Scopata leghista

La Lega non perdona e fa assumere

di Adriano Todaro - lunedì 21 luglio 2014 - 2998 letture

Non cominciate a speculare come al vostro solito. Ricordiamo sempre che sono tutti innocenti sino al terzo grado di giudizio. Ora c’è questa storia dell’ex procuratore legale della Avon, a suo tempo anche ministro dell’Interno, Barbaro sognante, segretario della Lega ed approdato alla guida della Regione Lombardia.

Lo dico subito di non fare speculazione politiche perché la Lega, si sa, non perdona. Io lo ricordo bene l’ex suonatore di piffero sul palco con la scopa, la ramazza in mano. Se la rideva tutta perché aveva preso il potere e aveva scacciato quello che ce l’aveva duro. Uno scontro fra titani.

Roberto Maroni, politico fine e sagace, non ha fatto nulla di male e quando gli è arrivato l’avviso di garanzia si è detto "sereno". E’ incredibile come siano tutti "sereni" questi politici, imperturbabili, del tipo "mi piego ma non mi spezzo". A guardarlo bene Bobo fa tenerezza: gli occhialini cerchiati di rosso, una mezza barba, un giorno più corta, un giorno un po’ più lunga, incassato nel vestito d’ordinanza con un’eloquenza che farebbe addormentare anche il più accanito degli insonni.

Bobo Valeriana Maroni ha fatto solo del bene. C’erano due lavoratrici che conosceva perché fedelissime della Lega e le ha piazzate una ad Eupolis, la società regionale per la ricerca, statistica e formazione e l’altra ad Expo 2015. Embe? Cosa c’è di male? Due disoccupate in meno. Le due gentili signore, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, avevano già lavorato per il pifferaio magico. La prima quando era stato ministro, incredibilmente, dell’Interno; l’altra a livello regionale. La signora Paturzo, ad Expo, ci starà due anni con un contratto di oltre 5 mila euro mensili; la signora Carluccio si beccherà, invece, 29.500 euro l’anno da Eupolis.

Dunque 5 mila euro mensili per 24 mesi fa 120 mila euro; l’altra, ogni mese porta a casa 2.500 euro che non è poi molto considerato quanto costano le cocuzze.

Anche il segretario della Lega, il pensoso Matteo Salvini, si è visto piazzare, con chiamata diretta, in Regione, la sua compagna. A sua insaputa, sia ben chiaro. Questo centometrista del pensiero molto debole non è mica un pirla e lo dimostra ogni volta che è in televisione (quasi sempre) o alla radio (quasi sempre). La sua compagna si chiama Giulia Martinelli e avrà una retribuzione di 70 mila euro. Ma la Giulia non ruba il posto a nessuno visto, come afferma il Matteo, che "è stato l’assessore con il quale lavora da cinque anni a chiamarla".

E poi 70 mila euro? Matteo, quello padano non l’altro, è un gentiluomo e non chiede mai alle donne quanto guadagnano. Afferma con grande senso dell’umorismo: "Non so quanto guadagni. Non ho mai guardato nella sua busta paga e non mi permetto di farlo adesso". Noi li immaginiamo riuniti nel lindo tinello di casa, Matteo e Giulia. Questa è raggiante: "Sai Matteo, ora guadagnerò 70 mila euro!". E lui con nonchalance, ma fermo: "Non m’interessa. Non ho mai guardato nella tua busta paga e non mi permetto di farlo adesso".

Giulia rimane un po’ male e azzarda: "Se il mio nuovo incarico ti crea imbarazzo, io mi dimetto". Ma Matteo (come tutti coloro che si chiamano Matteo) è uomo di mondo e spiega a noi provincialotti che "Se [Giulia] avesse lasciato il lavoro, sarebbe stato come riconoscere che si è fatto qualcosa contro la legge e i cittadini avrebbero perso una persona che si sta occupando delle parrucche per le donne malate di tumore".

Naturalmente le donne ringraziano ed anche noi. Ma siccome quando fai del bene non sempre sei ricompensato ecco che appare un’altra tegola per la Lega. La magistratura sta indagando su alcuni viaggi da Tokio a Berna ma anche i prossimi viaggi in Canada, Cina, Usa e Brasile. Per oltre sei ore è stata interrogata anche la Paturzo, quella da 5 mila euro mensili ma noi, che siamo garantisti, propendiamo per la classica bolla di sapone. D’altronde, spendere un milione di euro per i viaggi e far conoscere, al mondo intero, cosa è, ma soprattutto cosa sarà l’Expo 2015 rientra nei normali compiti istituzionali di una Regione. Certo, un milione di euro è una bella sommetta. Se restavano a casa avremmo risparmiato le spese di viaggio e saremmo andati in malora lo stesso, assieme ad Expo 2015.

E mentre si spendono soldi per i viaggi all’estero, il bilancio maroniano taglia 12 milioni di euro al Fondo sociale regionale. Sono quei soldi che servono ai Comuni per garantire l’assistenza a disabili e anziani e così i Comuni taglieranno i servizi e le famiglie saranno costrette ad utilizzare le proprie risorse che, con i tempi del Democristiano con i Nei non eletto, sono sempre minori.

Insomma, è una grande scopata, una bella pulizia. Del resto dice il proverbio: "Scopate, scopate, qualcosa resterà". Mal che vada resta il posto di lavoro. Di Giulia, Mara e Maria Grazia.

P.S. ‒ Arriva la notizia che l’Omino Condannato, da oggi diventa l’Omino Innocente. Una grande notizia che ristabilisce almeno quattro verità:

1) Ruby è veramente la nipotina di Mubarak;

2) I giudici non sono tutti comunisti;

3) Pd e Pdl avevano visto giusto quando approvarono la legge Severino;

3) Da oggi scoparsi una minorenne non è più reato.


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