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Z-eyes: Well(e)s eXperiment. Ombre sonore dallo spazio profondo

Note a margine di un incontro della rassegna “Europamerica”

di Alessia Paoli Alice Carpineti - giovedì 11 maggio 2023 - 1206 letture

Il 21 aprile 2023 si è tenuto all’Università di Urbino, nell’ambito del corso di Cultura Angloamericana e della rassegna Europamerica, un incontro con Roberto Vecchiarelli, docente di Storia dello spettacolo all’Accademia delle Belle Arti di Urbino e co-autore del libro Well[e]s eXperiment. Ombre sonore dallo spazio profondo (Galaad 2022) di cui Girodivite si è già occupato in precedenza.

Lo studioso ci ha illustrato quanto riportato nel libro e dunque i vari spunti e materiali che hanno reso possibile la realizzazione dell’installazione video sonora sulla trasmissione radiofonica di Orson Welles, arrivando a trattare anche quest’ultima. Lo sceneggiato radiofonico War of the Worlds si ispirò all’omonimo romanzo di H.G. Wells e venne trasmesso nel 1938 dalla CBS, all’interno del programma Mercury Theater on the Air, in cui venivano proposte letture di romanzi. Lo sceneggiato, scritto da Howard Koch, venne interpretato dall’allora ventitreenne Orson Welles, il quale si rivelò molto abile nel farlo viste le profonde ripercussioni che causò: fuga di un milione e mezzo di persone, molte delle quali non fecero ritorno alle proprie abitazioni per mesi.

I motivi per cui scatenò un simile panico sono diversi. Innanzitutto, il racconto durò un’ora consecutiva senza interruzioni pubblicitarie ma caratterizzato da sole interruzioni riguardanti bollettini, notiziari e interviste. Essendo stato ribadito solo all’inizio e alla fine della trasmissione che si trattava di un adattamento radiofonico, coloro che fecero zapping e si collegarono nel bel mezzo della trasmissione credettero alla notizia. Oltretutto, essendo tramesso di domenica, molte persone di rientro dal weekend si collegarono direttamente dalla macchina, poiché esisteva già l’autoradio negli anni ‘30. Per rendere questa diretta quanto più realistica, Welles sfruttò anche la tecnica giornalistica già sperimentata in occasione del disastro di Hindenburg e si avvalse dell’aiuto di alcuni rumoristi e tecnici del giornale radio.

Anche il dosaggio dei silenzi giocò un ruolo importante: un silenzio di 5 secondi alla radio è un’eternità. Questo lo trovo molto interessante, tanto più il fatto che grazie alla video-installazione che è stata realizzata possiamo in un certo modo riviverlo anche noi stessi, immedesimandoci fino in fondo nelle persone del tempo. Infatti, tramite la video-installazione è possibile creare uno spazio immersivo in cui le persone vengono coinvolte attraverso suoni e immagini. Tuttavia, al tempo stesso ci rende anche consapevoli di quale capacità abbiano i media di abbindolarci. C’è da dire che al tempo rimaneva molto più difficile capire nel giro di breve tempo se si trattasse o meno di una fake news, ma la difficoltà di un tempo nello scoprire fake news è direttamente proporzionale alla miriade di notizie cui siamo sottoposti oggigiorno. Come riportato nel libro Freakonomics , che stiamo trattando nel corso di Lingua inglese, è necessario porsi continuamente domande e mettere in questione le cose, poiché anche se tale metodologia può sembrare banale ci permette di combattere la cosiddetta saggezza convenzionale. Tale espressione coniata da Galbraith indica in sostanza ciò che ci fa comodo far credere perché in linea con i nostri interessi. Spesso crediamo alle notizie solo perché sono state dette al tg o da sedicenti esperti, per cui al sorgere di un dubbio, partiamo già rassegnati nel togliercelo perché quanto detto è sostenuto da un esperto. Infatti, ciò che accadde agli inizi del 1980 in America fu che l’esperto Mytch Snyder dichiarò ai giornalisti un numero falso di senzatetto, solo perché il giornalista lo premeva per avere un numero preciso e Snyder non voleva che se ne andasse a mani vuote.

Ogni giorno ci sono pagine di giornali e notiziari da riempire e un esperto in grado di fornire “finta” saggezza fa sempre comodo. Giornalisti ed esperti insieme sono gli artefici di molta saggezza convenzionale. Non a caso, oggigiorno sono sempre più le associazioni che si impegnano a contrastare la disinformazione; cito Facta.news per la quale lavora una mia cara amica.

Alice Carpineti


Vecchiarelli ci ha mostrato nella sua presentazione anche diversi tipi di video-installazioni, ossia forme d’arte visive che trattano l’utilizzo di grandi schermi per proiettare delle immagini in movimento che hanno lo scopo di suscitare nello spettatore determinate emozioni che vengono mediate anche dal contesto in cui esso si trova. Tra diversi artisti ha citato Bill Viola, di cui Vecchiarelli ha apprezzato in particolare l’opera Five Angels for the Millennium, un’installazione dove sono raffigurati cinque corpi che entrano e fuoriescono dall’acqua a una velocità molto rallentata e che dovrebbero simulare le figure di cinque angeli. Purtroppo, non ho mai assistito a delle video-installazioni, forme d’arte molto particolari tipiche della modernità e che, come ha specificato anche Roberto Vecchiarelli, necessitano da parte di chi le allestisce di un budget molto elevato. La professoressa Calanchi ci ha comunicato che proprio adesso a Milano è in corso una mostra di Bill Viola e credo sia una esperienza da non perdere.

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Five Angels for the Millennium, by Bill Viola

Invece, il link per visionare l’opera di Vecchiarelli è questo: su Youtube

Sono felice di partecipare a questi incontri e di aver scelto materie nell’ambito della cultura e letteratura anglo-americana per arricchire il mio curriculum universitario, perché ogni lezione è una nuova scoperta riguardante l’America, un ambiente che purtroppo non viene sempre studiato e analizzato dagli studenti in maniera approfondita. Credo che questo ambito meriterebbe più attenzione, soprattutto per i programmi delle scuole che sono fermi da anni sempre sugli stessi argomenti e che non vanno avanti nel tempo, mentre il resto del mondo continua a produrre opere di grande importanza per la storia del nostro pianeta.

Alessia Paoli



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