21 agosto 2001 - n.88
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Promemoria. Delle lettere - moltissime - che continuano
ad arrivare su
Genova e dintorni, le piu' interesanti mi sembrano queste
qua.
1) Roberto wrote:
<Ciao, ho letto quello che hai scritto e sinceramente,
mi ha fatto
molto schifo! Sara' perche' condivido le idee di Fini oppure
perche'
quello che hai scritto mi e' sembrato leggermente di parte
ma
sinceramente, odio i comunisti e tutti quelli che a Genova
in nome
della pace e dei popoli + deboli, sventolando bandiera rossa
hanno
distrutto una citta'!
Quindi, caro compagno, se eviti di scrivere certe schifezze
fai un
piacere a me e a tutti quelli che la pensano come me! Tute
bianche o
nere, sono tutti uguali, non hanno presto abbastanza botte
e il primo
e' il signor Agnoletto!
Certo, capisco che sia un discorso lungo e difficile da
trattare in una
semplice e-mail e soprattutto con il primo pirla (io!) che
scrive
comunque, quello che ho letto in questa pagina mi ha fatto
schifo e ci
tenevo a fartelo sapere!>
2) erre19wrote:
<La dovete smettere di piangere per qualche manganellata
o qualche
calcio. Se volete dichiarare guerra allo Stato dovete essere
pronti a
pagarne le conseguenze. Personalmente a Genova avrei impiegato
ben
altro che i manganelli per mantenere l'ordine pubblico e
vi avrei
mandato contro non solo i Carabinieri o la Polizia ma anche
i reparti
speciali dell'esercito (gli incursori del Col Moschin tanto
per
intenderci).
Sicuramenti molti manifestanti avrebbero abbassato la cresta
invece di
appoggiare quegli anarchici del cazzo. Siete la vergogna
dell'Italia,
per fortuna siete solo una piccola minoranza. Le vostre
magliette (voi
G8 noi 6.000.000.000) fanno ridere, ma chi credete di rappresentare?
P.S. Smetti di parlare di fascisti in senso dispregiativo:
rileggiti un
po' di storia (ma non sui libri di testo adottati dalla
stragrande
maggioranza dei professori militanti della nostra scuola),
con un po'
di obiettivita' e di intelligente applicazione potrai anche
tu
avvicinarti alla verita'.>
* * *
Non le pubblico per metterne alla berlina gli autori - sono,
mi sembra,
dei ragazzi e dunque lavoro anche per loro - ma perche'
esprimono con
semplicita' e chiarezza il punto di vista di una parte della
popolazione. E' un punto di vista che negli anni sessanta
e settanta
semplicemente non esisteva: la gente di destra allora aveva
idee di
destra ma, salvo eccezioni "estremiste", di idee
si trattava e non di
pogrom.
Il pogrom, tuttavia, era il common sense di una parte della
popolazione
europea non moltissimi anni fa; diciamo, verso i primi del
Novecento.
In intere nazioni (Russia, Polonia, parte della Germania,
paesi
balcanici, Spagna) sostituiva il dibattito politico, che
infatti venne
dopo (inglobando, in alcuni casi, il pogrom: ma questo e'
un altro
discorso).
Tutto questo per dire che un antropologo potrebbe essere
molto
interessato al *linguaggio* del dibattito sull'ordine pubblico
di
queste settimane. Nei palazzi, se ne coglie solo qualche
punta di
iceberg (Taormina, Bossi) ma nei bar e nei "signora
mia" si sentono
espressioni molto piu' esplicite e coerenti.
Il fatto e' che da circa vent'anni il paese e' vissuto in
condizioni di
sistematica deculturizzazione e depoliticizzazione. Una
parte della
popolazione e' quindi regredita a condizioni pre-democratiche:
della
vita pubblica percepisce l'elemento del consenso, ma non
quello dello
schieramento. Per noi che siamo cresciuti in una democrazia,
e'
spontaneo considerarla come un elemento naturale del mondo;
ma i
ragazzi che hanno scritto quelle due lettere sono cresciuti
in mondo
particolare, da Craxi in poi.
Questo, naturalmente, e' solo un promemoria per tutti noi.
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Un altro promemoria potrebbe essere questo:
"La verita' e' che in Europa e' stata allevata una
povera generazione
di giovani, di degradati ai quali e' stato dato a intendere
esattamente
cio' che i loro padri dei vari centrosinistra europei hanno
insegnato
perfidamente in questi anni".
E' il Giornale di Paolo Berlusconi che sintetizza le cause
profonde di
Genova, dal suo punto di vista. Il pensiero, rileggendolo,
va al padre
di Carlo Giuliani: loro lo vedono cosi'.
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Nel comitato per la sicurezza, su sette membri ben tre su
sette
(Bianco, Finocchiaro e Sudano) sono catanesi. E' vent'anni
che mi
chiedo perche' mai Catania sia sempre cosi' importante quando
si parla
di sicurezza e di servizi segreti. E' catanese anche il
nuovo capo di
gabinetto del ministero dell'Interno, Roberto Sorge.
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Morale della favola. La Pirelli di Tronchetti Provera, che
poche
settimane fa ha conquistato (con la benevolenza del governo)
il
controllo di Telecom, quasi contemporanamente ha acquisito
anche (per
circa quattrocento miliardi) un'altra importante societa'
italiana: e'
l'immobiliare Edilnord, di proprieta' di un imprenditore
che si chiama
Silvio Berlusconi. Nella storia di Berlusconi, Edilnord
equivale al
primo cent di zio Paperone: e' la societa' con cui, quando
faceva il
palazzinaro, ha costruito Milano 2 e Milano 3.
Questa storia, ovviamente, e' successa d'agosto.
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Giustizia. A causa di una svista, non verra' arrestato Francesco
Cardella, truffatore socialista che fregava allo stato i
soldi
destinati alla comunita' Saman e li investiva in yacht,
Bentley e altra
mercanzia.
Un tribunale di Trapani si e' infatto dimenticato di esaminare
la
richiesta di arresto aanzata dalla Procura.
Cardella, secondo alcuni inquirenti e anche secondo diversi
compagni,
potrebbe sapere qualcosa sui moventi dell'omicidio di Mauro
Rostagno,
il dirigente di Lotta Continua assassinato per il suo impegno
contro la
mafia nel trapanese.
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Felicita'. Un adolescente su tre, secondo un'inchiesta
dell'associazione di volontariato Help me, ha il primo rapporto
sessuale con una persona prostituita, uomo o donna. Alla
radice di
questo comportamento ci sarebbe, secondo gli psicologi di
Help me, la
paura dei sedicenni di far brutta figura con le coetanee
nella prima
scopata della propria vita.
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Soldi. Il sette per cento dei crack bancari negli Stati
Uniti
riguardano ragazzi sotto i venticinque anni. Fra gli studenti
dei
college il debito medio sulla propria carta di credito e'
di circa sei
milioni di lire. Un ragazzo su cinque ottiene la prima carta
di credito
mentre frequenta ancora le medie superiori.
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Intellettuali. Uno e' Oscar Lafontaine, che porto' alla
vittoria i
socialdemocratici tedeschi un paio d'anni fa, fu ministro
delle finanze
e poi si dimise per protesta. L'altro e' quel signore con
la pipa che
gli indios conoscono come Marcos. In comune hanno di avere
aderito
tutt'e due, in questi giorni, a una delle principali associazioni
antiglobalizzazione, Attac.
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La molecola e il tirannosauro. Riprende, dopo la breve pausa
estiva, la
guerra dei processori fra Intel e Amd. Quest'ultima, che
e' la
sfidante, annuncia un chip da un Ghz e mezzo, l'Athlon;
la vecchia
Intel vede e rilancia con una terrificante nuova versione
di Pentium 4,
che dovrebbe sfondare il muro dei due GigaHertz. E non e'
tutto: per
l'estate 2002 - un anno di questi tempi - dovrebbe essere
in
circolazione per il pianeta un Tyrannochip con due Ghz e
mezzo di
clock...
Che vuol dire tutto questo per noi che il computer lo usiamo?
Praticamente, ben poco di concreto. Pero' all'utente inesperto
fanno
grande impressione le cifre della "velocita'":
lui e' convinto che sia
come per le automobili, e non ha il minimo sospetto dell'esistenza
di
faccende come bus, architettura e compagnia bella.
Comunque. Il fatto nuovo e' che, chiunque vinca questa gara
(commerciale) adesso, il piatto potrebbe finire in mano
- in un futuro
non troppo remoto - a un terzo incomodo, e precisamente
alla
Hewlett-Packard. Perche'? Perche' e' l'unica ad aver preso
molto sul
serio l'idea di un approccio non-fisico alle funzioni del
processore, e
di aver investito adeguatamente sull'idea del processore
"biologico" di
cui si parla ormai da qualche anno.
La parola "biologico", in questo caso, non ha
nulla a che vedere con
pecore matte, cloni del dottor Moreau e roba del genere.
Significa
semplicemente far viaggiare dei dati direttamente su catene
molecolari,
invisibili all'occhio umano (e anche a molti strumenti non
abbastanza
sofisticati) ma abbastanza prevedibili sul piano delle caratteristiche
tecniche, a partire dalla capacita' di veicolare impulsi
elettrici
quantificabili.
Non e' una novita' sul piano teorico, dicevamo; e anche
altri centri di
ricerca (soprattutto il Motorola) sono da tempo impegnati
in
sperimentazioni su questo campo. Pero' HP e' l'unica ad
essere riuscita
ad andare oltre la fase dei centri di ricerca e a passare
alla
sperimentazione operativa. In particolare, ha brevettato
una procedura
che le consentirebbe di connettere chip "fisici"
e "biologici" nel
quadro di un percorso di elaborazione reale.
Quanto sara' grande un microprocessore basato su questo
sistema? Non ha
piu' importanza: sara' sempre abbastanza piccolo - poiche'
le sue
dimensioni si misureranno in termini di distanze molecolari,
non piu'
neanche di micron - da poter essere implementato dovunque.
Quanto
costera'? Beh, pensate che una parte almeno di esso - quella
"biologica" - sara' sviluppato biblicamente come
catena molecolare... E
(soprattutto): quando?
Secondo HP, nel giro di quattro anni potremo cominciare
a disporre di
un processore "biologico" utilizzabile a tutti
gli effetti. E in questo
caso, cambierebbe davvero tutto.
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Banche. Bellissima la storia della "banca a perdere"
progettata da un
importante istituto italiano (il Monte dei Paschi) per farvi
confluire
tutte le "sofferenze" delle altre banche della
societa'. Le
"sofferenze" del gruppo Monte dei Paschi - le
somme, vale a dire, di
cui la banca e' creditrice ma che difficilmente vedra' mai
-
ammonterebbero a duemila e cinquecento miliardi di lire.
Immagino che,
nel quadro della tecnica bancaria, sia un'operazione regolare.
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Supermercati. A Messina, al supermarket di via Consolare
Valeria, un
ragazzo si presenta alla cassa poco prima della chiusura,
si tira la
maglietta sul viso ed estrae un taglierino. La commessa
capisce subito,
tira fuori un centinaio di migliaia di lire dalla cassa
e glielo da',
spaventata. Il ragazzo afferra le banconote, si volta e
fa per fuggire.
Poi esita, si rivolta verso la cassiera e: "Mi scusi
- farfuglia -
Tante scuse per la rapina". Poi si volta di nuovo e
se ne va.
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"Come va?". Rispondono cinquanta, intervistati
da Carlo Gubitosa.
Icaro: "Uno schianto".
Proserpina: "Mi sento giu'".
Prometeo: "Me rode...".
Teseo: "Finche' mi danno corda...".
Edipo: "La mamma e'contenta".
Damocle: "Potrebbe andar peggio".
Priapo: "Cazzi miei".
Ulisse: "Siamo a cavallo".
Omero: "Me la vedo nera".
Eraclito: "Va,va...".
Parmenide: "Non va".
Talete: "Ho l'acqua alla gola".
Epimenide: "Mentirei se glielo dicessi".
Gorgia: "Mah!".
Demostene: "Difficile a dirsi".
Pitagora: "Tutto quadra".
Ippocrate: "Finche' c'e' la salute...".
Socrate: "Non saprei".
Diogene: "Da cani".
Platone: "Idealmente".
Aristotele: "Mi sento in forma".
Plotino: "Da Dio".
Epicuro: "Di traverso".
Muzio Scevola: "Se solo mi dessero una mano...".
Attilio Regolo: "Sono in una botte di ferro".
Fabio Massimo: "Un momento...".
Giulio Cesare: "Sa, si vive per i figli, e poi marzo
e'il mio mese
preferito...".
Lucifero: "Come Dio comanda".
Giobbe: "Non mi lamento".
Onan: "Mi accontento".
Mose': "Facendo le corna...".
Cheope: "A me basta un posticino al sole...".
Matusalemme : "Tiro a campare".
Lazzaro: "Mi sento rivivere".
Giuda: "Al bacio!".
Ponzio Pilato: "Mah, fate voi".
San Pietro: "Mi sento un cerchio alla testa".
Nerone: "Guardi che luce".
Boezio: "Mi consolo...".
Sheherazade: "In breve, ora le dico...".
Carlo Magno: "Francamente bene".
Dante: "Sono al settimo cielo".
Giovanna d'Arco: "Si suda".
San Tommaso: "Tutto sommato bene".
Erasmo: "Bene da matti".
Colombo: "Si tira avanti".
Lucrezia Borgia: "Prima beve qualcosa?".
Lorenzo de' Medici: "Magnificamente".
Savonarola: "E' il fumo che mi fa male".
Orlando: "Scusi, vado di furia".
Cyrano: "A naso, bene".
Enrico VIII: "Io bene, e' mia moglie che..."
Desdemona: "Dormo tra due guanciali...".
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Bertolt<bbrcht@freiheit.de> wrote:
Come di notte senza luna un ladro
si guarda indietro, casomai improvviso
gli fosse addosso un poliziotto, tale
si muove chi va in cerca di verita'.
Trepidamente la ruba, la porta via
a spalle basse, stretto dalla paura
d'essere preso a vista per furto di verita'.
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"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?"
(Giuseppe
Fava)