Il papa vada a Gaza

La ministra, invece, è meglio che resti a casa. Così risparmiamo i soldi del viaggio

di Adriano Todaro - martedì 29 luglio 2014 - 2463 letture

Ci sono giornate che proprio non vanno, che nascono male. A Milano le giornate sono, come al solito afose, un po’ di sole e caldo, poi pioggia che inonda la città dell’Expo. Leggi i giornali, ascolti la radio, guardi la Tv e sprofondi maggiormente nella depressione. In queste ore ci raccontano la guerra fra israeliani e palestinesi. Almeno così la definiscono. In realtà, a Gaza, si sta consumando un genocidio di un popolo, bombardato e stuprato da quando, dopo il 1945, nacque lo Stato israeliano. Israele ha scatenato il suo esercito contro la popolazione palestinese, in particolare quella della Striscia di Gaza. Ha compiuto un atto disumano e un’illegale aggressione militare.

Oggi non me la sento di fare ironia spicciola. Dopo aver visto servizi e foto dei bambini palestinesi colpiti dai bombardamenti israeliani, ben 162 i morti, sono annichilito. Sino al momento che scrivo queste note, la macabra contabilità ci fa sapere che i morti sono più di 1.000; i feriti oltre 5 mila e ci sono migliaia di profughi che non sanno dove andare. In 160 mila hanno perduto tutto, dalla casa alla famiglia. Non hanno più un lavoro, non ci sono medicine, manca l’energia elettrica, non hanno acqua potabile, non sanno dove scappare per salvare la propria vita. E il parroco di Gaza City, Padre Jorge Hernandez, ci fa sapere che "Un altro disastro si aggiunge alla calamità della guerra è l’odore e il pericolo di malattie a causa della decomposizione del numero enorme di cadaveri che non possono essere sepolti. Siamo di fronte ad un grande pericolo di epidemie. Dio ci salvi".

Gli Usa continuano a ripetere il solito mantra, quello che Israele ha il diritto di difendersi. E i palestinesi? I piccoli trucidati erano anch’essi terroristi? I quattro ospedali distrutti erano covi di Hamas? E la scuola Onu a Beit Hanoun era forse piena di guerriglieri? Anche i 7 bambini uccisi, i 17 morti e i 200 feriti in quella scuola, tutti guerriglieri?

A questo punto, considerato che nessuno si muove, che l’Europa balbetta, che il governo italiano, che ha la presidenza semestrale Ue, è più preoccupato chi eleggeranno come Alto rappresentante dell’Unione europea, è necessario un gesto forte, dirompente.

Che bello sarebbe se papa Francesco, si recasse a Gaza in questo momento. Significherebbe stare cristianamente dalla parte di chi soffre, di chi è violentato nel corpo e nell’anima, dalla parte di coloro che rappresentano veramente gli ultimi, quelli che hanno più bisogno.

Mi rendo conto che è solo un mio pio desiderio. Papa Francesco non andrà a Gaza e noi ci dobbiamo accontentare di Federica Mogherini, classe 1973, che di mestiere fa la ministra degli Esteri e che ambisce a diventare Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Federica che è franceschiniana nel senso del ministro Franceschini, è chiamata amichevolmente Fede. Oggi si usa e fra un selfie e un batti il cinque, ci sta bene anche Fede. Ci sarebbe da fare uno studio su questo vezzo di tagliare i nomi. Prima si mettono nomi lunghi (Federica, Massimiliano, Leonardo ecc.), poi zac un bel taglio che fa moderno ed ecco che spuntano Fede, Max, Leo ecc. Il nome Mattia non è lungo ma è meglio chiamarlo Matti, anche se risparmio solo una vocale.

Come al solito sono andato fuori argomento. No, volevo dirvi che la Fede, quella che appena nominata ministra, come primo atto, è andata ad incontrare le mogli dei due marò detenuti in India, è stata molto chiara su questa vicenda. Ricevendo il collega turco ha affermato che c’è l’idea "d’un ripensamento generale del quadro mediorientale e mediterraneo e di un approccio globale alle problematiche regionali verso soluzioni sistemiche alle crisi di quello scacchiere".

Chiaro? Non avete capito? Non preoccupatevi perché sono sicuro che non abbia capito neppure il turco. Una cosa è certa. Dopo il discorso, i canali diplomatici hanno fatto pervenire agli israeliani e ai palestinesi la frase di Fede. I contendenti si sono spaventati a morte perché se Fede (e il governo del non eletto Renzi) ha un "ripensamento", è dura per tutti. Non parliamo, poi, se trovano "soluzioni sistemiche". Allora sì che è finita la cuccagna. Tutti in riga, questi e quelli, Tel Aviv e palestinesi. Le "soluzioni sistemiche" sono l’ultimo ritrovato del nostro governo ed hanno l’appoggio di Re Giorgio di Savoia.

Anche la minoranza del Pd si è fatta sentire con forza. Gianni Cuperlo, senza peli sulla lingua, ha denunciato la "guerra asimmetrica" e ha proposto che se ne parli alle Feste dell’Unità.

Converrete con me che è una proposta rivoluzionaria. I bambini continuano a morire e noi facciamo un bel dibattito alla Festa dell’Unità. Magari, perché no, invitiamo anche Benjamin Netanyahu così sconfiggiamo la strategia della "guerra asimmetrica".

In questa vicenda Fede c’è, Speranza fa il capogruppo Pd alla Camera. Manca Carità. La carità, purtroppo, non c’è più se mai c’è stata. Non c’è più carità e manca anche la pietà che "l’è morta" come cantavano i nostri partigiani.


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