Favola milanese

C’era una volta un vigile urbano che si era rifiutato di eseguire lo sgombero di un appartamento...

di Adriano Todaro - martedì 12 febbraio 2013 - 2347 letture

C’era una volta... Sì, oggi vi racconto una storia, piccola ma sempre storia è. Dunque, cominciamo. C’era una volta una donna rom con tre bambini. Come al solito non aveva voglia di lavorare e preferiva vivere alle spalle delle istituzioni. L’Omino gonfio e marrone, a proposito delle donne, aveva dichiarato, recentemente, che le stesse, ormai strette dalla crisi, avevano cominciato a comprare prodotti all’estero invece che in Italia: "Le scarpe, le borse e le pellicce delle signore chi ha potuto è andato a comprarle all’estero, in Svizzera o a Montecarlo". Ecco, la rom invece di andare a Montecarlo a fare acquisti, era andata in via Lope de Vega, a Milano, ed aveva occupato, abusivamente, un appartamento dell’Aler (Azienda lombarda edilizia residenziale).

Se ne stava lì bella tranquilla, incurante degli avvisi dell’Amministrazione comunale, retta dalla sinistra di Pisapia, che la sollecitavano ad abbandonare quell’appartamento perché, appunto, abusiva. E, invece, la rom è una tosta, anzi più che tosta, testarda e non vuole pagare. E da via Lope de Vega non si è mossa.

Un bel giorno di novembre (ma l’episodio si è conosciuto solo ora) o, meglio, un brutto giorno per la rom, il campanello dell’appartamento occupato aveva cominciato a suonare insistentemente.

La rom era andata ad aprire con molta apprensione. Fuori c’erano alcune persone, un paio in divisa. Poliziotti? No, erano vigili urbani anzi per essere precisi facevano parte della polizia urbana di Milano. Con loro anche uno in borghese che poi si era presentato come un ispettore dell’Aler.

‒ Signora ‒ aveva esordito uno dei vigili. Noi dobbiamo eseguire un ordine di sfratto. Quindi, per favore, prenda lo stretto necessario e lasci libero l’appartamento.

‒ Ma come? E dove vado con tre bambini piccoli. Io non so dove andare... ‒ aveva piagnucolato la rom. ‒ Senta signora le leggi non le faccio io. Lei avrà anche ragione ma io debbo eseguire lo sfratto. Non mi metta in difficoltà. Deve convincersi che non può restare abusivamente nell’appartamento. Deve andarsene, subito.

La donna, invece, era indietreggiata e con i tre bambini attorno si era seduta su una sedia ben decisa a non andarsene. Una posizione, la sua, non capibile. E sì che a Milano ci sono tante offerte di appartamenti. Poteva andare in "graziose mansarde ristrutturate" in corso Como oppure in "palazzi signorili" in via Manzoni-via della Spiga. Lì gli appartamenti si trovano. Con un po’ di pazienza se ne trovano anche a soli 9 mila euro al metro quadro. Se fosse andata in quelle vie non sarebbe successo nulla. E, invece...

Invece l’ispettore dell’Aler si era rivolto al vigile, Giampietro G., sollecitandolo ad eseguire lo sfratto.

‒ E cosa vuole che faccia? ‒ Aveva domandato Giampietro.

‒ Vuole che la porti in strada con la forza? E poi senta quando ci sono gli sfratti, il protocollo prevede che debbono esserci presenti gli assistenti sociali. E qua non ci sono. Io non me la sento di sbattere in strada i bambini. E’ inopportuno effettuare lo sgombero con la forza per evitare di far male e di traumatizzare psicologicamente i bambini.

‒ Ma l’assessore... ‒ aveva interrotto l’ispettore.

‒ Beh allora dica all’assessore che venga lei sbattere fuori i bambini.

La storia potrebbe terminare qui e invece c’è una coda. La rom, per ora, resta nell’appartamento fino al prossimo ordine di sfratto mentre il vigile Giampietro si è preso un’ammonizione. Eh no, Giampietro così non va. Non hai ottemperato ad un ordine e il tuo comandante, giustamente, ti ha inflitto un provvedimento disciplinare. Saremmo freschi se tutti si comportassero così. Male, e senza conseguenze, si possono comportare i politici, i banchieri, uomini e donne di potere, ma i vigili no! A Milano ci sono 5 mila appartamenti popolari sfitti; 81.400 quelli privati, 23 mila famiglie in attesa di una casa popolare che non viene assegnata. Ogni anno, a Milano, ci sono 741 sfratti e 13 mila persone non hanno fissa dimora. Quella casa, in via Lope de Vega non era della rom; quella casa andava murata così da non farci entrare nessuno e mandare sulla strada la rom e i tre bambini. Tanto non contano un cazzo. Probabilmente non votano neppure. Voi capite bene che se anche i vigili cominciano a fare obiezioni di coscienza siamo proprio messi mali, siamo un Paese in disfacimento che non tiene conto del ruolo che ognuno deve avere nella società.

Il tutto avviene in una Regione, la Lombardia, che è il faro della legalità. I consiglieri regionali sono, praticamente tutti inquisiti. Ora i magistrati hanno cominciato ad interessarsi dei bilanci di Pd, Sel e Idv e ne stanno venendo fuori delle belle. Fra gli altri, c’è un consigliere del Pd, tale Carlo Spreafico che dal 2008 al 2012 i magistrati gli contestano spese per 47.720 euro. Oltre a pranzi e taxi, lo Spreafico si è fatto rimborsare anche una cartella esattoriale Equitalia, le spese per un ombrello mini automatico (9,40 euro), biscotti, Nutella, un Crodino del costo di 6 euro, ricambi di bicicletta (55 euro), 090 centesimi per un parcheggio e 3 mila euro per spese tecnologiche a Mediaworld.

L’Aler, che è piena di scandali, sul suo sito web, per scoraggiare l’occupazione degli appartamenti, scrive in diverse lingue "Occupare una casa cancella un diritto". E lasciarle sfitte? Le occupazioni abusive sono gli effetti della crisi. Le famiglie cercano di sbarcare il lunario a costo di sacrifici immani, prima molte famiglie di migranti o anche italiane potevano contare sullo stipendio, ora non più. Senza stipendio non possono certo pagare le rate dell’alloggio popolare e allora ecco che arriva lo sfratto. A Pamplona, in Spagna, i fabbri si sono rifiutati di eseguire lo smontaggio e il montaggio delle serrature delle case sgomberate; in Italia, ora ci si mettono anche i vigili urbani.

Ma per tornare alla nostra favola, dobbiamo dire che mentre il comandante della polizia urbana di Milano inviava a Giampietro il provvedimento disciplinare, il sindacato Usb a cui il vigile appartiene, lo premiava con una targa con la seguente scritta: "Riteniamo questo gesto esemplare, in un momento in cui la crisi attanaglia moltissime famiglie milanesi... Vogliamo esprimergli tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno contro un ingiusto provvedimento disciplinare. Siamo fieri di avere, tra i nostri iscritti, molti vigili come Giampietro, persone dotate di umanità che sanno considerare quando un ordine è socialmente ingiusto".

Alla fine le favole hanno sempre la consolazione: "E vissero tutti felici e contenti". In questa storia non c’è consolazione. Né per la rom e neppure per Giampietro. E la morale della storia? La morale è, appunto, che non c’è morale.


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