Giro83
/ Zoom Alla ricerca dell'Islam perduto intervista a Bartolomeo Pirone, dell'Istituto
Orientale di Napoli, a cura di Pina La Villa
Aula Magna della Facoltà di scienze
politiche. Associazione Etnea di studi
storico-filosofici, Istituto italiano per gli studi
filosofici, in collaborazione con il bimestrale Scuolainsieme
organizzano un convegno di studi su "Islam e Occidente"
tenuto dal Prof. Bartolomeo Pirone, docente di Lingua e
letteratura araba all'Istituto orientale di Napoli. Il convegno
si è svolto in tre giorni, dal 28 al 30 gennaio.
Il primo dedicato a L'Islam e i suoi pilastri, il secondo
a Giuseppe e Maria nell'Islam, il terzo su scenari apocalittici
nell'Islam.
Lezioni interessanti per un pubblico attento formato da
studenti e docenti, sia delle scuole superiori che dell'Università.
Cattolico praticante,
Bartolomeo Pirone, a 12 anni ha cominciato a studiare l'arabo,
insegna Lingua e letteratura araba a Napoli, si occupa -
con un impegno militante, mi dice nell'intervista - dello
studio di documenti arabo-cristiani e della diffusione del
monachesimo in Medio Oriente. Quindi il suo è un
punto di vista "forte" sull'Islam, che ha descritto
durante le lezioni nel rispetto profondo di una religione
"altra" e nel tentativo, filologicamente sostenuto
dall'analisi dei testi, di trovare anche delle convergenze
tra cristianesimo e origini dell'Islam.
Gli chiedo quali sono
le preoccupazioni della Chiesa cattolica oggi nei confronti
del mondo musulmano e se sono fondate. Risponde condividendo
in pieno queste preoccupazioni. Nel mondo ci sono circa
un miliardo e trecento milioni di musulmani, presenti anche
in paesi come le Filippine e l'Indonesia.
"C'è un espandersi continuo della religione
musulmana, soprattutto in Italia, basti pensare che l'ambasciatore
italiano a Ryad si è convertito recentemente all'Islam."
Il Papa sta cercando un possibile dialogo attraverso l'individuazione
di punti dottrinali e teologici comuni. Mai più "l'incomprensione"
che diede origine alle Crociate, che i musulmani rimproverano
ancora aspramente ai cattolici.
Le mie domande girano attorno al problema del fondamentalismo
dopo l'11 settembre. Tutto il mondo musulmano condanna questa
violenza, che non "viene giustificata da nessun testo
rivelato" anche se "è innegabile un malessere
sociale di una frangia dell'Islam per l'occidentalizzazione
delle istituzioni". In ogni caso non era assolutamente
prevedibile, se pensiamo ai segnali della società
nel mondo musulmano, un gesto come quello dell'11 settembre.
Esistono degli anticorpi
- all'esterno e all'interno del mondo musulmano - nei confronti
del fondamentalismo? All'esterno no perché il mondo
musulmano è divenuto più impenetrabile che
nel passato alle influenze di altre religioni, degli altri
gruppi religiosi con cui spesso convivono. E' il caso per
esempio del Libano, in cui la componente cristiana ha influito
sulla formazione dell'elemento musulmano, ma in cui oggi
c'è un movimento contrario. All'interno sì,
perché "Il fondamentalismo e la violenza sono
una assoluta devianza da quello che è il codice etico
dell'Islam".
Mi sembra evidente che
la questione del fondamentalismo è una questione
politica, e che il professore coi suoi studi e il Papa con
la sua volontà di dialogo potranno ben poco.
Lo conferma la risposta del professore alle mie ultime domande:
Il Terzo Millennio sarà veramente lo scontro tra
Oriente e Occidente, tra l'Islam e il resto del mondo? "Il
Terzo Millennio si apre nell'auspicio del Papa, di scoprire
nella fede e nel comportamento elementi comuni, soprattutto
nella riscoperta della centralità dell'uomo".
Ma ci sono concrete possibilità che questo realizzi?
"Quando il Papa parla, esprime in realtà delle
certezze".