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Dal Medioevo a Marte? Due libri rivelatori di Antonio Tricomi e Roberto Vecchiarelli

Epidemic. Retroversioni dal nostro medioevo / di Antonio Tricomi (Jaca Book 2021). - Well[e]s eXperiment. Ombre sonore dallo spazio profondo / di Roberto Vecchiarelli e Eugenio Giordani (Galaad 2022).

di Alessandra Calanchi - mercoledì 16 febbraio 2022 - 3103 letture

A oltre due anni dall’inizio di una pandemia che ha inciso profondamente sulle nostre vite pubbliche e private, iniziamo a vedere in modo consistente le infiltrazioni virali anche nel mondo delle narrazioni. Non parlo delle varie iniziative dedicate all’esperienza del covid – cito a esempio un volumetto a cui ho partecipato, dal titolo intrigante: Il viaggio immobile. Racconti autocertificati dal Dpcm 9.3.2020 (Aras 2021) – ma del progressivo ingresso del virus nelle pubblicità e nelle serie tv. Un ingresso rimarcato da un dettaglio che identificherà visivamente questo biennio: la mascherina. Mentre il virus si aggira come un fantasma in Europa (e anche altrove) nasce e si consolida il bisogno di rappresentarlo, di renderlo riconoscibile. Quando, fra anni, un regista dovrà girare una scena di un film ambientato nel 2021, gli attori dovranno indossare mascherine, e di tipi diversi a seconda dei periodi. La face mask entrerà nel kit degli oggetti di scena, come i telefoni col filo o gli orologi nel taschino.

C’è un altro modo in cui il virus si aggira nell’Europa. Ed è attraverso i libri. Non parlo delle decine di scritti specifici sfornati da scienziati e politici, blogger e influencer, guaritori e guariti, no-vax e no-green-pass. Parlo di libri insospettabili, che parlano (anche) d’altro, ma sui quali il corona ha esercitato un’influenza particolare, come a conferire una sorta di “timbro” della contemporaneità. Avvicinerò dunque in questo contesto due volumi diversi tra loro, ma entrambi “contagiati” da una comune riflessione che trascende le rispettive discipline di appartenenza dei loro autori.

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copertina del libro Epidemic - di Antonio Tricomi

Antonio Tricomi, italianista, comparatista e critico cinematografico, dedica il suo Epidemic. Retroversioni dal nostro medioevo (Jaca Book 2021) ai vari modi con cui l’immaginazione letteraria occidentale ha rappresentato le epidemie nel corso della storia. Questo lo porta a interrogarsi sui rapporti fra comunità e potere, sul significato politico di “emergenza”, sul populismo, sull’introiezione dei modelli culturali dominanti, sulla transitorietà delle categorie valoriali. E sulla permanenza – anzi: acutizzazione – delle diseguaglianze. Da Mary Shelley a Edgar Allan Poe, da Daniel Defoe ad Alessandro Manzoni, da Albert Camus a Cormac McCarthy, questo libro ci porta a (ri)leggere le grandi opere del passato e del presente in una chiave nuova, dove la metafora si tramuta in crudo realismo e il romance si fa cronaca. Del nostro presente.

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Copertina del libro Well[e]s eXperiment - di Roberto Vecchiarelli e Eugenio Giordani

Roberto Vecchiarelli, docente di storia dello spettacolo, è uno dei due autori di Well[e]s eXperiment. Ombre sonore dallo spazio profondo (Galaad 2022). L’altro autore, Eugenio Giordani, è purtroppo morto di covid durante la stesura del libro. Ma non è questo l’unico legame col virus assassino. Il volume, dedicato alle riscritture e riadattamenti del celebre romanzo di H. G. Wells (poi radiodramma di Orson Welles, poi film, ecc.) La guerra dei mondi, si concentra soprattutto su una videoinstallazione a opera degli stessi autori presentata a Pesaro nel 2005. Già allora il sottotesto rimandava a problematiche sociali contingenti, piuttosto che ai marziani – il cambiamento climatico, l’inquinamento, il dramma dei migranti – ed ecco che oggi tale progetto è stato rivisto e reinterpretato inglobando non solo l’esperienza pandemica, ma anche l’omicidio di George Floyd, l’assalto a Capitol Hill, lo tsunami, gli incendi. E i continui naufragi nel Mediterraneo: in uno scenario fatto di strade e scuole deserte, che a poco a poco si ripopolano con l’auspicio di una “ripresa”, masse di persone continuano ad accalcarsi ai confini di paesi che non li vogliono. Per loro “non c’è posto sulla Terra”.

Cosa possiamo imparare dai romanzi del passato, sia che narrino dell’”ultimo uomo” o di un’invasione marziana? Tricomi e Vecchiarelli non hanno una risposta: ci mostrano però un pensiero laterale – onesto, intellettuale, e tanto efficace quanto impegnativo – tramite cui guardare la realtà. A partire dal messaggio subliminale presente nelle due copertine. La prima ci rimanda al corvo che nella celebre poesia di Poe ripete ossessivamente “Nevermore”, cioè: mai più. La seconda rappresenta la cupola dell’osservatorio di Pesaro, una macchina sofisticata che aprendosi ci fa vedere il cielo, cioè ci fa vedere oltre. Forse è troppo tardi, ma credo che mantenere e allenare questo tipo di ascolto e questo tipo di sguardo possa aiutarci a r/esistere.


Su Antonio Tricomi leggi anche: Le macerie della borghesia.



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