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Z-Eyes: Il poeta spagnolo José Ramón Ripoll a Urbino

Z-eyes è una finestra e uno spazio aperto agli studenti dell’Università di Urbino, coordinati da Alessandra Calanchi, una piccola palestra di scrittura e comunicazione in forma di articolo a più mani. Questa settimana parliamo di José Ramón Ripoll.

Il giorno 7 marzo 2023 l’Università degli Studi Urbino Carlo Bo (grazie al gruppo ‘Palestra di Poesia’ ideato da Alessandra Calanchi e Giovanni Darconza) ha invitato presso l’Aula Magna di Lingue a Collegio Raffaello un ospite d’eccezione per la letteratura spagnola in Italia: il poeta José Ramón Ripoll. Lo scrittore, che forse ai più sembrava sconosciuto, si è rivelato essere non solo un poeta moderno, capace di trasformare i propri sentimenti in poesia, ma anche un compositore a tutto tondo. Per capire la sua completezza artistica è necessario approfondire le sue più grandi passioni oltre la poesia: la musica e la scrittura. Nato in Spagna, ha studiato musica al conservatorio, il che gli ha permesso di collaborare a vari programmi radiofonici sull’emittente statale spagnola Radio Nacional de España come lettore e presentatore durante varie trasmissioni classiche. La lettura delle poesie “antes al microfono” e la carriera da musicista sono state la chiave del successo che portato la consacrazione come poeta spagnolo nel 2016 dopo aver ricevuto il “Premio de Poesìa” conferitogli dalla fondazione Loewe. A proposito di poesie, durante l’evento sono stati letti vari versi dai suoi due libri più recenti: Piedra Rota e La lengua de los otros. Dal primo libro, scritto nel 2013, Ripoll presenta un punto di vista fuori dal comune, quello di uno sguardo insignificante all’occhio umano: lo scarafaggio. Nella poesia “El escarabajo” anche un piccolo insetto diventa un soggetto importante e di valore nella poesia. Il secondo libro, La lengua de los otros, ha invece come oggetto la sonorità. Il suono, come affermato dal professore e traduttore del libro nella versione italiana Giovanni Darconza, riprende lo stile poetico di Federico Garcìa Lorca. Personalmente è il libro che più preferisco e credo che la sonorità della poesia di Ripoll non sia forzata, bensì naturale. Il poeta, infatti, attraverso la sua sensibilità riesce a fari propri elementi della terra, come la luna nei versi della poesia “Cierro los ojos”. In sintesi, la poesia è scoperta, proprio quello che riesce a fare Josè Ramon Ripoll.

Gianmaria Tiroli

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Giovanni Darconza e José Ramón Ripoll

La prima parte della conferenza è stata una sorta di presentazione dialogata, in cui il professor Darconza faceva domande a cui Ripoll rispondeva, mentre nella seconda parte sono state presentate le sue due raccolte poetiche. José Ramón Ripoll all’inizio si è definito come un “músico frustrado’’, perché oltre d essere poeta e scrittore, è anche musicologo e ha studiato pianoforte, armonia e composizione al conservatorio, curando per anni una trasmissione radio di musica classica: proprio per questo motivo in Spagna lo riconoscono più per la sua voce che per il suo aspetto. Darconza afferma che gli ricorda molto Lorca (anche lui musicologo) come modo di scrivere e l’attenzione particolare delle sue poesie al ritmo. José Ramón Ripoll è stato molto lusingato da queste parole e ha detto che effettivamente Lorca lo ha influenzato molto, ma che probabilmente il poeta che lo ha inspirato maggiormente è stato Juan Ramón Jiménez, il quale ha seguito un percorso ben preciso che è andato dal simbolismo ai miti della perfezione formale passando dalla musicalità esteriore a una musica sottile che nasce dall’interno. Un altro aspetto che lo ha sempre stupito di Jiménez è che la lettura delle sue poesie è sempre differente, ognuna ti regala un significato e una sonorità distinta. Lui stesso infatti ha affermato che la parola non è nulla senza il suo suono e il suono della parola è volontà poetica e naturale. Piedra rota nasce da un’esperienza semplice e quotidiana: l’io lirico cammina lungo la spieggia e tiene in mano una pietra rotta che ha trovato per caso sulla riva. La pietra, che è stata estratta da una roccia a causa dell’erosione del mare, diventa lo specchio del camminatore, perché al suo interno nasconde l’essenza di colui che la guarda. Questa pietra gli permette di confrontarsi con la realtà per andare oltre le apparenze, in un viaggio simbolico verso la parte più profonda del nostro essere. Nell’altra raccolta di poesie, La lengua de los otros, Ripoll vuole separare la sua parola da quella degli ‘’altri’’, una parola originaria, pura e incontaminata, che si distanzia da quel linguaggio utilitaristico che si usa per comunicare. Un elemento che mi ha colpita molto è stato il fatto che, dietro a un poeta moderno-contemporaneo, ci siano versi classici della poesia spagnola (endecasillabi, settenari, silva), questo per non dimenticarsi mai dei suoi maestri. Interessante è stato anche il fatto che dice di non essere un poeta in pubblico, perché suona come qualcosa di antico, ma piuttosto si definisce come uno scrittore, il cui obiettivo principale è quello di essere onesto con le sue opere. Al rendere tutto più emozionante sicuramente sono stati gli intermezzi di violino, un vero e proprio incontro tra poesia e musica.

Vittoria Smacchia


Amo particolarmente la lingua spagnola e incontrare dal vivo un poeta famoso e ascoltare la lettura delle righe di alcune sue poesie da lui stesso e in lingua originale, è un evento che non accade tutti i giorni. Tra “Piedra Rota” e “La lengua de los otros” ho preferito il primo, un libro-poema che nasce da una esperienza semplice e di vita quotidiana del poeta, che, passeggiando lungo la spiaggia, si trova davanti un sasso che ai suoi occhi si trasforma in uno specchio. Egli si identifica con esso, come se fosse un frammento di un grande puzzle che rappresenta la totalità del mondo. Mi ha particolarmente colpito in quanto il libro è una sorta di ricerca di sé stessi e l’ambientazione della spiaggia potrebbe rimandare alla sensazione di solitudine, una solitudine che in questo caso è positiva, in quanto è proprio nei momenti di solitudine in cui nasce la poesia e si arriva ai pensieri più profondi. In conclusione, sono rimasta molto contenta dell’evento e spero che se ne organizzino altri simili in futuro.

Ornela Bani


Il sentimento di solitudine che si percepisce nella poesia di José Ramón Ripoll viene definito dal poeta stesso come una condizione necessaria affinché nasca la poesia e anche il suo stile di scrittura, con l’utilizzo di versi endecasillabi a volte misti, ricorda molto uno stile poetico classico ma allo stesso tempo moderno. Per quanto mi riguarda, l’incontro è stato davvero molto formativo, inoltre avendo avuto il professor Darconza come docente di cultura spagnola proprio l’anno scorso, ho ritrovato molti dei suoi insegnamenti nella poesia di José Ramón Ripoll. Ho apprezzato molto la lettura di alcune poesie, ma ancor di più mi è piaciuto l’accompagnamento musicale del violino che trasmetteva in tutto e per tutto le sensazioni che emergono dai testi ai quali era ispirato. Il poeta è sembrato molto a suo agio con noi studenti e i professori - sia Giovanni Darconza, sia Gabriel Andrés Renales che ha ospitato l’evento nel suo corso - hanno condotto l’incontro (che si è svolto tutto in spagnolo) in maniera molto coinvolgente.

Alessia Paoli


Tra le varie tematiche trattate durante l’incontro, l’argomento più interessante è stato la funzione della poesia e del poeta secondo José Ramon Ripoll. Ripoll ha definito il poeta come un cercatore di stelle che cerca di riprodurre la notte illuminandola. Egli si pone l’obiettivo di riprodurre la verità, infatti la sua poesia non è connessa all’impegno sociale e politico. In relazione alla funzione della poesia, secondo Ripoll la poesia è memoria e conoscenza dell’esperienza più dolorosa dell’umanità. La poesia è un mezzo fondamentale contro l’uniformità e l’oblio. Di conseguenza il poeta è la coscienza che vive per la verità in nome della pace, della giustizia, e della libertà.

Chiara Amici

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Copertina di La lingua degli altri, di José Ramón Ripoll

Terminato l’incontro torno a casa arricchita, non solo perché ho avuto l’occasione di conoscere un grande poeta contemporaneo, ma anche perché le parole di Ripoll mi hanno fatto riflettere e pensare molto. Tra i tanti aneddoti che il poeta e musicologo ha condiviso con noi, ci ha raccontato che in Spagna le persone lo conoscono più per la sua voce che per la sua faccia. Questo, spiega Ripoll, è legato alla sua carriera, iniziata nel mondo della radio, prima come scrittore dei programmi radiofonici e poi come speaker radiofonico a tutti gli effetti. Ritornando alle sue parole, un evento molto simpatico che è capitato a Ripoll fu quando una sera il poeta salì in un taxi e, dopo aver detto al taxista la destinazione che avrebbe voluto raggiungere, quest’ultimo lo ha riconosciuto proprio per la sua voce. Non appena ho sentito queste parole, è come se fossi tornata indietro di qualche mese a quando stavo scrivendo la tesi, fatta sul grande potere che i mezzi di comunicazione di massa hanno di influenzarci. Avendo analizzato nello specifico la radio come mezzo di comunicazione dal grande potere di influenzare le menti umane, questo aneddoto del poeta non può che ricordarmi quanto una voce possa essere persuasiva, come nel caso di Orson Welles. Egli, con il suo adattamento radiofonico “War of The Worlds”, la notte di Halloween del 1938, unì la sua voce a qualche effetto sonoro riuscendo a indurre gli americani in ascolto a credere che i marziani stessero invadendo il loro amato New Jersey. Altro momento che ho apprezzato molto dell’incontro con Ripoll è stato quando Michele Bartolucci, bibliotecario di Lingue a Urbino e violinista, ci ha allietati suonando un suo pezzo inedito, scritto durante la pandemia in omaggio alla pazzia del Don Chisciotte. Nonostante io non sia molto ferrata in tema di musica, grazie alla bravura del nostro bibliotecario sono riuscita a percepire il cambio di ritmo nella melodia che denotava proprio il momento in cui il Don Chisciotte era in preda alla pazzia. Devo ammettere che a un certo punto ho addirittura avvertito un brivido, e scrivo questo per ricordare quando il suono sia, è stato, e sarà sempre, in grado di influenzarci in ogni sua forma, voce o melodia che esso sia.

Chiara Piergigli


È stata una conferenza molto stimolante: il poeta ha fatto riflettere sul potere che la lettura ha di far cogliere al proprio lettore sfumature sempre nuove della stessa opera, perché un romanzo o una poesia è capace di trasmettere emozioni diverse in base alla fase di vita che stiamo attraversando. Ripoll si definisce un “poeta frustrato”, in quanto oggi si è perso il collegamento tra “mondo” e “parola”: la poesia oggi è necessaria nel nome della pace, della giustizia, della libertà, della democrazia, del dialogo, della tolleranza e della sicurezza. La poesia non è così banale o inutile come sembra; anzi, il fatto che i poeti sono sempre i primi ad essere messi a tacere durante le dittature deve farci riflettere. La poesia è conoscenza e memoria delle esperienze più drammatiche e dolorose dell’umanità.

Federica Speranza


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- Il Vietnam ci ricorda a cosa servono le guerre

- ...da un racconto dell’Ottocento una testimonianza di grande attualità sulla violenza di genere



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