Il parcheggio

Nessun dissenso da parte del Responsabile onorevole Arturo Iannaccone. Semplicemente non ha trovato il parcheggio ed è tornato a casa
Non crediate che la vita da onorevoli sia piacevole. Essi sono pressati, continuamente, da tutta una serie di incombenze e, spesso, i loro atti, il loro comportamento, il loro modo di fare porta ad accusarli di varie nefandezze. Invece sono dei lavoratori come tanti, con i problemi di tutti gli esseri umani.
Prendete, ad esempio, Arturo Iannaccone. Chi è? Beh, intanto è uno dei Responsabili e non è poco. Nato ad Avellino nel 1956 è anche medico. Persona di grande cultura, a 18 anni si è iscritto alla Dc. Poi ha traghettato verso altri lidi. Prima al Centro democratico cristiano, poi Forza Italia, Unione di Centro, Polo Liberal Democratico. Consigliere regionale per il Ccd, assessore alla Ricerca Scientifica, capogruppo. Nel 2001 diventa, per volere di Berlusconi, consigliere dell’Agenzia per l’Onlus. Poi esce dall’Udc e sceglie il Movimento per l’Autonomia. Viene espulso e forma il nuovo partito Noi Sud. Poi diventa Responsabile.
Grande carriera, quindi. Molti passaggi che testimoniano come Iannaccone sia un personaggio per nulla statico, una mente fervida di iniziative, di progetti. Proprio per questo il nostro Arturo sta già pensando di andare “oltre”, sta pensando ad una Lega sud. Mercoledì scorso, 18 maggio alla Camera, a mezzogiorno Iannaccone non c’era. Panico nel governo. Tutti lo cercavano: dov’è Iannaccone? Avete visto Arturo? Arturo chi? Gasparri al quale le cose bisogna spiegarle sempre due volte, al nome di Arturo aveva subito pensato al suo ex segretario Michelini quando c’era la fiamma tricolore ed aveva timidamente domandato: “Ma non era morto?”. Come morto? Denis Verdini era impallidito: Ianaccone morto? Gasparri non sapeva neppure chi fosse questo Iannaccone e così erano tutti in palla.
Per fortuna passeggiava per il Transatlantico Domenico Scilipoti, altro medico prestato alla politica che aveva chiarito l’equivoco: “Arturo è uno dei miei. E’ un Responsabile e come tutti i Responsabili voterà a favore del governo”. Intanto, in aula, le votazioni andavano avanti e al governo, per cinque volte, mancano i voti. Non è assente solo Iannaccone ma 12 Responsabili su 29. Insomma, Iannaccone non si presenta. La sua assenza diventa un pretesto dei soliti comunisti per imbastire una speculazione. In pratica dicono che Iannaccone è un dissidente perché non ha avuto il posto che gli avevano promesso e lui, per ripicca, non si è presentato a votare.
La realtà, come sempre, è più semplice di ciò che si va a pensare. E la verità è rivoluzionaria. E sarà proprio Arturo Iannaccone a dimostrare che quando uno è Responsabile, realtà e verità vincono sempre. Sì perché lui non ha votato, per colpa della mancanza di parcheggi nella zona: “Ho girato intorno alla Camera per due ore”, afferma contrito.
Ecco, questa dichiarazione riconduce la figura di Iannaccone al nostro livello, lo fa diventare più umano, uno Iannaccone uno di noi che non riusciamo mai a trovare parcheggi. Nello stesso tempo, però, questa dichiarazione è la dimostrazione di quanti problemi abbiamo gli onorevoli.
Certo, in tutta questa vicenda c’è un aspetto negativo e cioè che qualcuno, con poca cultura, magari un tornitore, un metalmeccanico, faccia come l’Arturo Iannaccone di Avellino. Gira attorno al suo posto di lavoro in macchina per trovare un parcheggio, non lo trova e se ne torna a casa così come ha fatto l’onorevole. L’azienda gli decurterà lo stipendio, i sindacati cercheranno di difenderlo, ma uno che non va al lavoro perché non trova il parcheggio è, obiettivamente, indifendibile. E’, appunto, un metalmeccanico. Arturo, invece, è un onorevole con un grande avvenire. Non va a lavorare e lo pagano pure.
Vorrei dare un consiglio al medico avellinese. Non formi la Lega sud. Resti nei Responsabili. Ad esempio potrebbe diventare Responsabile dei Parcheggi. Già lo vediamo con un bel berrettino sulla testa che smista le macchine. Magari gli capiterà di trovare un metalmeccanico che vorrebbe posteggiare e lui lo aiuterebbe nella manovra: “Venga, venga, dotto’, avanti così”.
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