Praterie invece che pizzerie

Nuovi movimenti politici. Stringiamoci a coorte che teniamo famiglia
Bravi, ragazzi. Avete pazientato e ora sarete premiati. Stanno tornando tutti pimpanti e arroganti, tutti al lavoro per risolvere i nostri problemi, i nostri affanni, le nostre preoccupazioni. Sono una generazione di politici nuovi che più nuovi non si può. Loro sono imperturbabili, freddi come rettili.
Sì, stanno arrivando perché ci sono all’orizzonte nuove elezioni e tutti tengono famiglia, tutti si devono riposizionare. Quello più svelto è stato Fronte Ampia Angelino che non avendo più parenti da piazzare alle Poste ha potuto dedicarsi interamente alla meditazione. Ne è uscito sconvolto, emaciato ma invitto e tenendo conto della sua passione per i film western, ha scoperto che “Al centro si è aperta una prateria”. In realtà come si faccia a “aprire” una prateria è una di quelle cose che solo l’insondabile cervello alfaniano può produrre. Di solito, si aprono le pizzerie.
Comunque, ha deciso di cancellare il Ncd perché da tutti era definito Nuova Camorra Organizzata e l’ha sostituito con Alternativa popolare. Bel nome e bello anche il logo che ha un cuore giallo su sfondo blu e subito, i soliti detrattori, hanno detto che è come quello del cornetto Algida. Ma lui non è algido ma popolare e alternativo. A cosa non si sa; forse alle parole crociate.
La frase clou, il compendio di tutta la sua sofferta elaborazione intellettuale è la seguente frase: “Noi siamo alternativi ai lepenisti, alla sinistra dell’indietro tutta, a chi ha in mente solo la ruspa e a chi non ha cura della Repubblica”. Con questa frase ha spiazzato tutti e ha chiarito tante cose: 1) sono alternativi ai lepenisti. Una cosa magnifica perché non se ne può più di questi lepenisti. Pensate che sono andato dal ciclista a riparare i freni della mia bicicletta e questo si è preso 10 euro. Questo, sono sicuro, è lepenista; 2) basta con la sinistra dell’indietro tutta. Qua il cervello di Agrigento porta alla ribalta la bella trasmissione di Arbore. Facciamo una trasmissione, sembra dire, alternativa e popolare. Un’idea ci sarebbe: “Non è mai troppo tardi”, quella del maestro Manzi; 3) basta anche con le ruspe. Meglio pala e piccone. In questa prateria centrale, pala e picco saranno utilizzate da persone del calibro di Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, la sempre allegra Beatrice Lorenzin, Enrico Costa e tanti altri.
Altro giro altro movimento, altro campo. Se là c’era una prateria, qua c’è, più modestamente, un campo. Anche qua c’è un logo accattivante: manifesto giallino con scritta bianca, in grande: “La prima cosa bella”. Poi, sotto, più in piccolo: “Nasce Campo progressista”. Titolo cinematografico, copiato dal film di Paolo Virzì. A me, invece, il nome richiama, come ho già avuto modo di scrivere, una pubblicità di minestrone. In ogni caso, su Giuliano Pisapia devo fare ammenda. Recentemente ho scritto che era partito rivoluzionario con Dp ed era finito pompiere dando il sostegno per il sì al referendum di Renzi.
In realtà non è finito pompiere ma tabaccista nel senso che uno dei pilastri della “prima cosa bella” è Bruno Tabacci che già stava in Giunta con lui. Democristiano di vecchia scuola, consigliere comunale, poi regionale, poi deputato. Quando la Dc chiude, lui passa all’Udc e ne diventa deputato. Poi, ancora deputato, per la Rosa Bianca e Alleanza per l’Italia. Come si vede un volto nuovo. Mai però come un altro che farà parte del minestrone del Campo: Angelo Sanza. Anche lui parte democristiano ma poi per non fare torto a nessuno sta nel Partito popolare, Cdu, Forza Italia, Udr, Udc. Il meglio, però, deve ancora venire. E il meglio si chiama Michele Pisacane. Anche lui democristiano, linea Mastella, poi “responsabile”, al seguito dell’eminente intellettuale Domenico Scilipoti.
E’ diventato famoso per aver dichiarato alla “Zanzara” che fare il deputato era “una vita da cani”. Aveva ragione da vendere. Siccome però lui è preciso come l’altro Pisacane, quello dei 300 giovani e forti, ecco che fa l’elenco della spesa: “E’ vero: guadagno 12.000 euro al mese. Ma con uno stipendio così, se si sottraggono i soldi che dai ai figli, i contributi per la politica, le spese per la professione, che cosa rimane alla fine? Giusto la metà: 6.000 euro. Se io tornassi a fare la mia professione, ne guadagnerei molti di più”.
Uno potrebbe dire: e allora torna a fare il medico! Eh no. Il Pisacane si sacrifica per noi tutti e riesce a resistere solo perché aiutato dalla gentile consorte, Annalisa Vessella, consigliera regionale. Poi è anche, nominata dal governo Berlusconi, amministratore delegato dell’Isa (Istituto per lo Sviluppo Agroalimentare). Ve la immaginate Annalisa che sviluppa l’agroalimentare? Per questo sviluppo le danno una paghetta di 140 mila euro lordi l’anno. Insomma, una vita da cani. Pisapia ha dichiarato di voler rifare la sinistra. Con Pisacane? Con Angelo Sanza? Con l’ex sindaco di Catania Francesco Attaguile? Ma mi facci il piacere! E ho detto tutto.
E mentre lo sfidante di Renzi, Michele Emiliano, fa sapere che il suo punto di riferimento a Milano è Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni, ex presidente della Provincia, ex capo della segreteria di Pier Luigi Bersani, che è stato prescritto, non assolto, gli altri, quelli di sinistra per davvero, da Pier Luigi di Bettola alla Speranza, hanno presentato, anch’essi, il nuovo logo e il nuovo partito, pardon movimento. Qua, in grande, in rosso, c’è “UNO”, il grande uno rosso come il film di Samuel Fuller. Il resto dei colori sono verde e bianco. Poi, sotto, “Movimento Democratico e Progressista”. Potrebbe essere il rilancio della Fiat Uno e, invece, è un nuovo movimento dichiaratamente di sinistra. Finalmente torneranno le birrette bevute in solitario, le bambole da pettinare, i giaguari da smacchiare, le mucche nel corridoio e, per non farci mancare nulla, qualche bella autostrada inutile dalle parti di Orbetello, chez Enrico Rossi.
La Speranza è viva e lotta assieme a noi e, infatti, ha affermato che ci vuole “Coraggio, passione, uguaglianza, solidarietà, legalità, diritti civili… Basta con l’arroganza e con l’uomo solo al comando. Basta con le imitazioni della destra. Un popolo di centrosinistra c’è e ci chiede una casa”. Infatti, hanno votato tutte le porcherie della Ditta, dal job act all’abolizione dell’art. 18.
A proposito di case. Vogliamo parlare anche di chi una casa non l’ha? Chi mai potrebbe essere contrario a “uguaglianza, solidarietà, legalità, diritti civili…”? Poi, però, è necessario quantificare. E allora, sugli esodati cosa farete? Sui giovani senza lavoro? Vogliamo essere chiari sull’Ilva? Sui vitalizi? Sulle spese per gli armamenti? Sui lavoratori costretti a lavorare in nero? Sull’evasione fiscale?
Si potrebbe, ovviamente, continuare. Ma io sono stanco. Stanco di seguire questi vergognosi balletti pur di stare sul ponte di comando. Lo sa la Speranziella che solo nel 2016 sono morte 1.400 persone sul lavoro?
No che non lo sa e non lo sanno neppure i suoi sodali. Loro pensano solo come arrivare a settembre, così da maturare i vitalizi.
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