Giro81
/ Zoom I cannoli e le arance non bastano riflessione sull'indagine annuale
del Sole24ore sulla qualità della vita nelle città
italiane di rocco rossitto
E'
uscita qualche settimana fa l'annuale ricerca del Sole24ore
sulla qualità della vita nelle città italiane.
Come ogni anno al primo posto c'è una città
del nord, Bolzano (l'anno passato era Bologna), e all'ultimo
una città del sud, Palermo (l'anno passato Agrigento).
Nei tg fioccano i servizi che "indagano" sul parere
delle persone che vivono in queste due città, e mentre
qualche abitante di Bolzano dice che sì è
vero che si vive bene, ma che ci sono anche tanti problemi
sociali, come l'alcolismo, gli abitanti di Palermo insorgono
dicendo che la loro è una bellissima città
e che si vive pure bene.
Sulla prima affermazione dei cittadini palermitani
intervistati non ci sono dubbi, ma è sulla seconda
che vorrei soffermarmi.
Noi siciliani, purtroppo, abbiamo perso il senso e la misura
del disagio in cui viviamo quotidianamente, questo a causa
del fatto che viviamo in un isola stupenda con storia e
tradizioni invidiabili, con condizioni climatiche e bellezze
architettonico-paesaggistiche forse ineguali al mondo.
Il disagio dicevo. In Sicilia c'è
l'abitudine a prendere le cose come sono senza porsi domande
e senza analizzare quello che ci capita e ormai sembra normalità
che tutto debba essere così, che nulla debba funzionare.
Per fare qualche esempio: la nostra rete ferroviaria è
da terzo mondo, le nostre autostrade, dove esse sono esistenti,
sono disastrose; i servizi pubblici, proprio perché
pubblici, sembra normale che non debbano funzionare (vedi
ad esempio il sistema del trasporto su autobus a Catania).
E' assurdo che in una città di tale importanza non
ci siano fermate senza pensilina anti-pioggia e vento, che
non ci sia la mappa del tragitto che l'autobus percorre,
una chiara disposizione delle fermate, che non sia indicata
la frequenza del passaggio degli autobus (per non dire l'orario
come accade in città della grandezza più o
meno pari a quella di Catania). Sembra una legge divina
che dai parcheggi alle fogne tutto debba essere fuori servizio
(è dato di fatto che quando a Catania piove ci si
bagna più da sotto che da sopra) e quindi, assopiti
ormai dalla bontà delle nostre arance o dei dolci
palermitani, dell'uva di Mazzarrone o del vino di Trapani,
dall' olio di Buccheri o dalla bellezza di Taormina, Palermo
e ogni altra bella nostra città, non ci rendiamo
conto di vivere in uno stato di disagio perenne che farebbe
rabbrividire un qualsiasi cittadino di un paese straniero.
Io sono innamorato del posto in cui sono
nato e per questo dopo aver vissuto per un breve periodo
di tempo al nord ho preferito tornare nella terra del sole,
la mia terra, il mio mare, ma purtroppo così come
è vero che il nostro calore umano è invidiabile
in tutto il mondo è altrettanto vero che grandi lacune
amministrative, e non solo, ci fanno restare giustamente
nelle ultime posizioni per vivibilità senza ben percepire
questo stato di arretratezza.