Quisquilie&Pinzellacchere n. 137 - Politica in pillole
La settimana appena trascorsa ha prodotto una quantità notevole di eventi che vorrei trattare in "pillole’’, tanto per poterle ricordare meglio. ASTRAZENECA - La pur brava giornalista Mirta Merlino ha intervistato l’addetto alle pubbliche relazioni di AstraZeneca e, ovviamente, lo ha incalzato con domande circa la notevole riduzione delle quantità ei vaccini sia per l’Europa che per l’Italia rispetto ai quantitativi promessi. In buona sostanza la società ha fatto strame dei contratti firmati con gli europei i quali li hanno firmati con una leggerezza sospetta, per fare un esempio italiano, come i rinnovi delle concessioni autostradali a Benetton. Bene il nostro uomo ha parlato parecchio e da buon venditore di fumo non ha detto ne promesso niente se non ribadire che loro quello che producono lo immettono immediatamente sul "mercato’’, ovviamente senza specificare quale "mercato’’. Ovviamente per quello che pagava di più e riducendo i quantitativi agli altri come è sempre stato con i liberi mercati. Vi assicuro che sarebbe una intervista da far imparare anche ai nostri "migliori’’.
FESTIVAL DI SANREMO - E’ finito il Festival dei Festival, che a me sta proprio sulle balle, ma quest’anno una cosa mi ha particolarmente infastidito, cioè che la cronaca si sia trasferita anche nella rassegna stampa notturna della Rai che guardo per sapere le notizie delle prime pagine dei quotidiani del giorno dopo. Non è che questa trasmissione non avesse difetti, come per esempio che invece di leggere quello che scrivono i quotidiani spesso ci si debba sorbire dei noiosi pistolotti e lunghe interpretazioni di giornalisti e giornaliste che spesso con voce cantilenante, parlano di giornali amici che ancora non compaiono con articoli scritti ma solo i loro titoli. Capirete che aggiungere a questo il collegarsi con i numerosi inviati a Sanremo con servizi che fanno vedere il sorriso/ghigno di Amadeus e le trovate di uno scaduto, purtroppo, Fiorello spacciate per genialate a quell’ora indispongono non poco. Amadeus ha promesso che non farà il terzo Sanremo consecutivo, ce ne faremo una ragione. A meno che non sia un novello Renzi.
SOS SENATO - Sia chiaro che SOS in questo caso vuol dire Salvare Ogni Senatore. La ultracattolica ciliciata senatrice Binetti ha indetto fra i suoi colleghi senatori una raccolta di firme perché cristianamente possano saltare la fila di chi ha il diritto ad essere vaccinato. La motivazione per tale raccolta di firme è che i senatori sono una categoria a rischio per il lavoro che svolgono. Poveretti sono costretti a presenziare ogni tanto a delle riunioni e godono di pochissimi privilegi fra i quali uno stipendio d’oro, una specie di clinica interna alla "ditta’’, pensioni e vitalizi che li mettono al riparo dalla mendicità e qualche altro privilegio castale. Quello che la Binetti non dice, visto anche il periodo pasquale che stiamo vivendo e che il suo capo spirituale fu tradito e denunciato per quello che predicava e non credo volesse i privilegi da lei fervidamente invocati. Anzi.
MI VERGOGNO DEL PD- So che penserete subito a Zingaretti ma io ne faccio una questione personale in quanto fin dai primi anni ottanta ebbi a vergognarmi degli antenati del Pd nei quali crescevano i giovani turchi di trista fama ed ancor oggi alla guida del fu Pci quando, operaio della Temi-Unità non tacqui, insieme ad un altro "scribacchino’’ di Girodivite. Fummo praticamente cacciati con malagrazia e rischiammo di dover discutere con il servizio d’ordine della Federazione milanese migliorista i cui argomenti erano alcune aste di bandiera piuttosto nodose. Mi felicito con la presa di coscienza di Zingaretti perché gli attacchi a quali è stato sottoposto sono stati di una virulenza forse maggiore a quella che fu usata con noi reprobi operaiacci.
NUOVO "RIPASCIMENTO’’ - Viste le lungaggini e le liti temerarie per l’attribuzione di poltrone, poltroncine e strapuntini governativi dei vari partiti che fanno perdere tempo prezioso per le "irrevocabili decisioni che la storia impone’’ a Mario Draghi vorrei suggerire di fare un Decreto legge, controfirmato da generali e colonnelli nel quale si cambia nome a tutti i partiti chiamandoli, che so, Mc Kinsey, Ernst&Young, Pwc, Accenture ed altro. Indire elezioni e votare in maniera simile a quelle recenti negli Usa, con sistema postale da inviare all’Ambasciata o ai consolati Usa sparsi in Italia che ne garantirebbero il risultato. Dimenticavo. Come controllori della regolarità delle votazioni potrebbero essere nominate due valide penne italiane: Giuliano Ferrara, ex agente Cia e Renato Farina, agente Betulla. Il metodo sarebbe veloce ed economico. Per favore non chiamatelo golpe, termine ormai desueto.
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