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L’onda nera

La marea nera liberal difende con mezzi estremi l’affermarsi lento e inesorabile della “cultura sovranista”.

di Salvatore A. Bravo - mercoledì 2 aprile 2025 - 490 letture

L’onda nera viene dalla sinistra parlamentare. Si susseguono gli attentati alla dialettica democratica e al “partito della pace”. Oggi è toccato a Marine Le Pen essere dichiarata ineleggibile. Gli attentati con la povere da sparo e con le armi della giurisprudenza hanno toccato Stati Uniti, Romania, Slovacchia e Francia.

La marea nera liberal difende con mezzi estremi l’affermarsi lento e inesorabile della “cultura sovranista”. Le plutocrazie internazionali sono ormai una cupola transnazionale che rappresentano solo se stesse e gli interessi delle multinazionali. Il ripetersi del medesimo copione con mezzi diversi conferma la finalità del disegno politico: impedire la pace e consentire agli affari di continuare a produrre profitti da investire nella finanza. Il sistema si autolegittima usando senza scrupolo i diritti civili e attaccando frontalmente ogni limite etico e politico al mercato.

Il risultato della libertà a misura del mercato è l’atomistica delle solitudini e la destrutturazione delle personalità delle nuove generazioni, e non solo, le quali risultano patologiche e depoliticizzate. Il progetto di distruzione antropologica è a un passo dal successo totale. Le resistenze culturali, politiche e sociali a tale progetto hanno comportato l’innalzamento della tensione.

Si abbattono i rappresentanti potenziali e reali di una opposizione più teorica che reale. Il potere attacca, in quanto è assediato da una vitalità inaspettata dei sussunti, i quali nel vuoto delle sinistre reali si rivolgono alle destre, e non poteva essere altrimenti, in quanto la sinistra liberale taglia i diritti sociali e riduce la politica a spettacolo. La destra che si profila “farà il suo mestiere”, userà le parole della sinistra con le quali far accettare politiche di esclusione e di tagli.

Siamo dinanzi alla lotta tra bande di capitalisti e d’altra parte una parte degli aggiogati, questa è la vera novità, consapevole del tradimento delle sinistre si rifugia sotto le ali delle destre. La condizione storica è fluida, in questo caso in senso ottimale, poiché dimostra che i popoli sono alla ricerca dell’alternativa e comincia a comprendere la verità evidente delle dinamiche che muovono il potere.

La lotta tra bande di potere rivela la verità sul nostro tempo, ma nel contempo palesa il dramma profondo: l’assenza di una vera alternativa. Le sinistre comuniste sono divise in movimenti e partiti in lotta. Le contingenze storiche dovrebbero indurre all’unità per cominciare un difficile percorso di costruzione dell’alternativa. La lotta tra i capitalisti apre spazi di lotta che potrebbe rinverdire la lotta di classe e la dialettica politica, ma affinché ciò possa essere è necessaria l’unità, che al momento sembra ancora lontana.

L’unica certezza è che la democrazia deperisce per implosione interna causata da un economicismo cannibalico che ha consumato diritti sociali, identità, lingue e culture. Alla fine resterà solo il deserto pienamente realizzato dall’ultimo uomo nietzschiano “il più brutto”, se il basso (proletari, precari e classi medie) non disarticolerà completamente il fosco progetto che incombe su tutti noi.


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