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2026 Anno Internazionale del Volontariato

L’O.N.U. ha dedicato il "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIO" sulla responsabilità e sostenibilità sociale, dovremo però già correggere il termine "VOLONTARIO" e più che “2026 l’ANNO DEL VOLONTARIO” dovremmo scrivere e dire: “2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO” ri-coniugando la parola dal singolare al plurale.

di Enzo Maddaloni - mercoledì 7 maggio 2025 - 543 letture

Per molti anni ho lavorato in ospedale qui a Salerno e nel 2004 fondammo insieme ad altri amici ed amiche una delle prima associazione di clown dotti sociali qui in Campania.

Nel 2010 delineammo già attraverso la stessa nuova denominazione in Comunità RNCD odv e aggiornando principi e scopi nel nuovo statuto, le linee guide generali del nostro agire.

Oggi ci sentiamo sempre più impegnati come Comunità RNCD odv, Libertaria di Clown Dotti Sociali e Sognatori Pratici ad essere costruttori di maggiori attenzioni verso noi stessi, gli altri e promotori di un nuovo welfare e più che dare risposte a questi (nuovi) bisogni, ci proponiamo attraverso le nostre “azioni di buona salute” di riproporci domande:

Quello che facciamo e utile alle persone e al paese?

Perché lo facciamo?

Per riuscire a dare risposta a queste domande è centrale una capacità di visione ed organizzazione per costruire un percorso continuo di ricerca, sperimentazione e riflessione continua, accompagnata da percorsi di formazioni permanente per i nostri soci e volontari in primis e per tutte le persone di buona volontà che si pongono come noi l’obiettivo, attraverso la pratica dei sogni, di realizzare una piccola rivoluzione, prima personalistica e poi comunitaria: per cambiare se stessi e quelle parti del mondo che non ci piacciono.

Le cose importanti per noi sono quelle cose, che attraverso l’esperienza del praticare i nostri sogni, provano a cambiarci la vita, o meglio, il nostro modo di accoglierla, nella stessa relazione con sé e con l’altro da sé.

Quel “se” senza accento che resta per noi una vera e propria congiunzione.

Il “Mettiamoci in Cerchio” come “La pedagogia del mio clown”, rappresentano le linee guide di questo viaggio di ricerca, iniziato per me nel 2004, fatto insieme a tanti compagni di viaggio, cosi come il lavoro realizzato – in tanti anni di ricerca sul campo – attraverso diversi gruppi di lavoro, costituiti a Roma da Sidney Journò nostro Vice Presidente nel 2006 e Coordinatore della seconda sede Comunità RNCD Lazio a Roma , con l’immenso lavoro di messa a punto del ManualePer, Verso l’Arte della Meditazione Empatica in FormazionePer , e/o cosi come numerosi altri e bellissimi contributi del nostro socio volontario e Coordinatore della nostra terza sede in Como – Lombardia: Alberto Terzi (Sociologo del Benessere) e/o con gli innumerevoli contributi di riflessione del nostro carissimo Socio Fondatore e Presidente Onorario Prof. Mauro Orlando.

Cosi come tutti gli altri soci e volontari che contribuiscono ogni giorno all’arricchimento e rielaborazione dei percorsi in-formativi.

La nostra, ne sono certo, è una vera e propria “SQUOLA DI CLOWN DOTTI SOCIALI & SOGNATORI PRATICI” una “SQUOLA di VITA” per tutti coloro che in tanti anni di attività hanno appreso la grande forza del nostro “essere clown” volontari, in un contesto sempre più povero di espressività umanistiche e culturale.

Questa modalità ed impegno del volontariato resta certamente rischioso e non privo di pericoli, di incomprensioni, di equivoci, a fronte anche di un potere che sempre più si pone l’obiettivo di censurare e limitare le possibili evoluzioni e ricerca sul campo delle umane relazioni.

La nostra è una Comunità Libertaria di Clown e Sognatori Pratici dove tutti sono liberi di manifestare il proprio pensiero, la loro ricerca dell’essere e del proprio “essere clown” dotto sociale, nella relazione con l’altro da sè. Questi oltre ad essere valori irrinunciabili, restano come abbiamo detto, stampati nei principi e scopi fondanti nel nostro statuto associativo.

Gli stessi padri fondatori della nostra Costituzione Italiana, cosi come i fondatori del volontariato in Italia, fotografavano questi stessi sani principi, cosi come tracciavano quelli da realizzare, attraverso una visione strategica di nuovi modelli integrati ed organizzativi a supporto di una società, di uno stato libero e democratico.

La nostra azione-attività per questi motivi resta per noi indispensabile e non nasce per caso, ma è stata costruita ed organizzata non per utilizzare il Volontariato, ma per mettersi in gioco e prepararsi alle nuove sfide tese al benessere sociale, culturale ed economiche.

Uno degli obiettivi e/o temi primari futuri resta la collaborazione tra pubblico e privato, così come la costruzioni di reti sociali e non solo del fare tra le associazioni sugli obiettivi e scopi stessi delle associazioni in rete.

Centrale resta per tutti il riconoscimento di fatto e non solo formale delle diverse “SQUOLE di PENSIERO” sviluppando e proponendo normative, non limitative allo sviluppo.

Credo che il nuovo codice del terzo settore abbia solo appesantito ed aggravato e non semplificato le funzioni burocratiche, ed è per questo che abbiamo aderito convinti all’appello rivolto al Presidente della Repubblica ed al Parlamento con le richiesta di modifica del D.lgs. N. 117/2017 (Codice Terzo Settore) che è stato promosso dall’Associazione “LUCIANO TAVAZZA”.

Lo stesso Luciano Tavazza, a 100 anni dalla sua nascita, viene celebrato ancora oggi, per fortuna, come un “costruttore di un sentire consapevole sul bene comune”.

Anche noi, come Comunità RNCD odv , come Lui abbiamo sposato l’etica della resistenza e della resilienza che è lo strumento principale del nostro agire, come liberi cittadini e volontari.

Luciano Tavazza è stato un cercatore di arcobaleni come noi di Clown Dotti Sociali e Guerrieri dell’Arcobaleno.

Lui parlava con la stessa passione, preoccupazione di un padre del volontariato.

Come Luciano anche noi proviamo sempre a riprendere quel cammino che ci pone ostacoli ed inciampi; che ci fa cadere, ma che ci impara a rialzarci, ed è ciò che nel volontariato, diventa azione di rinnovamento.

Un motore di cambiamento sociale. Un volontariato politico, sociale, che non cerca il potere ma che sa trasformarlo.

La nostra è un’azione Laica e Libertaria come Clown Dotti Sociali e Sognatori Pratici e come Luciano anche noi abbiamo fede e crediamo in un possibile mondo migliore, provando semplicemente ad amare il nostro prossimo come noi stessi.

Noi siamo coscienti che le nostre “azioni di buona salute” , che prendiamo a riferimento, cosi come sono sancite nella Carta di Ottawa del 1986, non è solo un servizio alla società, ma fondamentalmente un servizio alla fede e alla speranza, per superare ogni paura.

Noi speriamo cosi di essere almeno da esempio, per lasciare una traccia valida per le future generazioni.

In questo senso ci sentiamo già “SQUOLA di CLOWN DOTTI SOCIALI – UNIVERSITA’ DEL MARCIAPIEDE” sperimentatori di nuovi modelli formativi.

In questo senso siamo qui ad ereditare un lascito, un’importante eredità immateriale e senza titoli, né potere, perché la nostra azione resti semplicemente un atto d’amore incondizionato e quindi una “pietra d’inciampo”, per aiutarci a consolidare memorie e farci decidere semmai, da che parte stare.

Oggi si ragiona molto sul pensiero corto, quando ci sarebbe bisogno sempre di più, come ci suggerisce il nostro socio-volontario Alberto Terzi (Sociologo) di ripartire dal deserto, non dando più niente di scontato, attraverso una progettazione a lungo termine per continuare a praticare il sogno di una società diversa.

Proprio perché sposiamo l’inciampo, siamo tutti Guerrieri dell’Arcobaleno, siamo tutti Don Chisciotte siamo tutti Clown Dotti Sociali, siamo tutti uomini e donne di medicina.

Insomma, persone che si prendono cura di se e dell’altro da se per essere protagonisti del cambiamento e miglioramenti di tutela di diritti e di umanità, rimettendo al centro l’uomo, l’intelligenza naturale emotiva e non artificiale.

Qual è la narrazione in un mondo sempre più connesso?

La in-formazione è centrale.

C’è bisogno non più di guardare alle singole nazioni, ma avere il coraggio di andare oltre i confini geografici, oltre ogni canone di potere, qualsiasi esso sia.

Una delle fasi più proficua e generativa di diritti e tutele sociali sono stati gli anni 70 – 80.

E più volte mi sono chiesto anch’io (come G. Gaber) ma: "la mia generazione ha perso"?

Ci siamo fatti rubare anche la speranza?

Eppure all’epoca, si scrivevano cose nuove e strabilianti!

Si avviano battaglie sociali a tutela della salute, come la Legge di Riforma Sanitaria la n. 833 del 1978, e/o per far chiudere i manicomi e costruire case famiglie con la Legge n. 180 del 1979, si parlava dell’eguaglianza di genere e di liberazione della donne, si praticava l’auto coscienza e la non violenza.

Si apri (a solo mo’ di esempio) una nuova sperimentazione dando riferimenti e strutture alternative che prima non esistevano…nel campo ad esempio socio-sanitari.

Poi, qualcosa ci è sfuggito di mano?

Non mi sono bastati i mie anni di militanza nel sindacato e nella cittadinanza attiva per la tutela dei beni comuni.

Il compito difficile di oggi è rendere questo pensiero vivo ed attuale, nelle nuove generazioni, questa necessità di riformare lo status quo, pensandoci tutti più fragili, non come detentori di una verità, ma come rappresentanti ognuno, di verità che si confrontano.

Bisogna rimettere al centro della stessa azione del volontariato la sperimentazione.

Certo, c’è bisogno anche di riattualizzare l’azione, mettendoci sempre più dalla parte dei perdenti, degli ultimi, dei senza potere, per ottenere nuovi poteri, perché come diceva Pierpaolo Pasolini: anch’io sono a difesa degli ultimi.

Nel 2006 lasciai il mio impegno nel sindacato per intraprendere la via del cerchio la via del clown scemano, del volontariato, ammettendo la mia sconfitta, ma consapevole anche del fatto che ero pronto ad affrontare nella fuga, una nuova lotta.

Oggi, la nostra azione è costruire reti per realizzare sempre più “azioni di buona salute”. La stessa esperienza dell’ATS VA’LENTINA MEDITA è la pratica risposta a questo bisogno, visione.

Ciò significa rimparare a rialzare la testa per dotare tutti noi dei migliori strumenti di consapevolezza, cosi come di strutture di rappresentanze di rete del Volontariato Europeo.

L’O.N.U. ha dedicato il "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIO" sulla responsabilità e sostenibilità sociale, dovremo però già correggere il termine "VOLONTARIO" e più che “2026 l’ANNO DEL VOLONTARIO” dovremmo scrivere e dire: “2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO” ri-coniugando la parola dal singolare al plurale.

Per questo ci dobbiamo tutti preparare per una grande promozione sociale utilizzando anche questa celebrazione, per aggiornare l’azione del volontariato in Italia, in Europa…. mettendo insieme contributi diversi per rilanciare i temi cari a noi tutti e per il lascito di Luciano Tavazza, evitando la trappola futura della delega al volontariato, per un welfare sempre più in sofferenza e lasciato strategicamente povero di risorse.

Risorse sempre più destinate a favore delle armi, per una miope e scellerata politica di “sicurezza e difesa” attraverso la ricorsa tra stati agli armamenti. Per evitare questo fare c’è bisogno di sostituire il fare, con una visione, una nuova strategia dell’essere, per essere protagonisti di un reale cambiamento. Sempre più si manifestano momenti e aspetti di profonda crisi umana. C’è necessita ed urgenza di favorire una nuova strategia attraverso proprio il metodo della visione.

Ad esempio: come la visione che pochi uomini ebbero con la stesura del Manifesto di Ventotene e piuttosto che maledire il momento di crisi e dolore per la storia che vivevana, riuscire a vedere oltre.

Cosi come proprio nel 1942, Londra era sotto i bombardamenti, con tutto ciò che si preparava ad una possibile sconfitta. In quella grave situazione Wiliam Beveridge (Economista e Sociologo- Britannico, nonché parlamentare) elaborò e scrisse il rapporto sulla “Sicurezza Sociale e i Servizi Connessi” meglio conosciuto come: Rapporto Beveridge.

Ecco oggi ci sarebbe bisogno che qualcuno si prendesse cura di scrivere un nuovo ed aggiornato rapporto sulla “sicurezza sociale e i servizi connessi” anche in Italia, in Europa, per andare oltre ogni crisi, con cuore caldo e mente lucida, con vigilanza attiva e speranza, affinchè mezzi e fini trovino sempre più un’etica nell’agire: nei gruppi, nelle istituzioni, nelle strutture, lasciando spazio alla costruzione di Reti Sociali, di Comunità Solidali, premessa di ogni Stato Libero e Democratico.

Insomma, c’è sempre più bisogno di confronti, senza censure alcune dei saperi, attraverso la ricerca e la formazione continua, per un rigore degli approfondimenti delle scienze sociali passando da quell’io patriarcale e narcisista al noi consapevole e condiviso in cum munus.

Ciò è l’unica via che ci aiuta a stare dentro la crisi?

Posso maledire la mia crisi, posso maledire questa epoca, oppure c’è un’altra idea di crisi, e come tanti di noi fanno:

Mi metto in gioco… Partecipo, lotto e fuggo, inciampo e mi rialzo …. Non delego più nessuno per il mio futuro…. Vedo la mia crisi,…. la crisi della società …..come un’opportunità di cambiamento…questo modo di essere di ognuno di noi, prima cittadini e poi volontari, (che non è fare il volontario)… resta il soggetto sociale legittimato alla ricerca di possibili ed auspicati cambiamenti di un sistema dato…. Ri-coniugando il fare, …con la visione e la strategia… il conflitto come momento di rigenerazione delle relazioni Umane,…. il tutto per un welfare integrato, ….per un Comunità Europea nella visione del Manifesto di Ventotene..

Per quest’azione il metodo, non può che coniugarsi con tre assunti:

essere spirituale; essere visionari; essere progettuali. per prendersi cura di sé, dell’altro da sè e della madre terra.

C’è urgenze di una nuova emancipazione umana evitando anche il ricorso al (singolo) volontario.

Bisogna rimettere al centro la parola “volontariato”.

La parola “volontario" (al singolare) e non “volontariato” (al plurale) resta pericolosamente voluta forse dalle istituzioni nazionali e internazionali e rischia solo di creare le premesse per uno sfruttamento a basso costo dell’integrazione di necessarie alle funzioni Comunitarie del Welfare.

Come sempre prevenire è meglio che curare.

N.d.R. : Contributo di riflessione per un manifesto per il: "2026 ANNO INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO"e non del volontario, di Clown Dotto Nanosecondo, al secolo Enzo Maddaloni (Presidente) Associazione Comunità RNCD odv

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