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Non vedo, non sento, non parlo

Abbiamo voluto approfondire l’argomento. Per farlo, abbiamo incontrato Domenico Guerriero, 41 anni, avellinese trapiantato a Monza. Una militanza politica che risale al 1995 ed oggi, capogruppo del PD per la Provincia di Monza e Brianza.

di Piero Buscemi - mercoledì 8 dicembre 2010 - 3552 letture

C’è sempre una prima volta. In tutte le cose che appartengono alla vita. La prima volta è l’essenza stessa della vita. Proprio quando si pensa di esserne esclusi, ci si ritrova pienamente coinvolti. Sembra il messaggio-testamento di Fabrizio De André nella sua "Canzone di maggio", ma è qualcosa di più terreno della poesia. E’ semplice politica. Sporca.

Come quella che ha dato un esempio di sé, un paio di settimane fa, nella ricca e quasi immacolata Brianza. La provincia che ha dovuto coniare l’acronimo MB per darsi un nome sulle targhe automobilistiche. Quella che ha visto uno dei figli, il comune di Desio, rinnegare il luogo comune, che racchiudeva nel binomio "nord uguale legalità", osannato e sventolato dai palchi propagandistici dei secessionisti del Duemila.

Abbiamo voluto approfondire l’argomento. Per farlo, abbiamo incontrato Domenico Guerriero, 41 anni, avellinese trapiantato a Monza. Una militanza politica che risale al 1995 ed oggi, capogruppo del PD per la Provincia di Monza e Brianza.

Girodivite: Che le dichiarazioni di Saviano avessero le credenziali per poter affermare "che avesse scoperto l’acqua calda", come si dice al sud e non solo, appariva evidente, ma Desio è stata la cartina tornasole del fenomeno. Cosa ci puoi dire in più sull’argomento?

Domenico Guerriero: Le parole di Saviano hanno evidenziato quello che qui al nord si sapeva già da molti anni: le organizzazioni criminali si sono divise il territorio della Regione Lombardia. In Brianza comanda la ‘ndrangheta e con le speculazioni immobiliari controlla una parte importante del settore edile. Il “caso Desio” è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno, come più volte affermato dai magistrati che indagano, che possiamo definire non più di infiltrazione ma di vera e propria pervasità del tessuto economico della Brianza. Qui la malavita organizzata è sicuramente meno cruenta, ma forse per certi aspetti è anche più pericolosa perché siede nei consigli d’amministrazione delle società, ricicla denaro sporco, si sceglie gli interlocutori tra i colletti bianchi e individua il politico di riferimento che risponde agli interessi della cosca.

Girodivite: Da uomo del sud, in cosa, se è possibile ancora trovarne una, sta la differenza nel fare politica al nord?

D.G.: Sorrido quando dicono che solo nel mezzogiorno esiste il voto di scambio. In realtà la logica e la forma sono le stesse: l’assessore, il consigliere comunale raccoglie migliaia di preferenze con il mandato di modificare le destinazioni d’uso di terreni agricoli per renderli edificabili. L’interesse principale sono diventati i PGT (piano governo territorio – ex piano regolatore) che vengono modificati ad uso e consumo per fare esclusivamente affari e speculazioni, si gonfia a dismisura la previsione demografica delle città per giustificare la costruzione di nuove abitazioni, si fanno le gare di appalto e poi senza i controlli necessari si passa al subappalto e il gioco è fatto. Segnalo inoltre che nonostante i proclami che vogliono identificare la Brianza come “verde”, in realtà i dati ci dicono che ha già consumato il 54% del suolo e se continua così è paragonabile per densità abitativo alla provincia di Napoli. Infine, non sono riuscito mai a provare nulla di concreto perché l’omertà non ha latitudine, ma durante la mia campagna elettorale per le elezioni provinciali e in qualche quartiere popolare, mi è stato segnalato che il voto veniva lautamente pagato per la somma di 300 euro. Ditemi dov’è la differenza, se non forse nello stile più elegante, tra nord e sud?

Girodivte: Ci sono due fenomeni del recente passato, che lasciavano intuire che il problema mafia aveva da tempo oltrepassato i confini tradizionali: i sei omicidi di impronta mafiosa registrati a Milano alla fine degli anni Ottanta, in uno dei quali rimase ucciso il boss Gaetano Carollo, e sicuramente Tangentopoli, che sarebbe riduttivo ricondurre a mera corruzione politica. Che ne pensi in merito?

D.G.: Per quanto mi riguarda il problema della mafia al nord ha radici lontane. La letteratura in tal senso è piena di episodi che risalgono addirittura agli anni ’80. Ricordate i viaggi a Milano del boss della camorra Cutolo? La verità è che le organizzazioni criminali hanno sempre avuto una regia in questo Paese e che la politica, come purtroppo dimostrato, proprio per le sue gravi ombre, ha interloquito più di una volta per tentare di risolvere i problemi. E la Lega Nord racconta una grande sciocchezza quando afferma che i guai per il nord sono cominciati con la legge sul confino per i boss. Chi ingrassa questi meccanismi? Se la mafia attecchisce in questi territori è perché fondamentalmente ci sono anche imprenditori brianzoli compiacenti che ad esempio devono smaltire rifiuti tossici e non vogliono pagare le tasse e allora si servono di personaggi legati ‘ndrangheta.

Girodivite: Credi che l’implicazione in fatti di mafia da parte della politica, sia un subire o un’opportunità da parte di amministratori senza scrupoli?

D.G.: No, la politica non subisce, secondo il mio parere, anzi oserei dire che è l’attore principale. La ‘ndrangheta esiste in Brianza perché la politica compiacente e becera pensa ricerca scorciatoie per raggiungere il potere e il consenso. Senza la sponda politica, non ci sarebbero spazi per l’illegalità e il malaffare. Non voglio passare per quello che vive come Alice nel paese delle meraviglie o per quello innamorato di un’idea romantica della politica, ma o la politica ha il coraggio di recidere l’intreccio con la malavita oppure saremo sempre costretti ad intervenire a valle e non sconfiggere mai questo cancro da estirpare.

Girodivite: Con quali mezzi pensi si possa combattere l’infiltrazione mafiosa all’interno delle amministrazioni statali?

D.G.: Come Capogruppo del PD in Provincia di Monza Brianza, proprio a seguito dei fatti di Desio, ho presentato “Le 7 buone azioni contro le mafie”, ossia un piano di intervento da attuare per sostanzialmente rafforzare i controlli, coordinare le attività degli Enti Locali e offrire un solido aiuto all’attività investigativa dei Magistrati. Cito solo 4 azioni da poter fare immediatamente: a) tracciabilità di tutti i pagamenti delle aziende che svolgono o producono servizi per le pubbliche amministrazioni; b) regolamenti tipo per gli Enti locali in tema di aggiudicazione degli appalti; c) creazione di una rete informatica per le informazioni tra tutte le Amministrazioni Pubbliche (Provincia, Comuni, ASL, INPS, INAIL, PREFETTURA); d) Cronoprogramma della Provincia per l’approvazione del Piano Rifiuti e PTCP (piano del territorio provinciale).

Girodivite: Credi di essere libero completamente nelle tue scelte politiche, o credi che in parte, non lo si è veramente in pieno?

D.G.: Insieme a tanti del mio Partito siamo completamente liberi di fare politica e non ci sentiamo assolutamente condizionati nelle nostre azioni dentro e fuori delle Istituzioni. Le nostre proposte per rafforzare la legalità o le battaglie contro il consumo di suolo, indicano proprio che siamo svincolati dalle logiche di affari e di potere che come una sorta di cappa opprimente avvolge tutta la Brianza. E, se a Desio l’amministrazione comunale è andata a casa è stato anche il frutto del nostro coraggio, del coraggio dei consiglieri comunali del PD che hanno denunciato con nomi e cognomi chi in qualche modo è rimasto invischiato con la ‘ndrangheta, rischiando in prima persona e affrontando le questioni a viso aperto con il volto pulito, di chi non ha paura e affronta questo tema con il coraggio delle idee. Uno dei nostri punti per la legalità lo abbiamo voluto dedicare ai ragazzi di Locri : “...E adesso ammazzateci tutti !”, proprio a testimoniare che le mafie si combattono non restando in silenzio ma facendo cadere il muro di omertà che coinvolge ormai anche i cittadini del Nord. Il PD di Monza e Brianza vuole essere protagonista di una nuova fase e si candida con la faccia pulita a voltare pagina.


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