Giro85
/ Zoom Addio alla lira ma siamo già
europei? di alessandro calleri
L'immagine
del denaro rappresenta un valore economico, ma non solo.
Nel caso Italiano, come in quello di altre nazioni, il denaro
ha rappresentato anche un mezzo di unificazione tra territori
e culture diverse e frammentate all'interno dello stesso
stato nazione. La cultura di un popolo passava anche attraverso
la sua moneta, sulla quale potevamo osservare i ritratti
degli uomini più rappresentativi o ricostruzioni
delle opere architettoniche più importanti.
Tutto ciò è stato possibile
fino al 28 febbraio, data in cui entra definitivamente in
circolazione l'Euro mentre la buona vecchia lira va in pensione
dopo cinquant'anni di onorato servizio. L'ingresso dell'Euro
nel mercato comune europeo è avvenuto appena due
mesi fa, il tempo sufficiente per familiarizzare con la
nuova moneta ed abituarci ai nuovi prezzi sul mercato. La
cosa che più di tutto ci ha colpito della nuova moneta,
altre alla novità del passaggio epocale che il suo
ingresso ha rappresentato, è stato osservare la sua
fattura e i disegni riportati sulle varie banconote: ponti,
finestre e portali. Si tratta di immagini che evocano la
comunicazione e l'unione ( i ponti in particolare come metafora
politico-economica dell'euro in quanto moneta ponte) con
i quali tutti gli europei devono ormai fare i conti. L'euro
rappresenta l'inizio di un nuovo cammino che tutti noi siamo
chiamati a disegnare e costruire.
Nei primi giorni di circolazione della
moneta ci si chiedeva spesso quale opere architettoniche
fossero rappresentate sulle nuove monete, non era raro il
caso di sentire appassionati dibattiti per riuscire ad individuare
il nome e la collocazione geografica di questo o quel ponte.
Niente di più errato! Robert Kalina, il designer
che nel 1996 si è aggiudicato la paternità
di questa nuova moneta, ha lavorato duro affinché
gli elementi architettonici presenti sulle nuove monete
europee non avessero nessuna corrispondenza con la realtà.
Al buon osservatore non possono certo sfuggire i richiami
alla cultura architettonica europea, visibile in diversi
elementi che compongono la banconota, ma quel che è
certo non possiamo assolutamente identificare nessuno di
quegli elementi raffigurati per il semplice motivo che non
esistono. Da qui possiamo allora capire l'importanza dell'azione
a cui sono chiamati tutti i cittadini e governanti di ogni
nazione d'Europa.
Abbiamo bisogno di costruire questi
ponti ed aprire queste finestre, non solo ed esclusivamente
a tutti i paesi europei ma anche a tutti gli stati e cittadini
del mondo che chiedono dialogo e collaborazione. La metafora
dei ponti non può valere per la sola Europa, almeno
credo sia questo sia il messaggio di Kalina. Le fondamenta
di qualsiasi edificio, come ben sappiamo, condizionano la
stabilità e la durata di qualsiasi costruzione, ne
determinano rapporti, scambi e comunicazioni.
Le fondamenta sono rappresentate da
tutti gli uomini e le donne che vivono in questa parte del
mondo emerso; attraverso lo scambio di esperienze cooperative
e solidali possiamo costruire una nuova cultura europea
che vada ben oltre i fittizi legami economici di cui abbiamo
vissuto finora. E' la società che crea una nazione,
un'economia, una politica; fino a quando non ci sarà
società o almeno fino a quando non avremo la consapevolezza
di sentirci Europei, difficilmente riusciremo a gettare
le basi per quei ponti che ogni giorno circolano nelle nostre
tasche. In Italia, da qualche mese a questa parte, assistiamo
passivamente ad un arretramento verso il cammino europeo
da parte di uno dei paesi che più di tutti si è
battuto per costruire l'Unione Europea. Un arretramento
civile, badiamo, non economico! L'economia sta bene, è
evidente. Conviene a tutti essere Europei.
Quello che mi preoccupa è l'arretramento
civile che grazie ad alcune leggi (rogatorie, falso in bilancio,
mandato di cattura europeo, immigrazione) l'Italia ha pericolosamente
imboccato. Il fatto che l'Italia venga spesso descritta
come un paese provinciale (mentre facciamo parte del G8)
grazie all'opera "illuminata" che il suo governo
ha svolto in questi mesi non mi sembra cosa degna di attenzione;
non credo che potevamo aspettarci altro, anzi credo che
il bello deve ancora arrivare. Molti Italiani vedono nell'euro
la metafora del mercato comune e del potere economico, finisce
lì, questo è il problema; un punto di vista
dal quale è difficile edificare una cuccia per cani,
altro che ponti! Abbiamo perso la capacità di leggere
ed interpretare il mondo che ci circonda a beneficio di
pochi registi che, seduti comodamente in poltrona, dirigono
questo film. Dobbiamo smetterla di giocare il ruolo delle
comparse e tornare a rivestire i panni degli attori principali
del nostro film. Cambiare prospettiva può soltanto
aumentare in noi la consapevolezza di essere Europei e per
farlo bisogna ripensare ai modi in cui ognuno di noi comunica
e si relaziona con l'altro. Senza società non esiste
Stato. Bus Stop.