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Salviniadi infinite

La ’’blitzkrieg’’ del ministro dell’Interno e dell’esterno

di Franco Novembrini - martedì 20 novembre 2018 - 3963 letture

Dopo le Elezioni Europee, quelle comunali e regionali che si terranno in Italia nei prossimi mesi, qualcuno dovrà pur scrivere della frenetica attività del ministro e vicepremier di "ogni cosa" Salvini. Non passa giorno, anzi ora, che non se ne senta parlare nei giornali e in tutte le tv e, a volte, la sua ombra è presente anche dove non è fisicamente.

Forse non si era mai visto, neppure ai tempi di Berlusconi, una presenza così massiva sui mezzi di comunicazione. Qualcuno potrebbe dubitare che il fenomeno sia così degenerato, e democraticamente sarebbe libero di farlo, ma vorremmo far notare come nella conferenza stampa del governo, tenutasi lunedì 19 novembre, alla quale Salvini non era presente, avendo preferito andare a cena con l’emiro del Qatar, la sua presenza/assenza è stata la notizia dei commentatori presenti, che erano convenuti per avere notizie dello stato di salute del governo.

Ora non potendo, avendo Salvini accantonato, almeno per il momento l’argomento, parlare degli sbarchi e dell’invasione degli africani, sia per le condizioni del mare e per lo sfinimento degli ascoltatori, il nostro ministro ha spostato le sue attenzioni verso gli inceneritori al Sud e, alquanto incomprensibile, appare la posizione del M5S che, nel manifestare il suo dissenso, non abbia saputo chiarire il perché del suo ’’no’’, o perlomeno non lo abbia fatto con sufficiente chiarezza.

Gli inceneritori di ultima generazione, se ben gestiti, potrebbero ancora essere utili per anni. Precisiamo, se ben gestiti. L’utilizzo che se ne è fatto, di questi termovalorizzatori, non è stato sempre così votato alla salvaguardia e tutela dell’ambiente. Non si può parlare di arie bonificate se nei termovalorizzatori ci finiscono anche sostanze inquinanti e pericolose e, nel Sud Italia, esistono centinaia di migliaia di ’’ecoballe’’ il cui contenuto, se smaltito in questi impianti, provocherebbe danni all’ambiente ed anche danni agli stessi.

La gestione del business di tali opere è stata facile preda delle mafie che dominano in quei territori e con la complicità di politici famelici che, sulla promessa di posti di lavoro, hanno imbastito le loro campagne elettorali e assicurato controlli molto blandi sulla gestione dei rifiuti. La gestione dello smaltimento dei rifiuti non sembra abbia trovato nei termovalorizzatori la soluzione ideale e la raccolta differenziata che, oltre che meno inquinante è anche molto educativa per chi la effettua, spesso ha avuto riscontri contrastanti sulla sua efficacia. Forse il vero smaltimento rifiuti dovrebbe partire dall’eliminazione totale delle organizzazioni criminali che, su questi argomenti, hanno investito i proventi frutto delle loro attività illecite. Una possibilità, sulla quale, ultimamente i nostri politici sembra non abbiano più il tempo di dedicarsi.


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