Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia

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Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia / di Emanuele Gentile

Le scoperte del Winckelman

Tutto cambia allo spirare del settecento grazie all’encomiabile e fruttuoso lavoro di un archeologo tedesco, Joachim Wickelman.

Due gli eventi che a metà del Settecento concorreranno a mutare quest’opinione, inserendo prepotentemente la Sicilia nell’itinerario del Grand Tour: l’apertura degli scavi di Pompei ed Ercolano al gran pubblico, fatto di straordinaria risonanza europea, e l’opera e l’attività di Joachim Winckelman che era stato prefetto delle antichità di Roma e autore nel 1754 de La Storia dell’Arte dell’Antichità. Questi due eventi instillarono nella gioventù europea la passione per la grecità, per la nobile semplicità e la serena grandezza dei monumenti antichi italiani. Ma dov’erano la patria della grecità e la ricchezza di vestigia greche se non in Sicilia?[1]

La Sicilia entra fragorosamente nel novero delle mete imprescindibili del Grand Tour. Anzi, assistiamo ad un’infatuazione generale per la nostra terra. Tuttavia, va subito evidenziato che nel corso del Settecento il viaggio in Sicilia era mosso da una fortissima vocazione culturale, mentre nell’Ottocento la componente misteriosa, della terra incognita, mitica, orrida prese il sopravvento su quella culturale.

Questa fu la molla che porterà illustri viaggiatori italiani e stranieri ad attraversare la Sicilia fra Sette e Ottocento. Le loro esperienze di viaggio furono convertite in opere dove la curiosità si esibisce spesso in forma letteraria, offrendo al lettore notizie, sulle cose viste e le esperienze compiute, esposte in modo vario, ora superficiale o romanzato, ora rigoroso ed esauriente, ma attribuendo al vissuto del viaggio un forte significato etico e pedagogico. Va considerato che nei secoli in cui essa fu interessata la Sicilia rappresenta una tappa irrinunciabile del Grand Tour o ultima tappa per chi vorrà andare verso il profondo Sud. La Sicilia fra Sette e Ottocento occuperà nell’immaginario dei suoi visitatori un incredibile fascino…E questo avveniva proprio negli anni in cui iniziavano a rifulgere gli scavi delle vicine Ercolano (1719) e Pompei (1748), e il fascino della scoperta dei luoghi legati alle fonti classiche portava più volentieri ad avventurarsi nel profondo sud, in Calabria, e più giù in Sicilia[…][2]

Di conseguenza, il venire in Sicilia ed incontrarla costituiva uno dei momenti più significativi e stimolanti della letteratura da viaggio in quanto la nostra terra ha regalato ai viaggiatori una molteplice gamma di sensazioni indimenticabili. La Sicilia appare un approdo facondo per scrittori, poeti, pittori, studiosi che ivi giunti ci hanno lasciato pagine di grande suggestione ed hanno creato a rendere immortale il senso della classicità.



[1] ibidem pag. 18

[2] ibidem pag. 19

 

 

Contesto

Alexis de Tocqueville: scheda autore

Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia, di Emanuele Gentile




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