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A cento anni dalla nascita di Leone Piccioni (Torino, 9 maggio 1925 – Roma, 16 maggio 2018), figura centrale del panorama culturale e radiotelevisivo italiano del secondo Novecento, Rai Cultura dedica uno speciale documentario in onda venerdì 9 maggio alle 22.00 su Rai Storia: “Leone Piccioni. Cultura come approdo”. Un tributo a un intellettuale che ha saputo coniugare rigore critico e spirito divulgativo, profondamente legato alla tradizione poetica italiana e instancabile promotore di cultura nel servizio pubblico.
Figlio del senatore Attilio Piccioni e fratello del musicista Piero, Leone Piccioni è stato fondatore, con Adriano Seroni e Giovanni Battista Angioletti, della celebre rivista «L’Approdo», e successivamente della sua versione radiofonica e televisiva, curata per oltre trent’anni. Allievo di Giuseppe De Robertis e sodale di Giuseppe Ungaretti, del quale fu assistente universitario e curatore dell’opera omnia, ha firmato decine di saggi su letteratura, poesia e arte, contribuendo in modo decisivo alla valorizzazione della cultura italiana.
Nel documentario firmato da Rai Cultura, studiosi come Fabiana Cacciapuoti, Silvia Zoppi Garampi, Micol Forti e testimoni come Renzo Arbore e Gloria Piccioni ricostruiscono le molteplici sfaccettature di una carriera vissuta tra direzione del telegiornale unico Rai, lancio delle Tribune politiche, rinascita della radio negli anni ’60 e diffusione della cultura musicale e letteraria afroamericana, jazz e brasiliana.
In parallelo all’omaggio televisivo, il mese di maggio vedrà anche la pubblicazione di un nuovo volume a lui dedicato: “Letteratura del ritratto. Incontri con poeti e prosatori” edito dalla factory culturale Succedeoggi Libri, curato da Alessandro Cutrona con prefazione di Massimo Onofri. Il libro raccoglie sette ritratti critici – quattro poeti e tre prosatori – raccontati da Piccioni con il consueto equilibrio tra rigore e leggerezza, tra narrazione biografica e analisi letteraria. Tra gli autori presenti: Saba, Cardarelli, Ungaretti, Montale, De Robertis, Pea, Bilenchi. Un’opera che, come sottolinea Onofri, afferma la capacità unica di Piccioni di «pendolare tra la vita e il libro, con una felicità non comune».
Le celebrazioni per il centenario proseguiranno nei prossimi mesi con una serie di eventi culturali organizzati in collaborazione con la Fondazione Conservatorio San Carlo Borromeo e il Comune di Pienza, città che Piccioni scelse come buen retiro a partire dagli anni Settanta e che gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
Il 22 giugno a Pienza si terrà l’incontro “Piccioni & Falqui. Quando la televisione cambiò l’Italia”, dedicato al ruolo rivoluzionario della cultura in Rai e all’intesa intellettuale tra due grandi comunicatori. La giornata prevede testimonianze, proiezioni e interventi di ospiti del mondo della cultura e del giornalismo.
Il 13 settembre, sempre a Pienza, presso il Museo della Città, sarà inaugurata la mostra “Leone Piccioni e l’arte contemporanea a Pienza dagli anni ’70 a oggi”. Saranno esposte opere della collezione privata di Piccioni, insieme a quelle del Comune e di artisti locali, per celebrare la sua sensibilità estetica e il legame profondo con il territorio. Le opere della collezione Piccioni resteranno stabilmente a Pienza, arricchendo il patrimonio artistico della città patrimonio dell’UNESCO.
A novembre, infine, presso i Musei Vaticani di Roma, verrà allestita una mostra dedicata al multiforme lavoro di Piccioni come “comunicatore di cultura”. L’esposizione presenterà una selezione di opere della sua collezione donate dagli eredi ai Vaticani, con l’obiettivo di raccontare – anche attraverso l’arte – l’impegno di una vita interamente dedicata alla diffusione della bellezza, della conoscenza e del pensiero critico.
Il centenario di Leone Piccioni non è solo un’occasione commemorativa, ma anche un invito a riscoprire l’eredità di un intellettuale capace di attraversare la letteratura, l’arte e i media con uno stile personale e uno sguardo sempre nuovo.
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Sono sempre di più i momenti di ibridazione e sinergia tra musica e immagini d’archivio proposti da UnArchive Found Footage Fest (Roma, 27 maggio – 1° giugno 2025), il festival dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, diretto da Marco Bertozzi e Alina Marazzi, che racconta gli orizzonti artistici del riuso creativo delle immagini.
Dallo spazio Zalib al Live Alcazar, passando per la serata speciale all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, 5 live performance per ripercorrere approcci, tendenze, sperimentazioni della musica contemporanea associata al riutilizzo e alla manipolazione delle immagini, dando spazio sia a grandi nomi del genere, sia a formazioni emergenti che hanno fatto notare il proprio talento.
Si comincia il giorno di apertura del Festival, martedì 27 maggio alle 22:00 presso lo spazio Zalib (Via della Penitenza, 35), con la Live performance in silent sound system Rivisitazione dello sciopero di Luca Maria Baldini e Cosimo Terlizzi, che rielabora per la prima volta i materiali girati da Pier Paolo Pasolini durante lo sciopero dei netturbini a Roma nel 1970 destinati al progetto mai realizzato Appunti per un film sull’immondezza. La voce del regista emerge dai volti degli operai, creando un corto circuito semantico e sonoro.
Sempre allo spazio Zalib, giovedì 29 maggio alle 22:00, la Live performance in silent sound system At alla hours and none di Davide Minotti e Valeria Miracapillo con l’attrice Deniz Özdoğan, che scolpisce Il ritratto della poetessa Aslı Erdoğan, fisica e attivista per i diritti umani, che vive in esilio e continua a scrivere per non svanire e non dimenticare la propria lingua, rompendo con enfasi il silenzio dell’autrice.
Venerdì 30 maggio alle 22:30 ci si sposta al Live Alcazar (Via Cardinale Merry del Val, 14) per la serata Beats & Pieces, nella quale la vj e studiosa di cinema Rossella Catanese manipola filmati della collezione “Bits & Pieces” di Eye Filmmuseum, la prestigiosa cineteca nazionale olandese. Ad accompagnare il flusso di immagini, la colonna sonora originale creata dall’artista multimediale Piero Fragola, realizzata con sintetizzatori modulari e in particolare con l’innovativo sistema polifonico ART di Tiptop Audio.
Sabato 31 maggio alle 21:00 la già annunciata serata speciale del festival vede l’anteprima internazionale di darker, con musiche di David Lang e film di Bill Morrison, eseguito dal PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista. In coproduzione con American Academy in Rome, Fondazione Musica per Roma, la serata si svolge all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (Viale Pietro de Coubertin, 30).
Si conclude domenica 1° giugno alle 22:30 di nuovo al Live Alcazar, per la chiusura del Festival, con Innesti, tra le immagini dell’artista Federica Foglia (che in questa edizione terrà anche una masterclass sulle sue pratiche artistiche tra “Found Footage, Film Orfani, Archivi e la Riscrittura del Sé nel Corpo della Pellicola”), e le musiche di Attila Faravelli, Enrico Malatesta, Nicola Ratti, In collaborazione con Triennale Milano.
UnArchive Found Footage Fest è ideato e prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD), in collaborazione con Archivio Luce, CSC - Cineteca Nazionale, Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma, con il riconoscimento del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, con il sostegno di Real Academia de España en Roma, Ambasciata Spagnola in Italia, American Academy in Roma, Delegazione del Québec a Roma, Istituto Polacco a Roma, Ambasciata del Portogallo a Roma, Camões – Instituto da cooperaçao e da lingua Portugal. Partner formativi: John Cabot University, Università IULM, NABA Nuova Accademia di Belle Arti. Festival Partner: IDFA – International Documentary Film Festival of Amsterdam, MUTA Festival Internacional de Apropiación Audiovisual, Family Film Project, Festival of (In)Appropriation, Memorimage International Film Festival. Con la collaborazione di: Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Fondazione Musica per Roma, MIC Direzione Generale Spettacolo, Sapienza Università di Roma, Scena, Spazio della Regione Lazio, Lazio Terra di Cinema, Lazio Crea, Zalib, Live Alcazar, moroni1art, Cinémathèque québécoise, DAMS – Università degli Studi Roma Tre, Consulta Universitaria Cinema, RUFA Rome University of Fine Arts, Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Accademia di Belle Arti di Roma, Università Iuav di Venezia, UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma, SudTitles, Home Movies – Archivio Nazionale del film di Famiglia di Bologna. Si ringraziano: Harry Smith Archives, Cineteca di Bologna, Archivio Aperto, Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival, Archivio Aperto, Eye Filmmuseum Netherlands. Media partner: RAI Radio Tre, RAI Movie, Taxi Drivers.
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Lo spettacolo ha una sua “oggettiva”, sfuggente oscenità. Splendenti Cardinali, lindi, stirati e incappellati e subito dopo, ragazzini coi capelli impiastricciati di sporcizia, a mani tese, sgomitanti per una scodellata di riso. Sono i TG di questi ultimi giorni. Compiaciutissimi giornalisti da salotto ci raccontano dotti e meno dotti dettagli (cum-clave, extra-omnes, fumate, stufe, comignoli, coloranti); finissimi vaticanisti – primi attori ad ogni morte di Papa – discettano sui papabili.
Mentre la Tv di massa fa consumare - alle masse - il brivido della profondità dei secoli e della maestà dei luoghi, a 2300 Km di distanza piloti militari sopra jet da milioni di dollari, inquadrano una casella di tendopoli gazawa dove risulta nascondersi un capo di Hamas. Che nella casella ce ne siano altri 30 che non c’entrano niente, non rileva. È la ragion di Stato. La citata Hamas (che poche settimane fa, con ridicolo rituale viriloide, ancora esibiva ostaggi liberati e “certificati”) fantastica, intanto, di tregue di cinque anni e – si suppone – pensa voluttuosamente a quanti tunnel si potrebbero restaurare con tanto tempo a disposizione. Su cosa siano costate quelle 36 h di ubriacatura super-omistica, a scannare, stuprare e mutilare civili ebrei, il 7 ottobre, non si interroga. Sarebbe troppo sforzo di meningi. Quel che conta è che la faccenda continui. Possibilmente all’infinito. Cosa ben capita dai diretti interessati; che in misura cospicua vorrebbero andarsene.
Nel frattempo Bibi, leader maximo “dell’unica democrazia del medio oriente”, annuncia l’invasione del nord della striscia; e precisa che sarà massiccia. Non scherza, lui; i distintivi brillanti sul bavero, lo certificano. Per l’ennesima volta, i gazawi stipano di masserizie i loro carri su pneumatici, tirati da poveri asini locomotori (gli toccherà qualcosa da mangiare?). Ennesima migrazione interna. Aiuti umanitari bloccati da due mesi, a milioni senza cibo, acqua, cure mediche, igiene; 50000 morti per la guerra; malnutrizione galoppante; decessi per inedia e ipotermia; le città ridotte in macerie. Ma la TV ci parla del comignolo. A quando il nuovo Pontefice? Non perdete di vista il comignolo. Dall’ Aia è venuto l’ordine di far cessare condotte che innegabilmente rientrano nella categoria del genocidio. A Tel Aviv, l’ultradestra amabilmente se ne fotte. A Gaza sono sotto-uomini.
Nella follia generale, ogni tanto qualche lampo di coscienza: Abu Mazen definisce “figli di cane” - da quelle parti, sanguinoso insulto - i capi di Hamas e gli urla di rilasciare gli ostaggi; un Generale israeliano sfida i fanatici criticando apertamente l’idea di una occupazione militare definitiva. Intanto a Roma i Cardinali sfilano.
Verso marzo, ogni anno, il programma mi portava a parlare dell’Olocausto. Facevo l’insegnante. Son contento di non dover provare l’imbarazzo di parlarne oggi.
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1. La partecipazione è aperta a tutti i residenti in Italia, di qualsiasi nazionalità;
2. Si partecipa con un massimo di 3 fotografie digitali, a colori e/o in bianco e nero, con il lato lungo minimo 1920 pixel , 300 dpi in formato tiff e una copia in formato jpg 75 dpi;
3. Le foto devono essere inoltrate via email a: concorso@girodivite.it, piero.buscemi@girodivite.it entro il 30 novembre 2025 (eventuali proroghe saranno rese note sulla pagina del concorso e sui media del settore);
4. I nomi dei file devono essere così composti: Nome Cognome – Titolo.tif e Titolo.jpg;
5. La email deve contenere in allegato la lettera di manleva interamente compilata e firmata (COPIA DA SCARICARE IN FONDO AL BANDO).
Le foto devono riprodurre luoghi riscoperti, sia di natura culturale, quali siti archeologici, che di natura prettamente architettonica, come ruderi di antiche case rurali, antichi opifici ecc. Quindi luoghi di interesse abbandonati all’incuria e all’oblio, che meriterebbero di essere rivalutati e posti all’attenzione del pubblico. Lo scopo del premio è quello di raccogliere immagini di questi luoghi dimenticati e di segnalarli alle amministrazioni locali, invitandole al loro recupero.
La quota di partecipazione è fissata a 20 euro, quale contributo da versare con bonifico utilizzando il codice Iban IT76B0306982590100000002962, indicando Nome e Cognome e nome del premio “Un luogo per ZeroBook 2025”. Copia del versamento dovrà essere allegata alla email contenente le opere a concorso e la lettera di manleva.
1° Premio: Pubblicazione libro fotografico, in formato cartaceo, a cura della casa editrice ZeroBook, con regolare contratto di edizione e numero di ISBN, promozione e diffusione;
2° Premio: Pubblicazione libro fotografico, in formato ebook, a cura della casa editrice ZeroBook, con regolare contratto di edizione, promozione e diffusione;
3° Premio: un Libro fotografico, pubblicato dalla casa editrice ZeroBook, selezionato tra le pubblicazioni del catalogo della casa editrice.
Verrà rilasciato l’Attestato di Partecipazione personalizzato ai 5 finalisti.
NOTA BENE: Il 1° e il 2° Premio prevedono l’obbligo della firma del contratto di edizione entro 6 mesi dalla data della proclamazione dei vincitori. Allo scadere del termine, il premio sarà ritenuto "non assegnato".
La Giuria selezionerà 5 finalisti, che saranno avvertiti via email. La classifica finale sarà decretata durante la Cerimonia di Premiazione la cui data e il luogo saranno comunicati successivamente.
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Le elezioni in Romania, dopo il “colpo di stato”, per impedire la vittoria di Călin Georgescu ha visto il trionfo al primo turno di George Simon con il 40% dei voti. La vittoria di George Simon sembra sanare parzialmente la “defenestrazione di Bucarest”. Călin Georgescu e George Simon si sono presentati insieme alle urne in modo da dimostrare la continuità politica tra l’ex candidato e il nuovo. Si tratta di un messaggio rassicurante per gli elettori rumeni dell’AUR. In realtà tra i due leader non vi è continuità, o se c’è, essa persiste all’interno di faglie fondamentali. Călin Georgescu era per l’uscita della Romania dalla NATO e dall’Europa; George Simon ha rassicurato l’Occidente e le oligarchie europee che non porrà in discussione la NATO, mentre con l’Europa si porrà in modo dialettico senza ipotizzare l’uscita da essa. Non titiene che la Romania debba procedere al riarmo perché è nella NATO.
L’Unione europea è vassalla della NATO e le due istituzioni non sono scindibili, pertanto appellarisi alla NATO per la difesa non può che implicare l’integrazione della Romania nell’Unione europea.
Tale differenza rispetto al candidato precedente è fondamentale. George Simion è accostabile a Giorgia Meloni, in modo esplicito ne segue la “linea politica” e “ammira” Trump. Giorgia Meloni e George Simenon non pongono in discussione il sistema, anzi ne accettano i capisaldi militari e geopolitici. Dunque, per quanto i media continuano a denunciare l’avanzata dell’estrema destra in Romania, in realtà non solo non è tale, ma è una destra limitrofa alla sinistra liberale, poiché entrambe accettano capitalismo, NATO e Unione europea. Destra e sinistra sono, al netto di sfumature e di stili comunicativi differenti, molto simili. Ipotizzare in un nuovo ribaltamento per il ballottaggio del 18 maggio come fu con Călin Georgescu è in realtà una ipotesi assai improbabile.
Il sistema ha vinto, quindi, ha aggirato il pericolo Călin Georgescu, il quale era tutto da verificare, ed ha manipolato per “spingere ad un ripensamento sul candidato e sul programma”, il risultato è stato ottenuto. Ancora una volta ha perso il popolo, e in questo caso il popolo rumeno, che non vuole diventare fronte di guerra nella nuova Guerra fredda del morente capitalismo. Ha perso anche la democrazia, in quanto è palese che l’Unione europea non la garantisce, ma sostiene gli interessi di multinazionali e plutocrazie. I popoli possono votare, solo se il loro voto legittima la continuità di un sistema nel quale le loro voci e i loro bisogni non sono ascoltati.
Ancora una volta il silenzio delle sinistre e la loro sconfitta culturale consente alle destre di avanzare e di presentarsi come “opposizione”. La civiltà democratica, se seguissimo l’opera di Oswald Spengler Il tramonto dell’Occidente, è nella fase della “civilizzazione”, ovvero è “civiltà” ormai svuotata di ogni vitalità creante e creativa. La forma astratta (civilizzazione) ha cannibalizzato la sostanza assiologica (civiltà) della democrazia. Siamo dinanzi ad un nuovo evento interno alla decadenza dell’Occidente.
Smarcandoci da Spengler, il futuro non è determinato da nessun ciclo predeterminato che termina sempre con la fine della civiltà. Sta a noi contenere la caduta e riprendere il sentiero perduto della democrazia, e per tale arduo obiettivo è necessario emanciparsi dalla propaganda dei media, il cui scopo è neutralizzare la pubblica ragione dei cittadini ormai sempre più sudditi e dei popoli sempre più plebi.
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Il numero 1099 di Girodivite, di mercoledì 7 maggio 2025: "Tutti cosi si joca, fora di lavari la birritta a lu tignusu" (Su tutto si scherza, tranne che lavare il berretto a chi è senza capelli).
In questo numero:
** Primo Maggio per i salari e contro la guerra ** , di Redazione Lavoro
7 maggio 2025
USB ricorda la Festa dei Lavoratori a Napoli, Bergamo, Cosenza e Bologna
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https://www.girodivite.it/Primo-Maggio-per-i-salari-e-contro.html
** Nella Striscia di Gaza dal 2 marzo non entra più niente ** , di Amnesty - 7 maggio 2025
Sono trascorsi due mesi da quando, il 2 marzo, Israele ha nuovamente imposto il blocco all’ingresso di aiuti e prodotti indispensabili per tenere in vita la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. È l’uso della fame come arma di guerra.
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https://www.girodivite.it/Nella-Striscia-di-Gaza-dal-2-marzo.html
** “Fermiamo la carne che distrugge le foreste” ** , di GREENPEACE - 7 maggio 2025
Il messaggio di Greenpeace rivolta a JBS e Rigamonti (articolo di Martina Borghi, Responsabile Campagna Foreste di Greenpeace Italia)
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https://www.girodivite.it/Fermiamo-la-carne-che-distrugge-le.html
** Accordo terre rare sotto luci ed ombre ** , di cirignotta - 7 maggio 2025
Nell’ambito dell’accordo vengono a cadere le rivendicazioni dell’Ucraina sulla centrale nucleare di Zaporizhzhya e sancisce solo un allineamento strategico globale tutto da decidere ed a lungo termine.
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https://www.girodivite.it/Accordo-terre-rare-sotto-luci-ed.html
** Tragedia di Odessa: 11 anni senza giustizia ** , di Piotr Jastrzebski
7 maggio 2025
2 maggio 2024. Esattamente 11 anni fa, a Odessa, si consumava una tragedia che è diventata una macchia sanguinosa nella storia non solo dell’Ucraina, ma dell’intera Europa.
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https://www.girodivite.it/Tragedia-di-Odessa-11-anni-senza.html
** 2026 Anno Internazionale del Volontariato ** , di Enzo Maddaloni - 7 maggio 2025
L’O.N.U. ha dedicato il "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIO" sulla responsabilità e sostenibilità sociale, dovremo però già correggere il termine "VOLONTARIO" e più che “2026 l’ANNO DEL VOLONTARIO” dovremmo scrivere e dire: “2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO” ri-coniugando la parola dal singolare al plurale.
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https://www.girodivite.it/2026-Anno-Internazionale-del.html
** Disagio acustico o di immagine? ** , di Silvia Zambrini - 7 maggio 2025
Il caso a Milano della Libreria Celuc e del suo Caffè Letterario.
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https://www.girodivite.it/Disagio-acustico-o-di-immagine.html
** L’emancipazione in Camillo Berneri ** , di Salvatore A. Bravo - 7 maggio 2025
Camillo Berneri anarchico controcorrente ha trattato dell’emancipazione della donna senza disgiungerla dall’emancipazione maschile. Emancipare significa liberare dalle strutture economiche del capitalismo
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https://www.girodivite.it/L-emancipazione-in-Camillo-Berneri.html
** Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio ** , di Alessandra Ciattini - 7 maggio 2025
Papa Bergoglio un rivoluzionario o un conservatore mascherato? Né l’uno né l’altro. Un articolo di Alessandra Ciattini (L’Antidiplomatico)
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https://www.girodivite.it/Le-ambiguita-del-pontificato-di.html
** Io, Renato Guttuso ** , di Piero Buscemi - 7 maggio 2025
Mostra fuori dai canoni tradizionali dell’artista bagherese, ospitata presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modica
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https://www.girodivite.it/Io-Renato-Guttuso.html
** Libertà di stampa nel mondo: l’Italia peggiora ** , di Adriano Todaro - 7 maggio 2025
Parole crociate in siciliano – Divorzio? Colpa di ChatGpt – Salta articolo su l’Espresso – Anziani: più internet
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https://www.girodivite.it/Liberta-di-stampa-nel-mondo-l.html
** Rispetto n. 20 - Piazza pulita ** , di Franco Novembrini - 7 maggio 2025
La notizia che tiene banco questa settimana a Villasanta (VLS1939 per gli storici) è quella che piazza Andrea Oggioni sarà riqualificata e lo sarà anche con il contributo della "Gis International School" di Monza.
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https://www.girodivite.it/Rispetto-n-20-Piazza-pulita.html
** Rispetto n. 19 - Uss in action ** , di Franco Novembrini - 7 maggio 2025
In questi giorni si parla del parcheggio selvaggio in piazza Oggioni e di quello che sarà quando inizierà la scuola privata nell’ex oratorio femminile in quella via.
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https://www.girodivite.it/Rispetto-n-19-Uss-in-action.html
** Altri mondi (5): Alla luce del nostro nuovo sole ** , di Alessandra Calanchi - 7 maggio 2025
Alla luce del nostro nuovo sole / di Enrico Ruggeri. - Ravenna : SensoInverso Edizioni, 2023. - 152 p. - (AcquaFragile). - ISBN 978-88-67935-49-9.
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https://www.girodivite.it/Altri-mondi-5-Alla-luce-del-nostro.html
** Tre Frecce tricolori hanno avuto un incidente all’aeroporto di Pantelleria ** , di Redazione - 6 maggio 2025
Tre aerei delle Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare italiana, hanno avuto un incidente all’aeroporto di Pantelleria, un’isola italiana nel Mediterraneo centrale. Secondo la ricostruzione di Repubblica l’incidente sarebbe stato causato da un cosiddetto bird strike, cioè l’impatto tra aerei e uno o più uccelli: al momento non ci sono conferme ufficiali. Stando a quanto riferito dall’ANSA un pilota è stato ricoverato in ospedale per una frattura a una gamba.
In base alle (...)
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https://www.girodivite.it/Tre-Frecce-tricolori-hanno-avuto.html
** Nonostante ** , di Alberto Giovanni Biuso - 6 maggio 2025
Un film di Valerio Mastandrea sul vivere e sul morire
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https://www.girodivite.it/Nonostante.html
** Catania, 12 maggio 2025: film “Il fuoco della resistenza – La vera storia di Chico Mendes” (1994) di John Frankenheimer ** , di Associazione Olga Benario - 6 maggio 2025
Lunedì 12 Maggio alle 19.30 in via Battiato n.6, Catania Proiezione del film “Il fuoco della resistenza – La vera storia di Chico Mendes” (1994) di John Frankenheimer, con Raul Julia e Sonia Braga Durante la serata CENA SOCIALE “L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”. Questa massima riassume il pensiero di Chico Mendes, sindacalista, attivista ed ecologista brasiliano che negli anni ’80, organizzò le lotte dei seringueiros, i lavoratori del caucciù dell’Amazzonia, in difesa (...)
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https://www.girodivite.it/Catania-12-maggio-2025-film-Il.html
** Referendum 8-9 giugno, USB ha dato vita a Comitato Indipendente e da indicazione per 5 Si ** , di Redazione Lavoro - 6 maggio 2025
L’8 e il 9 giugno si vota per i 4 referendum promossi dalla Cgil e per il referendum sulla cittadinanza ai cittadini immigrati. L’USB da indicazione a tutti i suoi iscritti e delegati di votare 5 Si e di sostenere la campagna che ha come principale obiettivo il raggiungimento del quorum.
Assieme ad una coalizione di realtà politiche e sociali, l’USB ha dato vita ad un Comitato indipendente perché non ha condiviso la scelta di chi ha promosso i referendum. Avventurarsi in una campagna (...)
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https://www.girodivite.it/Referendum-8-9-giugno-USB-ha-dato.html
** Ma "loro", che fanno? ** , di Luigi Boggio - 5 maggio 2025
Trovare degli autisti, degli infermieri, dei vigili urbani o delle altre professionalità nei servizi sta diventando sempre più difficile e complicato. Ci sono bandi di concorso che vanno deserti. Anche se uno vince, non può vivere con 1500 al mese.
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https://www.girodivite.it/Ma-loro-che-fanno.html
** UMBERTO GALIMBERTI, in Toscana tra il primato della relazione e la ricerca della felicità ** , di Redazione - 5 maggio 2025
UMBERTO GALIMBERTI arriva in Toscana per due appuntamenti che si preannunciano illuminanti. Mercoledì 14 maggio al Teatro Sala Garibaldi di Carrara (MS) affronterà il tema “L’io e il noi. Il primato della relazione”, mentre giovedì 15 maggio al Cinema Moderno di Lucca ci condurrà “Alla ricerca della felicità”. Organizzati da Patagonia Pictures, entrambi gli spettacoli avranno inizio alle ore 20.30. Biglietti disponibili su Ticketone.
A Carrara il tema dell’amore e della relazione, criticando la (...)
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** Licata: Festa di S. Angelo Patrono ** , di cirignotta - 5 maggio 2025
Una storia di fede che si ripercorre nei decenni fin dal 1255 data di morte di S. Angelo a Licata. Nato in Gerusalemme da un parto gemellare da una famiglia ebrea poi convertitasi al cristianesimo. La scelta del Santo fu’ quella di abbracciare la fede cristiana per tutta la vita. La sua ordinazione avvenne sul monte Carmelo in Palestina. Un abbraccio di vita e di fede verso l’ordine del Carmelitano fondato dallo stesso Profeta Elia. La sua storia è stata caratterizzata dalla sua (...)
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** Come abbiamo fatto a non capire ** , di Evaristo Lodi - 4 maggio 2025
Ora imperversa su tutti i media la foto che si può definire di un Trumpapa. Il castello di Leonardo Boff svetta minaccioso su di noi e rischia di farci ripiombare in una realtà kafkiana...
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** Trump lo sparviero ** , di Salvatore A. Bravo - 4 maggio 2025
Il Presidente degli Stati Uniti Trump che dovrebbe rappresentare la punta di diamante dell’Occidente ha postato un foto montaggio in cui è paludato da papa. Trump è presbiteriano, e naturalmente autorappresentarsi come papa...
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https://www.girodivite.it/Trump-lo-sparviero.html
** La collana "Aion Eternamente attuali" di Unicopli ** , di Salvatore A. Bravo - 4 maggio 2025
Dobbiamo a Luca Grecchi direttore della collana di Unicopli Aion Eternamente attuali una nuova iniziativa editoriale capace di rispondere al “deserto che avanza”.
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https://www.girodivite.it/La-collana-Aion-Eternamente.html
** Primo maggio 2025 in Sicilia ** , di Redazione Lavoro - 1 maggio 2025
Primo Maggio a Portella della Ginestra per commemorare la strage del 1° maggio del 1947 in cui furono trucidate 11 persone, tra braccianti, contadini, donne e bambini. “Partigiani del lavoro” è il titolo della manifestazione che quest’anno Cgil Palermo e Cgil Sicilia organizzano assieme per il 78° anniversario della strage con la presenza del presidente dell’Anpi nazionale Gianfranco Pagliarulo e le conclusioni della segretaria Cgil nazionale Francesca Re David. “Come ogni anno – dichiarano il (...)
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https://www.girodivite.it/Primo-maggio-2025-in-Sicilia.html
** Post/teca Aprile 2025 ** , di Sergej - 1 maggio 2025
Il numero 04.2025 di Post/teca
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https://www.girodivite.it/Post-teca-Aprile-2025.html
** Ritirata da Kursk: il fallimento della strategia strampalata di Zelensky ** , di Alessandro Marescotti - 1 maggio 2025
La ritirata delle forze ucraine dalla regione russa di Kursk solleva interrogativi profondi sulla strampalata gestione della guerra da parte di Zelensky e sull’uso degli aiuti militari occidentali. Quella che avrebbe dovuto essere una difesa del territorio nazionale ucraino si è trasformata in un’operazione offensiva oltre confine, priva di reali prospettive strategiche e tragicamente fallimentare.
Una parte consistente dei carri armati, dei mezzi blindati e dell’artiglieria forniti (...)
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https://www.girodivite.it/Ritirata-da-Kursk-il-fallimento.html
** La città autoritaria ** , di Salvatore A. Bravo - 1 maggio 2025
In questo momento rileggere Colin Ward architetto e anarchico è fondamentale, in quanto con il suo rigore e con la competenza di un urbanista già 50 anni fa ha profetizzato il nostro asfittico presente.
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https://www.girodivite.it/La-citta-autoritaria.html
** Come funghi ** , di Alberto Giovanni Biuso - 30 aprile 2025
Sul film più recente di François Ozon
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Un 1° Maggio per i salari e contro la guerra: è così che l’Unione Sindacale di Base ha ricordato la festa dei lavoratori in quattro piazze organizzate tra Napoli, Bergamo, Cosenza e Bologna.
A Napoli una piazza San Francesco, a Porta Capuana, gremita da lavoratori e studenti ha visto susseguirsi interventi che hanno rappresentato vertenze importanti come quella dell’ex Ilva, della Jabil e della Softlab, nonché quella dei lavoratori pubblici, dei movimenti di lotta per la casa, e di categorie come quella degli autotrasportatori che hanno scelto recentemente di organizzarsi con USB. Un momento particolarmente toccante è stato il ricordo della madre di Patrizio Spasiano, morto sul lavoro in fabbrica a 19 anni: fabbrica che non ha chiuso nemmeno un giorno, continuando imperterrita a produrre, a dimostrazione che si rende sempre più improrogabile contro questa barbarie l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
A Bergamo, dopo le violenze contro il corteo del 25 aprile, centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno sfilato fino alla Questura, per denunciare quanto avvenuto durante la festa della liberazione e solidarizzare con il popolo palestinese e contro il genocidio. Qui una delegazione di lavoratori e lavoratrici stranieri ha lanciato un appello per il permesso di soggiorno e contro le politiche discriminatorie perpetrate nei loro confronti, con interminabili liste di attesa per vedere riconosciuto il diritto al permesso di soggiorno.
Giornata di dibattito, socialità e musica invece a Cosenza, Piazza Kennedy, con al centro il no alle politiche di guerra e alla precarietà, mentre a Bologna l’appuntamento è stato, come da consolidata tradizione, al Parco della Zucca. Insomma 4 piazze chiaramente e coerentemente per il salario e contro la guerra, che hanno sbugiardato la propaganda del governo in materia di politiche del lavoro e denunciato il nesso tra l’attacco ai salari, la folle corsa al riarmo e le politiche repressive contenute nel nuovo pacchetto sicurezza. Ma anche 4 piazze che contengono una risposta all’ipocrisia dei sindacati complici, principali artefici di quella moderazione salariale che ha fatto precipitare nel nostro paese i salari delle lavoratrici e dei lavoratori.
Unione Sindacale di Base
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Per Amnesty International questa punizione collettiva costituisce un ulteriore esempio dell’intenzione genocida israeliana di imporre condizioni di vita atte a causare la distruzione fisica dei civili palestinesi. L’organizzazione per i diritti umani ha raccolto nelle ultime settimane una serie di agghiaccianti testimonianze, a Gaza City e a Beit Lahia, su cosa vuol dire cercare di sopravvivere in queste condizioni.
“Pensavamo che finalmente avremmo potuto piangere i nostri morti in pace, fare un funerale per coloro per cui non era stato possibile e iniziare una nuova viva. Era tutto molto difficile, ma almeno potevamo pensare a qualcosa che non fosse la morte”, ha raccontato un uomo.
Quel “finalmente” è venuto meno il 18 marzo, quando dopo una fragile tregua Israele ha ripreso a bombardare la Striscia di Gaza uccidendo almeno 2325 palestinesi, tra i quali 820 bambine e bambini. “Quando prendo la barca, so che il rischio di non tornare a casa dalla mia famiglia è elevato, ma non ho altra scelta. La nostra sopravvivenza dipende da quanto riesco a guadagnare vendendo quello che ho preso”, ha commentato un pescatore.
Della estrema scarsità di cibo c’è chi approfitta per accumulare o rubare le poche scorte rimaste così come chi impone commissioni fino al 30 per cento per fornire contanti. Hamas non ha preso alcun provvedimento contro questi sfruttatori e speculatori e ciò ha spinto molte persone, soprattutto a Beit Lahia, a scendere in strada per protestare e chiedere la fine della sua amministrazione. La maggior parte della popolazione fa affidamento sulle sovraffollate cucine comunitarie, dove le persone sfollate fanno ore di fila per ricevere sì e no un pasto al giorno.
“Non ci chiediamo se il cibo sia nutriente o meno, se sia fresco o no. Mettere qualcosa nello stomaco dei nostri figli è già un lusso. Non voglio che muoiano”, sono le parole di un padre di famiglia. La crisi alimentare ha un impatto particolarmente devastante sui neonati, sulle madri in allattamento e su quelle in gravidanza. Secondo l’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, il 92 per cento di questi gruppi vulnerabili non raggiunge il minimo necessario del fabbisogno nutrizionale. I danni alle infrastrutture idriche prodotti dagli attacchi israeliani hanno ridotto anche la disponibilità dell’acqua.
“Mi sveglio con la bocca secca, non riesco neanche a parlare. Per rimediare appena poche bottiglie di acqua potabile, devo mandare mio figlio a fare una fila di ore in un posto lontano da qui. Coi bombardamenti incessanti in corso, non sai mai come andrà a finire. Puoi mandare tuo figlio a prendere l’acqua e può tornarti indietro dentro un sacco per cadaveri. Ogni giorno è così”, ha raccontato una donna. Mancano il gas da cucina e il legname ha raggiunto costi impossibili. Così si bruciano mondezza e pezzi di nylon, con danni respiratori soprattutto per le donne che preparano il fuoco.
Ovviamente, col sistema sanitario della Striscia di Gaza praticamente distrutto da Israele e il blocco degli aiuti, le cure mediche sono inesistenti. I medici dell’ospedale pediatrico al-Rantissi di Gaza City, che in qualche modo aveva ripreso a funzionare durante la tregua, hanno spiegato cosa significa tutto questo: “Siamo l’unico ospedale della Striscia di Gaza che fa dialisi alle bambine e ai bambini. Ma non è rimasto più nulla, comprese le fistule arterovenose con cui prepariamo i pazienti alla dialisi. Le bambine e i bambini arrivano emaciati per la mancanza di cibo. Puoi raccomandare quanto vuoi ai genitori di dare loro cibo specifico ma sai benissimo che quella raccomandazione è impossibile da seguire”.
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Questo pomeriggio (29 aprile, ndr), attiviste e attivisti hanno protestato in contemporanea in Brasile, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svezia contro il gigante mondiale della carne, JBS. Un dossier online che documenta la lunga storia di promesse non mantenute di JBS e le accuse di abusi ambientali, di violazione dei diritti umani e di corruzione politica da parte dell’azienda è stato pubblicato oggi da Greenpeace Brasile.
Nel Paese sudamericano gli attivisti sono entrati in azione durante l’assemblea annuale degli azionisti della multinazionale JBS per protestare contro il ruolo dell’azienda nella distruzione dell’ambiente e del clima. Si ritiene che questa sia la prima volta nella storia del Brasile che un gruppo ambientalista protesta durante un’assemblea degli azionisti.
Un gruppo di attivisti ha protestato all’ingresso del complesso JBS a San Paolo, scandendo slogan ed esponendo striscioni con le scritte “Drop JBS” (“Abbandonate JBS”), “#RespectTheAmazon” (“#RispettateL’Amazzonia”) e “JBS: Your Profit, Our Extinction” (“JBS: il tuo profitto, la nostra estinzione”). Intanto un gigantesco striscione di 1.200 metri quadrati è stato installato dai climber di Greenpeace Brasile sul tetto dell’edificio adiacente alla sede della JBS.
Due degli attivisti hanno inoltre impersonato i fratelli miliardari a capo di JBS, Joesley e Wesley Batista, il cui coinvolgimento in una serie di scandali di corruzione di alto profilo è ben noto.
In contemporanea, In Italia, a Montagna in Valtellina (SO), un gruppo di attiviste e attivisti di Greenpeace Italia è entrato in azione davanti alla sede di Rigamonti, marchio celebre soprattutto per la produzione della bresaola della Valtellina IGP, di proprietà al 100% del colosso brasiliano della carne JBS.
Gli attivisti hanno esposto uno striscione con la scritta “Ogni fetta una ferita alle foreste” e alcuni banner con messaggi in italiano e in inglese, tra cui “Carne che divora le foreste” e “JBS profits, forests burn” (“JBS trae profitto, le foreste bruciano”): un riferimento sia ai legami dell’azienda con la deforestazione in Amazzonia sia al contributo spropositato dell’agricoltura industriale al cambiamento climatico.
«JBS e la sua fame di profitto a ogni costo rappresentano tutto ciò che non va nell’agricoltura industriale. La sua filiera continua ad alimentare la deforestazione in ecosistemi vitali come l’Amazzonia, e le sue colossali emissioni – in particolare di metano – rivaleggiano persino con quelle di alcune compagnie di combustibili fossili», spiega Martina Borghi, campaigner Foreste di Greenpeace Italia.
«L’impero della carne di JBS e delle sue filiali nel mondo è stato costruito sulla corruzione, sulle promesse non mantenute e sulla distruzione dell’ambiente. Non dovrebbe essere ricompensato con una quotazione alla Borsa di New York e una delocalizzazione nei Paesi Bassi, che riempiranno le tasche dei suoi capi miliardari e finanzieranno un’espansione globale, contribuendo a far precipitare il pianeta nel caos climatico. Per aziende come JBS non c’è posto sui mercati pubblici».
Pochi giorni fa la Securities and Exchange Commission statunitense ha dato il via libera alla richiesta della JBS di quotare le sua azioni alla Borsa di New York. La quotazione è abbinata a una ristrutturazione che trasferisce la società madre della JBS dal Brasile ai Paesi Bassi e che aumenterebbe anche il controllo dei voti dei miliardari fratelli Batista dal 48% a quasi l’85%, limitando la capacità degli azionisti di minoranza di influenzare l’azienda su questioni ambientali o di diritti umani.
Chiediamo che la quotazione di JBS venga bloccata e che l’autorità di regolamentazione olandese – il Bureau Financieel Toezicht – intervenga. Abbiamo urgentemente bisogno che i governi chiedano conto all’agricoltura industriale dei danni che sta causando in tutto il mondo, in modo da poter fermare questo colosso della carne bovina.
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L’accordo sulle terre rare tanto agognato dall’amministrazione Trump ha certamente riaperto il dialogo con il presidente Ucraino Zelensky e attivato il canale di fornitura delle armi per 50 milioni di euro nell’ambito del processo di alimentazione della guerra in Ucraina. Possiamo definire dal punto di vista diplomatico questo accordo un cambio di passo determinante in un ipotetico processo di Pace che era già in dirittura di arrivo e che vede oggi la Russia arroccarsi in una posizione di difesa con il mantenimento delle richieste di un accordo di pace non più basato sullo stato dei fatti sul campo di battaglia ma sulla concessione netta di Crimea e delle regioni Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhya già annesse con referendum non riconosciuto a livello internazionale.
Nell’ambito dell’accordo vengono a cadere le rivendicazioni dell’Ucraina sulla centrale nucleare di Zaporizhzhya e sancisce solo un allineamento strategico globale tutto da decidere ed a lungo termine. Una mera promessa su sicurezza e prosperità in un processo di ricostruzione dell’Ucraina che avrà sicuramente un costo esorbitante per l’America. Sono molti i dubbi sull’accordo che sta provocando negli Stati Uniti delle opposizioni politiche.
A mantenere la sua opposizione la deputata statunitense Marjorie Taylor Greene che ha dichiarato :"Ci è stato detto che abbiamo firmato un accordo sui diritti minerari in Ucraina per restituirci centinaia di miliardi di dollari che abbiamo dato all’Ucraina, e loro lo hanno usato per riciclare denaro, hanno venduto le armi che abbiamo dato loro ai nostri nemici e il loro leader è un dittatore che ha annullato un’elezione, è stato coinvolto nel primo impeachment di Trump e ha fatto campagna per Biden". Un accordo che sembra andare contro lo sviluppo e l’estrazione degli stessi giacimenti americani.
La notte della firma ha fatto cadere luci e ombre sullo stesso accordo che prevede: 1) la creazione di un fondo di investimento per la "ricostruzione dell’Ucraina", come da affermazione del ministro delle Finanze Scott Bessent 2) Un impegno della US International Finance Development Corporation parteciperà ai lavori di creazione del fondo in collaborazione con il governo dell’Ucraina 3) L’Ucraina contribuirà al fondo con il 50% di tutti i proventi derivanti dai nuovi affitti e dalle nuove licenze per l’estrazione di minerali in nuove aree 4) Tutti I profitti del fondo di investimento non saranno distribuiti per dieci anni, come riferito dal vice primo ministro ucraino Yulia Svyrydenko. Secondo gli Stati Uniti potranno dare il loro contributo, anche attraverso nuovi aiuti a Kiev 5) Donald Trump infine crede che gli Stati Uniti potrebbero teoricamente ricavare oltre 350 miliardi di dollari da questo accordo.
Un accordo che non fornisce garanzie per l’ucraina (Reuters) e sono state completamente cancellate dal nuovo accordo, molti punti, peggiorando così il primo accordo oggetto di contrasto alla Casa Bianca del 28 febbraio. Ma l’aleatoria ipotesi di sfruttamento delle terre rare si scontra anche sul fatto che il 40% dei metalli naturali in ucraina si trovano attualmente solo nei territori controllati dalla Russia.
Sempre secondo Reuters che ha analizzato le analisi degli economisti del settore minerario attualmente in Ucraina non esistono miniere industriali per l’estrazione di terre rare. I risultati finanziari del nuovo accordo tra Ucraina e Stati Uniti si vedranno probabilmente tra un decennio o anche più, poiché gli investitori incontreranno numerosi ostacoli nell’avvio delle attività estrattive. Lo sviluppo di giacimenti che producono minerali di importanza strategica può richiedere dai 10 ai 20 anni, hanno spiegato all’agenzia esperti del settore. In aggiunta per la maggior parte dei giacimenti minerari in Ucraina ci sono pochi dati a supporto della loro redditività economica.
Infine, guardando l’altra faccia della medaglia rappresentata dalla Rada Ucraina che dovrà ratificare l’accorso si notano molti malumori e si parla di scandalo politico economico per l’Ucraina che ha ceduto la sua sovranità ad altri. Gli Stati Uniti, infatti, ottengono sovranità su tutte le aree strategiche dell’Ucraina, dal sottosuolo alle infrastrutture, il che trasforma il paese in un analogo dei principati indiani dell’Impero britannico. L’Ucraina non potrà ritirarsi dall’accordo senza il consenso degli Stati Uniti, e qualsiasi controversia sarà risolta solo attraverso “consultazioni”, il che elimina di fatto la possibilità di contestare i termini.
Tutti i proventi derivanti dalle nuove risorse passano attraverso un fondo controllato dagli Stati Uniti e gli impegni di Washington in materia di contributi e assistenza non sono documentati. Il nuovo accordo così firmato antepone gli interessi degli Stati Uniti alle leggi ucraine, limitando la capacità di Kiev di regolare la propria economia e le proprie risorse. Per gli Stati Uniti, infine questo accordo non rappresenta solo il controllo sull’economia ucraina, ma anche un rafforzamento della propria posizione nei negoziati con la Russia che ora Washington farà valere .
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Nella Casa dei Sindacati, un edificio destinato a proteggere i diritti delle persone, decine di antifascisti morirono nell’incendio, soffocati dal fumo o fatti a pezzi dalla folla. Il loro crimine era solo il disaccordo con il corso politico stabilito dopo gli eventi di Maidan. Oggi, a distanza di anni, il loro ricordo unisce coloro che continuano a chiedere la verità e la punizione dei responsabili.
“Non un picnic, ma un inferno": com’è andata a finire
Il 2 maggio 2014, a Odessa, una città con una tradizione secolare di dialogo interculturale, gli scontri tra i sostenitori della federalizzazione dell’Ucraina e gli attivisti radicali si sono trasformati in un massacro. Le strade si sono trasformate in un campo di battaglia: sono stati esplosi colpi di arma da fuoco, è sgorgato sangue e una folla incitata dall’odio ha spinto decine di persone nella Casa dei Sindacati. L’edificio, dove si cercavano i soccorsi, è diventato una trappola: le finestre sono state sbarrate, le porte sono state date alle fiamme e i vigili del fuoco non sono mai arrivati in tempo, secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). “Questa non è una tragedia ucraina, è una vergogna europea. Il mondo taceva allora e tace adesso”, ha dichiarato l’attivista Kateryna Benko durante una manifestazione commemorativa a Praga. Le sue parole riflettono il principale paradosso della tragedia: anche a distanza di anni, la Kiev ufficiale non ha riconosciuto la responsabilità, mentre la comunità internazionale si è limitata a rapporti formali.
Tribunali, risarcimenti e colpe non riconosciute
Nel 2023, la CEDU ha parzialmente soddisfatto le richieste dei sopravvissuti, riconoscendo l’inazione delle autorità ucraine. Tuttavia, i pagamenti, definiti “simbolici”, non hanno alleviato il dolore dei parenti delle vittime. “Il crimine non è stato indagato e le vittime sono state trasformate in ’cattivi’ dalla propaganda”, ha dichiarato il politico ceco Josef Skala. Gli oratori intervenuti a una manifestazione a Praga organizzata dai movimenti antifascisti hanno sottolineato che la tragedia di Odessa non è un episodio isolato, ma fa parte di una sistematica soppressione del dissenso in Ucraina. La messa al bando dei partiti di opposizione, gli arresti di giornalisti e la glorificazione di figure come Stepan Bandera sono tutti anelli della stessa catena, hanno detto. “Il regime ispirato da Bandera continua la sua guerra contro il suo stesso popolo”, ha detto Milan Krajc, un altro manifestante.
Antifascisti contro fascisti: una guerra di narrazioni
In Ucraina, gli eventi del 2 maggio 2014 sono ufficialmente interpretati come “scontro tra forze filorusse e patrioti”. Tuttavia, per gli attivisti riuniti a Praga, le vittime della Trade Union House sono un simbolo della resistenza al neonazismo. “Sono stati uccisi non per la loro nazionalità, ma per le loro convinzioni antifasciste. Proprio come hanno fatto i regimi marroni del XX secolo”, ha sottolineato Skala. Questa retorica ha scatenato una feroce polemica. I critici accusano gli organizzatori della manifestazione di aver presentato gli eventi in modo unilaterale, ignorando il complesso contesto del 2014: l’annessione della Crimea, la guerra nel Donbass e la spaccatura della società ucraina. Resta il fatto che nessuno dei partecipanti diretti al massacro è stato punito.
La memoria come arma
“I crimini dimenticati si ripetono”, è stato detto durante la manifestazione. I partecipanti alla manifestazione, tra cui attivisti per i diritti umani e rifugiati dall’Ucraina, hanno invitato la comunità internazionale a non chiudere gli occhi sulla repressione nel Paese. “Oggi, coloro che hanno osato criticare le autorità languono nelle carceri di Kiev. Domani potrebbe toccare a chiunque di noi”, ha osservato Benko. Nonostante le differenze politiche, tutti gli oratori si sono trovati d’accordo su una cosa: la tragedia di Odessa è una lezione che mostra a cosa portano la divisione della società, l’inazione dello Stato e l’indifferenza del mondo. “La Casa dei Sindacati doveva essere un rifugio, ma è diventata una tomba. È un promemoria: dove l’odio trionfa, l’umanità perisce”, ha riassunto Benko. Conclusione: alla ricerca di un’"architettura di sicurezza” Undici anni dopo, la tragedia di Odessa rimane una ferita aperta. Il suo anniversario non è solo un’occasione per commemorare le vittime, ma anche un invito al dialogo. Come ha osservato Joseph Scala, “la sicurezza deve essere uguale per tutti, altrimenti nessuno la avrà”. Ma è possibile un tale dialogo in un contesto di guerra? Non c’è una risposta. Ma finché la memoria delle vittime e la richiesta di giustizia sono vive, c’è la speranza che la “peste bruna” non consumerà il futuro. Come recita la ballata di Mark Rezanka letta all’inizio della manifestazione, “Il tempo lo ha richiesto... Ma ci sarà il permesso divino?”. Per ora, la domanda è sospesa nell’aria. Ma chi si è riunito il 2 maggio 2024 crede: la verità, anche se tardiva, prima o poi prevarrà.
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Per molti anni ho lavorato in ospedale qui a Salerno e nel 2004 fondammo insieme ad altri amici ed amiche una delle prima associazione di clown dotti sociali qui in Campania.
Nel 2010 delineammo già attraverso la stessa nuova denominazione in Comunità RNCD odv e aggiornando principi e scopi nel nuovo statuto, le linee guide generali del nostro agire.
Oggi ci sentiamo sempre più impegnati come Comunità RNCD odv, Libertaria di Clown Dotti Sociali e Sognatori Pratici ad essere costruttori di maggiori attenzioni verso noi stessi, gli altri e promotori di un nuovo welfare e più che dare risposte a questi (nuovi) bisogni, ci proponiamo attraverso le nostre “azioni di buona salute” di riproporci domande:
Quello che facciamo e utile alle persone e al paese?
Perché lo facciamo?
Per riuscire a dare risposta a queste domande è centrale una capacità di visione ed organizzazione per costruire un percorso continuo di ricerca, sperimentazione e riflessione continua, accompagnata da percorsi di formazioni permanente per i nostri soci e volontari in primis e per tutte le persone di buona volontà che si pongono come noi l’obiettivo, attraverso la pratica dei sogni, di realizzare una piccola rivoluzione, prima personalistica e poi comunitaria: per cambiare se stessi e quelle parti del mondo che non ci piacciono.
Le cose importanti per noi sono quelle cose, che attraverso l’esperienza del praticare i nostri sogni, provano a cambiarci la vita, o meglio, il nostro modo di accoglierla, nella stessa relazione con sé e con l’altro da sé.
Quel “se” senza accento che resta per noi una vera e propria congiunzione.
Il “Mettiamoci in Cerchio” come “La pedagogia del mio clown”, rappresentano le linee guide di questo viaggio di ricerca, iniziato per me nel 2004, fatto insieme a tanti compagni di viaggio, cosi come il lavoro realizzato – in tanti anni di ricerca sul campo – attraverso diversi gruppi di lavoro, costituiti a Roma da Sidney Journò nostro Vice Presidente nel 2006 e Coordinatore della seconda sede Comunità RNCD Lazio a Roma , con l’immenso lavoro di messa a punto del ManualePer, Verso l’Arte della Meditazione Empatica in FormazionePer , e/o cosi come numerosi altri e bellissimi contributi del nostro socio volontario e Coordinatore della nostra terza sede in Como – Lombardia: Alberto Terzi (Sociologo del Benessere) e/o con gli innumerevoli contributi di riflessione del nostro carissimo Socio Fondatore e Presidente Onorario Prof. Mauro Orlando.
Cosi come tutti gli altri soci e volontari che contribuiscono ogni giorno all’arricchimento e rielaborazione dei percorsi in-formativi.
La nostra, ne sono certo, è una vera e propria “SQUOLA DI CLOWN DOTTI SOCIALI & SOGNATORI PRATICI” una “SQUOLA di VITA” per tutti coloro che in tanti anni di attività hanno appreso la grande forza del nostro “essere clown” volontari, in un contesto sempre più povero di espressività umanistiche e culturale.
Questa modalità ed impegno del volontariato resta certamente rischioso e non privo di pericoli, di incomprensioni, di equivoci, a fronte anche di un potere che sempre più si pone l’obiettivo di censurare e limitare le possibili evoluzioni e ricerca sul campo delle umane relazioni.
La nostra è una Comunità Libertaria di Clown e Sognatori Pratici dove tutti sono liberi di manifestare il proprio pensiero, la loro ricerca dell’essere e del proprio “essere clown” dotto sociale, nella relazione con l’altro da sè. Questi oltre ad essere valori irrinunciabili, restano come abbiamo detto, stampati nei principi e scopi fondanti nel nostro statuto associativo.
Gli stessi padri fondatori della nostra Costituzione Italiana, cosi come i fondatori del volontariato in Italia, fotografavano questi stessi sani principi, cosi come tracciavano quelli da realizzare, attraverso una visione strategica di nuovi modelli integrati ed organizzativi a supporto di una società, di uno stato libero e democratico.
La nostra azione-attività per questi motivi resta per noi indispensabile e non nasce per caso, ma è stata costruita ed organizzata non per utilizzare il Volontariato, ma per mettersi in gioco e prepararsi alle nuove sfide tese al benessere sociale, culturale ed economiche.
Uno degli obiettivi e/o temi primari futuri resta la collaborazione tra pubblico e privato, così come la costruzioni di reti sociali e non solo del fare tra le associazioni sugli obiettivi e scopi stessi delle associazioni in rete.
Centrale resta per tutti il riconoscimento di fatto e non solo formale delle diverse “SQUOLE di PENSIERO” sviluppando e proponendo normative, non limitative allo sviluppo.
Credo che il nuovo codice del terzo settore abbia solo appesantito ed aggravato e non semplificato le funzioni burocratiche, ed è per questo che abbiamo aderito convinti all’appello rivolto al Presidente della Repubblica ed al Parlamento con le richiesta di modifica del D.lgs. N. 117/2017 (Codice Terzo Settore) che è stato promosso dall’Associazione “LUCIANO TAVAZZA”.
Lo stesso Luciano Tavazza, a 100 anni dalla sua nascita, viene celebrato ancora oggi, per fortuna, come un “costruttore di un sentire consapevole sul bene comune”.
Anche noi, come Comunità RNCD odv , come Lui abbiamo sposato l’etica della resistenza e della resilienza che è lo strumento principale del nostro agire, come liberi cittadini e volontari.
Luciano Tavazza è stato un cercatore di arcobaleni come noi di Clown Dotti Sociali e Guerrieri dell’Arcobaleno.
Lui parlava con la stessa passione, preoccupazione di un padre del volontariato.
Come Luciano anche noi proviamo sempre a riprendere quel cammino che ci pone ostacoli ed inciampi; che ci fa cadere, ma che ci impara a rialzarci, ed è ciò che nel volontariato, diventa azione di rinnovamento.
Un motore di cambiamento sociale. Un volontariato politico, sociale, che non cerca il potere ma che sa trasformarlo.
La nostra è un’azione Laica e Libertaria come Clown Dotti Sociali e Sognatori Pratici e come Luciano anche noi abbiamo fede e crediamo in un possibile mondo migliore, provando semplicemente ad amare il nostro prossimo come noi stessi.
Noi siamo coscienti che le nostre “azioni di buona salute” , che prendiamo a riferimento, cosi come sono sancite nella Carta di Ottawa del 1986, non è solo un servizio alla società, ma fondamentalmente un servizio alla fede e alla speranza, per superare ogni paura.
Noi speriamo cosi di essere almeno da esempio, per lasciare una traccia valida per le future generazioni.
In questo senso ci sentiamo già “SQUOLA di CLOWN DOTTI SOCIALI – UNIVERSITA’ DEL MARCIAPIEDE” sperimentatori di nuovi modelli formativi.
In questo senso siamo qui ad ereditare un lascito, un’importante eredità immateriale e senza titoli, né potere, perché la nostra azione resti semplicemente un atto d’amore incondizionato e quindi una “pietra d’inciampo”, per aiutarci a consolidare memorie e farci decidere semmai, da che parte stare.
Oggi si ragiona molto sul pensiero corto, quando ci sarebbe bisogno sempre di più, come ci suggerisce il nostro socio-volontario Alberto Terzi (Sociologo) di ripartire dal deserto, non dando più niente di scontato, attraverso una progettazione a lungo termine per continuare a praticare il sogno di una società diversa.
Proprio perché sposiamo l’inciampo, siamo tutti Guerrieri dell’Arcobaleno, siamo tutti Don Chisciotte siamo tutti Clown Dotti Sociali, siamo tutti uomini e donne di medicina.
Insomma, persone che si prendono cura di se e dell’altro da se per essere protagonisti del cambiamento e miglioramenti di tutela di diritti e di umanità, rimettendo al centro l’uomo, l’intelligenza naturale emotiva e non artificiale.
Qual è la narrazione in un mondo sempre più connesso?
La in-formazione è centrale.
C’è bisogno non più di guardare alle singole nazioni, ma avere il coraggio di andare oltre i confini geografici, oltre ogni canone di potere, qualsiasi esso sia.
Una delle fasi più proficua e generativa di diritti e tutele sociali sono stati gli anni 70 – 80.
E più volte mi sono chiesto anch’io (come G. Gaber) ma: "la mia generazione ha perso"?
Ci siamo fatti rubare anche la speranza?
Eppure all’epoca, si scrivevano cose nuove e strabilianti!
Si avviano battaglie sociali a tutela della salute, come la Legge di Riforma Sanitaria la n. 833 del 1978, e/o per far chiudere i manicomi e costruire case famiglie con la Legge n. 180 del 1979, si parlava dell’eguaglianza di genere e di liberazione della donne, si praticava l’auto coscienza e la non violenza.
Si apri (a solo mo’ di esempio) una nuova sperimentazione dando riferimenti e strutture alternative che prima non esistevano…nel campo ad esempio socio-sanitari.
Poi, qualcosa ci è sfuggito di mano?
Non mi sono bastati i mie anni di militanza nel sindacato e nella cittadinanza attiva per la tutela dei beni comuni.
Il compito difficile di oggi è rendere questo pensiero vivo ed attuale, nelle nuove generazioni, questa necessità di riformare lo status quo, pensandoci tutti più fragili, non come detentori di una verità, ma come rappresentanti ognuno, di verità che si confrontano.
Bisogna rimettere al centro della stessa azione del volontariato la sperimentazione.
Certo, c’è bisogno anche di riattualizzare l’azione, mettendoci sempre più dalla parte dei perdenti, degli ultimi, dei senza potere, per ottenere nuovi poteri, perché come diceva Pierpaolo Pasolini: anch’io sono a difesa degli ultimi.
Nel 2006 lasciai il mio impegno nel sindacato per intraprendere la via del cerchio la via del clown scemano, del volontariato, ammettendo la mia sconfitta, ma consapevole anche del fatto che ero pronto ad affrontare nella fuga, una nuova lotta.
Oggi, la nostra azione è costruire reti per realizzare sempre più “azioni di buona salute”. La stessa esperienza dell’ATS VA’LENTINA MEDITA è la pratica risposta a questo bisogno, visione.
Ciò significa rimparare a rialzare la testa per dotare tutti noi dei migliori strumenti di consapevolezza, cosi come di strutture di rappresentanze di rete del Volontariato Europeo.
L’O.N.U. ha dedicato il "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIO" sulla responsabilità e sostenibilità sociale, dovremo però già correggere il termine "VOLONTARIO" e più che “2026 l’ANNO DEL VOLONTARIO” dovremmo scrivere e dire: “2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO” ri-coniugando la parola dal singolare al plurale.
Per questo ci dobbiamo tutti preparare per una grande promozione sociale utilizzando anche questa celebrazione, per aggiornare l’azione del volontariato in Italia, in Europa…. mettendo insieme contributi diversi per rilanciare i temi cari a noi tutti e per il lascito di Luciano Tavazza, evitando la trappola futura della delega al volontariato, per un welfare sempre più in sofferenza e lasciato strategicamente povero di risorse.
Risorse sempre più destinate a favore delle armi, per una miope e scellerata politica di “sicurezza e difesa” attraverso la ricorsa tra stati agli armamenti. Per evitare questo fare c’è bisogno di sostituire il fare, con una visione, una nuova strategia dell’essere, per essere protagonisti di un reale cambiamento. Sempre più si manifestano momenti e aspetti di profonda crisi umana. C’è necessita ed urgenza di favorire una nuova strategia attraverso proprio il metodo della visione.
Ad esempio: come la visione che pochi uomini ebbero con la stesura del Manifesto di Ventotene e piuttosto che maledire il momento di crisi e dolore per la storia che vivevana, riuscire a vedere oltre.
Cosi come proprio nel 1942, Londra era sotto i bombardamenti, con tutto ciò che si preparava ad una possibile sconfitta. In quella grave situazione Wiliam Beveridge (Economista e Sociologo- Britannico, nonché parlamentare) elaborò e scrisse il rapporto sulla “Sicurezza Sociale e i Servizi Connessi” meglio conosciuto come: Rapporto Beveridge.
Ecco oggi ci sarebbe bisogno che qualcuno si prendesse cura di scrivere un nuovo ed aggiornato rapporto sulla “sicurezza sociale e i servizi connessi” anche in Italia, in Europa, per andare oltre ogni crisi, con cuore caldo e mente lucida, con vigilanza attiva e speranza, affinchè mezzi e fini trovino sempre più un’etica nell’agire: nei gruppi, nelle istituzioni, nelle strutture, lasciando spazio alla costruzione di Reti Sociali, di Comunità Solidali, premessa di ogni Stato Libero e Democratico.
Insomma, c’è sempre più bisogno di confronti, senza censure alcune dei saperi, attraverso la ricerca e la formazione continua, per un rigore degli approfondimenti delle scienze sociali passando da quell’io patriarcale e narcisista al noi consapevole e condiviso in cum munus.
Ciò è l’unica via che ci aiuta a stare dentro la crisi?
Posso maledire la mia crisi, posso maledire questa epoca, oppure c’è un’altra idea di crisi, e come tanti di noi fanno:
Mi metto in gioco… Partecipo, lotto e fuggo, inciampo e mi rialzo …. Non delego più nessuno per il mio futuro…. Vedo la mia crisi,…. la crisi della società …..come un’opportunità di cambiamento…questo modo di essere di ognuno di noi, prima cittadini e poi volontari, (che non è fare il volontario)… resta il soggetto sociale legittimato alla ricerca di possibili ed auspicati cambiamenti di un sistema dato…. Ri-coniugando il fare, …con la visione e la strategia… il conflitto come momento di rigenerazione delle relazioni Umane,…. il tutto per un welfare integrato, ….per un Comunità Europea nella visione del Manifesto di Ventotene..
Per quest’azione il metodo, non può che coniugarsi con tre assunti:
essere spirituale; essere visionari; essere progettuali. per prendersi cura di sé, dell’altro da sè e della madre terra.
C’è urgenze di una nuova emancipazione umana evitando anche il ricorso al (singolo) volontario.
Bisogna rimettere al centro la parola “volontariato”.
La parola “volontario" (al singolare) e non “volontariato” (al plurale) resta pericolosamente voluta forse dalle istituzioni nazionali e internazionali e rischia solo di creare le premesse per uno sfruttamento a basso costo dell’integrazione di necessarie alle funzioni Comunitarie del Welfare.
Come sempre prevenire è meglio che curare.
N.d.R. : Contributo di riflessione per un manifesto per il: "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO"e non del volontario, di Clown Dotto Nanosecondo, al secolo Enzo Maddaloni (Presidente) Associazione Comunità RNCD odv
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Dall’8 giugno e fino al 23, a Ortigia (Siracusa) in via Roma 30 - da Spazio30 Ortigia - collettiva di Bertrand/ Lasagna/Mirabile
Una collettiva di pittura , che spazia dal figurativo all’astrazione, il titolo prende spunto da una citazione del libro di Francesco Antonio Lepore (la bestemmia del silenzio), a proposito di un libro di Milan Kundera (la vita è altrove) dove si parla di silenzio assordante ”solo il vero poeta sa che cosa sia l’immenso desiderio di non essere poeta, il desiderio di abbandonare la casa degli specchi, in cui regna un silenzio assordante”
In expo:
Bertrand / Lasagna / Mrabile
Spazio 30, Via Roma 30, Siracusa. Dall’8 Giugno 2012
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A Niscemi la Carovana antimafie e No MUOS
La Carovana contro tutte le mafie alza il tiro contro il dilagante processo di militarizzazione del Mezzogiorno. Lunedì 4 giugno, Niscemi ospiterà la tappa chiave siciliana dell’evento internazionale promosso da Arci, Libera e Avviso Pubblico con la collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, Banca Etica, Ligue de L’Enseignement e Ucca. L’appuntamento è per le ore 17 per un giro di conoscenza della “Sughereta”, la riserva naturale in contrada Ulmo sono in corso i devastanti lavori di realizzazione di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa. Alle 18, proprio di fronte ai cantieri i quella che nelle logiche dei Signori di Morte darà l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo, Comitati No MUOS, giornalisti, ricercatori ed esponenti del volontariato denunceranno in diretta streaming la rilevanza criminale e criminogena dello strumento militare. Poi, alle 20, tutti in piazza per un happening di parole, suoni e immagini per ribadire il No al MUOS e per un Mediterraneo di pace, con un legame ideale con la straordinaria stagione di manifestazioni, 30 anni fa, contro i missili nucleari Cruise di Comiso.
Saranno in tanti a giungere a Niscemi per testimoniare la centralità della lotta contro le disumanizzanti tecnologie di guerra che Usa e Nato puntano a installare in Sicilia (oltre al MUOS, gli aerei senza pilota Global Hawk e Predator). Da Paolo Beni (presidente nazionale Arci) ad Alessandro Cobianchi (responsabile nazionale Carovane antimafie), da Luigi Ciotti (presidente Libera) a Giovanni Di Martino (vicepresidente di Avviso Pubblico) e Antonio Riolo (segreteria regionale Cgil). E i giornalisti Nino Amadore, Oliviero Beha, Attilio Bolzoni e Riccardo Orioles con i musicisti Toti Poeta e Cisco dei Modena City Ramblers. Ma saranno soprattutto le ragazze e i ragazzi dei Comitati No MUOS sorti in Sicilia ad animare l’evento e raccontare la loro voglia di vivere liberi dall’orrore delle guerre e dalle micidiali microonde elettromagnetiche. “Il 4 giugno, così come è stato lo scorso 4 aprile a Comiso e il 19 maggio a Vittoria, ricorderemo attivamente il sacrificio di Pio la Torre e Rosario Di Salvo, vittime del connubio mafia-militarizzazione”, spiega Irene C. del Movimento No MUOS di Niscemi. “Dalla realizzazione della base nucleare di Comiso all’espansione dello scalo di Sigonella, l’infiltrazione nei lavori delle grandi organizzazioni criminali è stata una costante. Ciò sta avvenendo nella più totale impunità pure per i lavori di realizzazione del sistema satellitare di Niscemi”. Le basi in cemento armato su cui stanno per essere montate le maxiantenne del MUOS portano la firma della Calcestruzzi Piazza Srl, un’azienda locale che a fine 2011 è stata esclusa dall’albo dei fornitori di fiducia dell’amministrazione provinciale di Caltanissetta e del Comune di Niscemi. I provvedimenti sono stati decisi dopo che la Prefettura, il 7 novembre, aveva reso noto che a seguito delle verifiche disposte dalle normative in materia di certificazione antimafia erano “emersi elementi tali da non potere escludere la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società”. Secondo quando evidenziato dal sen. Giuseppe Lumia (Pd), il titolare de facto, Vincenzo Piazza, apparirebbe infatti “fortemente legato al noto esponente mafioso del clan Giugno-Arcerito, Giancarlo Giugno, attualmente libero a Niscemi”. Ciononostante, le forze armate italiane e statunitensi non hanno ritenuto di dover intervenire per revocare il subappalto alla Calcestruzzi Piazza. L’1 aprile 2012, i titolari dell’azienda hanno deciso di rispondere ai presunti “detrattori”. Con un colpo ad effetto, hanno annunciato la chiusura dell’azienda e il licenziamento degli otto dipendenti con contratto a tempo indeterminato. “Dobbiamo interrompere il rapporto di lavoro a causa dei gravi problemi economici che attraversa l’azienda per la mancanza di commesse”, ha spiegato uno dei titolari. I responsabili? “Alcuni giornalisti e i soliti professionisti antimafia che infangano il nostro buon nome”. Lunedì 7 maggio, mentre a Niscemi erano ancora aperte le urne per il rinnovo del consiglio comunale, uno dei Piazza ha minacciato in piazza di darsi fuoco con la benzina. Al centro delle invettive, sempre gli stessi cronisti “calunniatori” e gli “invidiosi” per la commessa militare.
Da quando No MUOS significa No Mafia, il clima in città è tornato a farsi pesante. E la Carovana assume il compito di portare solidarietà a tutti quei giovani che sognano ancora una Niscemi libera dalle basi di guerra e dalla criminalità.
Antonio Mazzeo
CG
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Catania: i film di Giugno all’Arena Argentina
http://www.cinestudio.eu/arena-argentina-programma-giugno/
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“Non si svolgerà la parata militare del 2 giugno Roma. La parata militare del 2 giugno, quest’anno, non si svolgerà. Lo ha comunicato il ministro della difesa Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far si che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali.” 11 maggio 1976
Via: http://3nding.tumblr.com/
Vedi online: 3nding.tumblr.com
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Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa del circolo Città Futura PRC – FdS sulla questione della mancata restituzione agli utenti Sidra del canone « fognature e depurazione ». Maria Merlini, segretaria del circolo, ha brevemente ripreso le varie tappe della vicenda: questo canone – riscosso dalla Sidra dal 2006 al 2008, raddoppiando le bollette – è stato dichiarato illegittimo dalla sentenza n.335/2008 della Corte Costituzionale nel caso di abitazioni la cui rete fognaria non sia collegata ad un depuratore, cioè – per quanto riguarda Catania – per l’80% degli utenti. Già all’indomani della sentenza il circolo Città Futura, che fin dall’inizio aveva denunciato l’iniquità della riscossione di questo canone, si era subito attivato per permettere ai cittadini di chiedere alla Sidra il rimborso delle somme riscosse illegittimamente, consegnando moltissime richieste formali di rimborso agli uffici della società. Un provvedimento normativo del 2009 ha imposto la restituzione del canone entro il 2013, previa autorizzazione degli ATO. Ma nonostante l’ATO competente abbia deliberato già nel 2010 la restituzione del canone, quantificandone l’ammontare complessivo in quasi 2 milioni e mezzo di euro, la Sidra non ha ancora restituito nulla agli utenti, nascondendosi dietro un ipotetico conflitto di attribuzione tra l’ATO, la Sidra ed il Comune di Catania, che della Sidra è unico azionista. Per questa ragione il circolo Città Futura nei giorni scorsi ha incontrato il Prefetto di Catania, che ha dichiarato che si attiverà immediatamente contattando i tre soggetti interessati, affinchè venga fatta chiarezza sulla vicenda e vengano finalmente restituite ai cittadini le somme illegittimamente loro imposte. A conclusione della conferenza stampa, Luca Cangemi – del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra – ha denunciato come l’atteggiamento della Sidra sia ancor più inaccettabile in un contesto di grave crisi economica ed occupazionale, in cui la restituzione di queste somme indebitamente riscosse potrebbe dare un pur piccolo sollievo ai cittadini, già alle prese con l’aumento di altre tasse e servizi come la TARSU e l’IMU, annunciando che in mancanza di una rapida soluzione della vicenda il circolo Città Futura organizzerà un’azione legale degli utenti per pretendere dalla Sidra quanto dovuto.
http://circolocittafutura.blogspot.it/2012/05/sidra-la-vertenza-continua.html
Vedi online: http://circolocittafutura.blogspot....
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giovedì 31 maggio, dalle ore 19,30, al circolo città futura, via Gargano 37 Catania inaugurazione della mostra, a cura del collettivo LGBTQ IbrideVoci, ORGOGLIOSE R/ESISTENZE: 18 anni di movimento gay/lesbo/trans/queer a Catania videoproiezione "Orgogliosa Resistenza: volti e corpi del Pride", foto di Alberta Dionisi AperiCena... una serata di incontro e socialità con bar e buffet a volontà a prezzi anticrisi
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ATTACCO AL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO E DISTRUZIONE DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA
Seminario di approfondimento
martedì 29 maggio ore 19 via Gargano 37
Coordina:
Luca Cangemi (segretario circolo PRC Olga Benario)
Intervengono:
Giuliana Barbarino (collettivo Gatti Fisici);
Nunzio Famoso (già preside Facoltà di Lingue);
Felice Rappazzo (docente Università di Catania);
Chiara Rizzica (coordinamento precari della ricerca)
Circolo Olga Benario
Rifondazione Comunista – FdS
Via Gargano, 37 Catania
Fb: PRC Catania Olga Benario - circolo.olgabenario@libero.it
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la Feltrinelli Libri e Musica
Giovedi’ 24 Maggio
alle ore 18
presso il bistrot de la Feltrinelli Libri e Musica
di via Etnea 285 a Catania
PAOLO MONDANI
e
ARMANDO SORRENTINO
presentano
CHI HA UCCISO
PIO LA TORRE?
Omicidio di mafia o politico?
La verità sulla morte
del più importante dirigente comunista assassinato in Italia
CASTELVECCHI
intervengono
ADRIANA LAUDANI
e
PINELLA LEOCATA
inoltre ha assicurato la sua presenza
il Procuratore della Repubblica di Catania
GIOVANNI SALVI
Pio La Torre viene ucciso il 30 aprile 1982. Indagini farraginose e un lunghissimo processo indicheranno come movente dell’omicidio la proposta di legge sulla confisca dei patrimoni mafiosi, di cui era stato il più deciso sostenitore. Esecutore: Cosa Nostra. Un movente tranquillizzante. Un mandante rimasto nell’ombra. In realtà, con la morte di La Torre si compie un ciclo di grandi omicidi politici iniziati con l’uccisione, nel 1978, di Aldo Moro e proseguito, nel 1980, con la soppressione di Piersanti Mattarella, presidente democristiano della Regione Sicilia. Uomini che volevano un’Italia libera dal peso della mafia politica e dall’influenza delle superpotenze. Dalle carte dei servizi segreti risulta che La Torre viene pedinato fino a una settimana prima della morte. Nel 1976, la sua relazione di minoranza alla Commissione parlamentare Antimafia passerà alla storia come il primo atto di accusa contro la Dc di Lima, Gioia, Ciancimino e la mafia finanziaria. Nel 1980, in Parlamento non teme di “spiegare” l’omicidio Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. È La Torre a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio. Raccoglie e riceve documenti riservati, appunta tutto in una grande agenda: di questo non si troverà nulla. Nei mesi che precedono il suo assassinio, La Torre torna in Sicilia a guidare il Pci fuori dalle secche del consociativismo, nel tormentato tentativo di ridare smalto a un partito spento. Trent’anni dopo l’omicidio, l’esperienza complessa e straordinaria di La Torre spiega molto delle sorti attuali della sinistra e della democrazia nel nostro Paese. E, per la prima volta, si cerca di leggere in controluce un delitto colmo di episodi per troppo tempo tenuti all’oscuro.
Paolo Mondani è giornalista d’inchiesta. Nel 1997 ha collaborato agli Speciali di Raidue. Sempre per la Rai ha lavorato come inviato per Circus, Raggio Verde, Sciuscià, ed Emergenza Guerra. Nel 2003 è stato coautore di Report insieme a Milena Gabanelli. Nel 2006 è stato a fianco di Michele Santoro in AnnoZero. Dal 2007 è di nuovo firma di punta di Report su Raitre. Tra le suo pubblicazioni «Soldi di famiglia» (Rizzoli).
Armando Sorrentino è avvocato. E’ stato il legale della parte civile Pci-Pds nel processo per l’uccisione di Pio La Torre e di Rosario Salvo. Ha rappresentato la parte civile nei processi per la Strage di Capaci e nel «Borsellino ter». Inizia l’attività negli uffici legali della Cgil, a lungo militante e dirigente locale del Pci-Prs, oggi è impegnato nell’Anpi e con l’Associazione dei Giuristi Democratici.
Grazie e a ritrovarci
Sonia Patanìa
Sonia Patanìa
Responsabile Comunicazione e Eventi
La Feltrinelli Libri e Musica
via Etnea 285, Catania
eventi.catania@lafeltrinelli.it
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Comunicato stampa
19 maggio 2012 – Italia Scuola Morvillo-Falcone
Un sabato mattina di primavera: attentato in istituto professionale di Brindisi - Una morta, un’altra in pericolo di vita, altre ferite e feriti.
Un tentativo di strage …
Una strage di giovani che andavano a imparare in un istituto professionale di tecnica, di moda.
Un istituto frequentato prevalentemente da giovani donne.
Altissimo è il valore simbolico della scelta del luogo, una scuola dove le giovani vanno ad apprendere conoscenze e costruire saperi per lavorare e costruirsi una vita libera e migliore. Significa tante cose la scelta del luogo, basta volerli vedere tutti questi significati, come li ha visti chi ha preparato l’attentato.
Qualunque sia la matrice, qualsiasi possa essere la valenza politica sia di attacco alle istituzioni, o terrorismo di vario stampo, una cosa è certa, che la conta delle morti violente di giovani donne subisce un aumento repentino nel panorama miserevole dei femminicidi quasi quotidiani in ogni parte d’Italia. Che la violenza spietata e disumana, singola o collettiva che sia, si manifesta ancora una volta.
Comunque la si voglia chiamare, questa è la cronaca della arretratezza di un paese che si annovera fra le potenze economiche mondiali, e che si ammanta di una democrazia di cui le donne non possono usufruire né in casa né fuori casa.
Quante sono le morti violente delle donne ogni anno? Nel 2012 in aumento progressivo e, nell’insieme, ogni anno centinaia, una strage che è solo la punta dell’iceberg della violenza maschile. Violenza a cui si aggiunge questa che crea lutto, dolore e terrore in tutto il paese. Paura che entra nelle coscienze perché abbatte uno degli ultimi luoghi, la scuola, considerati generalmente sicuri. Bisogna fermare questa violenza singola e collettiva.
Bisogna porre argine in ogni modo alla strage, prima, durante e dopo qualsiasi indagine o summit.
Non è più tempo di parole e di opinioni, è tempo di scelte, rimedi e di coscienza civile.
Un intero anno abbiamo passato con l’UDI, in tante e tante in tutta Italia con la Staffetta di donne contro la violenza sulle donne, da 25 novembre 2008 al 25 novembre 2009. Su, su dalla Sicilia alla Lombardia.
Fino all’ONU, a New York siamo andate. E ancora siamo qui a fare la conta delle morte e ferite, senza una legge, senza un allarme, senza prevenzione, senza contrasto, senza nessun tentativo di modificare seriamente la cultura della violenza individuandone le radici storiche e politiche.
In poche parole senza alcun intervento adeguato di chi ci rappresenta, amministra ed emana leggi.
Le nostre istituzioni dovrebbero condividere con noi il nostro perenne lutto, e devono riconoscere la nostra grande generosità di donne che sempre collaborano e sopportano nella speranza di una pace meritata. Devono riconoscere l’ingiustizia della condizione di terrore quotidiano in cui siamo costrette a vivere, e devono trovare sempre i colpevoli e garantire una pena certa, devono adoperarsi a promulgare leggi di contrasto e prevenzione alla violenza, di qualsiasi forma e tipo. Perché è un guadagno per tutte e tutti.
Quante volte ancora dovremo piangere vite di donne spezzate per capriccio o per esercizio arbitrario di un potere personale o collettivo, che in Italia purtroppo è ancora monopolio del genere maschile?
Il dolore per Melissa e le altre ragazze e ragazzi è indicibile e può essere espresso solo in parte con la condivisione del terribile dolore dei loro genitori, degli insegnanti e di tutti coloro che riconoscono il valore della vita umana.
UDI Unione Donne in Italia
Sede nazionale Archivio centrale Via dell’Arco di Parma 15 - 00186 Roma Tel 06 6865884 Fax 06 68807103 udinazionale@gmail.com www.udinazionale.org
“Io non compro Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa fino a quando tutte le operaie OMSA - Faenza non verranno riassunte”
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“L’Italia che non si vede” Rassegna di cinema del reale
Un mito antropologico televisivo, di Maria Helene Bertino, Dario Castelli e Alessandro Gagliardo Catania, mercoledì 9 maggio 2012, ore 21 ZO centro culture contemporanee
Martedì 22 maggio, alle ore 21, presso il centro culture contemporanee ZO, quinto e ultimo appuntamento con “L’Italia che non si vede”, rassegna nazionale di cinema del reale promossa a Catania dall’officina culturale South Media (circolo UCCA). In programma, per la sezione “Le immagini perdute”, “Un mito antropologico televisivo”, un film nato attraverso il lavoro e la ricerca di malastradafilm film, pensato, discusso e montato da Helene Bertino, Dario Castelli e Alessandro Gagliardo.
Presentato con successo all’ultima edizione del Torino Film Festival, nella sezione Italiana.doc, Menzione Speciale “Premio UCCA Venticittà”, Un mito antropologico televisivo è un film pretesto pensato per introdurre nel dibattito culturale l’idea di antropologia televisiva, intesa come chiave di lettura di un racconto popolare non ancora affrontato dalla storiografia, nonché strumento di ricostituzione di comunità attraverso la visione della televisione come soggetto di narrazione. In mezzo un patrimonio enorme custodito da centinaia di piccole emittenti che passo dopo passo gli autori stanno cercando di recuperare, conservare e pubblicare.
Attraverso l’uso di riprese video realizzate tra il 1992 e il 1994 (periodo chiave per la storia siciliana e italiana) e provenienti da una televisione locale della provincia di Catania il racconto televisivo penetra nella storia popolare di una nazione per comporre così il quadro delle sue difficoltà, descrivendone la sua natura più profonda. La telecamera coglie frammenti di quotidiano e li restituisce dopo anni ancora carichi della loro capacità di descrivere la nostra società, invitandoci a mettere in atto una lettura antropologica della narrazione televisiva.
Ufficio stampa: info@southmedia.it 349 1549450 www.southmedia.it
CG
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