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Giornalisti? Quanti sono? Quanto guadagnano?

Generazione Z e social media – Sangiuliano premiato – Giovedì seduta Vigilanza Rai – War Rom compie gli anni

di Adriano Todaro - mercoledì 2 aprile 2025 - 679 letture

GENERAZIONE Z E SOCIAL MEDIA – Viene definita generazione Z quella relativa alle persone nate tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, la prima generazione che è nata e cresciuta in un mondo digitale. Ma cosa leggono questi giovani? Per dare una risposta a questa domanda, il Centro di ricerche di Marketing dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Milano ha redatto uno studio su un campione di 500 studenti dell’Ateneo, di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Il risultato è che l’indagine conferma che il principale canale d’informazione per la Generazione Z, sono i social media con un punteggio medio di 3,49, superando il passaparola di amici e parenti, che ottiene un valore di 3,41. Giornali, riviste e radio risultano molto meno rilevanti, con punteggi rispettivamente di 1,62 e 1,41. I cosiddetti influencer riescono, appunto, a influenzare le decisioni di acquisto di questi giovani ma, nello stesso tempo, questi tendono a verificare la credibilità delle loro opinioni attraverso recensioni su piattaforme specializzate. I creator che promuovono pratiche di consumo responsabile e sostenibile sono particolarmente seguiti, mentre i video brevi e le testimonianze dirette si rivelano i contenuti più efficaci nel guidare le scelte di consumo. L’impegno per la tutela dell’ambiente è considerato una priorità (4,17/5), insieme agli interventi in campo sociale (4,06); elevata anche l’attenzione per la qualità della governance (3,88). Attenzione per il climate change, i diritti dei lavoratori, il rispetto delle normative internazionali, gli interventi a favore delle comunità, l’adozione di codici etici trasparenti emergono tra i parametri di riferimento nella formazione dei giudizi.

GIORNALISTI E SOLDI – La Fondazione Paolo Murialdi, in collaborazione con l’Inps e l’Università Sapienza di Roma, ha prodotto una interessante ricerca sui giornalisti italiani. I dati – riferiti al periodo 2019-2023 – ci fanno sapere che ci sono 103.581 giornalisti iscritti all’Ordine. Nel 2023, di questi 103.581, solo 17.179 erano coloro che avevano versato contributi all’Inps e 25.791 all’Inpg (Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani). Quest’ultimo istituto è praticamente fallito tanto che nel 2020 ha chiuso un bilancio con 253 milioni di euro di disavanzo e nel 2021 di 225 milioni. E quanto guadagnano i giornalisti italiani? Qua bisogna fare le dovute precisazioni. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, il 70% di loro guadagna meno di 25mila euro all’anno. Il confronto tra fasce d’età mostra una netta prevalenza di giornalisti autonomi rispetto ai subordinati in tutte le categorie. Il dato, tuttavia, restituisce una distribuzione molto sbilanciata tra freelance e co.co.co. Questa disparità, che pone un tema rispetto alle tutele dei giornalisti autonomi, è ancor più evidente guardando alla retribuzione, quasi doppia per un freelance rispetto a un co.co.co. Da sottolineare come, sulla base delle evidenze si registri – in corrispondenza del passaggio da INPGI a INPS (2023) – un aumento di circa il 4% di giornalisti dipendenti e come, per quanto riguarda le categorie professionali, l’80% dei dipendenti sia professionista, mentre il restante 20% sia diviso tra pubblicisti e praticanti. Il confronto tra fasce d’età mostra una netta prevalenza di giornalisti autonomi rispetto ai subordinati in tutte le categorie. E le donne? Come quasi sempre guadagnano meno degli uomini. Gli uomini hanno guadagnano in media il 16% in più rispetto alle donne. La retribuzione media annua dei giornalisti maschi è stata di 62.661 euro nel 2023, contro i 54.016 euro delle giornaliste. Il divario si mantiene in tutte le fasce d’età, con differenze che diventano più marcate oltre i 50 anni. Lo stesso avviene per i trattamenti pensionistici: in media le pensioni degli uomini raggiungono i 71mila euro, quelle delle donne 48mila euro. Alessandra Costante, segretaria Fnsi (il sindacato dei giornalisti), ha ribadito che «Se il sistema ha retto negli ultimi anni è stato solo grazie ai grandi sacrifici dei colleghi. A fronte di colleghi usciti in prepensionamento con stipendi da quasi 100mila euro sono entrati giornalisti la cui retribuzione media si aggirava intorno ai 40mila euro. E per i prossimi anni si prospettano nuovi pensionamenti anticipati».

NON È UNO SCHERZO (SIAMO IN ITALIA) – Il primo di aprile, Gennaro Sangiuliano ex ministro della Cultura, dimissionario, protagonista della vicenda che lo ha coinvolto con Maria Rosaria Boccia, assumerà l’incarico di corrispondente da Parigi per la Rai. Indubbiamente il talento va premiato. Secondo l’agenzia Adnkronos all’ex direttore del TG2 verrà affidata la responsabilità della sede parigina. La giornalista Nicoletta Manzione, in passato direttrice di Rai Parlamento e a capo della sede Rai di Berlino, finora nella capitale francese, si sposterà a Londra, dove assumerà a sua volta l’incarico di corrispondente da Londra, e dal successivo primo giugno la responsabilità della sede di corrispondenza. Marco Varvello, corrispondente londinese prossimo alla pensione, a quanto si apprende rientrerà in Italia a fine maggio per lo smaltimento delle ferie residue.

GIOVEDÌ SEDUTA VIGILANZA RAI – Giovedì 3 aprile ci saranno due distinte sedute della Commissione di Vigilanza Rai per tentare di sbloccare lo stallo sulla votazione del presidente Rai. La prima è convocata per le 8,15 mentre la seconda alle 8,30 sarà dedicata all’esame sulla par condicio in vista dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno. Sulla presidenza Rai, come abbiamo più volte scritto, c’è il rifiuto dei partiti della minoranza di dare il proprio appoggio a Simona Agnes (Forza Italia) e attuale membro del CdA Rai e uscire dall’aula in caso di voto per impedire, così, il raggiungimento della maggioranza dei due terzi. I partiti di governo, invece, hanno più volte scelto di disertare le convocazioni della bicamerale, facendo così mancare il numero legale. Se non ci saranno passi avanti nelle trattative tra i due schieramenti, la situazione è destinata a rimanere bloccata.

WAR ROM COMPIE GLI ANNI – Il web talk fondato da Enrico Cisnetto compie cinque anni di vita. Nato nel marzo 2020 sono andate in onda più di mille puntate con 2.500 ospiti, 11 appuntamenti settimanali, 800 ore di trasmissione distribuite tra 5 live e 6 rubriche tematiche, raccogliendo un consenso che ha toccato le 50 milioni di visualizzazioni complessive. Cisnetto, classe 1955, ha lavorato al Secolo XIX, L’Informazione, Panorama, Il Messaggero, Il Foglio, Il Gazzettino, La Sicilia, Oggi, Il Mondo, Liberal e Public Policy. Come dice il fondatore, War Rom «è il perfetto antidoto ai veleni dei talk show televisivi, ed è apprezzata proprio per questo». Alla conduzione, oltre al fondatore e Alessandro Barbano, impegnati nelle live dedicate all’attualità, si alternano anche Luca De Biase, Davide Giacalone, Massimiliano Panarari, Maria Corbi, Francesco Cundari. Per seguire War Room ci si può sintonizzare su TgNorba24, Di.Tv, L’Altro Corriere, Rete Sole Umbria TV, e TVA Agrigento nonché su l’Inkiesta, Radio Radicale, Radio 103.


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