Le emorroidi

Votate per chi volete ma votate NO
Ebbene, sì. Ho le emorroidi! Capisco bene che è un mio problema, molto personale e doloroso e che a voi non importa un belino di niente, ma le emorroidi rimangono.
Perché vi racconto di un problema di “bruciante” attualità per me? Perché più ci avviciniamo al 4 dicembre e più mia moglie è intrattabile: litiga con tutti coloro che sono ancora indecisi cosa votare per il referendum, litiga con chi ha deciso di votare Sì e litiga, naturalmente, anche con me.
Pensate che nei giorni scorsi, tornando a casa, abbiamo preso l’ascensore e con noi è salito il ragioniere Filippetti. Prima le solite manfrine: prego, venga, dopo di lei, come sta la sua signora ecc. Appena chiuse le porte, mia moglie l’ha apostrofato con una domanda precisa: “Il 4 dicembre lei non voterà per caso Sì?”. Le guance del ragioniere si erano improvvisamente colorite di viola, tipo melanzana: “Veramente, signora, il voto è segreto…”. “Segreto? – aveva interrotto mia moglie –. Ho capito lei vota Sì. Ma si può essere così coglioni?”.
Quando s’incazza, mia moglie non è proprio una seguace di monsignor Della Casa. Il viso del povero ragioniere era passato dal viola al colore porpora ed era talmente frastornato che aveva preferito scendere al secondo piano piuttosto che arrivare al terzo dove lui abita.
Arrivati nel nostro appartamento, mi sono dovuto sorbire le intemperanze di mia moglie e sono stato accusato di non prendere mai una posizione chiara.
“Ma cara, anche tu non puoi assalire la gente in questo modo”.
“Ah no, eh! Loro hanno a disposizione giornali, radio, televisioni, soldi. Promettono posti di lavoro peggio della buonanima di Lauro, minacciano l’uscita dall’Europa e di non dare più gli 80 euro, promettono soldi a tutti, assicurano che se vince il Sì sarà più facile curare diabete, cancro, cirrosi ecc. Ed io non posso dire nulla anche a un imbecille come quello del terzo piano?”.
“Beh, questa questione delle cure mediche è importante. Vedi mai che guarisco dalle emorroidi se vince il Sì?”.
“Non dire cazzate! Le emorroidi sai dove devi metterteli?”.
“Lascia perdere, ho capito. Però devi convenire con me che la lotta alla casta sarà più facile se vince il Sì. Questa lotta passa anche dalla riforma. Guzzetti e Fusaro sono stati chiari”.
“Se è per questo anche Briatore, Marchionne, Veltroni, De Luca e compagnia cantando”, ha borbottato andandosene in un’altra stanza.
Le discussioni, a casa mia, terminano sempre così. Ci s’incazza e si vanno a fare altre cose. Comunque ho riflettuto molto sulle parole dei due illustri costituzionalisti. Dice Giuseppe Guzzetti: “Ci può essere una situazione di incertezza dopo il voto in caso di esito negativo che può avere grosse conseguenze sulla nostra economia e sul nostro sistema bancario. Noi l’incertezza dobbiamo evitarla e io di questo mi preoccupo ed è per questo che voterò Sì”. Questo, a 82 anni ha ancora incertezze. Eppure vota Sì e combatte la casta di cui lui, di certo, non fa parte. Nel 1953 si è iscritto, con incertezza, alla Dc. Con incertezza è diventato consigliere regionale in Lombardia e poi presidente della Regione, con incertezza è diventato senatore. Con grande incertezza ha accettato di diventare presidente della Fondazione Cariplo e con l’animo straziato dall’incertezza, è diventato presidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa.
Se Guzzetti è, diciamo così, “prestato e arruolato” nell’armata del Bene nella lotta contro quella del Male, l’altro personaggio è proprio un costituzionalista nel vero senso della parola. Di nome fa Carlo Fusaro ed è nato in Svizzera, madre svizzero-tedesca e padre italiano. Già con questi dati non poteva che avere un grande avvenire, un avvenire da costituzionalista. Invece io sono nato in Brianza da madre nata ad Acate, in provincia di Ragusa. Che avvenire potevo mai ambire con queste credenziali? Non potevo che finire a scribacchiare su questo giornale. Tuttavia andiamo avanti. Fusaro è un professore e vi posso assicurare non ha incertezze: lui vota deciso per il Sì. Pensate che è professore di Diritto elettorale e parlamentare all’Università di… Indovinate un po’? Sì, proprio di Firenze.
Dicevo che non ha incertezze ed è vero. E’ stato prestato alla politica per un anno (1983-1984) e con i repubblicani è diventato onorevole. Poi, dopo un anno, ce l’hanno restituito. Con il vitalizio, però! Grandi dubbi e grandi incertezze: che faccio, sono stato in Parlamento solo per un anno e per tutta la vita prenderò un vitalizio di 2.213 euro mensili? E’ giusto questo? Non mi accuseranno di far parte della casta?
Pensa e ripensa e, alla fine, bando alle incertezze, il nostro professore svizzero ha preso una decisione altrettanta svizzera: il vitalizio me lo tengo. Bel colpo. Basta proprio un Sì per sconfiggere la casta.
Ah, le incertezze! Quante incertezze nella vita. Capisco benissimo, quindi, le incertezze che ha il “sistema bancario”, le incertezze degli svizzeri con madre svizzero-tedesca, le incertezze del ragionier Filippetti.
Pure io ho tante incertezze. Ma una è quella più pressante: per curarmi le emorroidi è meglio usare la Preparazione H oppure il Proctolyn pomata?
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