"Jimmy Grimble" regia di
John Hay (Gran Bretagna, 2000): è stato proiettato
a Catania, all'interno della rassegna Cinestudio, organizzata
dalla cooperativa Azdak. Carino e divertente, ambientato
a Manchester. La storia di un ragazzo che scopre la sua
vocazione di calciatore e riesce a superare le difficoltà.
Ottima l'ambientazione, le interpretazione degli attori,
le musiche. Il film diverte, commuove, critica il sistema
sociale inglese. Una Inghilterra povera, proletaria. Il
suoi ricchi sono laidi e volgari. Paesaggi fatiscenti, propri
della deindustrializzazione. Il calcio è l'unica
passione che salva e che rende uniti.
L'iperrealismo è il presupposto della favola.
Scrive un recensore di Kwcinema, riportato
nel depliat informativo di accompagnamento alla proiezione
dell'Ariston: "Jimmy Grimble poteva facilmente diventare
uno dei tanti film sul gioco del calcio, ma il regista ha
saputo creare un abile equilibrio tra il crudo realismo
quotdiano e i momenti di puro 'calcio', il cui il piccolo
protagonista scatena le sue energie nei virtuosismi del
gioco. Gran parte del merito va a un casting efficacissimo,
con Robert Carlyle, ruvido e affettuoso allenatore, a Gina
McKee disincantata madre di Jimmy, Ray Winstone misurato
nel ruolo del futuro patrigno di Jimmy e lo stupefacente
talento di Lewis McKenzi, nel ruolo di Jimmy, ottimo calciatore
in erba e misuratissimo attore, con un volto chiuso e angoloso
che si apre, raramente, in un irresistibile sorriso. Il
gioco del calcio per Jimmy è un piccolo atto eversivo
che riesce a diventare occasione di riscatto per lui. Il
caparbio Jimmy cerca l'affermazione personale, la possibilità
di esprimersi come individuo. Il suo successo è un
simbolo per il gruppo ma, soprattutto, è l'affermazione
del diritto di essere se stessi, e dimostrare che può
accendersi il fuoco bruciante della passione anche in mezzo
alla disperazione di chi si sente predestinato alla sconfitta.
Il percorso di Jimmy è contrappuntato da una scelta
di canzoni che sottolineano ed enfatizzano i contenuti delle
immagini e l'happy end. Ricettacolo di sogni, il cinema
è un legame magico per eccellenza, la sua stessa
struttura permette il gioco delle ombre, del sortilegio,
della passività, tutte cose che, si sa, sono costitutive
della vita sociale".
Lunga citazione da Walter Benjamin:
"La favola, che è anche oggi la prima consigliera
dei bambini, dopo essere stata un tempo dell'umanità,
continua a vivere clandestinamente nel racconto. Il primo
e vero narratore è e rimane quello di fiabe. Dove
il consiglio era più difficile, la favola sapeva
indicarlo, e dove l'angustia era più grave, il suo
aiuto era più vicino. Questa angustia era quella
del mito. La favola c'informa delle prime disposizioni rpese
dall'umanità per scuotere l'incubo che il mito le
faceva gravare sul petto. Essa ci fa vedere [ ] nel
personaggio di chi partì per conoscere la paura,
che le cose di cui abbiamo paura possono essere scrutate
nella loro realtà".