La comunicazione imperfetta, di Balbi e Ortoleva
La comunicazione imperfetta : Ostacoli, equivoci, adattamenti / Gabriele Balbi, Peppino Ortoleva. - Torino : Einaudi, 2023. - 232 p., br. - (Piccola Biblioteca Einaudi Ns). - ISBN 978-88-06-25930-3.
Alla base della comunicazione imperfetta c’è il malinteso che disturba la chiarezza delle relazioni, a partire dalla comunicazione faccia a faccia, ma il malinteso come fenomeno sociale rimane ancora poco studiato. Gli stessi sociologi della comunicazione, attenti sia agli aspetti pubblici che privati dell’interazione verbale e non, manifestano una scarsa attenzione in tal senso.
Sul malinteso, che esiste da sempre, infrange, viola la circolare regolarità della comunicazione e scuote la certezza assoluta dell’atto comunicativo, poco si è scritto. Gabriele Balbi e Peppino Ortoleva sopperiscono a questa mancanza con uno studio articolato e convincente, sin dalla chiarezza della scrittura che si interroga sul manifestarsi della “comunicazione imperfetta”.
- Copertina di La comunicazione imperfetta, di Balbi e Ortoleva
La comunicazione spesso funziona poco e male per gli errori, le incomprensioni, i malintesi e i silenzi che appartengono all’incompletezza stessa della comunicazione. La linearità e la stessa circolarità della comunicazione vengono compromesse dai tratti caratterizzanti dagli errori generati in primo luogo dal malinteso. I malintesi di cui è intrisa la comunicazione, rischiano di comprometterne il senso.
La comunicazione presenta sempre un suo contenuto di complessità, ma del malinteso sappiamo ben poco. Il malinteso frutto dell’uomo analogico nel mondo digitale emerge con ancora più forza e in molteplici forme. Se l’uso improprio del comunicare genera malintesi come proteggere e preservare la comunicazione dai malintesi? Come riconoscere e identificare I malintesi che accompagnano la comunicazione? Per lo più le imperfezioni rimangono nascoste, intraviste quando si ha la capacità di osservare con attenzione la comunicazione. Identificare il malinteso ci fa capire l’inadeguatezza delle parole in tutta la loro incertezza e ci riporta a come viene fuori l’imperfezione nel comunicare e come si mostra.
I malintesi, concentrati su ciò che si va dicendo, giungono per lo più inaspettati e innescano reazioni a catena. Per cogliere gli errori che limitano la comunicazione bisogna muoversi con grande maestria nei contesti stessi della comunicazione. Il potere del malinteso richiede di essere smentito per non intrappolare la verità. Molteplici le cause dei malintesi nell’aprire le porte al rimettere in discussione la comunicazione.
Il malinteso esprime un’intrusione che arriva a essere impossibile da ignorare, in quanto avvolge nell’ombra la realtà vissuta col rischio di capovolgerla. Il crescere del malinteso, che si impone con forza dirompente, nell’assumere contorni incerti, per alcuni aspetti stempera le parole che separano ed estraniano. Il potere ambiguo delle parole tradotto nel fraintendere rischia di oscurare la comunicazione. Per contenere e nella misura del possibile evitare gli equivoci bisogna preoccuparsi del loro manifestarsi, per quello che testimoniano nel portarsi dietro le voci distorte che risultano amplificate. Interrogare i malintesi impone di prestare particolare attenzione alle deformazioni della comunicazione e del conversare.
Nel malinteso cogliamo il difetto, assistiamo a qualcosa di sbagliato sul piano dell’intesa comunicativa che si traduce in errore nel reciproco relazionarsi interattivamente. I travisamenti inquinano la comunicazione e nel prosieguo la rendono complicata; bisogna sempre saper tenere conto della loro incidenza. Per attenuarne gli effetti bisogna collegarli alla complessità dell’“agire comunicativo”. Di fronte al malinteso che ha a che fare con la distorsione che devia e proprio perché nasce dalla distorsione cognitiva nel tendere a riprodurla, quando emerge, è facile scoprirsi e ritrovarsi inermi e impotenti.
La difficoltà di riconoscere le imperfezioni del comunicare, rende maldestra la comunicazione. Comprendere gli errori comunicativi diventa di peculiare importanza per rendere accessibili i contenuti dell’atto comunicativo. Se l’efficacia del comunicare la si impara dall’esperienza, il malinteso, di cui si continua a saper poco, nell’accrescere l’incomprensione contribuisce a rendere problematica e spesso inaccessibile la conoscenza. Come fare a concentrarsi senza farsi distrarre dal malinteso che nell’andare a scapito della linearità della comunicazione distoglie l’attenzione e rappresenta un pericolo?
Il malinteso predomina e influenza quando si parla nel far apparire quello che non è. Il malinteso, come parte integrante della comunicazione, ne costituisce un elemento da prendere in debita considerazione, per evitare di citarlo e restarvi invischiati e vincolati. Bisogna tenere conto che l’informazione esprime anche dei tratti irregolari e per niente lineari. Nel fraintendimento che contraddice la possibilità di capirsi, si ha l’elemento basilare di contrasto.
Il malinteso visto in tutta la sua complessità irrompe nella comunicazione e la interrompe quando diventa disfunzionale. I messaggi presentano una veste di qualità e quantità e l’imperfezione va vista da più prospettive. Sovrabbondanza e scarsezza influiscono sulla natura dei messaggi e la loro stessa complessità, con le lacune informative che di per sé hanno un ruolo centrale sia nell’escludere che nel produrre incertezze.
Se l’eccesso di informazione genera facilmente un rumore indesiderato, la ridondanza, nel raggiungere con più facilità i destinatari, genera sovrabbondanza superficiale. La ridondanza inutile si trasforma così in rumore, mentre il silenzio contribuisce a definire “il grado zero della comunicazione imperfetta”, nel sostituirsi al contenuto da comunicare che rimane assente e causa l’incomunicabilità.
Assente il messaggio la comunicazione diventa inesistente, ma il silenzio stesso costituisce una vera e propria forma di comunicazione. Il segreto, nel giungere a tracciare una linea di confine comunicativo, oscilla e si manifesta al limite della comunicazione di per sé imperfetta. Si tratta di far sì che la comunicazione nell’argomentare efficace possa e sappia contenere le imperfezioni che la agitano e nell’esprimere un valido sistema di riferimento sappia dare adeguato senso al comunicare.
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