La bicicletta

La Ferrari vende biciclette a 9 mila euro e nell’aeroporto di Orio al Serio, c’è un distributore di oro. Va tutto bene; abbiamo un grande futuro con più evasione fiscale e diminuzione dei salari

di Adriano Todaro - mercoledì 6 ottobre 2010 - 2170 letture

Mentre facevo un po’ di pulizia cartacea, mi è capitato in mano un vecchio giornale dove veniva pubblicizzata la bicicletta Ferrari, l’azienda delle auto da corsa di F1. Ora che il costruttore di auto velocissime produca anche biciclette mi ha riempito di stupore, ma poi mi sono detto che in fondo anche costruire biciclette è un servizio. E così ho deciso di acquistarne una anch’io perché mi sento ecologista e, nel contempo, voglio aiutare il mercato.

Una di queste biciclette, si chiama CX-70 e la si vende a 3.299 euro. Un prezzo ragionevolissimo tenendo conto dei materiali usati. Ma per non farmi vedere tirchio ho deciso di acquistare la CF7, una rossa dal carattere gagliardo che, così dice la scheda tecnica, "raggiunge moduli elastici fino a 800 Gpa". Potete capire che raggiungere moduli elastici fino a 800 Gpa non è da tutti. In realtà non ho idea di cosa sia questo modulo elastico, ma senza dubbio deve essere una cosa ricercatissima, tanto che quando la mattina gli operai si preparano per andare al lavoro s’informano sempre: "Mariuccia hai preparato la mia Ferrari?". La moglie lo guarda tutta orgogliosa mentre scalda il caffè e poi di rimando: "Ma quale? Quella che raggiunge i moduli elastici fino a 800 Gpa?".

Poi si tirano i cuscini come hanno visto fare negli spot pubblicitari in Tv e vanno, allegramente, a lavorare. C’è però un problema: la CF7 costa 9.004,33 euro, Iva inclusa. Sono i 33 centesimi che mi disturbano e anche i 4 euro, non i 9 mila. E così salirò sul tetto della fabbrica a protestare.

Ritornato a casa ho cominciato a leggere il giornale. Sembrava un bollettino di guerra. Le Cassandre comuniste riportavano i dati economici appena pubblicati da parte dei comunisti dell’Ires su elaborazione dei dati dei comunisti dell’Istat. Negli ultimi 10 anni, i lavoratori italiani hanno perso oltre 5 mila euro di potere d’acquisto. Nel decennio 2000-2010, le retribuzioni hanno avuto una decurtazione, a causa dell’inflazione, di 3.384 euro. Assommati, dicono i comunisti, alla mancata restituzione del fiscal drag, si arriva a 5.453 euro.

E allora? Queste cifre non dicono nulla tanto è vero che Mediobanca ha reso noto i profitti delle prime 1400 industrie italiane che dal 1995 al 2007 sono cresciuti del 75,4%. E sono stati reinvestiti questi profitti? Scherziamo! I padroni non ce la fanno più e quindi investono meno: esattamente meno 38,7%. Una cosa, però, aumenta sempre: l’evasione fiscale che è giunta a 156 miliardi euro l’anno. Un record che con un po’ di buona volontà può anche migliorare.

Non solo. Secondo i dati di Bankitalia (altri comunisti), il 10% più ricco della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza netta in mano alle famiglie.

Non credete alle Cassandre e cercate di essere ottimisti. Volete una prova che le cose non vanno poi tanto male? All’interno dell’aeroporto di Orio al Serio è stata inaugurato il primo distributore di oro. Sì, perché sembra che gli italiani siano molto appassionati al prezioso metallo e così fra un viaggetto e l’altro, nell’attesa dell’aereo, si comprano un po’ di oro. Per ora c’è solo ad Orio, ma confido che presto ne sia installato uno dalle parti di Pomigliano, oppure in qualche paese della Basilicata.

Noi italiani abbiamo una grande fortuna, quella di essere guidati dal Gran Timoniere Silvio e dal ragioniere di Sondrio Giulio Tremonti, economista di complemento che il mondo c’invidia. Quando questi due, la mattina si guardano allo specchio, possono essere soddisfatti perché tutto va bene. Come non mai sono riusciti a pubblicizzare i costi e privatizzare i profitti. Hanno da essere contenti e, con loro, Marchionne, Marcegaglia, Montezemolo e compagnia. Certo, ogni tanto un operaio s’ammazza come ha fatto Vincenzo Di Somma, 32 anni, di Castellammare di Stabia perché perde il lavoro. Ma è solo un dettaglio, un incidente di percorso. Mica Marcegaglia e soci possono interessarsi anche di Vincenzo con tutto quello che hanno da fare.

Quando le aziende vanno male è sempre colpa degli operai, del conflitto continuo, quando vanno bene è la capacità dei padroni. Come dice un vecchio proverbio della zona di Foggia: "Quando va bene viva Michele, quando va male in culo a Pasquale". D’altronde, cari operai, avete voluto la bicicletta Ferrari? Allora, pedalate!


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