Il Castello di Azzurrina

Un mistero che dura da sei secoli e mezzo che ancora oggi pone tante domande e attira tanti curiosi

di Piero Buscemi - venerdì 13 settembre 2024 - 638 letture

Questa è una storia di tardo Medioevo. Questa è una leggenda che percorre i secoli. Questa è una favola da tramandare alle giovani generazioni. Questo è un buon motivo per continuare a sognare.

Storie d’armi e cavalieri, soldati e nobili a rivendicarsi un potere. Faide trascinate nei secoli, a rivendicare il controllo di un territorio col sangue e con la spada. Tra le mura del Castello di Montebello, ad oltre 400 metri sul livello del mare, tra odore di Romagna, colline marchigiane che si perdono sullo sfondo e il monte Titano che ospita San Marino, a farci pensare a un illusorio confine estero.

Raggiungere Montebello dalla riviera romagnola vuol dire arrampicarsi su strade tortuose, non regolarmente asfaltate, strette al punto giusto per augurarsi di non incrociare troppo spesso un altro veicolo. Però, questa piccola frazione di Torriana, nella provincia di Rimini, offre al visitatore questa leggenda tramandata nei secoli, un passaparola che l’ha arricchita nel tempo di sempre nuovi particolari, spezzando quel sottile filo tra storia e favola.

La parte documentata è quella che ci parla di una bambina di età incerta, poco più di 5 anni, o poco meno, figlia di Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello nel 1375, che scompare misteriosamente mentre rincorre l’unica sua compagna di giochi, rappresentata da una palla di pezza che rotola in un nevaio, ospitato nella parte sottostante del castello.

Una bambina particolare, anche il nome incerto tramandato. Guendalina o forse Alina, di certo con una caratteristica somatica che lascia stupore, che crea discriminazione anche ai nostri giorni. La bambina, affetta da un albinismo pronunciato. Pelle bianchissima come il colore dei capelli che suscita sospetto, che rasenta etichette ultraterrene, che rischia una bolla di stregoneria. E poi l’aggravante, appartenere al sesso femminile che, in quel periodo storico, è già sinonimo di diavoleria da mettere a tacere. Uno scherzo della natura che si prova a nascondere come una vergogna. I capelli tinti con coloranti vegetali che provocano un altro piccolo miracolo. Una reazione chimica che muta la tonalità in un azzurro celestiale, davvero ultraterreno, sul quale qualsiasi fantasia diventa legittima.

La bimba non riapparirà mai da quel buio nevaio nel quale cancella le sue tracce in quel solstizio d’estate (21 giugno) di oltre sei secoli fa. Negli anni ’60 del secolo scorso, la pittrice Maria Morliz decide di raffigurare quel volto leggendario su tela. Una riproduzione artistica che ci appare come una figura spirituale che ci osserva con degli occhi grandi e penetranti, quasi a chiederci aiuto, quello che altri adulti non seppero darle in quel lontano 1375.

La tela è visibile nell’ala del castello dedicata a questa storia/leggenda, durante la visita. All’interno, poi, durante il percorso della visita, è possibile ammirare una collezione di mobili, risalenti al periodo che va dal 1300 al 1700 tra i quali, davvero sorprendenti due forzieri, diverse cassapanche e bauli.

Tornando ad Azzurrina, dal 1990 in occasione dell’anniversario della scomparsa, il 21 giugno, vengono istallate delle apparecchiature molto sofisticate, con lo scopo di registrare suoni ultraterreni e quanto possa enfatizzare questa leggenda. Il risultato è sorprendente: rumori di tuoni, pioggia battente e il suono di una voce.

L’esperimento si ripete ogni 5 anni, con risultati sempre diversi. In comune una voce infantile che, a riascoltare le registrazioni, suscita la sensazione di poter interpretare delle frasi, urla, passi che corrono, il battito di un cuore. Forse è solo suggestione e ogni visitatore, sicuramente, da una personale interpretazione a quanto ascolta. Di sicuro, una mistura di sensazioni e di mistero che incuriosisce migliaia di curiosi che si arrampicano su questi tornanti, auspicando di trovare una risposta che ci avvicini un po’ di più alla realtà. O rilanci una nuova versione di leggenda, per continuare a sognare...

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Panorama ingresso castello
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Cinta merlata
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Monte Titano e San Marino
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Rimini sullo sfondo
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Bauli Stanza delle Spose
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Castello di Montebello
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Il Castello di Azzurrina


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