Q&P n. 208 - Premi per i "migliori"

Riprendo la rubrica Quisquilie&Pinzellacchere sollecitato dal commento di un amico riguardo ad una premiazione che ogni anno il Comune di Villasanta (VLS1929 per chi vuol ricordare la data di nascita di questo Comune) premia i "migliori" nello studio e nello sport.
Anche quest’anno il Comune di VLS1929 nel Monzese ha premiato i "migliori" distintisi negli studi e nello sport e lo ha fatto con gran battage pubblicitario tanto che su una pagina di un settimanale locale sono comparse 15 fotografie dell’evento ed in 13 compariva il sindaco, di tricolor fasciato, che li premiava. Nel pezzo che scrissi sempre la scorsa settimana, sempre su Girodivite ma nella rubrica "Rispetto" avevo criticato anche la mise del primo cittadino poco acconcia al momento che indossando la fascia tricolore non è consigliabile farlo con la giacca aperta, non per una questione di gusti ma per una forma di Rispetto, appunto. Un caro amico invece ha commentato, avendone i requisiti, che la premiazione dei "migliori" andrebbe forse cambiata senza togliere niente ai vincitori di gare e a quelli con i voti più alti in quanto la premiazione assume una forma di gara che però non pone tutti i concorrenti con le stesse possibilità di vincere.
Sono d’accordo con le critiche che sostengono che che gli studenti non partono tutti dalle stesse condizioni in quanto c’è chi ha la fortuna di avere genitori benestanti e può frequentare scuole migliori ed avere supporti in caso di necessità. La stessa cosa vale per gli sportivi che possono frequentare palestre con i tecnici e preparatori qualificati e quindi in ambo i casi le loro prestazioni saranno avvantaggiate e come esempio si potrebbe portare una gara automobilistica fra una Maserati ed una Duna. Ma nella scuola pubblica si dovrebbero mettere alla pari tutti gli studenti essendo scuole che vivono con le tasse dei cittadini. Le cose sono ancora peggiori poi per chi prosegue negli studi in quanto una volta che si volesse frequentare l’università chi è svantaggiato economicamente verrà spessissimo costretto a rinunciare alla laurea, dati i costi per la frequenza e le tasse.
Sarà per la tarda età, per aver letto i libri di don Milani, don Gallo, Danilo Dolci e molti altri che hanno trascorso la loro vita per aiutare chi veramente aveva bisogno e che constatare che i loro alunni non solo spesso sono divenuti a loro volta insegnanti ma anche ottimi cittadini. Il mio amico, come ho detto ha i titoli per criticare in quanto lavora nel campo dell’educazione e del sostegno dei ragazzi ed io debbo quel poco che so ad un mio maestro elementare che durante la guerra fu prigioniero IMI cioè militare italiano prigioniero in Germania ed al suo ritorno gli furono assegnate classi difficili formate di ragazzi di varie età a causa della guerra ma tutti con una estrazione sociale che definirei, con un termine ora in disuso, proletaria. Questo maestro fece il possibile per farci capire che i principi di democrazia e solidarietà e salvò molti di noi. Ha vissuto molto a lungo e, come si usa in Italia, ha avuto riconoscimenti post mortem.
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