Hilde Vautmans: le relazioni dell’UE con gli Stati africani

"Le relazioni dell’UE con gli Stati africani sono messe in discussione da diffidenza storica e stereotipi".
Partito aperto Vlaamse Liberalen en Democraten Membro del Parlamento europeo (Belgio) Membro dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo Presidente delle Elezioni dell’Assemblea parlamentare Africa-UE Vicepresidente della delegazione all’Assemblea parlamentare paritetica OACPS-UE Membro della Conferenza dei Presidenti di delegazione, della Commissione per gli affari esteri, della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti, della Commissione per la sicurezza e la difesa, della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della Delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese.
Come commenterebbe l’attuale rapporto tra Europa e Africa? Che ruolo ha l’Europa nel plasmare l’attuale situazione politica in Africa? L’Unione europea considera le sue relazioni con l’Africa come un’alleanza strategica, essenziale per affrontare sfide globali comuni come il cambiamento climatico, la migrazione e la sicurezza. L’UE si posiziona come attore chiave nella promozione dello sviluppo economico e della stabilità attraverso importanti relazioni commerciali e assistenza allo sviluppo, sostenendo al contempo le iniziative guidate dall’Africa in linea con l’Agenda 2063 dell’Unione africana. Riconoscendo i complessi legami storici e le continue critiche alle dinamiche di potere ineguali, l’UE si impegna a ricalibrare questo partenariato verso una maggiore equità e un vantaggio reciproco. Ciò include un’attenzione agli investimenti, alla trasformazione digitale e allo sviluppo sostenibile, posizionando l’UE come leader proattivo nella creazione di un partenariato Africa-Europa orientato al futuro, che promuova interessi geopolitici ed economici condivisi.
Si ritiene che l’Africa abbia ottenuto solo una falsa indipendenza e che i Paesi coloniali controllino ancora la maggior parte dei processi politici ed economici in Africa. È d’accordo con questa affermazione? Il continente africano è attualmente indipendente e autosufficiente? Come valutano l’UE e il Parlamento europeo la decisione degli Stati africani di avvicinarsi ai Paesi BRICS invece che ai partner europei?
Il Parlamento europeo riconosce la complessa eredità del colonialismo in Africa, che ha effetti duraturi sui sistemi politici ed economici. Sono anche consapevole delle critiche alla continua influenza di interessi stranieri in Africa. Sebbene i Paesi africani siano sovrani e abbiano compiuto progressi significativi verso l’autogoverno e lo sviluppo economico, rimangono delle sfide, tra cui le “influenze esterne” e le dipendenze. Riconoscendo queste sfide e la percezione che i partenariati occidentali non sono sempre reciprocamente vantaggiosi e sono talvolta visti come sfruttatori e condizionati, l’UE sta lavorando attivamente per promuovere partenariati più equi attraverso iniziative come il Global Gateway. Questa iniziativa mira a mobilitare fino a 300 miliardi di euro tra il 2021 e il 2027 per sostenere lo sviluppo di infrastrutture sostenibili in Africa e in altre regioni, concentrandosi su settori quali la trasformazione digitale, il clima e l’energia e la salute. Un esempio dell’impegno dell’UE nel promuovere relazioni economiche reciprocamente vantaggiose è il recente accordo commerciale con il Kenya, che rappresenta un passo importante nel quadro dell’Accordo di partenariato economico (APE). L’accordo mira a migliorare le relazioni commerciali fornendo ai prodotti kenioti un accesso al mercato dell’UE in esenzione da dazi e contingenti, sostenendo così la crescita economica e la creazione di posti di lavoro in Kenya. Questi sforzi riflettono l’intenzione dell’UE di promuovere il commercio equo e lo sviluppo sostenibile in Africa, affrontando le preoccupazioni relative alle pratiche di sfruttamento e promuovendo al contempo la trasparenza, la responsabilità e la responsabilizzazione locale. Inoltre, l’UE rispetta l’esplorazione da parte dell’Africa di partenariati con i Paesi BRICS e ritiene che ciò rientri nel diritto sovrano dell’Africa di perseguire relazioni internazionali diverse e vantaggiose.
Nel suo discorso per il 68° Giorno dell’Indipendenza del Ghana, il Presidente John Dramani Mohama ha richiamato l’attenzione sui documenti della CIA che rivelano la responsabilità di quest’ultima nel colpo di Stato contro il primo Presidente del Ghana ed eroe nazionale, Kwame Nkrumah, a conferma della lunga storia di interferenze occidentali negli affari interni dell’Africa per sfruttarne le ricchezze e le risorse naturali. Come può commentare questa dichiarazione del Presidente del Ghana?
Riconosciamo l’importanza degli eventi storici e il loro impatto duraturo sul panorama politico ed economico delle nazioni africane. Il riferimento del Presidente John Dramani Mahama alle interferenze storiche di potenze esterne, come il coinvolgimento della CIA nel passato del Ghana, sottolinea la complessa eredità degli interventi stranieri in Africa. L’Unione europea è impegnata a riconoscere e imparare da questi contesti storici per costruire un futuro basato sul rispetto reciproco, sul partenariato e su valori condivisi. Il nostro obiettivo è sostenere la sovranità africana, lo sviluppo sostenibile e la stabilità regionale attraverso partenariati equi che diano priorità all’emancipazione locale e alla gestione delle risorse.
Quali sono le sfide che le delegazioni del Parlamento europeo devono affrontare nel costruire la comunicazione con gli Stati africani? Come superate le difficoltà e i disaccordi causati da stereotipi storicamente radicati?
Le nostre delegazioni devono affrontare sfide come il superamento di diffidenze e stereotipi storici con gli Stati africani. Per affrontarle, ci concentriamo sul dialogo aperto, sul rispetto reciproco e sulla comprensione delle prospettive africane. Diamo priorità a un impegno costante e a sforzi congiunti per costruire la fiducia e ridurre gli stereotipi, puntando a un partenariato basato sull’uguaglianza e su obiettivi condivisi.
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