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Fatta la legge...

...trovato l’inganno.

di Piero Buscemi - mercoledì 18 dicembre 2024 - 487 letture

Nel caso della riforma del codice stradale, entrato in vigore dal 14 dicembre, il proverbio accennato nel titolo dell’articolo, forse non è proprio calzante. Considerando le novità apportate dal decreto, però, se non si può parlare proprio di inganno, sicuramente anche nel caso del rispetto delle norme stradali, da sempre il vero "inganno" sta proprio racchiuso negli espedienti che gli Italiani hanno sviluppato negli anni per eludere qualsiasi restrizioni prevista dal codice della strada.

Non stiamo parlando delle magliette con le cinture di sicurezza stampate sopra, come una leggenda più o meno metropolitana, lanciò qualche anno fa con l’introduzione della norma che prevedeva l’obbligo dell’uso, per la precisione la legge 111 dell’11 aprile 1988. A dirla tutta, anche quella legge "partì" col piede sbagliato, se si considera che l’obbligo di dotare le auto di cinture di sicurezza risaliva, addirittura, al 1976. Dodici anni furono considerati sufficienti per abituare mentalmente gli automobilisti a questa vera rivoluzione delle consuetudini dell’epoca.

Non vogliamo neanche parlare delle "evoluzioni" che questo espediente ha avuto successivamente per limitare il fastidio arrecato agli automobilisti con l’uso della cintura non allacciata e relativo suono di richiamo alla distrazione. Per disattivare il cicalino della cintura di sicurezza, furono escogitati due metodi. Quello di acquistare sul mercato un anello oscillante sfuso e inserirlo al posto della cintura. Il secondo metodo è, invece, quello molto più banale, di agganciare la cintura di sicurezza dietro la schiena.

Oseremmo chiamarle furbate che, spesso, sono state le cause dell’installazione di quegli altarini mistici a ricordo delle vittime della strada, che tanto sfoggio fanno sulle strade, o magari, sono state le ispirazioni per trasmissioni televisive e avvertimenti luminosi lungo le autostrade.

Non vogliamo neanche parlare, anche se l’argomento meriterebbe un approfondimento a parte, delle nuove norme sull’uso di sostanze stupefacenti che hanno originato diverse polemiche e diatribe, legate in modo particolare alle persone che usano la cannabis a uso terapeutico e, per le quali le nuove norme evidenziano un buco normativo.

Con questo articolo ci vogliamo soffermare sulle reazioni che gli automobilisti hanno manifestato già il giorno stesso dell’entrata in vigore delle nuove regole. A parte l’assoluto menefreghismo riscontrato in chi, senza particolari patemi d’animo, ha continuato a guidare con lo stile sportivo che prevede una mano sul volante e l’altra sul cellulare. Gli occhi, ovviamente, concentrati sullo schermo del telefonino, pronti a digitare il messaggio di risposta appena ricevuto.

Possiamo aggiungere che, forse perché non ribadito nelle nuove norme, nessun automobilista si è preoccupato di esimersi di continuare a parcheggiare in doppia fila, come del resto regolarmente fatto anche prima del 14 dicembre. Qualcuno non ha rinunciato neanche a lasciare l’auto sulle strisce pedonali per recarsi al vicino negozio di svapo o qualsiasi altra tipologia di punto vendita. Certo, ha avuto l’accortezza di azionare le doppie frecce, forse per segnalare all’eventuale vigile di passaggio la "scorrettezza" del negoziante nella poca celerità dimostrata nel servire i clienti.

Una delle abitudini, ormai consolidata e che non passerà mai di moda, è il sorpasso "strisciante" che gli scooter operano ogni qualvolta, un automobilista eccessivamente legato alle regole, si ferma in prossimità delle strisce pedonali per consentire a qualche pedone di attraversare la strada. Si tratta, in pratica, di un collaudato sorpasso delle due ruote, di solito alla sinistra del veicolo che lo precede, proprio mentre il pedone ringrazia l’autista che gli ha ceduto il passaggio. L’esito positivo di questa manovra non è, ovviamente, sempre certo e garantito.

A proposito, poi, delle due ruote, è risaputa la novità legata all’uso dei monopattini elettrici, che prevede l’obbligo del casco, della targa e dell’assicurazione. Le nuove regole, però, per quanto riguarda questi innovativi mezzi di mobilità, avranno validità solo quando i ministeri competenti emaneranno i decreti attuativi, che le renderanno operative.

Non sarà, quindi, difficile vedere monopattini elettrici sfrecciare per le strade, senza limitazione alcuna, almeno temporaneamente, in attesa di ulteriori sviluppi. Ci è capitato, per assurdo, di vedere ausiliari del traffico circolare sui monopattini, alla ricerca di infrazioni di varia natura da notificare. Ovviamente, con l’utilizzo del casco, nelle migliori delle ipotesi, in modo più "creativo", nei casi più frequenti.

Come abbiamo premesso, le nostre attenzioni, esplicate in questo articolo, sono rivolte verso il cittadino medio che dovrà recepire e ammortizzare col tempo le nuove regole del codice stradale. In modo particolare, vogliamo evidenziare come, in caso di rispetto delle regole, giudicabili e migliorabili, non c’è simpatia politica che tenga. Abbiamo la certezza che, quando si tratta di "...trovare l’inganno" a norme sulla sicurezza stradale o a quelle relative al regolare pagamento delle imposte, o qualsiasi altra normativa di correttezza civile, tutti sono disposti a rinnegare le proprie scelte politiche e trovare l’espediente per eludere costrizioni fastidiose. Anche a scapito dei diritti di convivenza con gli altri cittadini.

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