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Quelli di Pasolini avevano certo più dignità di certi personaggi di oggi

di Adriano Todaro - mercoledì 31 maggio 2017 - 4944 letture

Ho un grave problema lessicale. Non so se usare “abbienti” come aggettivo o come sostantivo. Guardate che sembra un problema di poco conto e, invece, è problema fondamentale. Ho fatto delle ricerche ma non è sortito niente. Comunque lo usi, il significato cambia poco. Se lo uso come aggettivo posso far riferimento alla famiglia, a coloro che vivono in condizioni agiate, ai benestanti; se lo uso come sostantivo significa disporre di beni economici e vivere agiatamente. Insomma, gli abbienti sono quelli che hanno i soldi, la grana, i danè, gli sghei, i piccioli.

Facevo queste oziose (e inutili) riflessioni perché ho letto un tweet della Madonna dei Boschi Fioriti: “Dal 17 luglio un altro provvedimento del governo dei MilleGiorni darà i suoi frutti: fatti, non discorsi”. Io, sinceramente non sapevo che questo governo si chiamasse dei MilleGiorni (senza spazio!). Comunque il frutto che ha prodotto, è polposo e succoso ma anche un frutto semplice. In pratica si danno mille euro l’anno alle famiglie “abbienti” con bambini iscritti agli asili, soprattutto quelli privati. Non è un buon frutto? Io lo trovo sorprendente questo modo di fare. Invece dei discorsi, il governo fa i fatti e va a premiare le famiglie che mandano i figli nell’asilo privato, pur avendo redditi “abbienti”. E’ la democrazia che avanza.

Un altro bel democratico è l’ex comunista e sindacalista Mauro Moretti fresco condannato, in primo grado, a 7 anni per la strage di Viareggio. Qua siamo ad alti livelli, mica dei pezzenti da mille euro. Dunque, il Moretti viene mandato a gestire Leonardo-Finmeccanica, l’azienda che fa le armi. Ci resta tre anni scarsi e se ne va con 9,4 milioni di euro. Com’è possibile? E’ possibile perché il Moretti non è mica un pirla come voi. Lui, quando è assunto, scrive bene il contratto. Voi, invece, firmate tutto quello che vi propina il padrone. Dovete fare come lui. Sentite bene. Intanto ci si presenta dicendo a tutti che, come amministratore delegato, avreste lavorato gratuitamente. Vi fate assumere, però, come direttore generale. Si legge nella relazione della assunzione di Moretti: “Con riferimento del rapporto di lavoro… all’atto della risoluzione del rapporto è prevista la corresponsione – a titolo di indennità compensativa e risarcitoria – di un importo pari a 36 mensilità della retribuzione complessivamente goduta, in aggiunta alle competenze di fine rapporto”. L’ex ferroviere Cgil a Leonardo era molto attento agli sprechi. Infatti ha chiuso il fondo pensionistico interno imponendo ai dirigenti di scegliere tra passaggio all’Inps e liquidazione del dovuto. La sua contribuzione, invece, non lo tocca e, infatti, la relazione così prosegue: “Per qualsiasi motivo venisse a cessare il rapporto di lavoro, la società verserà (…) un importo pari al costo complessivo che dovrà sostenere per la ricongiunzione della contribuzione”. Bene, uno così lo vedrei con il titolo di Cavaliere del Lavoro. Ah, già fatto? E chi l’ha nominato? Re Giorgio di Savoia, con grande tempismo, dopo la strage di Viareggio.

Quando vi fanno un regalo è giusto ringraziare. In caso contrario fate la figura del cafone. E l’alfanoide Simona Vicari, ha ringraziato come uso fra persone civili. A ridosso del Natale 2016 ha telefonato all’armatore navale Ettore Morace: “Buon Natale – ha detto – grazie del pensiero, sei un tesoro”. Il “tesoro” gli aveva inviato, attraverso il fratellastro della Vicari che casualmente lavora da Morace, un Rolex del valore di 5.800 euro. Un piccolo presente per sdebitarsi con Simona che proviene dalla grande scuola siciliana di Angelino. Lei stessa è di Palermo, classe 1967, architetta a pieni voti. Di mestiere però fa la sottosegretaria del ministero delle Sviluppo economico. A ben guardare non è che Simona abbia fatto molto: ha solo diminuito l’Iva dal 10 al 5 per cento portando così un vantaggio per l’armatore di 1,5 milioni di euro. Per così poco si è dovuta dimettere e così Angelino si trova, ancora una volta, con un ministro in meno. Se va avanti così le prossime riunioni le potrebbero fare a Regina Coeli. Quando è arrivato il pacchetto del “tesoro” cosa avrà detto il marito di Simona, ex militante di Rifondazione comunista? Non lo sappiamo e, in fondo, poco importa. Se il subcomandante Fausto va alle feste della nobiltà nera e in giro a presentare i libri di Comunione e Fatturazione, un Rolex a Simona ci può anche stare.

Bon. Ho terminato anche per questa settimana. In realtà ci vorrebbe una “chiusa” dell’articolo che non trovo, malgrado lo sforzo. Non so proprio come chiudere queste righe. E allora vi cito tre persone. Il primo è Marco Chiocca, 53 anni, precipitato da un’impalcatura in provincia di La Spezia, poi Bernardo Valle, un imprenditore agricolo caduto in una vasca per l’irrigazione e, per ultima, una donna delle pulizie di 51 anni (di cui non si conosce il nome), caduta da otto metri per il cedimento di un lucernaio mentre faceva le pulizie. Tutti morti.

Nessuno dei tre andrà in pensione, nessuno dei tre ha mai ricevuto Rolex e, siamo sicuri, non hanno mai visto un asilo privato. E nessuno dei tre è mai andato ad ascoltare il subcomandante Fausto.


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