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Z-Eyes: Steampeople - Incontro con Andrea Capozucca

Giovedì 16 marzo 2023, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Urbino, si è tenuto un incontro molto particolare guidato da Andrea Capozucca, insegnante di matematica e fisica al liceo di Civitanova, che ci ha proposto e spiegato la nuova visione formativa basata sulle discipline STEAM.

Giovedì 16 marzo 2023, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Urbino, si è tenuto un incontro molto particolare guidato da Andrea Capozucca, insegnante di matematica e fisica al liceo di Civitanova, che ci ha proposto e spiegato la nuova visione formativa basata sulle discipline STEAM. Quella che da locandina avrebbe dovuto essere una tradizionale presentazione di un libro, si è inaspettatamente rivelata essere un’introduzione a un nuovo approccio alla didattica, ricca di idee molto stimolanti.

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Copertina di Steampeople, di Andrea Capozucca

La parola STEAM, che a noi studiosi di lingua inglese ricorda il vapore, è invece molto altro. STEAM – acronimo di Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics – è infatti l’unione delle discipline dell’area tecnico-scientifica con le discipline dell’area artistico umanistica. La posizione della A di Arte vicino alla M di Matematica non è casuale: al contrario, segnala che le discipline scientifiche - nello specifico la matematica - e quelle artistiche si influenzano mutevolmente. A questo proposito, Andrea Capozucca ci ha servito un assaggio dell’approccio STEAM, con un workshop molto interessante il cui obiettivo era rendere udibile la matematica e visibile la musica. Per raggiungere questo insolito obiettivo, ha adottato un approccio fuori dagli schemi e ci ha piacevolmente sorpresi dimostrando che effettivamente c’è affinità tra matematica e musica - due materie che tendiamo a pensare come opposte. Dire che sono rimasta sbalordita da ciò che l’autore ci ha dimostrato con il workshop, sarebbe come minimizzare la mia reazione. Credo che lo STEAM abbia letteralmente - e aggiungerei anche finalmente - sradicato le barriere ancestrali che dividono scienza e arte, in quanto permette di spiegare argomenti di una determinata materia, utilizzando il suo esatto opposto, come ad esempio spiegare le note musicali utilizzando la geometria. STEAM è novità, è genialità, è collaborazione, è condivisione ed è una nuova visione. Concludo riportando la definizione che più mi ha colpito di STEAM dataci da Andrea Capozucca: “STEAM è una filosofia da abbracciare, che si traduce in forme dinamiche di pensiero creativo e in approcci esperienziali e collaborativi che aprono nuove e stimolanti sfide pedagogiche e comunicative in grado di incidere sulla formazione delle giovani generazioni e sulla più ampia e complessa formazione dell’individuo e della società.”

Chiara Piergigli


L’idea parte dall’introduzione di corsi per le discipline STEM, con i quali si sperava di formare nuovi docenti per queste sempre più importanti materie. Ma questi corsi fallirono nel loro tentativo di attirare persone che non fossero già appassionate a questi ambiti. Fu quindi il dott. John Meda che pensò di introdurre l’arte, nel suo caso specifico il disegno e la progettazione architettonica, alle discipline STEM, creando quindi una prima forma di STEAM sulla quale poi numerosi ricercatori e docenti costruirono una teoria sempre più coerente e globale. Il progetto Capozucca ci è stato introdotto tramite la presentazione del possibile connubio tra matematica e musica. È infatti possibile rappresentare tramite triangoli, tracciati all’interno di un cerchio, simile a un orologio dove le ore sono sostituite dalle note musicali, i diversi accordi. Questo permette di rappresentare visivamente la musica, e allo stesso tempo, di rappresentare musicalmente la matematica. Ciò offre numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di permettere chi ha un’intelligenza più visiva di poter toccare con mano concetti che solitamente vengono mostrati e spiegati solamente in maniera astratta.

Questo ci è stato mostrato tramite un simpatico esperimento, dove due nostri compagni hanno creato sinfonie più o meno orecchiabili tramite rudimentali strumenti musicali che generano singole note. Tramite un semplice e basilare esperimento, è quindi possibile esprimere concetti che possono diventare anche relativamente complessi, ma che vengono semplificati a tal punto che, semplicemente modulando il proprio linguaggio e adattandolo al contesto, diventa possibile spiegare anche ai bambini più piccoli. Ho trovato estremamente interessante l’idea di STEAM, e penso che possa facilmente applicarsi anche allo studio e all’insegnamento delle lingue e delle letterature. Un esempio che mi viene in mente, è l’utilizzo dei diversi versi della metrica come gli endecasillabi per esprimere concetti matematici. Concordo però con l’osservazione fatta dal Dott. Capozucca per quanto riguarda la difficoltà dell’introduzione di STEAM nell’insegnamento odierno: questo richiederebbe infatti una formazione di nuovi insegnanti, o quantomeno un rafforzamento delle conoscenze degli insegnanti di oggi, per poter essere applicato correttamente. STEAM infatti si basa sull’idea che le conoscenze non debbano essere gerarchiche e asservite l’una all’altra, e per un’insegnante formato nelle discipline letterarie, potrebbe risultare difficile esprimere concetti matematici senza che questi passino in secondo piano. Sono comunque convinto che l’idea di uno studio trasversale sia il modo migliore per insegnare quasi tutte le materie scolastiche che al giorno d’oggi vengono tristemente relegate al loro binario. Se è vero che non è possibile giudicare le abilità di un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, è altrettanto vero che dare al pesce la possibilità di capire come arrampicarsi sugli alberi partendo dalla sua capacità di nuotare, può dargli la possibilità di mostrare il suo valore. I concetti espressi durante questo incontro mi hanno fatto pensare alla metodologia CLIL, al suo valore e a quanto sia, purtroppo, presa così poco seriamente nelle scuole italiane. Ho l’impressione che tutti sappiano che la realtà dei fatti sia che l’unico modo per apprendere al meglio più concetti possibile sia quello di studiarli in maniera trasversale, ma che il sistema italiano sia così lento ad evolversi, che preferisca fornire un’educazione meno complessa piuttosto che una più completa.

Matteo Cesaretti


Durante l’incontro ho potuto scoprire l’importanza dell’essere STEAM PEOPLE. Essere una persona STEAM, infatti, non significa solo studiare o insegnare discipline STEAM ma vivere in modo STEAM, abbracciando quella filosofia che trova il suo spazio in nuove forme di pensiero creativo, approcci esperienziali, sfide. Questo ci insegna che l’arte non è solo quella di un dipinto, o di una canzone. Arte è anche creare nuovi modi di risolvere i problemi. Il libro rappresenta un importante contributo e supporto a tutti coloro che sono attratti da questo tipo di discipline, un manifesto. Se da un lato, infatti, ci dà la sistematizzazione delle discipline STEAM nella scuola, dall’altro offre esempi pratici agli insegnanti. Ciò che più mi ha colpito è stato l’obiettivo che si propone STEAM: sporcarci le mani, indagare e capire il perché un qualcosa è stato realizzato. L’obiettivo non è solo interpretare i dati ma sperimentare e questo metodo può facilmente attrarre chiunque, anche coloro che si sentono distanti dal mondo scientifico. E nel libro tutto ciò viene spiegato in un modo particolare: il libro ricorda un libro di ricette, grazie alla descrizione di passaggi volti a preparare un piatto nuovo, speciale, lo STEAM. STEM e STEAM non sono poi così tanto diversi: rappresentano semplicemente il tentativo di utilizzare una forma di apprendimento che assomiglia alla vita reale. La matematica, la scienza, la fisica, possono essere insegnate insieme, la conoscenza di questi campi si può sostenere e completare a vicenda.

Il ricettario, però, non comprende lo step dell’assaggio. Per quello dovrà pensarci la scuola, che deve necessariamente integrare le discipline STEAM così da creare un nuovo modo di fare scuola, un modo dinamico, dove ogni giorno la realtà cambia e si trasforma, dove tutti sperimentano, collaborano, si arricchiscono.

Aurora Pasquini


L’incontro si è rivelato fin da subito dinamico; l’autore ha infatti scelto volutamente di ridurre al minimo la distanza tra lo scrittore e il pubblico e di sovvertire le classiche “regole” di presentazione. La dinamicità è il segreto di Capozucca: nato nelle Marche, ha da subito scelto di collaborare con le principali Università scientifiche dentro e fuori Regione e di prendere parte in attività di comunicazione relative alle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Matematics). Il focus principale dell’evento è stato quello di permettere agli ascoltatori di entrare in un mondo ibrido, che supera perfettamente il binarismo tra Scienza e Arte: quello delle materie STEAM. Attraverso la guida di un giovane matematico, perfino le discipline scientifiche possono assumere tratti umanistici. E chi meglio di un giovane appassionato di matematica – e di musica – come Capozucca può rappresentare questo “nuovo” modo di insegnare la Scienza? Durante l’evento, la curiosità di scoprire la connessione tra questi due mondi è stata soddisfatta grazie alla creazione di un collegamento importante tra la musica e la geometria, ritenute fino a oggi lontane. Questo tipo di legame rappresenta un elemento chiave nel libro del matematico. Analizzando la struttura del volume, il professore ha scelto di rivestire il ruolo di “chef” per spiegare la Scienza da dietro i fornelli. Ed ecco che – come in un libro di ricette – egli svela man mano quello che si rivelerà essere non solo un modo alternativo di vivere l’insegnamento, ma un vero e proprio stile di vita adottato dalle Steam People. Personalmente, credo che libri del genere siano delle vere perle preziose nel mondo dell’insegnamento. La classe dei docenti, ancora sottostimata dalla politica dirigenziale italiana, ha il dovere di ricevere il giusto supporto da parte del governo. Chi insegna svolge, secondo me, un ruolo di guida e di supporto ai giovani futuri adulti. Il libro percorre, quindi, la giusta strada nell’aiutare gli insegnanti ad avere un approccio diverso di porsi in classe. Con l’obiettivo di lasciare che i ragazzi imparino con “le mani in pasta”, Capozucca è riuscito a dare una prospettiva non convenzionale nel mondo della pedagogia.

Gianmaria Tiroli


Andrea Capozucca, oltre che docente di matematica e fisica presso le scuole superiori e in varie Università italiane, dal 2018 riveste è membro dell’International Coalition of STEAM Educators coordinato da Chris Brownell, del Consiglio Scientifico di Matematica. È in questa veste che parla del suo libro, che si propone di presentare le discipline STEAM, alle quali la città di Urbino – culla dell’Arte fin dal Rinascimento – ha mostrato particolare interesse. Per presentare al meglio il suo punto di vista, Capozucca si è concentrato su vari esempi pratici, coinvolgendo anche gli studenti in un esperimento che univa le note musicali alla geometria facendoci capire quali coppie di note potessero essere “piacevoli”, e quali no. Insieme a lui, abbiamo scoperto che il nostro orecchio percepisce come buone quelle note che distano almeno tre, quattro, cinque e sei segmenti da una nota all’altra. L’arte è visibile anche nella copertina del libro, realizzata da Giulio Vesprini (artista di street art), che ha creato un’opera ad hoc per il libro. In questo disegno è possibile vedere tutte le cinque discipline che compongono il mondo delle STEAM. Lo scopo del libro è, quindi, quello di mettere insieme mondi diversi in stile di un ricettario. Ho apprezzato molto sia questo incontro sia il libro in generale. Sono rimasta affascinata da queste discipline e dalla visione che ci ha fatto scoprire Capozucca. Sicuramente anche se un universo ancora da esplorare, ho capito che è necessario prendere il tempo dovuto al fine di studiare la connessione tra le materie scientifiche e umanistiche. Personalmente sono certa che, promuovendo il libro nelle scuole e nelle università, si avrà la possibilità di far conoscere il progetto di Capozucca a quante più persone possibile.

Olga Lenci


Nel suo libro, Andrea Capozucca ha inserito la storia I ciechi e l’elefante per poter dare una sua definizione di cosa sono le materie STEAM: troviamo sei uomini ciechi che sono intenti a toccare un elefante dando ognuno una propria interpretazione, senza però riuscire ad arrivare al fatto che quello che stanno toccando è un elefante. Questo spiega come in realtà ognuno può dare la propria interpretazione e mettendo insieme poi la sperimentazione, allora anche i sei ciechi sarebbero potuti riuscire a capire che in realtà stavano toccando un elefante. Il principale scopo del libro di Andrea Capozucca è quello di insegnare ai professori di scuole e università a capire chi si ha di fronte e non solo a trasmettere dei contenuti, perché un buon insegnante deve essere in grado di comunicare a chi non sa e vedere il proprio studente come una fonte di ulteriori informazioni che possono arricchire la conoscenza complessiva di tutti. Per quanto mi riguarda sono sicuramente d’accordo con Andrea Capozucca su un modo di insegnare che non sia più unilaterale, ma che abbia un approccio bilaterale poiché le informazioni possono nascere da entrambe le parti, in modo che il professore non sia visto come una figura superiore e irraggiungibile poiché questo può incutere anche paura nello studente. Nella mia carriera scolastica e universitaria mi sono trovata spesso di fronte a professori che assumevano atteggiamenti di superiorità nei confronti degli studenti e che non hanno mai reso partecipativa nessuna lezione, mentre ho avuto la fortuna di averne anche alcuni che tuttora porto nella mia mente come un ricordo felice e piacevole dato che il loro approccio all’insegnamento era molto simile a quello suggerito dal professor Capozucca. Perciò il mio suggerimento per quelli che dovranno formare una nuova generazione di insegnanti è quello di seguire questo approccio bilaterale per poter trasmettere al meglio qualsiasi tipo di conoscenza alle generazioni future.

Alessia Paoli


Di questo incontro ho apprezzato particolarmente il workshop realizzato per introdurre questo approccio. Grazie all’utilizzo dei boomWhacker e del cerchio cromatico, è stato possibile realizzare i quattro accordi musicali e renderli visibili attraverso dei triangoli. Siamo quindi riusciti a rendere visibile la musica, una cosa che mi ha stupito molto. Infatti, ho sempre ritenuto che la musica potesse solo essere ascoltata e non vista, dando per scontato questo assunto. Tuttavia, grazie a questo metodo alternativo e grazie alla sperimentazione, tipica del metodo Steam, è stato possibile uscire dagli schemi, creando un ambiente ludico e partecipativo. Ritengo inoltre che questo nuovo approccio alla didattica sia molto importante. I metodi tradizionali sono spesso un po’ datati, e non sempre stimolano la volontà di apprendimento e le capacità degli studenti. La creatività e la partecipazione vengono spesso sacrificati al tradizionale approccio che vede il docente protagonista e gli alunni semplici spettatori. Introducendo un apprendimento dinamico, che si adatta agli studenti e cerca di proporre cornici diverse, cambiando i tradizionali ambienti scolastici, incoraggiando la collaborazione e l’integrazione tra le varie discipline, gli studenti e gli alunni saranno sicuramente più entusiasti e motivati, e lo studio verrà visto non più come una costrizione ma come un’opportunità di sperimentare, di potersi esprimere e dare libero sfogo alla creatività. Di conseguenza gli studenti saranno più felici di imparare e andare a scuola, e il loro rendimento potrebbe migliorare notevolmente.

Sarah Ricci


L’incontro a cui ho partecipato giovedì 16 marzo è stato veramente inaspettato e imprevedibile per diversi motivi. Il primo è sicuramente legato al fatto che io abbia trovato estremamente interessante la filosofia STEAM presentata da Andrea Capozucca, che abbraccia abilità e materie di insegnamento in un modo da assomigliare alla vita reale. Credo che la parola che possa descrivere al meglio questo metodo didattico è ‘integrazione’ per due ragioni: la prima è dettata dalla parola stessa che, essendo un acronimo, integra l’insieme di più discipline (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica); la seconda, invece, è legata al modo in cui queste materie vengono insegnate, cioè tutte collegate tra loro, ponendo un focus particolare sull’apprendimento interdisciplinare. Ho gradito molto la parabola dell’elefante e dei sapienti ciechi che Capozucca ha utilizzato per ribadire un concetto fondamentale: ogni esperienza soggettiva può essere vera, ma quell’esperienza è intrinsecamente limitata dal fatto che non spiega altre verità o una totalità di verità, perciò è importante integrare ogni punto di vista e ascoltare e collaborare con gli altri per vedere, metaforicamente parlando, “l’intero elefante”. Egli presenta un modo totalmente innovativo di stimolare sfide pedagogiche e comunicative in grado di incidere sulla formazione delle giovani generazioni e sulla più ampia e complessa formazione dell’individuo e della società. In questa prospettiva si è data molta importanza al ruolo dell’insegnante/educatore che, oltre a trasmettere il sapere, deve creare dei contesti educativi in cui tanto la collaborazione tra pari quanto l’organizzazione di esperienze sono fondamentali per educare e, allo stesso tempo, far divertire i propri alunni. La sua scelta di aprire l’incontro facendoci giocare l’ho interpretata come se volesse mettere in atto la sua filosofia: giocando e vivendo nuove esperienze si impara più facilmente e velocemente.

Il secondo motivo per cui ho apprezzato questo evento è connesso al modo in cui l’incontro stesso si è svolto. L’autore del libro è stato impeccabile nel mantenere l’attenzione dei suoi ascoltatori attiva facendoli catapultare all’interno del mondo STEAM di cui io, personalmente, non conoscevo l’esistenza, ma che mi ha affascinata sin da subito. Per ultimo ma non per importanza, ci tengo a dire che ho trovato interessante anche la spiegazione della copertina, senza la quale probabilmente non ne avrei colto il vero significato. Penso che anch’essa sia in linea con la filosofia STEAM, dal momento in cui la si comprende solo se la si apre tutta e la si osserva con la consapevolezza che i 5 colori scelti dall’artista rappresentano le 5 discipline dello STEAM. Concludendo, ci tengo a dire che questo incontro mi ha suscitato tanto interesse quanta curiosità, dandomi anche degli spunti di riflessione che terrò a mente per quando dovrò insegnare ai giovani.

Alice Smacchia


Già il titolo Steampeople, ossia gente steam, come afferma Andrea Capozucca, è un modo di essere, un’attitudine di pensiero, è un modo di interpretare il mondo, è il giusto atteggiamento per vedere le cose. STEAM è un approccio che permette a ogni persona di dare forma e sostanza al proprio sapere, di scegliere e guidare consapevolmente il proprio percorso di crescita individuale e professionale e di sviluppare abilità e strumenti per leggere, analizzare e interpretare il mondo nella sua diversità e complessità. I lettori/ studenti/partecipanti imparano come il processo di scoperta creativa possa essere utilizzato per creare un’atmosfera di sperimentazione e gioco che può influenzare positivamente l’atteggiamento delle persone nei confronti della matematica, della musica e dell’apprendimento. Inoltre, in questo manuale STEAM viene raccontato come se fosse una ricetta e l’insegnante come se fosse uno chef: dagli ingredienti alla preparazione, fino al piatto finito, il docente potrà offrire ai propri studenti una nuova e stimolante proposta formativa. Ho apprezzato in generale il suo modo di interagire con noi ascoltatori, facendo esempi pratici per farci entrare nel mondo STEAM, rendendo tutto più stimolante.

Vittoria Smacchia


Rendere visibile la musica e rendere udibile la matematica è possibile? SÌ! L’approccio STEAM, acronimo di Science, Technology, Engineering, Arts e Mathematics, permette di interpretare qualsiasi argomento, attraverso l’intersecazione di queste discipline, quindi un’attitudine di pensiero. Questo approccio mi ha dato tantissimi stimoli, perché è un valido supporto per gli insegnanti che vogliono adottare una didattica interattiva, integrando in maniera trasversale le discipline STEAM agli argomenti oggetto di spiegazione e studio. Condivido totalmente il messaggio trasmesso da Andrea Capozucca: la metodologia è la chiave per un insegnamento efficace, unita all’approccio ludico-emotivo e alla diversificazione degli ambienti di apprendimento, che motivano di più gli alunni. Essere insegnante non significa solo trasferire la conoscenza, ma comunicare e stimolare la curiosità, l’entusiasmo e la voglia di conoscere degli studenti per allargare i loro orizzonti, trasmettendo la propria passione. La spiegazione del professore, così divertente, interattiva e stimolante, mi ha dato una nuova visione dell’insegnamento che non conoscevo… Non vedo l’ora di leggere il suo libro.

Federica Speranza



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