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Roger Waters e le Malvinas

L’ex Pink Floyd, che si esibirà a Santiago del Cile questa fine settimana, ha ribadito la sua convinzione che le isole Malvinas sono e saranno sempre argentine.

di Piero Buscemi - mercoledì 29 febbraio 2012 - 2139 letture

L’ex Pink Floyd, durante il week-end si esibirà a Santiago del Cile, si è presentato alla stampa e ha ribadito il suo giudizio sulla guerra del 1982. Lo aveva già fatto nel 2007, quando aveva portato il suo spettacolo al River Plate di Buenos Aires. In quella occasione, aveva dichiarato: "Sono costernato, l’Inghilterra sta preparando una festa per commemorare una guerra". Erano passati 25 anni da quell’evento.

Waters aveva anche criticato la politica di George W. Bush, complice di una politica indirizzata a mantenere focolai di guerra in vari angoli del mondo. Musicista inglese, Roger Waters, fondatore della leggendaria band dei Pink Floyd, questa fine settimana offrirà due concerti allo Estadio Nacional de Chile, per spostarsi poi al Monumental Stadio di Buenos Aires, dove si esibirà con repliche fino al 20 marzo.

Il tour The Wall comprende anche Porto Alegre, Rio de Janeiro, Sao Paolo, Mexico City, Houston, Austin, Tulsa, Denver, San Francisco, Los Angeles, Portland per spostarsi poi in Canada a maggio dove toccherà le città di Vancouver, Edmonton, Winnipeg. Sarà previsto un rientro negli Stati Uniti per esibirsi a Boston, Washington, Philadelphia.

Nel 2007, prima dello show, Waters parlò durante una conferenza stampa presso l’Hotel Sheraton, e dichiarò il suo "disgusting" alla notizia che i suoi compatrioti stavano preparando una festa per celebrare il 25° anniversario della Guerra delle Falkland. "Non avevo idea che ci sarebbe stata una celebrazione in Inghilterra e sto schifo, mi disgusta." Ebbe a dire, senza mezze misure.

"Tutti sanno qual è la mia posizione su questa guerra. Ci sono stati movimenti e proteste che avrebbero potuto fare in modo che le cose avessero preso un diverso indirizzo e non si sarebbe raggiunta quella situazione ". Aggiunse che "tutti conoscono i miei sentimenti per Margaret Thatcher, che rientra in quella categoria di persone disgustose, che hanno abbracciato l’ideologia bellica Georgebushiana, e voglio aggiungere, forse non sempre lo ribadisco, non mi piacciono le guerre e da fastidio che io mi schieri così apertamente".

Waters, che è stato uno dei fondatori dei Pink Floyd nel 1966, non dimenticò la storia argentina: "Non ho nominato Leopoldo Galtieri (uno dei militari argentini che organizzò il colpo di stato del 1976 ai danni di Peron) e i suoi colleghi, ma sono della stessa specie degli altri due, e vorrei ribadire che, anche se non li nomino, non vuol dire che li sostengo. "Ho imparato che i giudici continueranno a cercare giustizia per le Madri di Plaza de Mayo e per quel dolore, per quel vuoto che ha lasciato nelle loro vite la perdita dei loro figli. Un dolore di tutti".

Il chitarrista e cantante ha sempre sostenuto che la malinconia della sua musica è figlia del suo sentimento di appartenenza a quelle persone che vede come vittime innocenti della guerra.

"Sicuramente sento una forte empatia per i bambini innocenti", ha sempre sostenuto, in occasione dei suoi interventi sull’argomento, in ogni angolo del mondo. "E’ necessario sentirsi partecipi a queste tragedie, anche con la malinconia della propria musica, che forse è il supporto che mi aiuta ad andare avanti".

Cinque anni fa, Waters portò in giro per il Sud America uno degli album più significativi dei Pink Floyd, "The Dark Side of The Moon", considerato uno dei dieci album più influenti nella storia del rock, che eseguì in modo completo durante gli spettacoli in Argentina. All’epoca, gli era stato chiesto quale fosse il lato oscuro della Terra e non esitò a identificarlo con il presidente Usa George W. Bush.

Ricordò che, durante le sue performance, le richieste del pubblico, come il maiale gonfiabile, la bambola che galleggia in aria durante i concerti, manifestavano anche gli slogan di protesta, che erano tutti contro il presidente degli Stati Uniti. "E’ indispensabile, anche con slogan e graffiti, realizzati dagli artisti di strada di ogni luogo dove abbiamo suonato, comunicare qualcosa che conta davvero, che arrivi al cuore della gente", dichiarò, trapelando una nota di speranza.

Sulla guerra delle Falkland, Waters ha dichiarato che in anni precedenti, quando le divergenze con il resto del gruppo, nel periodo delle aule di tribunale e della paternità sul marchio Pink Floyd, non gli impedirono di essere sensibile all’argomento e di unirsi, ancora una volta, a Gilmour, Mason e Wright per realizzare la nascita del loro ultimo album, ispirato a quella guerra, e che prese il nome, non a caso, di The Final Cut.

La sensibilità di tutti i componenti del gruppo, fece il miracolo qualche anno fa, quando per l’ultima volta, i quattro Floyd si ritrovarono sul palco del Live8 (http://www.girodivite.it/Q-Live8.html) in una notte memorabile a Wembley.

Alla vigilia del nuovo tour, Waters ha confermato le sue idee pacifiste, sottolineando come, nonostante l’arroganza britannica, manifestasta con la coniazione del nome anglosassone Falkland, le Isole Malvinas sono e saranno sempre argentine. La prepotenza e il nazionalismo inglese, che produssero una guerra lampo, con il solo scopo di salvare la faccia alla Lady di Ferro, furono artefici di altre inutili morti, tra le fila inglesi ed argentine.


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