Di persona...personalmente

Una visita nei luoghi del Commissario Montalbano, con un pensiero nostalgico al suo indimenticabile ideatore
Certe espressioni, luoghi suadenti, modi inusuali di pensare, insieme hanno fatto parte di quel bagaglio comunicativo che Andrea Camilleri ha saputo trasmettere dalle pagine dei suoi libri. Sarà ricordato per sempre, a qualsiasi latitudine si possa immaginare, per le narrazioni e le trasposizioni televisive che il suo personaggio principale, il commissario Montalbano, ha diffuso dentro le case degli Italiani.
Nella sua immensa produzione letteraria, moltissimi altri testi meritano un posto privilegiato nella Storia della Letteratura isolana, nazionale se si considera l’impronta culturale che si è annidata per sempre nell’immaginario di chi, di origini lontane dalla Sicilia, poteva soltanto supporre per mero "sentito dire".
Ed invece, assale la curiosità di vedere di persona...personalmente quei set cinematografici naturali, tra fabbriche abbandonate, palazzi barocchi, spiagge di sabbia impalpabile e, soprattutto, gli interni che hanno accompagnato le scene degli episodi trasmessi in televisione, visti e rivisti, in cerca di particolari sfuggiti o di espressioni dialettali da emulare.
In quindici stagioni, dal 1999 al 2021, lo spettatore si è immerso in svariate storie e situazioni, venendo a contatto con quella luce particolare che rende qualsiasi paesaggio filmato nelle riprese, un capolavoro di Guccione. Un azzurro che non è mai solo "azzurro". Un giallo che, oltre ad essere sinonimo di una trama, acceca lo sguardo tra milioni di infinitesimali granelli di sabbia. Un dorato che sa di barocco inciso sulle facciate dei palazzi, a rendere il sole al tramonto una tela mistica sulla quale soffermarsi ed estasiarsi.
Non potevamo mancare anche noi all’appuntamento sottinteso che Camilleri ha fissato al mondo dalle pagine dei suoi libri, che il regista Alberto Sironi ha trasformato in immagini da rimanere incise nella memoria. Ci siamo ritrovati così a Scicli, uno dei centri culla del barocco siciliano, con la vicina Modica e Ragusa Ibla, ma soprattutto il paese che ospita il mitico commissariato di Vigata, dove si svolgono le gesta dello staff di Montalbano, all’interno del novecentesco municipio, costruito tra il 1902 e il 1906.
Accolti dal personale della cooperativa Agire, abbiamo scelto di aderire al pacchetto completo della visita, che prevede oltre al commissariato, la stanza del questore di Montelusa, il palazzo Spadaro e la chiesa museo di Santa Teresa.
Suggestioni particolari e uniche. La sensazione non solo di stare all’interno di un set, ma anche quella di veder circolare i vari personaggi, ognuno dalla propria postazione e di sentirsi personaggi di uno dei 37 episodi che ci hanno incollato al teleschermo. Catarella con il suo gabbiotto e il folcloristico telefono. Mimì Augello, braccio destro del commissario, sempre pronto all’ennesimo rimprovero e certo di una spalla sicura, sulla quale "appoggiare" le confessioni delle sue scappatelle amorose.
E poi Fazio, l’ispettore fedelissimo e intuitivo, dalle sue indagini imprevedibili e risolutive. La stanza del commissario, poi, merita una visita dettagliata. Partendo dalla scrivania, la porta di ingresso all’ufficio, vittima consapevole del maldestro Catarella. Suggestive le foto di Falcone e Borsellino, poste in bella vista su uno scaffale portadocumenti.
A piano superiore, la Stanza del Questore ci riporta alla mente le diatribe con il commissario. L’ambiente, poi, non è altro che l’ufficio del sindaco di Scicli, prestato più volte alle esigenze di copione, durante la serie.
A poche decine di metri, sulla stessa via Francesco Mormina Penna che ospita il municipio, si può accedere al Palazzo Spadaro, appartenuto all’omonima famiglia di origine modicana che, dopo il devastante terremoto della Val di Noto del 1693, si trasferì a Scicli. Offre al visitatore la vista di una delle più caratteristiche facciate di tardo barocco, con otto balconi con inferriate convesse in ferro battuto. L’ingresso principale mostra un’elegante scala a due rampe che, come ci è stato spiegato dalla nostra guida, è detta "a tenaglia", realizzata dal capomastro Giorgio Vindigni di Modica, evidenzia decorazioni policrome sulle pareti e sul soffitto.
All’interno delle stanze si possono ammirare delle tele della produzione artistica del così detto Gruppo di Scicli, il cui maggiore esponente fu il compianto Piero Guccione, ma sono esposte anche opere di Franco Sarnari e Franco Polizzi.
Ultima tappa della nostra visita è stata la chiesa di Santa Teresa d’Avila, la cui facciata e ingresso la si ritrova di fronte, proseguendo sulla via Mormina Penna. Il bianco accecante delle pareti, colore scelto per rappresentare la purezza dell’animo della santa, il nero del pavimento originale dal 1756 e dalle sue stravaganti forme geometriche. Adiacente, nel passato, sorgeva un antico convento dell’Ordine carmelitano. Chiusa al culto dal 1950, oggi è di proprietà del comune che la utilizza per eventi culturali e mostre.
Sul lato sinistro della abside sono presenti tre finestre, curiosamente murate. La nostra guida ci ha spiegato che servissero come aperture per un collegamento tra la chiesa e il monastero. La prima decorata da una colomba con un ramoscello d’ulivo, era utilizzata per la confessione delle religiose, spesso di clausura. La seconda è decorata da un agnello ed era adibita alla comunione. Guardando sul lato opposto, comunicante con l’esterno, era posta la così detta Ruota degli Esposti all’interno della quale, venivano deposti i neonati, abbandonati dalle madri non in grado di accudirli per ovvi motivi economici e affidati alle cure delle monache con la speranza di garantire loro un futuro migliore.
Un suggestivo percorso culturale e di finzione scenica, tra una motivazione mistica e una risata soffocata, ripensando alle scene e ai personaggi creati dalla fantasia di Andrea Camilleri. Un’incontrollabile tentazione di fingere una risposta telefonica ad una immaginaria chiamata di Catarella, con la soddisfazione di poter pronunciare la battuta prevista: "Montalbano sono...".
- Piazza Italia
- Municipio Scicli
- Commissariato
- Ufficio Catarella
- Bacheca
- Scrivania commissario Montalbano
- Borsellino e Falcone
- Santa Teresa
- Piero Guccione
- Soffitto Palazzo Spadaro
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