Q&P n. 204 - Tutti economaestri?
Per giustificare i mancati risultati economici e i riusciti tagli tipo quello del Reddito di cittadinanza che ha messo sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie italiane sono cresciuti gli "economaestri".
In questi mesi e specialmente dopo l’abolizione del Reddito di cittadinanza e la paventata tassa per le banche su gli extraprofitti è cresciuta a dismisura la platea di presunti economisti, che definirei fra azzeccagarbugli ed economaestri. A capo della folla degli esperti giganteggia il ministro Renato Brunetta già autonominatosi premio Nobel dell’Econosua, seguono l’ultraottantenne Sabino Cassese che durante alcuni governi ci ha fornito fior di ministri e sottosegretari economici che vanno dalla Fornero alla moltitudine dei suoi allievi della alta scuola di della Pubblica amministrazione di Lucca. Ora si sono aggiunti anche molti giornalisti che, guarda caso, sembrano i trombettieri della proprietà del loro giornale e la direzione della RAI attualmente in auge. Di tutte queste persone si possono scoprire le magagne e le predizioni di qualche anno fa e che ora sono esattamente il contrario di quello che affermavano.
Le loro certezze e previsioni brillano anche per ovvietà ma anche per omissioni interessate. In questi giorni, confessando la mia ignoranza in tema di economia, sto leggendo con piacere il libro "Il ritorno dell’economia della depressione" nel quale l’autore, edito nel 1999, confessava che stavamo andando verso uno strapotere dell’economia e che ciò avrebbe portato a sanguinose crisi finanziarie che avrebbero portato milioni e milioni di disperati a dover fuggire dai loro paesi fatti fallire da pochi avventurieri senza scrupoli. Quello che mi piace di Paul Krugman, autore del libro e premio Nobel per l’Economia nel 1918, che fa delle previsioni ma ammette che non sapere dove e come nasceranno le crisi speculative.
Altra cosa piacevole è che per spiegare situazioni complesse usa esempi semplici come quella che nel 1997 vide crescere a Capitol Hill, sede del potente Senato americano, una cooperativa di baby sitteraggio composta da 150 famiglie di dipendenti del Senato, da avvocati e personaggi politici che lo frequentavano. La cosa può sembrare infantile ma la cooperativa aveva uno statuto serio ed emise delle specie di coupon che assegnavano dei punti per le serate che alcuni genitori dedicavano come baby sitter anche per i figli di altri genitori che volevano uscire una sera e a loro volta potevano usarli come moneta per pagare il servizio quando erano loro a voler avere una serata libera. Cosa da non credere anche questa cooperativa ha avuto una seria crisi dovuta alla accumulazione dei buoni da parte di alcuni genitori che se li riservavano per periodi a loro più consoni come feste natalizie o week end particolari, facendo così mancare i buoni come se fossero soldi veri. La crisi "finanziaria" fu risolta e l’autore dice che furono stampati altri coupon come avrebbe fatto la Federal Reserve immettendo sul mercato nuova moneta.
In Italia si fa il contrario, alcune crisi semplici, vengono complicate e rese irrisolvibili dagli azzeccagarbugli nostrani specialisti sì dell’economia ma per complicarla e cambiando idea ad ogni stormir di foglie. Per carità di Patria non cito la credibilità e la professionalità di molte banche italiane che non si sono mai fatte mancare alcuno scandalo dai diamanti farlocchi ai crediti a fallimentaristi professionali.
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