Z-eyes: Far sentire la propria voce: un incontro con la poetessa colombiana Marisol Bohórquez Godoy
Nella giornata del 20 aprile 2023, presso l’Aula Magna di Lingue del Collegio Raffaello a Urbino, si è tenuto un seminario con ospite la poetessa colombiana Marisol Bohórquez.
Nella giornata del 20 aprile 2023, presso l’Aula Magna di Lingue del Collegio Raffaello a Urbino, si è tenuto un seminario con ospite la poetessa colombiana Marisol Bohórquez. Con lei anche la professoressa Alessandra Calanchi e il professor Gianni Darconza. Marisol Bohórquez Godoy è una poetessa e pittrice colombiana; nei suoi primi anni di vita, nella campagna colombiana, ha il suo primo contatto con l’arte attraverso i fiori, gli animali, la semplicità della vita. Da piccola aveva già capito che aveva una inclinazione artistica. L’ingegneria le è sempre piaciuta e la porta avanti con la produzione poetica, traducendo testi scientifici. Decisiva l’influenza della madre, che attraverso la lettura di diversi autori, risveglia in lei l’inquietudine di esprimere attraverso la pittura e la parola poetica i propri interrogativi più profondi. È autrice di poesie e di racconti, e alcuni dei suoi scritti sono stati pubblicati in antologie e riviste sia in Colombia che in Spagna, inoltre ha partecipato a festival internazionali di poesia e parte della sua poesia è già stata tradotta in inglese, francese e italiano.
Ha pubblicato le raccolte di poesie: La soledad de los espejos (Común presencia 2016), Efecto mariposa (Raffaelli editore 2017), La forma del vacío (LietoColle 2019) e con il poeta italiano Gianni Darconza, presso la casa editrice Higueras Editores, la raccolta bilingue Antipartículas – Antiparticelle (2019). Ha tradotto poesie di diversi autori italiani contemporanei, tra cui la raccolta di poesie Elogio dell’indeterminazione (2018) di Gianni Darconza. È risultata vincitrice del premio Fiori di Luce nella categoria di poesia straniera (2020) e finalista al Premio Internazionale di Narrativa e Poesia Europa In Versi (2020), nella categoria di poesia edita, con la raccolta La forma del vacío. Vive negli Stati Uniti e collabora con riviste italiane e latinoamericane di poesia, diffondendo le opere di scrittori contemporanei.
Durante il seminario le sono state poste diverse domande, tra cui questa che maggiormente ha attirato la mia attenzione: “Quando è nata l’idea di dedicare il suo tempo nonostante la carriera scientifica?” Questa la risposta: “Il momento in cui ho deciso di andare negli Stati Uniti è stato dopo 9 anni di lavoro, quando mi sono resa conto di essere molto stanca: questo lavoro richiedeva tutto il mio tempo. Capii che non volevo vendere i miei ideali per denaro. Dopo il suicidio del mio fratello maggiore incominciai a scrivere. I miei ideali e la mia creatività sono stati la mia salvezza, come un’arte di difesa. Cesar Vallejo divenne per me uno dei più grandi punti di riferimento”. Ho apprezzato particolarmente la sua risposta in quanto i colombiani da piccoli non avevano libri in casa, cosa a dir poco normale per noi italiani. La poesia è arrivata attraverso altri mezzi. Il seminario si è incentrato poi sul legame Gianni Darconza e la poetessa. Per Darconza la poesia e la scienza usano simboli per condensare la conoscenza umana. Anche la poesia è questo, una ricerca di condensazione, in cui il poeta cerca di condensare nel minor spazio possibile il maggior tempo e spazio possibile, con parole corrette. Le metafore matematiche si prestano molto bene a questo, perché cercano di fare la stessa cosa. Matematica e poesia sono mondi più vicini di quel che sembra ed è per questo che per la poetessa è molto facile tradurre la poesia di Darconza. Il seminario mi è interessato molto, in parte perché affascinata dall’arte in generale, in parte perché conoscere nuove persone e nuove realtà è sempre bello.
Letizia Masini
- Marisol Bohórquez Godoy a Urbino
Mi è piaciuto molto il fatto che Marisol non dimentica le sue radici, e ce lo racconta con passione irrefrenabile nelle sue poesie, che risuonano della voce di una donna che non ha mai smesso di lottare per essere ciò che desiderava essere, dopo aver sconfitto ogni pregiudizio di genere con l’esempio della sua stessa vita. Perché si può essere donne e poetesse e scienziate, senza nessun confine netto e senza nessun limite. Un momento molto commovente e toccante è stato quando ha letto la poesia struggente dedicata al fratello che non c’è più, ho apprezzato molto il modo e la delicatezza con cui ha deciso di renderci partecipi di un dolore così intimo e privato, in cui parla del vuoto che si prova dopo la perdita di una persona cara. Infine, ci ha raccontato anche della sua terra, la Colombia ha lasciato una traccia profonda dentro di lei: è proprio qui, nella campagna colombiana, quando Marisol è solo una bambina, che viene a contatto con l’arte. Ma la Colombia è anche terra di sofferenza e di guerra, come possiamo leggere nella poesia ‘’El poema que no quiso ser escrito’’, in cui parla in modo molto diretto e coinvolgente del fatto che fu testimone della guerra ancora prima di nascere.
Vittoria Smacchia
La rivista Vuela Palabra è un progetto nato da Marisol Bohorquez Godoy durante la pandemia, per diffondere la poesia ispano-americana e colombiana e per dare ai giovani poeti la possibilità di far sentire la propria voce. È un’idea nata per caso, inizialmente come podcast, dopo essersi accorti che mancava, in un momento critico come quello del lockdown, un modo per diffondere la poesia. Non è solo uno spazio dedicato alla poesia ma anche alla narrativa e ai saggi. Inoltre, alle pubblicazioni di autori ispanico-americani, si aggiungono anche quelle di autori anglofoni, francesi e italiani. Il 90% delle opere sono pertanto traduzioni e a oggi, nel suo terzo anno di vita, collaborano alla rivista traduttori di tutto il mondo.
Giorgia Piscaglia
Ciò che ha attirato maggiormente la mia attenzione è stato che grazie a questo seminario si è potuto sfatare il mito del “poeta solitario”. Nell’immaginario collettivo, infatti, pensiamo al poeta come un individuo che singolarmente porta avanti le sue creazioni, chiuso in una stanza. Questo è proprio il contrario di ciò che abbiamo visto nell’incontro, la poesia ci è rappresentata come condivisione; grazie all’oralità, alle riviste come Vuela Palabra e alla traduzione che contribuisce a far conoscere la poesia in tutto il mondo. Inoltre, il ruolo della poesia, come ci ha raccontato la stessa Marisol Bohórquez è anche terapeutico, per il lettore ma anche per lo scrittore stesso, come è successo a lei con il tragico evento del suicidio del fratello. Vorrei aggiungere che è stato un seminario stupendo, molto interessante e commovente.
Alice Massaccesi
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