Il povero Castelli

Il viceministro padano guadagna una miseria, ma forse ha fatto male i conti. Lui si dichiara povero ma nel senso marziano del termine. O nel senso marxiano. Boh!

di Adriano Todaro - martedì 20 settembre 2011 - 2029 letture

Ho visto, di nuovo, Castelli padani alla Tv. Certo non è il massimo per passare la serata, eppure vedere l’ingegnere acustico Castelli e, soprattutto, ascoltarlo, è un’esperienza che consiglio a tutti coloro che hanno la pressione bassa. Forse ascoltarlo è dire troppo anche perché non sempre si capisce quel che afferma. Con quella boccuccia stizzita, le parole escono come avvolte nel taffettà e non sempre si comprendono. Comunque è un politico di valore e di grande spessore culturale non fosse altro perché laureato in ingegneria.

Qualche sera fa era a "Piazza pulita", la trasmissione di La7 di Corrado Formigli. Trasmissione noiosa come tutti i talk show politici, con la presenza della solita compagnia di giro. Su tutti, però, svettava l’ingegnere che ad un certo punto ha detto una frase lapidaria che fa veramente piazza pulita di tutte le palle che raccontano sulla cosiddetta casta.

Mentre il Paese cerca di capire se dopo la manovra economica gli resterà in tasca qualche spicciolo, mentre si licenzia, si chiude Termini Imerese, le auto Fiat non si vendono, i consumi diminuiscono, nel momento in cui muoiono sei operai sul lavoro (in un solo giorno e mezzo), mentre il presidente del Consiglio non sa come sfuggire ai magistrati e farselo tirare, mentre il presidente della Repubblica invita "tutti" alla "coesione nazionale", insomma, in tutto questo bailamme, l’ingegnere Castelli afferma di essere povero anche lui. Ohibò ho pensato. Vuoi vedere che ora ci tocca fare una sottoscrizione per il povero Castelli? Ma è stato lui stesso a chiarire meglio. Infatti gli hanno domandato quando guadagna e lui ha risposto soavemente: 145 mila euro l’anno!

Poi ha affermato un altro concetto, in parte correggendosi: parlando come se avesse una cocuzza tra le labbra, ha esclamato: "Sono povero nel senso marziano del termine". Marziano? Panico nello studio, ma poi il sindaco di Firenze Matteo Ricci, quello che, da solo, va a cena a casa di Silvio, ha spiegato che l’ingegnere voleva dire "Nel senso marxiano del termine".

Qua la mia pressione ha cominciato a salire. Cosa significherà questa frase? Forse che il Castelli padano si è letto tutto il "Capitale", tutte le 3 mila pagine, i quattro tomi? Che sia diventato comunista? Che alberghino nel suo cuore ingegneristico altri sentimenti che non siano solo quelli suscitati dall’acustica, sua specializzazione? Che sta sorgendo un nuovo giorno in cui anche gli edili potranno comprendere gli ardimentosi progetti dell’ingegnere?

Non è dato sapere. Intanto i vari giornali hanno cominciato a fare i conti in tasca a Castelli padani. Operazione, questa, per niente fine ma i giornalisti sono così, rotture di coglioni. Dunque, 145 mila euro diviso 12 mesi fa 12 mila euro al mese. Una cifra quasi da pezzente. Qualcuno, però, ha sollevato la tesi che Castelli ha detto il falso oppure, malgrado la laurea, non sa fare di conto. Un parlamentare prende 19.150 euro al mese. Quindi per 12 mesi fa 229.000 euro. Poi c’è 13/a e 14/a e poi i vari benefit. Qualcosa allora non torna. Ha detto una bugia o non sa fare i conti? Oppure ha evaso?

Io non ho nessuna prova che i reali redditi del nostro caro ingegnere superino quello che lui ha detto in Tv e, sinceramente, non ho nessuna voglia di approfondire la questione. A me sembra che sia già uno scandalo che un signore come Roberto Castelli prenda, da noi, 145 mila euro l’anno per andare nelle varie Tv a parlare contro i lavoratori, a difendere un laido vecchietto, a parlare di secessione dopo aver giurato, davanti al presidente della Repubblica sulla Costituzione che non prevede la Padania. E a questo proposito vorrei capire cosa ne pensa il presidente della Repubblica. Cosa pensa Napolitano del fatto che domenica scorsa, a Venezia, la polizia ha picchiato coloro che sventolavano il tricolore? Com’è che non è avvenuto nei confronti di chi invocava la secessione? Com’è che sul palco verde, oltre a vari ministri, c’era anche il ministro dell’Interno? Quel Maroni condannato definitivamente per resistenza alla forza pubblica? E intanto che ci siamo, signor presidente, ci spieghi cosa significa quella sua frase sibillina e a chi è diretta ("Ciascuno si assuma le proprie responsabilità").

Chi si deve assumere le proprie responsabilità? Gli operai Fiat o il signor Marchionne? I lavoratori tartassati o il ricattato Berlusconi? Le banche o chi ha dovuto fare il mutuo per comprarsi due locali? Lei, signor presidente, ha mai provato a chiedere un mutuo in banca? Chi deve assumersi queste responsabilità? Chi ha mandato al baratro questo Paese, chi lo ha violentato, imbarbarito, infradiciato, chi lo ha fatto diventare una melma maleodorante oppure coloro che per tirare la fine del mese debbono fare i salti mortali e ogni mattina debbono timbrare il cartellino?

E mentre il viceministro povero o il povero viceministro afferma di guadagnare "solo" 145 mila euro, il suo capataz Bossi pensa di lanciare in politica, dopo il famoso giocatore di flipper Renzo, anche l’altro figlio. I militanti, però, sono incazzati e cominciano a contestarlo e allora lui si aggrappa alla sempre verde secessione. Domenica scorsa lo ha gridato raucamente a Venezia e forse, ha continuato, sarà necessario arrivare ad un referendum "perché un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l’Italia".

A queste parole, Renzo aveva uno sguardo smarrito, un velo di tristezza e preoccupazione sul suo sguardo acuto e penetrante. Non vorrà mica mandarci a lavorare? si è domandato. Ma poiché i professori della Cepu vanno a casa sua a fargli le lezioni gratis per farlo laureare, ha compreso subito che era una boutade del padre di cui, certo, si può dire tutto, ma non che abbia mai lavorato.

Ecco, sono questi coloro che erano contro la "Roma ladrona", quelli dell’ampolla che forse c’è dentro qualche erba allucinogena. Con uno come Castelli e compagnia verde chi può dubitare che questo nostro Paese si riprenderà? Nel senso marziano del termine, ovviamente.


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