Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia

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Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia / di Emanuele Gentile

Conclusioni

Si giunge al momento delle conclusioni dove si capirà se il viaggio in Sicilia di Tocqueville rientri nei canoni classici del Grand Tour. Si capirà, cioè, su quali aspetti vi è comunanza fra il Tocqueville viaggiatore e i suoi colleghi predecessori o coevi. Non solo assonanze, ma, anche, dissomiglianze. Effettuare un viaggio e raccontarlo è un complesso sistema, reso unico dalla personalità del viaggiatore e che spesso utilizza l’esperienza di altri come pietra di paragone e  via maestra.

      Per giungere a questo obiettivo abbiamo costruito la Tesi secondo un percorso che ha momenti ben definiti e precisi.

Un primo momento è stato comprendere in cosa consistesse il Grand Tour delineandone la genesi e il suo espletamento. Il ruolo della nostra terra ha rappresentato il momento successivo, in quanto il Grand Tour ha assunto una sua certa peculiarità in riferimento alla Sicilia. In seguito, abbiamo tratteggiato le figure dei più importanti viaggiatori francesi mettendone in risalto l’aspetto emozionale e le tematiche riguardanti il concetto in intertesto nella letteratura da viaggio. Questo momento è strumentale all’analisi del viaggio di Tocqueville.

C’è un primo problema da affrontare, è cioè a quale tipologia di Grand Tour appartenga il viaggio di Tocqueville. E’ notorio, infatti, che durante il Settecento il viaggio era il momento finale di un percorso formativo di un giovin uomo, mentre nel secolo successivo il Grand Tour subì un cambiamento profondo. Infatti, era un momento di pura evasione senza nessun presupposto realmente culturale. Se nel Settecento la molla era il veder da vicino le vestigia elleniste, nell’Ottocento il viaggio rappresentava un appagamento piacevole di natura prettamente borghese. In quest’ottica Tocqueville pur essendo uomo del diciannovesimo secolo, appare profondamente legato al secolo precedente. Nel senso che il viaggio è utile alla formazione della persona e si viaggia per conoscere una realtà sempre più cangiante e mutevole.

Un altro livello di analisi è costituito dal paragone fra le esperienze di viaggio di viaggiatori antecedenti o coevi con quella dello stesso Tocqueville. I punti di somiglianza sono parecchi e, per assurdo, concorrono a delineare la specificità rappresentata dall’esperienza di viaggio di Tocqueville. Proviamo ad evidenziarli.

ü      Capicità di analisi. Certamente Tocqueville, in riferimento a questo parametro, si trova in buona compagnia. Molti viaggiatori francesi hanno dimostrato un’eccellente capacità di analisi. Mi riferisco, per esempio, a Padre Labat o a Roland de la Platiere. Certamente si trattano di capacità descrittive differenti in quanto ogni viaggiatore ha avuto una propria visione della nostra terra. Ma sia Tocqueville che i due succitati viaggiatori hanno evidenziato capacità di analisi non indifferenti;

ü      Visione romantica della Sicilia. De la Platiere ha scritto di un temporale ove sentiva l’incombenza di una sicura morte. Questa descrizione è piuttosto romantica e si ricollega ad alcuni momenti degli Extraits. Due episodi simili sono presenti negli Extraits du Voyage en Sicile: quando Tocqueville stava per arrivare in Sicilia e certe riflessioni sulla natura umana in occasione della sua visita di Lipari?

ü      Senso della realtà. Per senso della realtà Tocqueville è molto vicino all’esperienza di Denon. Una realtà tale e quale, ovverosia senza filtri o preconcetti. Qui si delinea, inoltre, una interessante convergenza con Auguste de Sayve;

ü      Analisi della società siciliana. Altro punto in comune con de Sayve è l’analisi della società siciliana. Un’analisi rigorosa e molto approfondita che tende ad andare oltre a certe immagini oleografiche della nostra terra;

ü      Rigore scientifico. Un viaggiatore che sviluppa un’analisi secondo modalità scientifiche è stato Dolomieu. Tocqueville, sulla medesima falsariga, sviluppa la sua analisi di ciò che ha visto non solo mediante mera capacità di analisi, ma con l’ausilio di metodologie scientifiche. Questa particolare modalità operativa costituisce un importantissimo supporto in riferimento al compito di descrizione della nostra terra;

ü      Rigore di scrittura. Tocqueville è uno scrittore molto preciso e rigoroso. Descrive ciò che vede riportando le sue impressione senza alterazioni e con particolare rigore organizzativo. E’ attento a che il lettore non sia sviato o confuso. Pertanto, l’atto della scrittura è un particolare essenziale e fondamentale. In questo Tocqueville appare molto vicino al rigore di scrittura del Comte de Frobin, forse il più rigoroso descrittore che la Sicilia abbia mai ospitato;

ü      Attenzione alla Sicilia minore. Un aspetto che rende interessante gli Extraits du Voyage en Sicile è quella attenzione alla Sicilia minore, ossia a quegli aspetti che spesso non vengono descritti in diari da viaggio ove si evidenzia un’attenzione maniacale alla Sicilia ufficiale e monumentale. Charles Didier nel visitare città non appartenenti al circuito classico ha denotato un interesse verso una Sicilia meno nota e più nascosta.

ü      Il polemista. Tocqueville non si è certamente tirato indietro nel denunciare la situazione di arretratezza in cui versava la Sicilia al momento del suo viaggio. Parecchi viaggiatori hanno denunciato questo aspetto deleterio della realtà siciliana. Fra i quali si distingue Renouard de Bussierre per la sua feroce avversione contro gli ordini monacensi che vengono additati quali causa delle sfavorevoli condizioni di vita degli abitanti della nostra isola.

Per paradosso, queste caratteristiche di somiglianza rappresentano reali elementi di discontinuità fra il viaggio di Tocqueville e quello intrapreso da viaggiatori antecedenti o coevi. Le caratteristiche elencate sopra sono per Tocqueville una ratio imprescindibile; mentre negli altri viaggiatori sono, piuttosto, un’eccezione nel senso che raccontano in modo prolisso, sovrastimandosi e oleografico ciò che vedono.

Appunto il rigore… Questa caratteristica traccia un solco difficile da colmarsi fra il pensatore francese e gli altri viaggiatori. Spesso la Sicilia è stata raccontata in modo disordinato e difforme, senza un filo logico che rendesse la cronistoria del viaggio e le riflessioni ad esso collegate un tutt’uno armonico e coeso. E’ la atipicità di Tocqueville che induce Guglielmino ad affermare, e lo ripetiamo nuovamente: “Dai brani tramandataci…che abbiamo analizzato, Tocqueville ci appare come un viaggiatore eccentrico e per certi versi anarchico, rispetto al genere letterario dei viaggi che fu in auge nel secolo scorso.[1]” 

Gli Extraits du Voyage en Sicile non hanno forse il fascino di altri diari di viaggio, ma ci permettono di comprendere meglio la Sicilia e soprattutto di rispettarla.



[1] S. Guglielmino in Il paesaggio siciliano nella rappresentazione dei viaggiatori stranieri op. cit. pag. 232

 

 

Contesto

Alexis de Tocqueville: scheda autore

Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia, di Emanuele Gentile




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