Il ministro che va a nozze

“Ce l’avevo fatta, ce l’avevo fatta finalmente! Dopo anni di tanto duro lavoro ero riuscita a fare centro. E sembrava giunto giusto il momento di raccogliere tutto ciò che di buono ho seminato..."

di Deborah A. Simoncini - mercoledì 4 settembre 2024 - 1028 letture

“Ce l’avevo fatta, ce l’avevo fatta finalmente! Dopo anni di tanto duro lavoro ero riuscita a fare centro. E sembrava giunto giusto il momento di raccogliere tutto ciò che di buono ho seminato. Sono la prima arrivata di una grande famiglia e come tale mi affidano quasi sempre incarichi minori. Posso tranquillamente affermare di essere una sorta di tappabuchi professionista con un contratto di collaborazione, retribuita con un infimo una tantum.

Ho fatto di tutto per ritagliarmi uno spazio tutto mio, almeno sul web. Continuo a guadagnare una miseria ma almeno mi diverto e ho libertà d’azione. Gli articoli del blog che tengo hanno sempre più seguito, arrivo a totalizzare oltre cento mila visualizzazioni e infinite condivisioni su Facebook, Twitter. Sono sicura che sia per questo che “o’ ministro” mi vuole. Attendevo veramente il momento che mi affidasse la rubrica cinema del ministero, che soddisfazione! Una mansione specifica da indicare con orgoglio sul biglietto da visita. E senza fare la serva avrei avuto un buon stipendio e mia madre la smetterebbe di tormentarmi, perché mi cerchi un lavoro serio.

Ho ambizioni di donna modello. Ho un mestiere autorevole e di prestigio e soprattutto alla mia altezza. Voglio seguire i miei sogni e mettere da parte i suoi: i nostri rapporti anche per questo si sono fatti più complicati. Ho scelto un lavoro che vale e mi riempie di soddisfazioni. Vorrei tanto diventare una professionista affermata. Finalmente potrò farmi comprare casa.

Ho visto un trilocale molto grazioso, farebbe proprio al caso mio. Ho inviato a Gennaro Armando mio meglio conosciuto negli ambienti come “Genny-la-gaffe” un sms per avvisarlo: “preparati all’acquisto e ricordati che hai da pagare”. Un “vero affare” l’ha definito l’agente immobiliare che me l’ha mostrato. Senza il mensile che ancora mi passano i miei, come potrei vivere per conto mio? Da tantissimo sognavo questo momento e un appartamento così. Sento di meritarlo, nell’attribuirmi grande valore. La presenza delle star e l’attesa dei fans mi hanno sempre appassionato molto: posso finalmente partecipare a feste e party esclusivi. E invece … mi ha licenziata con un: non ho più bisogno di te! Le idee mi si confondono come i sentimenti. Ricaccio indietro le lacrime che bussano alla soglia dei miei occhi, mentre respingo la rabbia, l’ansia e la delusione che mi agitano.

Voglio tornare a casa da mammà. Lo so che tra qualche anno sarò vecchia e avranno tutto il diritto di mandarmi in pensione ma non era proprio questo modo e il momento per ricambiarmi, dovevo restare e resistere ancora un po’. Dovrei, o meglio devo fargli cambiare idea. Come fare? Non voglio più sentirmi così. Ha bisogno di essere confortato e di una spalla su cui piangere. Dopo due anni, che ha imparato a conoscere i miei difetti e pregi ... Lui dice: se mi presentano gravi minacce e situazioni pericolose mi astengo, senza dimettermi, mi rifiuto di giungere a compromessi. Ho investito nel mio valore personale. Ho sacrificato il mio benessere e sopportato innumerevoli privazioni per l’inflessibile adesione ai principi ideologici e morali dei “Fratelli d’Italia”: esempio di straordinario coraggio di persone comuni. Nessuna condotta deleteria da parte mia. So che quando una malafatta permette di raggiungere un obiettivo la moralità va liberata totalmente dai mezzi usati per conseguirlo e proprio per questo non ci si deve preoccupare di quello che ho fatto e vado facendo.

Gggiorgia che ha stravinto ha detto di lui riferendosi a un suo memorabile comizio: pur senza essere madre, è uomo, italiano e cristiano. Dicono faccia gaffe e pasticci a ripetizione, ma ha i suoi fondamentali, solo che fra bancarottieri e pistoleri si ritrova in una combriccola che si rivela sempre più impresentabile. Entrati nella stanza dei bottoni ho scoperto che se ne spingo uno nulla succede, ma dicono sia in gamba, anzi di avere “due palle così”. Colpa mia se mi circonda una manica di incompetenti fatta di amici, colleghi, camerati e parenti separati in casa? Da tempo mi disimpegno nel pubblico e nel privato a lottare contro il “luogocomunismo” nazionale: l’ideologia dominante, la cultura del limbo, di dantesca memoria.

Chi l’ha detto che il sentire comune sia anche il giusto sentire e che dalle mie labbra escono soltanto empie parole? Scrivo molto e leggo pochissimo; nel continuare infaticabile la mia attività di studioso ed erudito, mescolo finzione letteraria e verità storica. Dicono abbia poche idee e quelle poche siano vecchie, mentre mi ritrovo attovagliato col mio pubblico composto da una maggioranza di diversamente giovani: tanti analfabeti di ritorno e pochi accademici incomprensibili, ma io sono solo chic non radical. Perché smettere di credere alle favole? Principi e principesse invecchiano senza mai morire.

Quando il sonno mi abbandona, senza amici così intimi da sopportare il tormento di una chiamata al telefono, passeggio lungamente tra le vie e ammiro i fregi notturni, in silenzio, assenti le parole. Se cerco di leggere per addormentarmi finisce che riesce a sentirsi ancora più sveglio. Ha cercato persino di dormire in piedi, ma per riuscire a farlo bisogna avere la forza dell’adepto, del vero monaco e questa gli manca. Quotidianamente gli recapitano un sacco di posta, un cospicuo numero di giornalisti pazzoidi pone sempre lo stesso interrogativo che più che un quesito diventa un vero e proprio tormentone: qual è il suo posto in questo governo e cosa intende fare?”


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