Asparagi selvatici

Proibito raccoglierli. Costruire un resort, invece, si può

di Adriano Todaro - martedì 28 giugno 2016 - 6246 letture

C’è una grande emergenza nel nostro Paese. Gli sbarchi a Lampedusa? Ma va! I conti che non sono in ordine? Normale amministrazione. Il debito pubblico? La disoccupazione? Gli esodati? Se pensate che questi siano i problemi che attanagliano il nostro Paese, non avete capito nulla.

Un grave problema, uno vero, è rappresentato dai raccoglitori di asparagi selvatici. Sono quei cittadini che invece di andare nei supermercati ad acquistarli, si muniscono di coltello e borsa di plastica e vanno nei campi a raccoglierli.

Sembra cosa da nulla e, invece, è un problema che le autorità, giustamente, hanno cercato di debellare. E, infatti, a Ostia, Comune di Roma e Regione Lazio, hanno vietato la raccolta nell’area di Castel Fusano, dove c’è una pineta, una Riserva naturale.

Bene. Quando ce vo’ ce vo’. La natura va rispettata e curata amorevolmente perché appartiene a tutti. E’ un patrimonio di tutti, dell’umanità intera. Non è che la Riserva naturale può sopportare torme di raccoglitori di asparagi selvatici. Soprattutto in un Paese come il nostro dove il bello si vede a ogni angolo, dove la natura è al primo posto negli stanziamenti statali, dove i musei sono sempre aperti, dove non ci sono mai frane e smottamenti.

Certo c’è quel problema delle famiglie mafiose che t’impediscono anche di vedere il mare. In realtà, basta pagare e il mare lo vedi. E ci sarebbe anche quel problema che gli asparagi no, non si possono raccogliere ma abbattere settanta pini sì. Cosette da nulla perché di alberi ce ne sono ancora tanti. E poi quel megaresort con 5 mila posti letto, bar, ristoranti, piscine, strutture in cemento armato ecc. Ma siamo nella Riserva! Questo è vero ma non possiamo farla diventare tipo Riserva indiana, noi dobbiamo abbellire, dare la possibilità di utilizzare questa meraviglia a 5 mila persone perché questa è la vera democrazia.

Quando il resort comincia a prendere forma, arrivano i vigili urbani per controllare. Come sempre ci sono delle difformità. Poca cosa. Quando si costruisce, non è che puoi usare il calibro. In questo caso sono pochi metri in più. Quanti? Beh un po’ in più di quello che prevedeva il piano: esattamente 4.430 metri quadri in più. Come si vede robetta; solo un incremento del 250% rispetto al pre-esistente.

Li mortacci di quei vigili che stanno sempre nel posto sbagliato. Andassero a dare le multe alle macchine in sosta invece di rompere li cojoni a chi cerca di abbellire il Paese. E così nel 2008 l’area è sequestrata. Per fortuna, però, ci sono anche funzionari attenti e scrupolosi. Il direttore del Dipartimento ambiente del Comune di Roma, Bruno Cignini, ad esempio, dà un parere favorevole alla costruzione. Cignini è uno della “carica dei 101”, cioè 101 funzionari “impresentabili”, stilato dalla commissione prefettizia dopo la scoperta di Mafia Capitale.

Nel 2012, per fortuna, si riparte con i lavori. Chi costruisce, certifica che le cubature in eccesso erano dovute alla “realizzazione di servizi igienici in forza dell’utenza prevista”. Ecco chiarito perché c’è stata una difformità edilizia. Quando scappa scappa. Figuratevi quando scappa la pipì a 5 mila persone. Se trovano i gabinetti occupati, avviene un suicidio di massa. Tutto a posto, dunque? Gabinetti di 4.430 metri quadri? Meglio stare comodi perché quando si fa pipì viene meglio se attorno a te c’è spazio, pulizia, magari una vista agreste, piante, fiori e asparagi selvatici.

Il direttore tecnico del Municipio di Ostia Lido, Aldo Papalini, va a controllare di persona e, nel 2013, certifica: “Non sono stati rilevati lavori edilizi in corso, né è emerso nulla di rilevante da riscontrare”. Questo deve essere “er Cecato 2”. Non vede “lavori edilizi in corso” anzi non è emerso “nulla di rilevante da riscontrare”. Infatti, sono stati violentati dal cemento solo 26 ettari di pineta.

Questo Papalini, un anno dopo non aver rilevato lavori edilizi, finisce in galera. E’ sempre così. Appena c’è uno sveglio, anche se accecato, lo si mette nell’impossibilità di operare. E ci finisce, in galera, per una questione di tangenti prima di Mafia Capitale. Tangenti e appalti per gli stabilimenti balneari.

Una brava persona, un ottimo funzionario. Ligio ai regolamenti, deciso nel far rispettare norme e leggi. Certo, è un po’ come il palo della “Banda dell’Ortica” di Jannacci che “a vederci non vedeva un’autobotte”. In realtà il nostro Papalini ci vede ancora meno. Non possiamo fargliene una colpa. Se uno ha una disgrazia, bisogna comprenderlo.

Di una cosa siamo sicuri. Sia Papalini sia Cignini non hanno mai approfittato a raccogliere asparagi selvatici. Queste cose non si fanno perché arrecano un grave danno all’ambiente.

Tutto quello che vi ho raccontato, è divenuto noto perché Angelo Bonelli dei Verdi ha presentato un esposto in Procura e ha scritto al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Bonelli ha ricevuto per questa denuncia e per altre su Ostia, un pacchetto davanti alla sua porta. Conteneva fegato e cuore di animale nonché un biglietto con scritto: “Sarai il prossimo”. Il ministro, invece, non ha ancora risposto perché, com’è risaputo, i ministri hanno tanto da fare. Questo poi…

Secondo nostre indagini il ministro si è recato nella Riserva a raccogliere asparagi selvatici. Sapete com’è. Il Galletto Vallespluga mai grasso, con gli asparagi ci sta proprio bene.


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