Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Attualità e società |

Regione Lombardia. Un presidente malinconico

Arrestato il vicepresidente del consiglio regionale, esponente di spicco del partito del presidente Roberto Formigoni, per una mazzetta di 100 mila euro. Ma lui, il presidente che non presiede, non sa nulla e non vede nulla. E’ solo deluso e addolorato. Fra poco resterà lui solo in Consiglio regionale

di Adriano Todaro - martedì 6 dicembre 2011 - 2297 letture

Se continua così, il celeste e cattolicissimo aspirante a diventare presidente del Consiglio, Roberto Formigoni, rimarrà solo nella sala del Consiglio regionale. Ma lui non si dispera, è abituato a navigare fra marosi e difficoltà di ogni genere. Ha avuto, nel corso dei suoi mandati, vari problemi, dalle discariche alle firme false elettorali. Lui, però, vola alto sopra tutte queste insignificanti episodi, Lui, Roberto, casca sempre in piedi, anzi seduto considerato che è presidente della Lombardia da quattro volte. Non potrebbe? Certo che no. Ma lui lo fa ugualmente. E il tribunale gli ha dato ragione.

Ora gli hanno arrestato il suo vice, Franco Nicoli Cristiani. In realtà non è la prima volta. Pochi mesi orsono, un altro vicepresidente, il Pd Filippo Penati è stato inquisito e si è dovuto dimettere. Da vice presidente, beninteso, no da consigliere regionale. Nel tempo la magistratura ha indagato Nicole Minetti (questione Ruby), l’ex assessore Massimo Ponzoni, uno senza arte né parte, ma con molte preferenze in Brianza (corruzione e bancarotta fraudolenta), Gianluca Rinaldin (corruzione e truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti, falso), Monica Rizzi della Lega (dossieraggio per favorire l’elezione di Renzo Bossi), Daniele Belotti, sempre della Lega, per le violenze degli ultras dell’Atalanta. E prima ancora non bisogna dimenticare Piergianni Prosperini, assessore (tangenti e corruzione), un mito in Lombardia. E poi ci sono consiglieri finiti nelle inchieste, anche se non indagati, sulla ’ndrangheta in terra di Lombardia.

Ma il ciellino Roberto Formigoni, tenero senatore della Repubblica e presidente della Regione Lombardia non sente odore di bruciato, lui continua, imperterrito, a sparare cazzate. Enormi ma che hanno una loro logica che deriva dal potere o, meglio, deriva dal fatto che comunque, qualsiasi cosa capiti, non bisogna mai mollare il potere. Riferendosi all’arresto del suo vice, Formigoni così si è espresso: "Quello che è accaduto mi delude, immalinconisce, mi addolora e mi sconcerta. Noi abbiamo reso la vita difficilissima ai disonesti. Ma qualcuno è riuscito a sgattaiolare".

C’è da domandarsi cosa si è bevuto Formigoni. Sembra di sentire Bettino Craxi quando beccano Mario Chiesa con le mazzette. Cosa penserà Formigoni quando la mattina si guarda allo specchio? E quando va in chiesa e si inginocchia da bravo e osservante fedele? Non lo sapremo mai. Però sappiamo che questo episodio l’ha immalinconito, è sconcertato, lui che ha reso la vita difficilissima ai disonesti. Ma la mela marcia c’è sempre e riesce a sgattaiolare.

Veramente nel suo Consiglio le mele marce sono tante. Ma tant’è. Il vicepresidente Nicoli Cristiani è stato beccato con una tangente da 100 mila euro che teneva nascosta in una libreria di casa. Mazzetta che gli aveva dato l’imprenditore Pierluca Locatelli, anch’egli arrestato, così da ottenere l’autorizzazione di una discarica a Cappella Cantone, in provincia di Cremona per scaricare amianto. In galera anche Giuseppe Rotondato responsabile dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpe) che porta i soldi a Nicoli e riceve come compenso 10 mila euro e poi per chiudere un occhio, anzi due, così da posare sotto il manto della Brebeni, la nuova autostrada che collegherà Brescia e Bergamo a Milano, cromo esavalente e residui di metalli pesanti.

Sono gli uomini giusti ai posti giusti. Dovrebbero salvaguardare l’ambiente e, invece, salvaguardano solo le porcherie e i propri interessi così come fanno gli altri arrestati al centro dell’inchiesta. Il vicepresidente arrestato è uomo di destra tanto che nel 1963 fu condannato a 21 mesi per lesioni e percosse dopo una manifestazione del Msi. Poi scopre Forza Italia e nel 1995 viene nominato assessore regionale all’Ambiente e all’Energia e viene coinvolto nelle indagini per le discarica di Cerro Maggiore (quella del fratello di Berlusconi). In Appello è condannato, per abuso d’ufficio a due anni di reclusione ma nel 2008 la Cassazione gli annulla la condanna con la motivazione che "il fatto non sussiste".

Grasso, pancia enorme, giacca sbottonata impossibilitata a contenerla, barba e occhio languidamente bovino, il nostro ex vicepresidente, durante i lavori del Consiglio regionale, se la dorme beatamente tanto che i suoi colleghi lo chiamano il "ghiro". Ma è un ghiro anomalo perché appena si parla di appalti si sveglia subito. Eppure, pur con questo curriculum, Formigoni, quello che ha reso la vita difficile ai disonesti, è solo immalinconito, deluso. Lui non vede, non sente ma parla, spesso a proposito.

Tempo addietro, quando i giornalisti chiedevano di Nicole Minetti, l’ex vicepresidente Nicoli Cristiani li ha minacciati di prenderli a sberle. Qualche settimana orsono mentre Formigoni entrava in Senato, un gruppo di persone lo ha fischiato. Lui, cristianamente e signorilmente, si è girato e ha mostrato il dito medio ai suoi contestatori. E’ proprio vero, Dio (con l’aiuto di Comunione e Liberazione e di Forza Italia) li fa e poi li accoppia. Formigoni-Cristiani uniti nella lotta. Per il potere l’uno, per le mazzette l’altro.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -