Figure retoriche (9): Allegoria

L’allegorìa (dal greco antico, parlare d’altro o parlare diversamente) è una figura retorica tramite la quale si descrive o si racconta un’azione che deve essere interpretata diversamente dal suo significato apparente...
L’allegorìa (dal greco antico, parlare d’altro o parlare diversamente) è una figura retorica tramite la quale si descrive o si racconta un’azione che deve essere interpretata diversamente dal suo significato apparente. Tutta la Divina Commedia ha un impianto allegorico, così come è un’allegoria la A ricamata sul petto della protagonista de La lettera scarlatta di N. Hawthorne, che indica la sua condizione (e colpa) di adultera. Prima ancora ci sono i Trionfi del Petrarca e poi, in area anglosassone, le morality plays.
Anche i miti greci, la caverna di Platone, l’Apocalisse e le parabole cristiane hanno un valore allegorico. Ancora, il medioevo utilizza molto le allegorie perché “la complessità del mondo necessita di essere letta e interpretata con l’uso di simboli trascendenti”.
Ma qual è la differenza fra simbolo e allegoria?
Secondo wikipedia.it, la differenza tra simbolo e allegoria è che il primo esprime qualcosa di concreto, la seconda di astratto. In realtà le cose sono molto più complicate di così: un esempio classico sono le tre fiere che incontra Dante all’inizio della Commedia (simboli), che tutti insieme formano la selva oscura (allegoria). Un libro sull’argomento è presentato qui.
L’allegoria attinge spesso al patrimonio di immagini condivise della società. Essa opera comunque su un piano superiore rispetto al visibile e al primo significato: spesso l’allegoria si appoggia a convenzioni di livello filosofico o metafisico. Un simbolo è qualcosa di più concreto, statico, assoluto rispetto all’allegoria: per esempio si può dire che un’aquila è simbolo di regalità e forza, mentre la colomba è un simbolo di pace.
La religione cristiana trabocca di simboli e allegorie, dal Giardino dell’Eden all’Arca al Crocefisso. Anche molti pittori del Rinascimento utilizzano l’allegoria per esprimere ideali morali e filosofici.
L’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo è un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservato nel Palazzo Pubblico di Siena e databile al 1337–1340. Gli affreschi, che dovevano ispirare l’operato dei governatori cittadini che si riunivano in queste sale, sono composti da quattro scene disposte lungo tutto il registro superiore di una stanza rettangolare, detta Sala del Consiglio dei Nove, o della Pace. Gli affreschi hanno un chiaro effetto didascalico, confrontando le allegorie del Buono e Cattivo Governo.
Negli Effetti del Buon Governo in campagna e in città, ad esempio, i cittadini vivono nell’ordine e nell’armonia, mentre negli Effetti del Cattivo Governo in campagna e in città (più danneggiato) si vede una città in rovina.
Più recentemente troviamo “Allegoria sul mondo dei giornali”, un’opera di Luigi Vigevano visibile nel sito dell’Ordine dei Giornalisti.
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -