgare leggi di contrasto e prevenzione alla violenza, di qualsiasi forma e tipo. Perché è un guadagno per tutte e tutti.
Quante volte ancora dovremo piangere vite di donne spezzate per capriccio o per esercizio arbitrario di un potere personale o collettivo, che in Italia purtroppo è ancora monopolio del genere maschile?
Il dolore per Melissa e le altre ragazze e ragazzi è indicibile e può essere espresso solo in parte con la condivisione del terribile dolore dei loro genitori, degli insegnanti e di tutti coloro che riconoscono il valore della vita umana.
UDI Unione Donne in Italia
Sede nazionale Archivio centrale Via dell’Arco di Parma 15 - 00186 Roma Tel 06 6865884 Fax 06 68807103 udinazionale@gmail.com www.udinazionale.org
“Io non compro Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa fino a quando tutte le operaie OMSA - Faenza non verranno riassunte”
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“L’Italia che non si vede” Rassegna di cinema del reale
Un mito antropologico televisivo, di Maria Helene Bertino, Dario Castelli e Alessandro Gagliardo Catania, mercoledì 9 maggio 2012, ore 21 ZO centro culture contemporanee
Martedì 22 maggio, alle ore 21, presso il centro culture contemporanee ZO, quinto e ultimo appuntamento con “L’Italia che non si vede”, rassegna nazionale di cinema del reale promossa a Catania dall’officina culturale South Media (circolo UCCA). In programma, per la sezione “Le immagini perdute”, “Un mito antropologico televisivo”, un film nato attraverso il lavoro e la ricerca di malastradafilm film, pensato, discusso e montato da Helene Bertino, Dario Castelli e Alessandro Gagliardo.
Presentato con successo all’ultima edizione del Torino Film Festival, nella sezione Italiana.doc, Menzione Speciale “Premio UCCA Venticittà”, Un mito antropologico televisivo è un film pretesto pensato per introdurre nel dibattito culturale l’idea di antropologia televisiva, intesa come chiave di lettura di un racconto popolare non ancora affrontato dalla storiografia, nonché strumento di ricostituzione di comunità attraverso la visione della televisione come soggetto di narrazione. In mezzo un patrimonio enorme custodito da centinaia di piccole emittenti che passo dopo passo gli autori stanno cercando di recuperare, conservare e pubblicare.
Attraverso l’uso di riprese video realizzate tra il 1992 e il 1994 (periodo chiave per la storia siciliana e italiana) e provenienti da una televisione locale della provincia di Catania il racconto televisivo penetra nella storia popolare di una nazione per comporre così il quadro delle sue difficoltà, descrivendone la sua natura più profonda. La telecamera coglie frammenti di quotidiano e li restituisce dopo anni ancora carichi della loro capacità di descrivere la nostra società, invitandoci a mettere in atto una lettura antropologica della narrazione televisiva.
Ufficio stampa: info@southmedia.it 349 1549450 www.southmedia.it
CG
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[1] Nuvolette di fumo, da cui la parola fumetto. Negli USA e nei Paesi anglofoni i fumetti sono denominati comics, perché all’inizio le storie erano comiche; in francese bandes dessineés (strisce disegnate) e in spagnolo historietas.
[2] Si veda in proposito: Daniele Barberi, I linguaggi del fumetto, ed. Bompiani, 1991.
[3] Autonoma soprattutto rispetto alla narrativa, alla pittura e al cinema. Primo fumetto viene considerato comunemente Yellow Kid, apparso il 5-5-1895 nel supplemento domenicale del New York World.
[4] Uno dei distici piú famosi: Qui comincia l’avventura/ del signor Bonaventura. Il Corrierino cesserà le pubblicazioni nel 1995.
[5] Sui fumetti durante il fascismo si vedano: Claudio Carabba, Il fascismo a fumetti, ed. Guaraldi, 1973. e, di Pazienti e Traini, Fumetto alalà, ed. Comic Art, 1986.
[6] Su questo personaggio si veda: Gianni Bono-Leonardo Gori, Dick Fulmine. L’avventura e le avventure di un eroe italiano, Federico Motta Editore, 1997.
[7] Il loro formato rettangolare era simile a quello degli album scolastici da disegno.
[8] Sulla censura nel fumetto italiano si può vedere: Ermanno Detti, Il fumetto fra cultura e scuola, ed. La Nuova Italia, 1999.
[9] È stato anche sostenuto che tale formato veniva spesso privilegiato dagli editori per risparmiare sulla carta, allora molto costosa.
[10] Sul celebre personaggio di Torelli e Zuffi si veda: Domenico Denaro, La storia del Piccolo Sceriffo, ed. L’Arca perduta, 1991.
[11] Sulla celebre coppia di autori si veda: Paganelli e Valzaina, G. Bonelli – A. Galleppini , ed del Grifo, 1982. Su Tex c’è una bibliografia imponente.
[12] Sulla presenza delle donne nel fumetto italiano si veda: Sara Zanatta – Samantha Zaghini – Eleonora Guzzetta, Le donne del fumetto, Ed. Tunué, 2009.
[13] A questa logica non sfuggivano molti editori, vista la diffusione di pubblicazioni con protagonisti adolescenti.
[14] Questa definizione (1964) del fumetto è dovuta al critico cinematografico francese Claude Beylie. Le precedenti otto arti erano considerate l’architettura, la musica, la pittura, la scultura, la poesia, la danza, il cinema, la radio-televisione.
[15] Notissimi i suoi romanzi Il nome della rosa (1980) e Il pendolo di Foucault(1988). Un altro suo romanzo, La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), trae il suo titolo da un’avventura del celebre fumetto americano Cino e Franco, ideato nel 1928 dal fumettista statunitense Lyman Young. Eco, laureato in Filosofia, ricevette ben quaranta lauree honoris causa.
[16] Gli scritti di Oreste Del Buono sull’argomento sono stati raccolti nel volume Sul fumetto, a cura dello scrittore e fumettista Daniele Brolli.
[17] Fra i maggiori successi del grande scrittore siracusano i romanzi Conversazione in Sicilia (1941) e Uomini e no (1945). Sull’interesse di Vittorini per i fumetti si può vedere: Annalisa Stancanelli, Vittorini e i ballons. I fumetti del „Politecnico“, Bonanno Editore, 2008.
[18] Carlo Della Corte ha scritto anche, assieme a Giuseppe Mazzariol, il libro Lo specchio obliquo. Il fumetto erotico fra Liberty e Pop Art, Edizioni del ruzante, 1978.
[19] La parola inglese fanzine deriva dalla contrazione delle parole fan –magazine e significa rivista non professionale redatta da appassionati.
[20] La parola prozine deriva dalla contrazione delle parole professional fanzine (riviste professionalmente redatte, come evoluzione di precedenti fanzine).
[21] Max Bunker (Luciano Secchi, il soggettista) e Magnus (Roberto Raviola, il disegnatore) saranno coautori di altri personaggi di successo: Dennnis Cobb-Agente SS018 (1965), Gesebel (1966), Maxmagnus (1968), Alan Ford (1969).
[22] Il primo eroe dei fumetti nel mondo ad indossare una calzamaglia fu l’americano Phantom (In Italia L’Uomo Mascherato) pubblicato nel 1936 con testi di Lee Falk e disegni di Ray Moore. Seguirono Superman, pubblicato nel 1938 su testi di Jerry Siegel e disegni di Joe Shuster e Batman (1939) creato da Bill Finger (testi) e Bob Kane (disegni).
[23] Sull’argomento si vedano: Dossier fumetto – Una guida al fumetto sexy, Edifumetto, 1977 e (a cura di S. Rossi) Maledette, vi amerò. Le grandi eroine del fumetto erotico italiano, Ed. Neri Pozza, 2007.
[24] Sul formidabile trio di artisti si veda, a cura di Pasquale Iozzino, C’eravamo poi lasciati…, Alessandro Tesauro Editore.
[25] Fra le testate di supereroi pubblicate dalla Corno da ricordare Devil, Thor, Capitan America, Conan e Kazar, I Difensori.
[26] Sulla Marvel si veda, a cura di Guidi/Vinci, 30 Anni di Marvel, Alessandro Distribuzioni, 1990.
[27] La definizione è di Hugo Pratt.
[28] Imponente la Guida al fumetto italiano dello storico del fumetto Gianni Bono, per la quale all’autore nel 1995 fu conferito il prestigioso Premio ANAFI.
[29] Sulle vicende di questo editore si vedano: (a cura di) Giulio Cesare Cuccolini, Un editore un’avventura, ANAF, 1983 e Gianni Brunoro, Un editore, la nuova avventura, ANAFI, 1993.
[30] In precedenza esisteva l’ANAF (Associazione Nazionale degli Amici del Fumetto), che pubblicava la rivista Il fumetto. Essa era stata fondata, su iniziativa di Alberto Lenzi, nel corso di un’assemblea di collezionisti, tenuta a Bologna il 22-02-1970.
[31] Attualmente è presidente dell’ANAFI lo storico e saggista Paolo Gallinari.
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