Strada statale 116 Randazzo-Capo d’Orlando
Dal Mar Tirreno presso la spiaggia di Capo d’Orlando fino al casello autostradale di Fiumefreddo di Sicilia
Abbiamo raggiunto l’immensa spiaggia di Capo d’Orlando venerdì pomeriggio, utilizzando l’impervia autostrada A 20, la Messina-Palermo, sempre sull’onda della cronaca quando si tratta di incidenti, mezzi che prendono a fuoco in galleria, riduzione di corsie e, ovviamente, le sue innumerevoli inaugurazioni - se ne contano sedici, se non abbiamo perso il conto - sin da quel lontano 1972 quando si inaugurò la tratta Boccetta-Villafranca.
Il mare luccicante soffiato dal vento del nord, le isole Eolie sullo sfondo, oltre tre chilometri di passeggiata sul lungomare fino al faro, gli innumerevoli locali distribuiti durante il percorso e il sole che tramonta dentro il mare, come inghiottito da una notte stellata.
- Tramonto Capo d’Orlando
La mattina seguente abbiamo deciso di raggiungere il paese di Naso, posto a 497 metri sul livello del mare, sperando in una rinfrescata che di fatto non abbiamo registrato. Un’arrampicata sui monti Nebrodi per la quale occorre qualche piccolo consiglio per coloro che dovessero decidere di intraprendere. Un consiglio che ci sentiamo di dare è quello di non affidarsi ciecamente alle indicazioni di Google Maps, a meno che non decidiate di percorrere la strada fino a Naso con una motocicletta o una mountain bike.
Questo consiglio è dettato dall’abituale e spesso automatica impostazione dell’applicazione Google sul percorso più breve. Questa prassi, nel nostro caso, prevede il percorso della SS 113 in direzione Messina che, dopo qualche chilometro, ci invita a voltare a destra per imboccare la SS 116, ossia la Randazzo-Capo d’Orlando. L’inconveniente si può presentare dopo qualche chilometro, quando l’applicazione ci segnala di svoltare a destra seguendo la logica del percorso più breve. Una variazione non da poco se consideriamo che ci ritroveremo ad arrampicarci su una sorta di trazzera asfaltata, ed è già una fortuna, non più larga di un’auto che, tra tornanti stretti e dossi non previsti, per quattro chilometri ci fa trattenere il fiato fino alle prime porte di Naso. Il tutto condito con il lato destro della strada in molti tratti privo di qualsiasi protezione o guard-rail. Un’avventura vissuta con la ciliegina sulla torta, rappresentata da una Jeep che si è presentata di fronte e che ci ha mostrata la destrezza e la capacità di sfruttare qualsiasi piccola rientranza per far transitare due mezzi in senso opposto.
- Rivestimento marmoreo
Naso merita senz’altro una visita. La sua storia che risalirebbe addirittura al 1218 a.C., il successivo dominio normanno, il centro è famoso per le sue numerose chiese degne di essere visitate. La Chiesa Madre dei Santissimi Apostoli Filippo e Giacomo, che ospita al suo interno la Cappella del Rosario, le cui pareti rivestite di sculture marmoree realizzate da Bartolomeo Travaglia, ripaga la tensione accumulata per raggiungere il paese. Il belvedere, poi, che si affaccia sull’Etna, completa la gratificazione.
- Etna vista dal belvedere di Naso
- Cappella del Rosario
- Cappella del Rosario2
È sulla Randazzo-Capo d’Orlando che vogliamo soffermare la nostra attenzione. Un percorso affascinante e rilassante che dalla provincia di Messina ci conduce a quella di Catania. Una strada lunga 67 km, attraverso la quale si possono effettuare delle soste culturali presso Castell’Umbero, superata Naso, per proseguire verso Ucria con la possibilità di alcune deviazioni verso Sinagra e Raccuja. Proseguendo si raggiunge Floresta, posta a 1275 metri sul livello del mare che, in questo periodo consente di immergersi in una temperatura di 24° che inviterebbe a fermarsi il più a lungo possibile. La discesa è verso Santa Domenica Vittoria, scendiamo a 1027 metri slm e una serie di tornanti a gomito ci fanno ammirare la caratteristica chiesa nera di Randazzo, la Basilica minore di Santa Maria Assunta del 1214.
Superata Randazzo, si percorre la SS 120 che consente di deviare a sinistra verso Mojo Alcantara e scendere a Giardini Naxos o, in alternativa, percorrerla fino a Linguaglossa, Piedimonte Etneo e il casello di Fiumefreddo di Sicilia. La temperatura esterna sarà risalita a medie stagionali superiori ai 34°, ma qualche sosta ristorativa presso i vari negozietti di alimentari e di vino patronale, attenuerà il fastidio della calura estiva.
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