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La Sposa Yemenita

Presentato a Taormina, presso l’Exelsior Palace Hotel, il graphic novel di Laura Silvia Battaglia, realizzato a quattro mani con la fumettista Paola Cannatella (Becco Giallo, 2017). Moderatrice, Antonella Ferrara.

di Piero Buscemi - mercoledì 4 ottobre 2017 - 6250 letture

La vita è a colori. Più di quanto la nostra fantasia riesce ad accettare, più di quanto i martellamenti mediatici riescano a far girare nei nostri pensieri, così velocemente da annullare qualsiasi cromatura, fino ad uno squallido e monotono bianco, che sa di vuoto di coscienza.

Lo Yemen è uno dei tanti paesi del mondo che ha coniato una personale emancipazione per nascondere un’immagine di guerra. Meno artefatta di quanto possiamo pensare. Sotto gli occhi di tutti, così palese da costringerci a voltarci dall’altra parte, per non esser obbligati a formulare un commento.

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Antonella Ferrara

Il mondo ha imparato, negli anni, ad incorniciarlo in una cartolina illustrata vintage, o fino a qualche anno fa, in un più attuale selfie da mostrare ai distratti, di ritorno dal nostro viaggio da sogno. Poi è arrivata la guerra. Una delle tante, più o meno nascoste in qualche buco del culo del mondo. Una delle tante che, ogni tanto, tra un’ultima esternazione creativa di Trump ed un diritto alla guida di un’auto riconosciuto alle donne da un re arabo, apre qualche spalla di un quotidiano con l’altisonante titolo "guerra dimenticata".

Era il 2015 e come tutte le guerre, qualcuno ha trovato un motivo che giustificasse l’inizio, ed una coalizione internazionale, una ragione perché continuasse. Nel mezzo, dieci, quindici o, addirittura, ventimila civili rimasti vittime di un gioco che non si riesce più a comprendere.

Una storia che si potrebbe raccontare con dossier-inchiesta o servizi filmati, se si avesse la possibilità di poterli realizzare, pressati da una censura oltre misura, visti giornalistici concessi con il contagocce e un bisogno che ha soffocato con il tempo la necessità di un diritto di cronaca.

Oppure la puoi raccontare con un libro-fumetto. E’ stata l’idea partorita dalla sensibilità di Laura Silvia Battaglia e dal lapis, come si sarebbe detto qualche decennio fa, dell’arte creativa di Paola Cannetella, artefice delle illustrazioni. Un modo insolito per raccontarci un mondo, i cui dettagli abbiamo elemosinato, così dozzinali da averci assuefatto ad una indifferenza di circostanza.

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Laura Silvia Battaglia

L’autrice ha scelto la strada più tortuosa per raccogliere informazioni su questo angolo di terra preconfezionato, in bella mostra sulle copertine patinate delle agenzie viaggio. Ha applicato quella che, una volta, era una regola deontologica del fare giornalismo. Diretti alla fonte, dove le cose accadono, seminate tra polvere, sangue, lacrime di orfani a raccattare piccoli ordigni inesplosi, scambiati per giocattoli.

Laura Silvia Battaglia è stata agevolata in questo compito. Sposata con uno yemenita, come ha tenuto a precisare, ha saputo toccare la realtà senza timore di apparire banale e, soprattutto, si è fatta toccare l’anima da una cultura che troppo spesso l’ha messa in contatto con il proprio passato siciliano.

Perché noi siciliani conosciamo il sapore amaro di un’infanzia rubata alla fantasia. Quello che ci ha fatto vedere spose-bambine truccate da femmine acerbe in occasione di una cerimonia da prima comunione, o figlie vendute alla perversione di uomini senza più un’identità. Quello che ci ha mostrato piccoli uomini impegnati nello spaccio nei quartieri alienati delle periferie delle nostre città. Infanzia stuprata, la stessa che l’autrice è stata costretta a documentare nel suo libro, raccontandoci gli angoli nascosti di un paese che, come abbiamo visto, avevamo imparato a sognare come meta di una fuga occidentale.

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Paola Cannatella

Il libro ci racconta questa illusione artefatta di una parte di noi, attraverso i disegni di Paola Cannatella che, senza dubbio, merita una nota di merito a parte, per la sua sensibile creatività che ci ha consegnato le immagini assorbite dalle tredici storie della Battaglia contenute. La capacità artistica della Cannatella traspare dalla scelta cromatica per evidenziare momenti, sogni, vita quotidiana di chi ha dovuto rinunciare ai colori della vita, per una realtà ingrigita da una sofferenza non richiesta.

Perché, oltre ad una etichetta di paese dove Al Qaeda e l’Isis si dividono gli editoriali dei giornali internazionali, quei dieci, quindici o, addirittura, ventimila civili che hanno perso la vita in un ennesimo gioco di potere, interpretavano un sogno, dentro un quotidiano che banalmente chiamiamo vita, tra sfumature di rosso, giallo o di qualsiasi colore che ci fa umanità, e che qualcuno ha spento per sempre.

Laura Silvia Battaglia (1974) giornalista professionista freelance e documentarista, è nata a Catania e vive tra Milano e Sanaa (Yemen). Corrisponde da Sanaa per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese "Transterra media", e per gli americani "The Fair Observer" e "Guernica magazine". Per i media italiani, collabora stabilmente con quotidiani di carta stampata (Avvenire, La Stampa), network radiofonici (Radio Tre Mondo, Radio Popolare, Radio In Blu), televisione (Rai Tre Agenda del mondo, Rainews24), magazine (D Repubblica delle Donne, Popoli, Lookout), agenzie (Redattore Sociale), siti web (Tgcom, Lettera43, Assaman). Ha iniziato a lavorare nel 1998 per il quotidiano "La Sicilia" di Catania. Dal 2007 si dedica al reportage in zone di conflitto (Libano, Israele e Palestina, Gaza, Afghanistan, Kosovo, Egitto, Tunisia, Libia, Iraq, Iran, Yemen, confini siriani). Ha girato, autoprodotto e venduto cinque video documentari. Il primo, "Maria Grazia Cutuli. Il prezzo della verità", ha vinto il premio "Giancarlo Siani" 2010. Ha vinto il Premio Cutuli e il Premio Giornalisti del Mediterraneo nel 2013 con i suoi documentari dall’Iraq. Dal 2007 insegna al Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.

Paola Cannatella (Catania, 1979) è laureata in economia e commercio e lavora come autrice di fumetti. Disegnatrice autodidatta, nel 2005 vince il Fumetto International Talent Award indetto da La Triennale di Milano. Dal 2008 vive a Pavia e lavora come grafica per impaginazione e lettering di fumetti. Ha scritto e disegnato Inchiostro di Jack e Prospettive.

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