Rimborsi elettorali: la Caporetto dei partiti

Gran lavorìo dei segretari che sorreggono il governo Monti per continuare ad intascare i rimborsi elettorali. Degli altri problemi che attanagliano il nostro Paese se ne fregano. La credibilità dei partiti è attorno al 4%. Ancora un colpetto e saranno spazzati via
Mentre la Lega è terremotata e anche gli altri partiti non sono messi bene (basta vedere la questione Lusi dell’ex Margherita dove ogni giorno spuntano fuori nuovi conti e spese allegre come quella di andare a Londra in aereotaxi, a nostre spese), i tre segretari che sorreggono il governo Monti si danno un gran daffare per cambiare la legge sui rimborsi elettorali senza cambiarla affatto.
Non è un gioco di parole. E’ proprio così. Alfano, Bersani e Casini si vedono in continuazione non per gli esodati, non per chi si uccide disperato di non avere un lavoro o debiti, non per i lavoratori scacciati dalle fabbriche, non per togliere la Rai ai partiti. E neppure per risolvere i mille problemi che ogni giorno le famiglie italiane debbono affrontare, dall’aumento dei generi alimentari al caro benzina che ora aumenterà ancora per coprire le malefatte di Guido Bertolaso.
No, i tre dell’Ave Maria si riuniscono e studiano in continuazione strategie per far ingoiare agli italiani un nuovo metodo di finanziamento ai partiti o rimborsi elettorali. Strategie che vanno nel senso di perpetrare, all’infinito, i loro rimborsi così da mantenere intatte le quote per poter finanziare i loro partiti a spese degli italiani a cui chiedono, senza vergogna e dignità, di stringere la cintura e fare sacrifici. Ogni tanto quando c’è da colpire quelli che tirano la fine del mese onestamente, ci raccontano la favoletta, sobria certo, che è l’Europa che ce lo chiede. Quando, invece, ci sono da portare a casa i soldi, allora l’Europa conta come il due di picche. Ha detto il Consiglio d’Europa: "Inconcepibile che in Italia una legge dia ai partiti il triplo di quanto spendono". Eppure di questa indicazione europea nessuno dei tre ha tenuto conto. Neppure il "sobrio" Monti e neppure il presidente Napolitano che un giorno sì e l’altro pure parla di "coesione nazionale". L’unica coesione fra i partiti sono i soldi.
Come al solito i tre hanno pasticciato. Volevano fare un decreto legge per rifilare al governo la patata bollente. Ma è stato giudicato inammissibile. Diventa così un disegno di legge che però ricalca l’emendamento inammissibile. E’ stato talmente un pasticcio che lo stesso relatore Gianfranco Conte (Pdl) lo ha sottolineato così come Roberto Rao (Casini). A questo punto le dichiarazioni alle agenzie di stampa si sono sprecate. Dichiarazioni più o meno roboanti, tutte tese a cercare di dimostrare che si sta lavorando alacremente per il bene del Paese.
E cosa s’inventano i tre? S’inventano un’altra authority che dovrebbe controllare i bilanci dei partiti. Ormai siamo il Paese delle authority. Un termine che detto in inglese riempie anche la bocca ma che, il più delle volte, non funziona o serve solo per pagare altre persone con i nostri soldi. In realtà l’istituto deputato al controllo già esisteva ed era la Corte dei Conti. Ma ad ABC, questa soluzione è sembrata troppo facile e così ne propongono un’altra. E da chi deve essere composta? Dal presidente della Corte dei Conti, dal presidente del Consiglio di Stato e dal primo presidente della Corte di Cassazione. E se questi signori trovano anomalie o irregolarità, cosa fanno? Nulla perché non possono fare nulla, solo una segnalazione. Saranno i presidenti di Camera e Senato decidere se applicare o meno le sanzioni. Insomma un bizantinismo escogitato proprio per non far cambiare nulla. I presidenti delle due Camere sono espressione dei partiti. Ve li vedete voi che sanzionano con grosse multe un qualsiasi partito? E i tre controllori avranno il tempo, considerato che sono già tutti oberati con "il primo lavoro", di guardare bene i bilanci di tutti i partiti italiani?
Ma c’è di più. I tre chiedono che la Camera voti la cosiddetta legislativa cioè un modo per blindare le decisioni velocemente. Il tutto a cappello di una proposta di legge sulla trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti (sic!).
Ma la cosa più evidente è che non si parla assolutamente, nella proposta di ABC, di tagli ai rimborsi elettorali. Non c’è scritto da nessuna parte. I soldi i partiti li vogliono e ne vogliono sempre di più. Di Pietro chiede che l’ultima rata dei rimborsi 2008 siano dati al governo per gli esodati e addirittura la Lega, visti i tempi, afferma che loro rinunceranno. Il Pd, invece, non ha di questi problemi ed è molto chiaro. Afferma perentoria Rosy Bindi: "Senza l’ultima rata, a rischio la campagna elettorale".
Ma dove sono stati messi i nostri soldi ricevuti dallo Stato? Il tesoriere Antonio Misiani in un’intervista al Fatto Quotidiano sottolinea che il Pd ha un disavanzo di 43 milioni di euro. Ma come? Negli ultimi 4 anni il Pd ha ricevuto 200 milioni di euro e oggi siete in rosso? Misiani risponde con un’affermazione da avanspettacolo: "Un partito vive sempre, mica solo in campagna elettorale. Quei soldi li usiamo per pagare l’attività politica, il personale. Il nostro bilancio è certificato. E i rimborsi per le amministrative li trasferiamo sul territorio...".
Ora a parte il fatto che noi gli paghiamo anche il personale per i gruppi parlamentari, che il Pd dia soldi alle strutture periferiche è tutta una cosa da verificare visto che si fanno le feste proprio per l’autofinanziamento. E ammettiamo pure che sia così. Ma una domanda sorge spontanea. Perché mai io debbo finanziare la struttura periferica del Pd o del Pdl o di altri partiti? Sì, è vero. Un partito vive sempre. Anche i lavoratori vivono sempre, tutti i giorni e tutti i santi giorni che il buon Dio manda sulla terra, gli stessi debbono preoccuparsi di vivere. Non di vivere bene come fanno Misiani e compagni, ma soltanto vivere con la mannaia sopra la testa di essere licenziati o sfrattati.
Ma non crediate che le menti più eccelse non pensino alla moralizzazione della vita politica. Ci pensano, eccome. Uno di questi è Piero Fassino ex segretario dei Ds e, oggi, sindaco di Torino. E che ti fa il buon Piero. Fa una proposta shock che illustra in Tv a "Linea notte". Sì, dice, ai rimborsi ma pari ad un euro per elettore. E tutto deve essere documentato. Se le spese saranno meno, meno sarà il rimborso. In più il cittadino può dare il proprio 5 per mille ai partiti. Bella proposta che però non si vede nel marchingeno di ABC. Inoltre quando nel 2006 Fassino era segretario dei Ds, passò la legge dei rimborsi elettorali e non risulta proprio che il lungo Fassino abbia fatto le barricate contro la legge, anzi l’ha approvata. Ma lo stesso sindaco di Torino viene battuto sulla quota del rimborso perché un senatore del gruppo misto, ex Idv, Giuseppe Astore, ha presentato diverso tempo addietro una proposta di legge (la n. 3199) che prevede un rimborso di 0,50 centesimi per ogni cittadino che va a votare e solo per quei partiti che abbiano superato la soglia del 3% dei voti validamente espressi. Proposta mai discussa.
Anche Ugo Sposetti, ultimo tesoriere dei Ds ha voluto dire la sua sui rimborsi elettorali. "Aumentando i rimborsi per i partiti ‒ ha dichiarato al Mattino ‒ abbiamo salvato la democrazia". Strano, ho sempre pensato che la democrazia si salvasse in altri modi e non salvando il portafogli. Ma Sposini dà a tutti noi una stoccata non da poco perché sottolinea che "I cittadini dovrebbero pretendere che questi soldi vengano spesi meglio e nel loro interesse". Quindi mazziati e cornuti. La colpa è nostra che non pretendiamo che questi soldi siano spesi meglio e nel nostro interesse.
I partiti attendono l’ultima rata del rimborso elettorale che dovrebbe arrivare alla fine di luglio. Sono poco più di 100 milioni per le politiche del 2008, cui però bisogna sommare i soldi che i partiti prenderanno anche per le ultime regionali ed europee. Solo i cinque maggiori incasseranno così 166 milioni e 436 mila euro. Il Pdl attende 68 milioni, il Pd quasi 58, l’Udc e l’Italia dei Valori poco più di 11 milioni, la Lega quasi 18. Un’abbuffata non da poco, ma ancora una volta sbagliamo e ce lo ricorda l’ineffabile capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro: "Stiamo attenti perché i partiti devono poter contare su risorse certe, altrimenti la politica resterà esclusiva dei Paperoni".
Negli ultimi 20 anni un Paperone ha comandato l’Italia nonostante i partiti avessero incassato, dal 1994 ad oggi, ben 2, 7 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti 70 milioni di euro annui destinati ai gruppi parlamentari. Come mai è potuto accadere signora Finocchiaro? Queste dichiarazioni sono il risultato di decenni di cinismo e d’impunità per i potenti. Lo aveva ben descritto Pier Paolo Pasolini fin dall’1 agosto 1975 evocando con preveggenza la metafora del Palazzo: "Solo ciò che avviene dentro il Palazzo pare degno di attenzione e interesse: tutto il resto è minutaglia, brulichio, informità, seconda qualità". Sei anni dopo, il 28 luglio 1981, era la volta di Enrico Berlinguer che denunciava, ben prima di Tangentopoli, i partiti che avevano "occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni", vere macchine di potere. E due anni dopo, nel 1983, Pippo Fava scriveva che "Il potere si è isolato da tutto, si è collocato in una dimensione nella quale tutto quello che accade fuori, nella nazione reale, non lo tocca più e nemmeno lo offende, né accuse, né denunce, dolori, disperazioni, rivolte...".
Dall’inizio dell’anno si sono suicidati 19 imprenditori. Ci sono 18,4 suicidi ogni 100 mila disoccupati contro i 4,1 tra gli occupati. Fra dipendenti e imprenditori uomini, i suicidi arrivano al 30,4%. A loro, le banche che stiamo salvando con i nostri sacrifici, non concedono soldi; la produzione industriale crolla del 6,8%, lo spread aumenta. I giovani non hanno né futuro né speranze. Appunto, minutaglia, brulichio... L’unico obiettivo dei nostri politici è portare in cassa più soldi possibili, malgrado tutti gli scandali che ogni giorno interessano i partiti.
La credibilità dei partiti è attorno al 4%. Ancora qualche dichiarazione del tipo sopra enunciata e la percentuale si abbasserà ancora. Forza Fassino, Finocchiaro, Sposetti, Misiani e compagnia bella. Diamogli dentro che la fine sta arrivando. C’è solo un rammarico. Benché verrete spazzati via, non andrete mai a lavorare e non solo per l’età. E, questo, mi dispiace molto.
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