Un tranquillo week-end da fesso

Una figura di “alto profilo” alla Giustizia mentre Bersani minaccia una “class action”. Il presidente della Repubblica rifiuta gli aumenti e Calderoli le ferie. I fessi plaudono
Anch’io mi sono fatto un lungo fine settimana o, meglio, come dicono tutti un lungo week-end. Ma siccome appartengo alla grande famiglia dei fessi, ho creduto al TG1 e sono partito nel giorno minzoliniamente consigliato e sono rimasto minzoliniamente imbottigliato nel traffico, mentre chi è partito con il bollino rosso o nero, non ha trovato code.
Questi, tuttavia, sono fatti privati. Volevo, invece, rilevare alcuni avvenimenti a dimostrazione di come sono fesso e credulone. Per la sostituzione del ministro, diciamo così, della Giustizia, Angelino, mandato dal suo principale a dirigere il traffico nel partito degli onesti, il presidente della Repubblica aveva chiesto una “figura di alto profilo”. Questa definizione tagliava fuori, nettamente, Renatino Brunettina. Lui non è alto e neppure di profilo viene bene e poi strapparlo dal talamo nuziale non era proprio il caso.
Così la scelta è caduta su uno di altezza media, tal Francesco Nitto Palma. Ora uno che si chiama Nitto dovrebbe venir bene anche di profilo e comunque può sempre chiedere al suo amicone Cesarone (corruzione giudiziaria) per sapere come vengono le foto quando si entra in carcere. Nitto detto Franceschiello, magistrato in aspettativa, aveva tentato il tutto per tutto per salvare Cesarone e, intanto che c’era, aveva fatto archiviare l’inchiesta su Gladio e altre cosucce del genere.
Il presidente della Repubblica, visto l’alto profilo, si è affrettato a firmare la nomina. E così ora abbiamo un ministro che non ha mai lasciato la toga, dopo dieci anni da deputato, scelto da un inquisito e accettato da Napolitano. Perfetto.
In campo avverso, il segretario del Pd Bersani si è incazzato di brutto. Viste le critiche contro il suo ex capo della segreteria, Filippo Penati, se la prende con i giornali e minaccia di “far partire le querele”. Poi parla di “macchina del fango” e informa che farà partire un’azione di classe anzi, una “class action” che suona meglio, per tutelare il buon nome del Pd.
Bisogna convenire che questa della “class action” è una genialata che dimostra che Bersani non è un “pugile suonato” come indebitamente l’avevo definito una volta, ma un fine stratega. Sentite come spiega l’utilizzo di questo strumento collettivo di tutela: “… concettualmente essendo un partito una proprietà indivisa, se viene paragonato alla ‘ndrangheta, in questo c’è un insulto per ciascuno dei suoi componenti”.
Sembra di essere in un condominio di cooperativa, ma in realtà il ragionamento non fa una grinza. Infatti, i militanti del Pd (che sono gli stessi del Pds e dei Ds) dovrebbero iniziare una “class action” contro i propri dirigenti che da almeno venti anni fanno fare loro meschine figure. Chiedere, ad esempio, a Massimo, la volpe della Puglia, se ha frequentazioni dubbie; chiedere perché Walter doveva stare in Africa e invece sta ancora in mezzo a noi a far disastri; chiedere perché in Parlamento non sono mai al completo e così passano le leggi del Pdl (recentemente astensione sull’abolizione delle Province e da 6 a 18 mesi la detenzione nei Cie). E intanto che ci sono, chiedano ai loro dirigenti perché non hanno detto nulla sulla nomina di Nitto “figura di alto profilo”?
Luciano Violante, intervistato a proposito della famosa frase di Enrico Berlinguer sulla degenerazione dei partiti, ha sostenuto che quella frase andava bene 30 anni fa quando per iscriversi al Pci era necessario essere presentati da due iscritti come garanti. Non ora, che ci si può iscrivere anche via internet. Tesi ardita e interessante elaborata da una persona che in Parlamento ci aveva fatto sapere che il suo partito aveva garantito a Berlusconi che non avrebbe toccato le sue Tv. Chi gli aveva dato questo mandato? Vogliamo fare una “class action” anche verso di lui?
Naturalmente non ci sono solo cose brutte. Qualche volta c’è qualche bella notizia. Ad esempio il “processo lungo”. Tutti si aspettavano quello “corto” e invece, tiè eccoti il “lungo”. Ci saranno più testimoni da sentire, i processi cominceranno tutti da capo, dureranno un’eternità ma è giusto che sia così perché è opportuno, prima di condannare, ponderare bene e sentire tutti. Un’altra buona notizia è che il presidente della Repubblica si è congelato gli aumenti del suo stipendio. Dovrebbero fare così anche i metalmeccanici che invece, esosi come sono, si beccano tutti i soldi che possono. Il presidente, invece, prenderà come prima, 239.181 euro l’anno lordi pari a un netto di 136.397,81 euro. In pratica, circa 400 euro netti ogni giorno. Comunque spesato di tutto, dal vitto all’alloggio, dai viaggi ai vestiti.
Una miseria, certo. E’ comunque un buon inizio. Presidente faccia ancora uno sforzo. Diminuisca ancora il suo stipendio e quello dei personaggi di alto e basso profilo. Le saremo tutti riconoscenti. Anche i metalmeccanici. L’ultima buona notizia è che il ministro semplificato-ridanciano Calderoli ha proposto ai colleghi di saltare le ferie così da discutere della crisi economica. Ma come? Non andava tutto bene? E il vostro amico ragioniere di Sondrio, il Pinocchio di Stato, che fa? Salta le ferie anche lui? Oppure si ritira fra le sue montagne di Sondrio?
Quest’ultima soluzione sarebbe cosa buona e giusta. Se avesse un po’ di dignità. Invece continua a raccontare bugie e restare fra noi. In quanto a Calderoli e compagni di merende, sarebbe opportuno non rinunciare alle ferie. Anzi fatele lunghe, lunghissime. E poi, quando ritornerete, andate a lavorare. Non in Parlamento, però, in fabbrica.
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