Sono cattivo e ci godo

Monsignori e politici vogliono decidere per me. Spero venga loro una bella malattia

di Adriano Todaro - mercoledì 18 settembre 2019 - 23817 letture

Disciplina e onore ‒ Ammettiamo che un bel giorno, un brutto giorno per voi, sentiste suonare il campanello di casa. Quando andate ad aprire vi trovate alcuni agenti delle Fiamme Gialle che, su ordine del magistrato, vi intimino di consegnare il vostro Pc. Il consiglio che vi do è quello, prima di tutto, di parlare loro, in latino, e dire che nella loro richiesta c’è un “fumus persecutionis” e poi che il sequestro del Pc è una “richiesta priva di serietà” ma anche “indebita” ed “estranea alle esigenze della giurisdizione” perché finalizzata all’accertamento investigativo di un fatto che “ab origine non può costituire reato”. Fatto questo, vi consiglio di cominciare una trattativa con i poliziotti: vi do, in cambio del Pc intero, tutta la saga di Candy Crush e, in più anche un paio di tette scaricate da Dagospia. A questo punto i poliziotti vi piglierebbero per le orecchie e vi porterebbero di filato, direttamente al gabbio. E, invece, sono proprio, più o meno le risposte, che ha dato l’ex sottosegretario Armando Siri ‒ senatore leghista eh, mica un pirla ‒ accusato di riciclaggio per un mutuo concessogli senza garanzie da una banca di San Marino. E perché “ab origine non può costituire reato”? Perché lui avrebbe agito solo per garantire una fonte di reddito alla figlia e ad acquistare un appartamento a Bresso, provincia di Milano. Capito la volpe! Il leghista ha sottoscritto l’art. 54 della Costituzione, quella italiana non quella padana, in cui si dice che I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. E lui ci ha messo della disciplina nel ricercare un mutuo conveniente. E l’onore? Beh, questa la prossima volta buon uomo.

Salvini o Casini? ‒ Durante il dibattito in Senato sul nuovo governo, mentre il presidente del Consiglio parlava, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati Vien dal Mare, ha giocato per tutta la durata del discorso di Conte, con il telefonino. Poi si apre il dibattito e lei dà la parola al senatore Casini. Veramente lei voleva dire Salvini ma si sa tutti possiamo sbagliare. Casini si è sentito offeso nell’essere paragonato a Salvini e altrettanto è stato per Salvini paragonato a Casini. Nel frattempo che si risolva la diatriba ideologica, si sono offesi tutti e due. Non crediate però che la contessa Vien dal Mare sia una leggerina che gioca con i telefonini. Lei, in quel momento, studiava e, infatti, dopo qualche giorno è intervenuta sulla polemica del fine vita con un messaggio al summit delle associazioni cattoliche patrocinato dalla Cei. Sentite com’è profonda la contessa: “Per salvaguardare appieno la dignità del vivere e del morire occorre favorire occasioni di confronto, come quella odierna, in cui elaborare risposte non dettate dalle emozioni ma maturate attraverso l’equilibrata ponderazione dei valori dei principi coinvolti. Una riflessione che richiama anche le Istituzioni alle proprie responsabilità, come la necessità di approfondire un quadro normativo in grado di dare risposte e certezze”. Capito? No? Siete proprio de coccio! Traduzione: che cazzo racconto a questi qua della Cei? Per andare sul sicuro gli ammollo la “dignità del vivere e del morire” che va sempre bene, l’approfondimento del “quadro normativo” e soprattutto elaborare “risposte non dettate dalle emozioni”. Scusi contessa, io ho la Sla, vorrei morire. Eh no, caro signore dobbiamo prima vedere il “quadro normativo”.

Vivere è un dovere ‒ Nel summit della Cei il cardinale Bassetti ha affermato: “Va negato che esista un diritto a darsi la morte. Vivere è un dovere, anche per chi è malato e sofferente”. Ora io, che non sono politicamente corretto, vorrei augurarvi una sofferenza. Ma non le emorroidi o l’infiammazione del nervo sciatico. No. Vi auguro una bella malattia, chessò un tumore al cervello o la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Che ne dite? E sareste d’accordo, monsignore e contessa, che fossi io a decidere per voi? E siccome voglio abbondare e non sono tirchio, una bella malattia l’auguro anche a tanti altri pupazzi che stanno in Parlamento. Non però all’ex sottosegretario Siri. Lui l’ha fatto per la famiglia. E la famiglia, si sa, è sacra. E non adoperate il fumo persecutorio che fa male alla gola. Prima approfondiamo il “quadro normativo” così da dare risposte “non dettate dalle emozioni”.


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