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Z-eyes: Sussurri nel buio

Affondare le radici senza scrollare via la terra : Chimamanda Ngozi Adichie e il continente-mondo / Francesca Giommi. - Fano : Aras edizioni, 2023. - 136 p. : br. - (Rewind ; 12). - ISBN 979-12-8007-477-5.

di Ludovica Barbara Castriotta Sara Djelili - mercoledì 15 novembre 2023 - 424 letture

L’incontro “Chimamanda Ngozi Adichie e il continente-mondo”, tenutosi il 9 novembre 2023 nell’Aula A del Collegio Raffaello di Urbino, ha affrontato alcuni tra i temi fondamentali trattati dall’autrice nigeriana e ha costituito un importante momento di scambio di riflessioni e di punti di vista.

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Affondare le radici senza scrollare via la terra : Chimamanda Ngozi Adichie e il continente-mondo, di Francesca Giommi

La relatrice Francesca Giommi, dottoressa di ricerca in Letterature postcoloniali, africane e di migrazione, e autrice del volume Affondare le radici senza scrollare via la terra (Aras Edizioni 2023), ha saputo selezionare ed estrapolare gli aspetti cruciali che cogliamo dagli scritti della Adichie, comparandoli a libri, film e altri prodotti culturali che hanno avuto una maggiore risonanza mediatica e, di conseguenza, hanno più facilmente ottenuto un riscontro da parte di chi non è esperto nel campo degli studi post-coloniali. A tal proposito, è importante ricordare che molte delle informazioni che ci giungono riguardo alla storia coloniale risentono del punto di vista di chi le racconta: il “pericolo di un’unica storia” è generato proprio dal rischio che il punto di vista occidentale o europeo proponga un’unica lettura anche di queste storie e, così facendo, se ne appropri. Basti pensare al fatto che, quando si parla di schiavismo, si faccia subito riferimento all’Africa e agli africani, quando in realtà il continente africano costituisce una varietà sconfinata di etnie, culture, religioni, lingue, tradizioni, usanze (solamente la Nigeria conta 250 etnie e 200 lingue riconosciute).

Naturalmente, assieme a questi aspetti, bisogna considerare che altrettanto numerosi sono i traumi che hanno colpito queste comunità: Chimamanda Adichie fa riferimento, nelle sue opere (in particolare ne Metà di un sole giallo, opera che la porta al successo internazionale) alla guerra del Biafra (1967-1970). In questo romanzo viene affrontato proprio il trauma della storia africana, che mai ha smesso di tormentare la coscienza collettiva, e vengono narrate storie che “ancora non sono state narrate”, perché schiacciate dalla visione eurocentrica per cui pare che solo gli occidentali detengano il potere di raccontare storie, anche quando queste non appartengono a loro. Questa “occidentalizzazione” della letteratura ha portato, quindi, a una duplice problematica: da un lato il sopracitato “pericolo di un’unica storia”; dall’altro, come spesso accade, il fatto che le suddette storie possano essere utilizzare per “espropriare e diffamare”, come afferma la stessa Chimamanda Adichie. Del resto, una donna così tenace e ostinata, anche in virtù delle esperienze che ha vissuto e collezionato negli anni grazie ai suoi viaggi, non poteva fare altro se non segnare un rivoluzionario cambio di rotta e seguire la direttrice per cui queste storie, invece che espropriare e diffamare, possono “dare forza e umanizzare”.

Uno spunto di riflessione particolarmente interessante ha riguardato la questione dei privilegi e degli svantaggi (nonché dell’intersezionalità degli stessi): la grandezza di Chimamanda Adichie, come ci ricorda la dott.ssa Giommi, sta proprio nell’aver sfruttato il suo privilegio per raccontarci queste storie. In questo può essere a buon diritto accostata a un’autrice americana bianca dell’Ottocento, Louisa May Alcott (1832-88, autrice non solo di Piccole donne ma anche del racconto protofemminista Un sussurro nel buio), che accettò la proposta di pubblicare un “romanzo per signorine”, sfruttandola per veicolare un importante messaggio di ribellione che potesse incoraggiare tutte le donne vittime di quel sistema patriarcale che per secoli (e, in verità, ancora oggi) le costringe a ridimensionarsi, a tacere le proprie necessità ed esigenze, le proprie passioni, a soffocare le loro grida di rivolta in flebili “sussurri nel buio”. Questo incontro ci pone un dubbio: che forse, nel buio, siano relegati ogni sorta di esperienze, traumi, racconti di donne e uomini, che ci giungono dal passato e dal presente plasmati da diversi punti di vista, in attesa che noi rendiamo loro la loro integrità e autenticità.

Ludovica Barbara Castriotta


Questo incontro mi ha permesso di scoprire nuovi lati della letteratura, ovvero quella nigeriana e africana/americana in lingua inglese, che a me erano totalmente sconosciute. Personalmente, ho adorato vedere come la scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie, tramite la piacevolezza di un’opera d’arte, sia riuscita a tramandare messaggi potenti, come quello del razzismo. Infatti, in uno dei suoi libri, parla di una ragazza che nel suo blog racconta che è proprio in America che ha scoperto di avere il colore della pelle diversa dagli altri, poiché in Nigeria erano tutti uguali. Purtroppo, lei, ma anche suoi coetanei nati gli Stati Uniti, si trovano quotidianamente a lottare con il problema della razza e della rabbia.

Infatti, anche lo scrittore africano americano James Baldwin (1924-87) diceva che la sua costante lotta era quella di sopprimere la rabbia per una società che non riconosce i “neri” come umani. Tuttavia, la rabbia di cui ci parla è una rabbia giustificata, giusta, poiché è impensabile che la questione fondamentale di tale malessere sia “la linea del colore.” Difatti, Baldwin ci parla di una doppia coscienza, ci parla degli afroamericani che discendono dagli schiavi deportati, di questo disagio nel guardarsi sempre attraverso gli occhi degli altri, di misurare la propria anima con il metro di un mondo che ti guarda con divertito disprezzo e di pietà. Per concludere, a malincuore devo ammettere che oggi giorno ancora si parla di razzismo, o forse se ne parla troppo poco nelle sedi opportune. Infatti, è per questo che credo che le scuole di qualsiasi grado debbano integrare nei piani degli studi la letteratura nigeriana, poiché è un mondo infinito, che attraverso i suoi racconti ha la capacità di sensibilizzare tutti. 

Sara Djelili



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