Figure retoriche (10): Paradosso

Il paradosso introduce un’affermazione, un’opinione o una tesi contraria alla credibilità o al senso comune, e che quindi genera sorpresa, spaesamento logico, incertezza o perplessità, individuando però anche un nuovo modo di ragionare...
Come l’iperbole, il paradosso appartiene a diversi ambiti (matematico, filosofico, ecc.) ma noi lo analizzeremo come figura retorica (sebbene non tutti i manuali lo includano tra queste). Anche paradosso origina dal greco (pará = “contro” e dóxa = “opinione”). Il paradosso introduce un’affermazione, un’opinione o una tesi contraria alla credibilità o al senso comune, e che quindi genera sorpresa, spaesamento logico, incertezza o perplessità, individuando però anche un nuovo modo di ragionare e/o interpretare la realtà.
In letteratura l’esempio forse più celebre è la frase de Il gattopardo (G. Tomasi di Lampedusa, 1958) “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”; un altro caso è il famoso “comma 22” dal titolo del romanzo di Joseph Heller (1961), ambientato durante la Seconda guerra mondiale, in cui i regolamenti a cui i piloti erano soggetti contenevano consecutivamente il Comma 21: “Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo” e il Comma 22: “Chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.” Si tratta di un circolo vizioso: la possibilità di scelta è solo apparente, in realtà non è possibile alcuna scelta.
Un caso spesso citato tra gli esempi è “Lo so di mentire, dico la verità”, che corrisponde al paradosso del bugiardo. Si fa risalire questo paradosso al filosofo cretese Epimenide. Il paradosso del bugiardo consiste nell’affermare che una frase sia falsa: se affermiamo il vero la frase sarebbe falsa; se affermiamo il falso significherebbe che è vero che la frase è falsa, e quindi non potrebbe essere falsa.
SoloLibri riporta anche il paradosso di Don Chisciotte: presente nell’opera di Miguel Cervantes, vede una guardia chiedere a tutti i visitatori la ragione della loro visita. Se il visitatore risponde in modo veritiero non gli accadrà nulla, in caso contrario verrà impiccato. Ci troviamo di fronte a un paradosso quando un visitatore risponde: “Vengo per essere impiccato”. La guardia in questo caso come dovrà comportarsi?
Il paradosso è usato anche nella pubblicità, come dimostra questo esempio: “Prendetevela comoda, ma fate in fretta: è l’headline di un annuncio pubblicitario per la Fiat 500L, apparso nei giornali nel mese di giugno del 2017, in occasione di una campagna promozionale.”
Su questa figura retorica è incentrata perfino la headline di una pubblicità per la onlus dei frati cappuccini Opera San Francesco per i poveri: “Siate egoisti, fate del bene!”. Lo stupore destato viene annullato già con la sub-headline, che ha appunto la funzione di precisare: “Fare del bene è il miglior modo per sentirsi bene”.
A volte il paradosso si lega all’ironia, come in Oscar Wilde (“Nessuna buona azione rimane impunita”; “Il modo migliore per liberarsi delle tentazioni è cedere a esse”); a volte esprime un messaggio filosofico-esistenziale (“So di non sapere”, Socrate); a volte ha una valenza politica (“Vietato vietare”, slogan dei moti universitari francesi, maggio 1968); e lo troviamo perfino nel Vangelo (“Beati gli ultimi perché saranno i primi”)
Un paradosso tragicomico è che il blog di Trump – famoso già nel precedente mandato per i suoi Fake! finalizzati a svalutare le notizie che non gli piacevano – si chiama “Truth”, cioè Verità.
Per quanto riguarda la politica, consiglio (anche se ovviamente non è aggiornato) Giochi e paradossi in politica di AA vari, a cura di Gian Enrico Rusconi (Einaudi 1989) e l’articolo di Giorgio Arfaras (2020) “Il paradosso della politica: meno ce n’è, meglio funziona”.
Stefano Berni ricorda invece anche il paradosso individuato da Popper: La tolleranza illimitata potrebbe condurre alla scomparsa della tolleranza stessa, perché permetterebbe a tutti di intervenire nella vita pubblica, anche agli intolleranti, che finirebbero per prevaricare sui tolleranti. Popper presenta così il paradosso della tolleranza, e come tutti i paradossi, dovrebbe essere ricorrente e circolare. Popper sostiene che se si è tolleranti con gli intolleranti si potrebbe finire per accettare l’intolleranza, quindi si cadrebbe nel punto opposto da cui si era partiti. In altre parole, l’eccesso di tolleranza genera intolleranza.
Quest’ultimo paradosso ben si ricollega alla situazione odierna in campo nazionale e internazionale, dove se sostituiamo a “tolleranza” la parola democrazia, e a “intolleranza” la parola autocrazia (o oligarchia, o plutocrazia) otterremo un risultato analogo.
Riflettiamo…
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