A tutta birra

La premier iscrittasi alla corsa podistica “Corri alla Garbatella” partì alle nove in punto da Viale Massaia, tra una sfilata di gente ricca, bella e potente...

di Deborah A. Simoncini - domenica 1 dicembre 2024 - 1007 letture

La premier iscrittasi alla corsa podistica “Corri alla Garbatella” partì alle nove in punto da Viale Massaia, tra una sfilata di gente ricca, bella e potente. Era l’evento più importante della stagione invernale dei giochi popolari di strada.

Quando le campane suonarono il “pronti e via” una marea di persone si riversò verso il ciglio della via per poterla scorgere. Si sentì avvolgere da una vampa di calore e provò un grande piacere. Il suolo urbano si presentava coperto da buche, calcinacci e pietre, per lei a piedi nudi era veramente dura, una vera e propria tortura; strattonata si aprì il petto in segno di disperazione e protesta. Il banchiere Mario levò in alto un boccale di birra per omaggiarla e nel volerla raggiungere si perse tra la folla, mentre la maggior parte del pubblico si sbellicò dalle risate e lei schiumava di rabbia.

Lungo la strada alla vista di un’amica seduta a bere un gin tonico con un americano alto dalla mascella squadrata che riconobbe come un compatriota ideologico si fermò e ordinò: “un caffè nero bollente e un gelato o un pezzo di torta. Qui e subito”. Lo sorseggiò con loro per riprendersi. Sette ore più tardi non era ancora giunta all’arrivo e aveva accumulato un ritardo straordinario. La sua ricerca si rivelò vana. Aveva corso il più velocemente possibile fino a quando non sentì sotto la punta dei piedi un sassolino penetrare a fondo e provò una sensazione dolorosissima.

L’arrivo era ancora lontanissimo. Piena di terrore e disperazione al pensiero di finire così la gara udì sotto i piedi lo sferragliare della metropolitana e avvertì la corrente d’aria che saliva su. Senza voltarsi barcollò e si diresse verso il marciapiedi. Si fermò immobile e con un balzo salì sopra un carro con una mula seguita da alcune ragazze che ridevano cantando.

Reputata astuta e impavida campionessa del micro-fascismo di stampo europeo si mise a osannare il prossimo irresistibile e preferito sistema di governo americano. Segnalata da Ellon come donna-strumento potenzialmente molto utile per la causa degli Stati Uniti, sembrava più che felice di svolgere quel ruolo. Sostenitrice dell’autoritarismo e convinta isolazionista esprimeva tutta la sua contrarietà al coinvolgimento americano in guerre straniere, specialmente in Europa. Nella festa in maschera assai ordinaria e noiosa alla Casa Bianca si era sentita fuori posto. In quell’occasione l’avevano minacciata di costringerla a vivere in grande povertà e dover fare lavori umilissimi per mantenersi se non li avesse seguiti.

Alla fine, finì per aprirsi pur indecisa alla meccanizzazione agricola. Aveva un suo piano B: farsi vignaiola; dedita alla viticoltura, arrivò a conoscere ogni singolo dettaglio del mondo dei produttori e commercianti di vino. Il suo motto: “Chi parla mente, chi assapora conosce”. Mise su una vigna bellissima, piena di grappoli che crescevano continuamente, alcuni li metteva a seccare al sole, altri li pigiava per farne uscire un vino dolcissimo: produceva rosati, bianchi e rossi e pure l’ice wine, il vino che nasce da uve ghiacciate. Finì per diventare un’esperta di prodotti vinicoli, senza perdersi nemmeno uno dei mercati dei dintorni di mangimi e concimi. L’uva acerba cresceva accanto a quella matura. Il mondo del vino è sempre in continua evoluzione e la tavola ha bisogno di accortezze, attenzioni e ricercatezze, per dare piacere a ciò che mangiamo e beviamo. I dettagli ampliano sensorialità e curiosità. Si ricordò che da bambina, ricevuto l’incarico di comprare pepe e farina per impanare, andava a piazza degli Apostoli a piroettare sui pattini a rotelle. Aveva capito come nella vita occorra saper rischiare, ma mai alla cieca e riusciva a mettere a segno anche qualche fruttuosa speculazione.

Il ritorno di fiamma del motore di un’automobile nel farne scoppiare la marmitta mandò in frantumi la vetrina di un negozio. Frammenti di vetro furono lanciati dappertutto. Si bloccò stordita. I piedi reagirono prima del resto del corpo e la spinsero a saltare. Nelle orecchie le riecheggiò il battito accelerato del cuore. I polmoni reclamavano aria e le gambe minacciavano di cedere. L’adrenalina la rese agile con la forza di un atleta. Davanti a una rete metallica alta un metro e mezzo che divideva il vicolo si arrampicò e la scavalcò in pochi secondi. Un singhiozzo di sollievo le uscì dalla gola.

Il battito cardiaco aumentò e il tremore si intensificò, mentre le ginocchia minacciavano di piegarsi. Si appoggiò al cofano di una macchina e trascinò un respiro tremante: sentì la gola stringersi in una morsa. Se penso a cosa è successo cado a pezzi e l’avranno vinta loro. Le arrivò una voce calma e ferma che la costrinse ad allontanarsi. Prese la felpa dal bagagliaio e mise il cappuccio per nascondere la faccia dalle telecamere di sicurezza all’interno del parcheggio.

Era ancora viva e intendeva rimanere tale. Fece un respiro profondo ed entrò nel minimarket annesso alla stazione di servizio. Doveva prendersi cura dei suoi bisogni più urgenti. Si lavò le mani e il viso, riempì la bottiglia d’acqua dal rubinetto. Il corpo tutto teso e le guance incavate, uscita dal bagno si diresse alla cassa per pagare un hot dog e una banana.

Da illuminata, visto e considerato l’immensa luce che irradia, si dice disponga di sovrumani poteri e da questo si capisce come sia diventata famosa in Europa e in tutto il mondo dopo la nomina di premier in Italia. E’ venuto il suo momento. Considerata una vera politica geniale, con una vena mistica la chiamano “la maga”: ha tutta una sua particolare personalità “sensitiva” che traduce in una certa visione “magica” della realtà. Il suo spettro analitico include piani diversi di coscienza, prospettive e angolazioni, con immagini oniriche, intuitive e divinatorie. Sostiene la violenza della forza cosmica tutta fatta di sessualità. Alcuni credono sia andata “ben oltre i fatti” e in qualche modo spinta “troppo in là”, nel voler conoscere la portata delle differenze e allo stesso tempo averne un quadro completo.

Quando si sbaglia, il che di tanto in tanto succede è perché altera volontariamente i dati. Proprio quei dati che molte volte l’hanno portata a modificare l’ipotesi o allargare la prospettiva del suo governo. Convinta che le anomalie spesso conducono a un livello superiore di comprensione la sua mente ispirata si arrovella sui problemi in solitaria e convoglia tutto il pensiero in un unico punto.

Sua la frase rivolta all’opposizione che spopola sui social: “Gatto e topo hanno sistemi visivi molto simili, ma ognuno di loro “vede” il mondo in maniera diversa, se dite che faccio la gatta morta sappiate che siete voi i topi costretti a ballare”.


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