Tutta la Vita Davanti
Un film di Paolo Virzì. Con Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti, Sabrina Ferilli, Valerio Mastrandrea, Massimo Ghini, Edoardo Gabbriellini e Elio Germano.
Laureata con lode, Marta sogna di prendere parte al gran ballo del mondo del lavoro, ma ben presto scoprirà a sue spese e dei suoi anni di studio, che gli unici passi che le vengono concessi sono quelli del precariato, le coreografie ridicole di un call-center totalitario e ingannevole, riflesso di una società spietata in cui vittime e carnefici sono accomunati da una tragica disperazione, un’ansia che sottintende una solida paura per il futuro.
Prendendo ispirazione dal libro di Michela Murgia “Il mondo deve sapere”, Paolo Virzì, regista da sempre attento alle dinamiche sociali italiane e dotato di un personalissimo lucido sguardo cinematografico, realizza forse quello che è il suo film migliore attraverso una grande prova di maturità e di equilibrio. Pur restando fedele ad una visione che filtra la rappresentazione attraverso i canoni della commedia, Virzì mette in scena senza rinunciare ad una originale inventiva la tragedia vera e attuale del lavoro giovanile.
Scritto col contributo di Francesco Bruni, Virzì riesce a cogliere gli aspetti principali del tema senza scadere in sofismi o incorrere in logore e banali esplicazioni, attraverso un registro filmico attento e misurato che si avvale di una voce narrante (Laura Morante), che guida lo spettatore attraverso le vicende di Marta, e una galleria di personaggi complessi e dalle mille sfaccettature ma terribilmente autentici. Una bellissima sceneggiatura, ricca di spunti e riferimenti. Il cast al completo è degno di nota, ma su tutti prevale l’interpretazione e il volto fresco di Isabella Ragonese.
Un acuto ed inquietante (più di quello che possa sembrare) spaccato del presente italiano, a cui manca (non a caso) solo un manifesto principio di rifiuto e ribellione, ma incapace al contempo di una qualche logica compromissoria, e il finale solo apparentemente tranquillo, ha più il sapore della tregua che della consolazione.
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Ho gia’ vissuto centinaia di vite, che volete che me ne faccia di un messaggio di falsa speranza.
Dico addio a questo sito, non vi interverrò più perchè quà dentro gira una gran dose di falsità consistente nello stare con tutte le idee e ideologie e nel non stare in fondo con nessuna di esse. LA CULTURA SERVE PER CAPIRE IL MONDO E PER CAMBIARLO, NON E’ UNA MASTURBAZIONE MENTALE.