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L’ora di lezione, di Massimo Recalcati

L’ora di lezione : Per un’erotica dell’insegnamento / di Massimo Recalcati. - Torino : Einaudi, 2014. - 162 p., br. - (Super ET Opera viva). - ISBN 978-88-06-21489-0

di Alessandra Calanchi - mercoledì 6 dicembre 2023 - 954 letture

Ho ricevuto in dono questo libro da una mia studentessa e a mia volta lo propongo come regalo. Sulla prima pagina c’è la dedica: “Accendere il desiderio… lei sicuramente lo ha fatto con me. Quella prima ora di lezione ha impresso al mio destino una direzione”. Sono queste le soddisfazioni, non gli applausi o gli avanzamenti di carriera. La stima e l’affetto che mi dimostra la mia allieva sono reciproci. Anch’io come docente sono stata sempre capace di provare stima e affetto. È una doppia direzione, quella del destino come quella dell’affetto.

Questo libro ha già dieci anni e per certi versi è ancora attuale, per altri no. A p. 3 Recalcati scrive che un tempo “bastava che un insegnante entrasse in classe per far calare il silenzio”. Dieci anni fa evidentemente c’era il caos in aula, la confusione, oggi invece c’è di nuovo il silenzio, perché i ragazzi in genere guardano il telefonino o il pc. Ma non è bello neanche il silenzio. Così, quest’anno ho fatto un esperimento: inizio ogni ora con la musica. Musica di ogni tipo – jazz, classica, new age, rock – e per dieci minuti ci trasformiamo tutti in ascoltatori e ascoltatrici. Poi iniziamo la lezione. Io non amo essere interrotta o vedere che qualcuno non è attento. Ma capita di rado, per fortuna riesco a coinvolgere sempre i miei studenti, anche quando solo tanti. Ma io parlo dell’università. La scuola è diversa.

A scuola sono entrate in massa le famiglie e hanno portato la diffidenza verso il corpo docente. Recalcati parla giustamente dell’ “evaporazione del padre”, ma credetemi, anche l’eccessiva presenza di padri, madri, zii e nonni non fa bene allo studente. L’insegnante – dice ancora Recalcati – ha una funzione insostituibile. Vero. Ma durante la pandemia abbiamo visto come maestri e professori sono stati trattati come baby-sitter, per di più considerati incapaci di gestire la fragile tecnologia di cui disponevano le scuole; sono stati criticati, bistrattati, accusati ora di non saper coinvolgere gli studenti a distanza, ora di voler restare online per lavorare meno. In questi anni non vi è stato alcun rimedio allo “sfascio generato dalla Gelmini” (p. 6). Anzi.

Su alcune cose vale la pena ritornare. Perché sono sacrosante. Per Recalcati, le lezioni sono “il vero cuore della scuola” e possono essere “avventure, incontri, esperienze intellettuali ed emotive profonde” (p. 7). Ma la scuola deve anche “preservare l’importanza dei libri in quanto oggetti irriducibili alle merci, oggetti capaci di fare esistere nuovi mondi” (id.). Invece spesso abbiamo spesso abdicato alla funzione didattica per diventare altro (nella mia università è stata fatta nel 2022 la campagna “non docenti ma guide”) e ai libri in favore delle slides, dei materiali elettronici, dei power point – importantissimi, ma eterei.

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Copertina di L’ora di lezione, di Massimo Racalcati

Fa quasi sorridere, oggi che abbiamo l’estrema destra al potere, leggere le caute parole di Recalcati che alludeva dieci anni fa a una “inclinazione fascisteggiante” (p. 10) già ben visibile nella retorica delle tre “i” – impresa, informatica, inglese – che andava appunto a braccetto con una “pedagogia fascista” (p. 12). E fa sorridere molto meno leggere che (ora come allora) gli insegnanti sono “screditati, messi al margine della società, umiliati economicamente e professionalmente e, nello stesso tempo, convocati paradossalmente a esercitare sempre più la funzione di supplenti di un discorso educativo che sembra non aver più sostegno né nelle famiglie né nelle istituzioni” (p. 11). Ancora peggio, l’insegnante è diventato anche altro – sentinella, guardiano, confessore d’anime, terapeuta, amico. Tante funzioni, con un solo stipendio, peraltro fra i più bassi d’Europa.

Concludo con una nota positiva: il trasporto erotico verso il sapere. L’apertura verso il nuovo. È quello che gli insegnanti continuano a passare ai loro studenti, è quella fiammella che passa da una generazione all’altra. Teniamola accesa.


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Regali di Natale 2023


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